Una raccolta di articoli, questa, o se volete un libro, che la memoria riesamina e ricataloga dopo un lungo arco di tempo, dando nuova linfa a sensazioni già vissute, assaporate e spesso condivise con un grande numero di lettori, ora appassionati, ora distratti, ma sempre partecipi della curiosità e dell’interesse che ho cercato di ingenerare.
Coltivare un sogno e concretizzarlo in una pubblicazione comporta una forte spinta motivazionale e un rigore organizzativo che necessitano di sostegno e non avrei potuto raggiungere alcun obiettivo senza l’impulso creativo ingeneratomi da una persona speciale, unica… Aurelio Rigoli , recentemente scomparso, Professore Emerito di Antropologia Culturale presso l’Università di Palermo , fondatore del Centro Internazionale di Etnostoria , che ha captato il senso del mio impegno nella ricerca antropologica e mi ha fornito gli strumenti analitici per cogliere nel mio lavoro la stretta connessione tra il “simbolo” ed il gioiello, nella transizione storica dal bidimensionale al tridimensionale….Realizzare una collezione di gioielli in un arco temporale di oltre venti anni ha ingenerato un rapporto privilegiato con la materia , al fine di conferire un imprinting personale nelle creazioni.
Non cessa di sorprendere la dinamica della trasformazione da “sostanza” in “astrazione”, dove il valore “ immateriale” dell’ingegno diventa dominante , quando la materia, più o meno preziosa , cede alla creatività umana . Il gioiello diventa così espressione di energia interiore che va oltre la mera speculazione estetica : creazioni nelle quali ho profuso impegno ed inventiva, privilegiando l' armonia oltre la banalità dell’ apparire, la sobrietà rispetto all’opulenza , perché da sempre e per sempre è l’identità della Donna a dare valore a ciò che indossa …
I fermenti innovativi che hanno pervaso le società in tutte le loro articolazioni fin dagli anni ’80, soprattutto in relazione alle dinamiche comunicazionali, hanno investito positivamente anche la nostra Associazione DLF, lasciando affiorare l’esigenza di dare vita ad un periodico che, nell’informare i Soci delle varie iniziative in corso, fosse anche un momento di dialogo e confronto con la società civile e con le aspettative culturali del contesto cittadino.
Nasce così nel 1980 il primo numero del periodico “La Voce del DOPOLAVORO”, successivamente ribattezzato con un concorso fra i Soci “IL PALADINO”.