Le Grotte dell'Eremo di Calomini

Betania

la grotta dell'accoglienza dei pellegrini


Nel Vangelo Betania è il luogo dove Gesù trovava accoglienza e amicizia nella casa di Marta, Maria e Lazzaro. Così è diventata un simbolo dell'accoglienza dell'altro, che ben si addice a questa prima grotta che si incontra attraversando l'Eremo.

Adesso è la Capella della preghiera quotidiana. Fino ad un tempo recente qui venivano accolti i pellegrini, per mangiare e per dormire. Per i monaci e gli eremiti l'ospitalità è sempre stata al primo posto. Nella Regola di San Benedetto al capitolo 53 si dice che tutta la comunità deve uscire incontro agli ospiti per accoglierli con onore, umanità e carità, lavar loro i piedi e le mani, dar loro da bere e da mangiare e pregare con loro.

Per i monaci cristiani la visita degli ospiti è sempre una benedizione e una visita di Dio, come si racconta nella Bibbia a proposito di Abramo alle querce di Mamre dove accolse tre uomini-angeli che erano manifestazione di Dio stesso, come si vede nell'Icona a destra nella grotta.

Accanto a questa gotta, lungo il tempo, si è sviluppato l'edificio della foresteria dove adesso si accolgono i gruppi che vogliono vivere un'eperienze spirituale.

L'accoglienza è un valore cristiano e umano molto importante che i monaci hanno sempre cercato di vivere. Dio ci accoglie e ci chiama a accoglierci gli uni gli altri.

Sion

la grotta della liturgia e della lode



Sion è il luogo dove Israele costruì il Tempio di Gerusalemme per lodare e offrire doni al Signore. Nella grande chiesa a destra dell'altare c'è una grande grotta che dal XVII secolo è la Sacrestia.

Questa grotta asssomiglia alla primitiva cappella medievale che si trovava dove adesso c'è l'altare e la statua della Madonna e che era il luogo dove gli eremiti si trovavano per pregare insieme tra di loro e con gli ospiti, perché Gesù ha detto: "dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20).

Anche se vivono in solitudine, gli eremiti hanno sempre alcuni momenti di preghiera in comune per la lode, la liturgia, i Salmi, l'ascolto delle letture bibliche e la Santa Messa. Così dice infatti San Paolo: "La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente, ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali" (Col 3,16).

In questo eremo si è sviluppato un vero Santuario per offrire a Dio la nostra preghiera e la nostra lode.

Da notare il pregevolissimo grande mobile da sacretia del 1700 e la bellezza di questa suggestiva grotta nella roccia.

Nazareth

la grotta della vita quotidiana

A Nazareth Gesù ha vissuto con  Giuseppe e Maria l'umile lavoro quotidiano. Allo stesso modo, nella prima grotta della zona interna dell'eremo si svolgeva buona parte della vita quotidana e del lavoro degli eremiti, per la cucina e le piccole mansioni artigianali con le erbe o altro. Come Fratel Benedetto che finora produceva confetture, creme, sciroppi, sale aromatizzato...

In questa grotta ci sono un bel focolare, il forno a legna, un lavabo in pietra, alcuni mobili e oggetti antichi e una suggestiva cantina nella roccia. Si respira la sacralità della vita quotidiana nella sua semplicità.

La vita dei monaci è fatta di 

"ora et labora", preghiera e lavoro. 

Infatti si vive in comunione con Dio, non solo quando si prega, ma anche quando si mangia e quando si lavora: "sia che mangiate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio" (1 Cor 10,31); "sia che vegliamo, sia che dormiamo, vivamo sempre insieme con il Signore" (1 Ts 5,10). Come Gesù con Giuseppe e Maria a Nazareth, i monaci vivono l'umile lavoro quotidiano e le faccende domestiche in luoghi semplici e modesti.

Oreb


Tabor

la grotta della preghiera solitaria



"la cella monastica"

Spesso Gesù andava a pregare di notte sulla montagna e, una volta, pregando si trasfigurò nella luce davanti ai suoi apostoli sul monte Tabor, che è diventato il simbolo della contemplazione.

In cima a due rampe di ripide scale antiche, si arriva ad una bella grotta superiore che è una vera e propria "cella monastica", non una cella del carcere, ma dell'alveare, dove le api fanno il miele e i monaci fanno la loro meditazione.

Buona parte della notte, infatti, i monaci si dedicano alla preghiera contemplativa, meditando la Parola di Dio, facendo la "Lectio Divina", cioè la lettura con Dio della Bibbia, la preghiera silenziosa o litanica, con i Salmi e Inni della tradizione cristiana.

Nella cella degli eremiti si trova sempre la Bibbia ed un leggio adatto, qualche immagine sacra o Icona. In questa grotta sono presenti: l'Icona del Volto di Cristo, la Trasfigurazione e una piccola immagine della Madonna. La cella è provvista di cero, incenso, campana che serve a ritmare la preghiera, il panchetto che serve per stare in ginocchio-seduti con la schiena ben dritta per una buona respirazione e concentrazione, l'abito monastico cistercense dell'attuale eremita e un giaciglio povero.

Qui fa la sua preghiera notturna alle 4.00 del mattino l'attuale monaco eremita insieme a chi viene in queste celle monastiche a fare qualche giorno di ritiro spirituale. Si respira il clima mistico dell'eremo.