Eremiti ed Eremi

La parola Eremo significa deserto, luogo solitario, in disparte, ritirato.

Gli eremiti cristiani sono nati nel III - IV secolo in Egitto e in medioriente. Il primo è San'Antonio Abate o del deserto, patrono degli animali.

Gli eremiti sono persone che si ritirano lasciando la vita di prima e donando i loro beni, per seguire Cristo in modo più radicale e cercare un contatto più profondo con se stessi, con Dio, con la natura e con gli altri.

Spesso vivevano in piccoli gruppi chiamati LAURE, ciscuno seguiva il suo ritmo e stile, ma si ritrovavano per pregare insime. Gli eremiti sono "monaci" da "monos", "uno", perchè vivono da soli con Dio e cercano di diventare uno con Lui. Ma cercano anche l'unificazione di se stessi e con gli altri. Gli antichi monaci volevano "separarsi da tutti per essere uniti in modo più profondo a tutti".

I monaci sono di due tipi: i cenobiti vivono in comunità, chiamata appunto "cenobio", mentre gli eremiti vivono da soli o in piccoli gruppi. Per San Benedetto, dopo aver vissuto tanti anni in comunità, un monaco può sentirsi chiamato alla vita eremitica.

Da qualche decennio si assiste ad una certa rinascita dell'eremitismo, quasi scomparso nel 1800 e 1900. La Chiesa lo riconosce di nuovo come forma possibile di vita consacrata a Dio nella contemplazione.

Gli aspetti più importanti della vita degli eremiti sono: la preghiera silenziosa personale; la preghiera liturgica comune; la lettura spirituale; il lavoro domestico, agricolo o artigianale; l'accoglienza di chi li visita, per una parola, una preghiera, un consiglio. Tutti questi aspetti si possono capire bene visitando le diverse grotte di questo eremo.

Normalmente i monaci dividono così la propria giornata: 

7 ore circa di riposo;

7 ore circa di lavoro;

7 ore circa di preghiera, di cui metà liturgica e comunitaria, metà personale e solitaria; 

3 ore per i pasti ed i bisogni personali.

Ma al cuore della vita degli eremti c'è la preghiera, la ricerca di Dio, nella lode dell'ascolto, nel silenzio della solitudine, per essere in comunione più profonda e solidale con tutta l'umanità, per la quale essi pregano incessantemente.