Immagini d'altri tempi

Storia del Gruppo

Siamo nella seconda metà degli anni settanta.

Ci si ritrovava al bar di Piazza Vittoria o a casa dal qualche amico,  e si parlava di montagna,  dei sentieri, delle cime scalate o da scalare.  Si organizzavano uscite così un pò improvvisando. Il nostro lavoro purtroppo non ci permetteva di partecipare attivamente con i vari soldalizi  di Treviso quali il Club Alpino Italiano o l’UOEI in quanto si lavorava anche di domenica.

Ci accomunava  però, una profonda  e sincera amicizia,  esperienze di lavoro condivise, direttamente o indirettamente, chi proveniva dal settore viaggiante, chi dal macchina, oppure dai lavori  o dal movimento,  insomma eravamo  come si suol dire una bella “famiglia” di ferrovieri che avevano una grande passione “la Montagna”.

A volte capitava,  che  nel turno del treno Venezia – Calalzo macchinisti e il capo treno fossero proprio  questi amici,  e nell’erta via che portava dalla pianura alla montagna, tra lo stridulo rumore di rotaie, un fischio, un segnale di partenza,  e una fermata, l’uno accanto all’altro impegnati si sul lavoro, ma con animo allegro e spensierato, si parlava della bellezza delle nostre montagne.

I chilometri scorrevano velocemente, e si assaporava così il gusto della conversazione.  Si parlava di montagna, della natura allora ancora incontaminata, delle Dolomiti e le sue valli, i suoi boschi e le radure, le cime più belle.

Un giorno sempre sul solito treno Venezia – Calalzo si ritrovarono il macchinista Francesco Bressan  e il capo treno Giuriato Adriano   si accomodarono l’uno accanto all’altro nella cabina di guida.  E partirono! Al ritorno avevano già deciso! "Formiamo il Gruppo Escursionisti Amatori Montagna” in seno al DLF di Treviso. E fu cosi  che Francesco, Giannino, Adriano, Franco, Germano, Gino, Renato, Giuseppe, Ennio, Vittorio, Luigi, Paolo, Livio in una fredda sera  di  fine ottobre del 78,  già le prime fiamme guizzavano nel caminetto dell'amico che li ospitava, si ritrovarono per dar vita al nuovo gruppo sottoscrivendo il  documento ufficiale di  richiesta di affiliazione  al D.L.F. di Treviso.

La domanda venne subito accolta con entusiasmo dell’allora Consiglio Direttivo presieduto da Corrado Bottone.E così si cominciò a dare forma al Gruppo che venne denominato “Gruppo Escursionisti Amatori della Montagna”.

Il giorno 20 gennaio 1979 venne convocata la Prima assemblea del GEAM, e presenti 18 soci del D.L.F. venne approvato Il “Regolamento Provvisorio” proposto da Gruppo promotore poi statuto dove già venivano dettate le prime regole etiche tutt’ora valide.

Con il passare degli anni si è sempre più evoluto e organizzato, acquisendo soci e molti simpatizzanti fino a diventare oggi conosciuto e apprezzato anche presso altri soldalizi più importanti.

Ora viviamo in piena era di PC, Internet, Social Network: Facebook, Twitter, You Tube…che ci sono di grande ausilio per la programmazione delle escursioni e per la stesura delle relative locandine, ma alle origini del GEAM, 35 anni fa, non c’era tutta questa tecnologia  e allora le locandine, che illustravano in sintesi l’escursione programmata, erano rigorosamente fatte a mano, con lo schizzo del percorso abbellito da sagome di monti e abeti colorati.  Roba da far invidia ai pazienti  miniaturisti certosini degli antichi testi sacri. Al massimo ci si avvaleva delle macchine da scrivere Olivetti o del classico ciclostile. E poi copie di quelle locandine venivano affisse nelle bacheche dei vari impianti di servizio (stazioni e depositi Personale Viaggiante e Personale di Macchina di Treviso e Mestre) per la divulgazione ai soci in quanto la quasi totalità di questi era ancora in servizio. Oggi invece le parti si sono rovesciate: la quasi totalità dei soci sono in quiescenza mentre si possono contare sulle dita di una mano gli effettivi  che prestano ancora servizio accollandosi il sostentamento di quelli.  Ai nostri giorni la divulgazione del programma e delle escursioni è divenuta più capillare grazie alle e- mail e al nostro sito in internet.

Anche la documentazione fotografica delle nostre escursioni e attività sociali in questi ultimi anni hanno tratto un grande beneficio in qualità, ma soprattutto in quantità, dagli ultimi ritrovati tecnologici intervenuti nel campo della fotografia. L’avvento della vasta gamma di fotocamere digitali supercompatte, facili da usare e accessibili a tutti ha fatto sì che molti escursionisti scattino fotogrammi a spron battuto cosicchè, assemblando tutte le immagini immortalate dagli occasionali fotografi si ha una documentazione completa, quasi passo per passo, delle escursioni compiute. Fino ad una decina di anni fa invece si lesinavano gli scatti con le ormai superate,  più complesse e più care fotocamere analogiche. I due o al massimo tre fotografi presenti all’escursione utilizzavano non più di un rullino di negativi o diapositive; ogni scatto, ogni fotogramma aveva un costo: quello della pellicola e dello sviluppo. Invece con le moderne digitali uno o mille scatti hanno lo stesso costo, cioè zero.

E che dire dei materiali in dotazione per la montagna?  Sono rari oggi gli escursionisti che non fanno uso dei bastoncini telescopici da trekking. Alla loro prima apparizione, impugnati dai trekkers crucchi, erano per noi quasi oggetto di scherno, ma ora sono parte integrante di una corretta dotazione da montagna.  I nostri primi escursionisti del GEAM invece al massimo utilizzavano un nodoso bastone raccattato nel bosco che, se era di buona fattura e robustezza, veniva abbellito con artistiche incisioni. Solo qualcuno, più all’avanguardia degli altri, faceva sfoggio del più classico e aristocratico Alpenstock che ai nostri giorni un certo Fortunato impugna ancora con sussiego. E per le uscite sulla neve?  Ora dominano le racchette da neve, o ciaspole, supertecniche TSL  snodate, ramponate, chiodate, con il tacco rialzabile, facili da calzare e di leggero materiale plastico o di resine particolari. Ai primordi del GEAM invece nulla di tutto questo. O si affondava fino alle ginocchia nella neve fresca o si calzavano, ma solo qualche eletto poteva permetterselo, le classiche racchette canadesi a fagiolo con il bordo di legno e i tiranti di corda. Ma, come nel caso dell’Alpenstock, anche per le antiquate racchette da neve a fagiolo c’è ancora un nostalgico che le calza con “nonchalance”. E non è uno qualsiasi, bensì uno dei cofondatori del GEAM. Il  motivo di fondo forse è dovuto al fatto che egli stesso è un grande e buon produttore di ottimi “fagioli” commestibili del noto (fra i soci) marchio Biasuzzo.

Quando il GEAM muoveva i primi passi 35 anni fa i suoi soci erano quasi tutti baldanzosi giovanotti dalla folta capigliatura, poi, con il passare degli anni, da buoni padri di famiglia hanno cominciato a condurre con loro, in qualche escursione, i propri figli che condividevano la loro passione per la montagna. Ora che la loro capigliatura si è sfoltita e incanutita, tre di loro, da buoni nonni quali sono Germano, Gino e Silvano, hanno proseguito nella loro opera divulgativa del sano escursionismo accompagnando, faticando a volte a tenerli a freno, i loro amati nipoti. Questa è una buona garanzia per la continuità generazionale del nostro gruppo.

Anche se, come abbiamo visto, mote cose sono cambiate nel tempo in seno al GEAM, una però non è mutata nel corso dei 35 anni di vita: il rispetto, l’ammirazione e l’amore per la montagna. Le svettanti cime, l’arditezza delle loro pareti, i colori ed odori dei prati e dei boschi ci ispiravano ieri come oggi e domani lo stesso senso di benessere e appagamento nel profondo del nostro animo che ci fa star bene assieme.