Questa pagina raccoglie una serie di miei lavori dedicati a partiture scritte e rielaborate in casa con i programmi di Finale e Logic. Sono contenuti anche progetti multimediali realizzati nel corso di questi anni.

This page collects a series of my works dedicated to scores written and reworked at home with the Finale and Logic programs. There are also multimedia projects created over the years.

OARAPH IDREF MUSIC

Raccolta di partiture scritte di brani pubblicati e inediti.

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FIELDS

It has been an absolutely sudden but inevitable decision that of Ferdinando and Enzo – after attending each other for decades in various musical projects – to give birth to a face-to-face meeting on the ground of the free improvisation. Somehow different the personal trails and ambitions, identical the interest in boundless and timeless music (from English virginalists to free music and from gagaku to dodecaphony passing through the Canterbury rock). Same idea about jazz as possible melting point among the thousands of things still and always worth listening to. Improvised music, therefore, completely free or sometimes growing from very basic clues, capable of bringing out instantaneous sound structures in the thread of a continuous dialogue without any stylistic concerns. 

Stefano Giust





TO LINDSAY

Five of Lindsay’s compositions: Half the Sky, England Descending, Anno Mirabilis, Black Gold and As She Breathes in new arrangements by Ferdinando Faraò for 25 piece jazz orchestra and guest Chris Cutler. Essentially these are live recordings of studio performances, with a strong sound and interesting additional detours and solos. The long, added, solo section in Black Gold is particularly successful. These are interpretations, of course, so it’s hard to be objective with material I know so well. But all praise to Fernando, who has realised his own vision while remaining true to the compositions and the spirit of the originals. The sixth piece on the CD, To Lindsay, is Ferdinando’s own, with a text by Emily Dickinson - and the CD concludes with a second version of Half the Sky, remixed by Bob Drake. A welcome release and clearly a labour of love.  

Chris Cutler




PLAY SOFT MACHINE

Rivisitare materiale altrui è sempre un'operazione ad alto rischio. Soprattutto quando si decide di riarrangiare composizioni che si considerano intoccabili o che raramente sono state oggetto di riscritture successive alle originali. Parliamo del repertorio dei Soft Machine e, in particolare, di quello risalente al periodo 1969-1971, stagione irripetibile e generosa di idee e situazioni messe in campo da musicisti in stato di grazia. Un periodo che fruttò tre album "perfetti" che brillano ancora oggi di luce propria come Volume Two, il "doppio" Third e Fourth. Gli arrangiamenti corali e vibranti, i trascinanti pieni di un'orchestra di quasi 30 elementi e gli interventi dei solisti contribuiscono a svelare nuovi colori, impasti e accenti a composizioni che si pensava cristallizzate nella loro forma originale.

Claudio Bonomi

NEVER ODD OR EVEN

Chi segue questa rubrica sa benissimo come il vostro cronista non ami i dischi “omaggio a…” in quanto spesso dietro questa formula c’è solo una inutile captatio benevolentiae. Pericolo che certamente non corre questo splendido album che vede in gran spolvero l’ Artchipel Orchestra diretta con rara perizia da Ferdinando Faraò e rinforzata, nell’occasione dal chitarrista Phil Miller presente in tre brani. Il disco è un esplicito quanto brillante omaggio ad una precisa corrente musicale, vale a dire quel jazz-rock britannico che negli anni settanta fece scuola. Di qui la presenza di brani firmati da Mike e Kate Westbrook, Alan Gowen, Fred Frith e Dave Stewart con la chiusura affidata ad una coerente composizione di Ferdinando Faraò. Particolarmente interessanti i pezzi di Gowen: Alan Gowen e Dave Stewart, negli anni settanta costituirono una straordinaria band, la “National Health” che purtroppo ebbe vita breve. Nel 1981 Gowen, a soli trentatré anni, morì di leucemia ma prima ebbe modo di scrivere alcuni brani arrangiati sia per piccoli gruppi sia per grosso organico. Questi arrangiamenti per fortuna sono finiti nelle mani di Faraò che li ha rielaborati e presentati in concerto e su disco con esiti assolutamente straordinari. L’orchestra di venticinque elementi si muove con estrema naturalezza all’interno di partiture tutt’altro che facili evidenziando una grande compattezza, una bella possibilità di “giocare” sia sulla timbrica sia sulla dinamica, una vasta possibilità di contare su assoli sempre pertinenti e di rilevante caratura tecnica: Felice Clemente al clarinetto e sax soprano, Germano Zenga al sax tenore, Giampiero Spina alla chitarra, Paolo Botti alla viola, Carlo Nicita al piccolo e al flauto nonché, ovviamente, Phil Miller alla chitarra acustica ed elettrica sono tutti solisti che riescono ad equilibrare perfettamente il rapporto tra improvvisazione e pagina scritta. Un altro dei destinatari dell’album è Mike Westbrook di cui Faraò reinterpreta “Riding down to platterback”, “Strafe me with friendly fire”, “Love letter from Stiltsville” e soprattutto “Original Peter” la cui originalità e modernità contrastano nettamente con il fatto di essere stato scritto nell’ormai lontano 1970. L’album si chiude con uno strepitoso omaggio di Faraò al batterista di “National Health” e “Hatfield & The North”, Pip Pyle, scomparso all’età di soli 56 anni, un brano in cui Faraò evidenzia ancora una volta il senso della costruzione e il gusto per la timbrica e il colore. 

Gerlando Gatto

DARWINSUITE

Concept album in forma di suite, Darwinsuite prende spunto dalle celebrazioni darwiniane (nel 2009 la ricorrenza è duplice, bicentenario della nascita del grande scienziato e centocinquantenario della pubblicazione de “L'origine della specie”) per rendere omaggio alle attualissime idee del naturalista inglese. Evoluzione (in musica) in forma di suite, successione e variazione sul tema, flusso e riflusso. Una suite che, proprio come una teoria scientifica che nasce, si divincola tra architetture di accordi emergenti e improvvise, centrifughe, irruzioni di frammenti eccentrici e di dettagli apparentemente insignificanti, che, come insegna il grande naturalista, così insignificanti non sono mai. Un processo creativo di scoperta in cui il contributo di Ferdinando Faraò, sia quale batterista sia quale compositore, é riuscitissimo.

Dodicilune






POLLOCKSUITE

Dopo la Eschersuite, ecco arrivare la Pollocksuite di Ferdinando Faraò. Dopo l'iperrealtà visionaria di M.C. Escher un lavoro sull'action painting ispirato dall'americano Jackson Pollock.L'ensemble, composta da nove musicisti, viene egregiamente diretta dal batterista, impegnato anche nelle composizioni delle otto tracce su nove che compongono l'album. Pollocksuite suona musiche diverse, troviamo danze e marce, con fanfare e suoni onomatopeici che suonano letti di fiati capaci di sovrapporsi in armonia grazie alla corposa sezione d'ottoni. Un disco sprizzante di buone idee, dalla buona orchestrazione che cattura l'ascoltatore, in grado di toccare anche chi svogliatamente ha bisogno di musica e che troverà comunque qualcosa a cui aggrapparsi. Magari Big Orange (to Pip Pyle)per la sua melodia, o There Were Seven in Eight per la suo fare classicheggiante che a tratti può ricordare addirittura Wagner o Lookin’ through the Horn’s Hole o Emotions, dalle atmosfere festa-popolare con banda annessa in fase di riposo o Drops, dall'aspetto antipatico e con un savoir-faire esotico. 

ESCHERSUITE

Mossi i primi passi artistici al volgere degli anni Settanta – partecipa, tra l’altro, ai concerti del Capolinea di Milano -Ferdinando Faraò sembra tuttora intenzionato a esplorare nuove possibilità espressive, lo fa tenendo in gran conto ogni tipo di input culturale (musicale, letterario, visivo). Oltre alle doti di batterista/percussionista dal “battito” sia leggero che potente – ma mai invadente -, Faraò rivela una spiccata abilità con le partiture, che gli permette di architettare “edifici di note” tutt’altro che scontati. Quando si parla di Ferdinando Faraò è doveroso porre in primo piano la sua visione trasversale della materia musicale, la disponibilità al nuovo, il senso della costruzione, l’autorevolezza progettuale, la capacità di attingere a qualsiasi lessico sonoro, dove al jazz “pensato” di matrice europea e a quello inquieto di scuola newyorchese vanno a sommarsi lontani profumi del glorioso sound di Canterbury (“Sempre più piccolo”). E’ sufficiente la title-track a lasciar trasparire le intenzioni multidirezionali di Ferdinando Faraò, divise equamente tra Nuovo e Vecchio Continente: il brano parte in maniera cameristica, si sviluppa in direzione degli umori dissonanti degli odierni colleghi newyorchesi, chiude il cerchio ritornando all’impressionismo di partenza. Da non trascurare, inoltre, il magistero percussivo del nostro, la cui padronanza ritmica lo mette in condizione di “aggirare” il metro di base, dove pause, ritardi, anticipi sono parte integrante di un linguaggio pieno di sorprese. Un ottimo disco interamente dedicato al celebre grafico/incisore olandese M. C. Escher, una prova di maturità qualitativamente uniforme dal primo all’ultimo solco. Un lavoro che potrebbe tranquillamente appartenere al catalogo Tzadik. 

Enzo Pavoni 

INVISIBLE CITIES Eloisa Manera

 “Le città invisibili” di Italo Calvino ispirano questo lavoro realizzato da un variopinto settimino di straordinari musicisti. Musica visionaria che parte dal jazz muovendosi attorno ad altri generi, per dare vita, attraverso i suoni, alle immaginifiche città dei morti,della memoria, del cielo, del desiderio etc. Un viaggio in bilico fra atmosfere di eterea sospensione e cupezza viscerale, che alterna momenti corali scritti e formalmente organizzati, con dei duetti di dialogica improvvisazione libera, come nel libro fanno i due protagonisti: Marco Polo e il Gran Khan.

LARRY'S SONGS

“Per carica e immediatezza Larry’s songs sembra quasi un disco registrato dal vivo”, scrive nella sua recensione su Musica Jazz Giuseppe Piacentino. “Ciò non toglie che Schneider sia anche un autore efficace, dotato di grande comunicativa, capace di immaginare un gospel sommesso (Sad Baghdad) come pure di dare fondo alla tradizione modale (ModBop). Di Larry’s Songs ciò che si apprezza di più è la sincerità e a questa danno un palese contributo i tre italiani”.  

Giuseppe Piacentino

DISCOGRAFIA COMPLETA

 

1984 INPUT Claudio Fasoli (Bull Record) 

1989 JAZZ FRIENDS Civica Scuola Mortara Dir. Gabriele Comeglio (Alambicco)

1991 EMPTY JAZZ QUINTET E OCTET Claudio Bolli (Splasc(h) Records) 

1993 JAZZ ACADEMY TRIO Beppe Aliprandi (Splasc(h) Records) 

1994 R'UMORI Bruno Maria Sinno (Le Parc Music) 

1997 LISTENING SELF Ferdinando Faraò (Splasc(h)Records) 

1999 Y NO HAY REMEDIO Davide Zaccaria-Michael Rayher feat. G Trovesi (Altri Suoni) 

1999 ESCUELA DE OFICIOS Luca Garlaschelli (Audiar) 

2000 L'ESSENZA Ferdinando Faraò (Splas(h) Records) 

2000 HEAVEN Susy Renzi (DDQ)

2000 AH.UM Jazz Festival (Cjam)

2001 THE SOUND OF DREAM Luca Garlaschelli (Audiar) 

2001 MUSIC FOR FIVE Giovanni Falzone (Splasc(h) Records) 

2001 AH.UM Jazz Festival (Cjam)

2002 SILENT LETTER  Maurizio Bucca Quintet (DDQ)

2002 FREE AIR SEXTET Beppe Caruso (Splasc(h) Records)

2003 VIAGEM DE UM SOM Terra D'Aqua (D.Zaccaria/M.Anadon) 

2003 DUE COLORI Antonio Zambrini (Abeat) 

2003 ESCHERSUITE Ferdinando Faraò (DDQ) 

2004 SALAM ALAYCUM Luca Garlaschelli (Audiar)

2004 LIVE IN ROME Blast Unit Orchestra (CJam)

2005 SUITE FOR BIRD G. Falzone Septet (Soul Note)

2005 MUSICA Antonio Zambrini Quintetto (Abeat)

2006 CINEMA PARADISO Giampiero Spina trio + guests (Splasc(h) rec.)

2007 MAI TARDI Musikorchestra (Audiar) 

2007 PUNTI DI VISTA Free Air Sextet (Music Center) 

2007 UNTITLED ‘06 Gruppo Q (Music Center) 

2007 POLLOCKSUITE Ferdinando Faraò (Music Center) 

2007 AU ZULO' Allegri Leprotti (Ma.Ra.Cash records))

2009 DARWIN SUITE Ferdinando Faraò (Dodicilune) 

2009 LIVE IN CHINA Gruppo Q (SNJ)

2010 BACH OFF BEAT Omar Zoboli (Crocevia Di Suoni records)

2011 LETTERE Andrea Menafra (Music Center)

2012 FERDINANDO FARAO' & ARTCHIPEL ORCHESTRA feat. Phil Miller NEVER ODD OR EVEN (Music Center)

2012 CLOUDRIDING Luca Segala (Amirani records)

2012 FRACTURE Luciano Margorani (Setola Di Maiale)

2013 LARRY'S SONGS Larry Schneider (Music Center)

2014 FERDINANDO FARAO' & ARTCHIPEL ORCHESTRA PLAYS SOFT MACHINE (Musica Jazz)

2014 CHANGIN' BALANCE Germano Zenga (Music Center)

2016 MAMMA NON PIANGERE N. 3 (AltRock production)

2016 MORBID DIALOGUES Alessandro Deledda (Emme record)

2016 INVISIBLE CITIES Eloisa Manera Ensemble (Aut records)

2017 FERDINANDO FARAO' & ARTCHIPEL ORCHESTRA feat Chris Cutler TO LINDSAY: omaggio a Lindsay Cooper (Music Center)

2017 FIELDS Enzo Rocco/Ferdinando Faraò Duo (Setola Di Maiale)

2018 EYES AND MADNESS Alberto Dipace Trio (Jams Records)

2018 LAST CALL  Andrea Massaria New Time Trio (Jazzit)

2019 GEIGER Ferdinando Faraò & The Space Improvising Company (Setola Di Maiale) vol. 1

2020 BATIK AFRICANA SUITE Artchipel Orchestra & Orchestra di via Padova (Ponderosa JazzMi)

2020 TRULY YOURS Musica di Phil Miller Artchipel Orchestra (Musica Jazz)

2020 COLLERA CITY Dipace Massaria Gallo Faraò (Aut Records)

2020 DIONYSIA Kidd Mojo

2020 ISLANDS Alboran Trio

2021 LOKAS Luigi Bonafede feat. Dawn Mitchell (Caligola Records)

2022 EVERYBODY DANCE  "The Music of Chic" Umberto Petrin (Musica Jazz)

2022 A DREAMY JOURNEY "Alberto Dipace Trio" (AMP Music & Records)

2023 JONATHAN COE & ARTCHIPEL ORCHESTRA (Musica Jazz)

2023 GATO! Germano Zenga 4t feat. Enrico Rava (Caligola Records)