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Culture dell’Anatolia preclassica & Ittitologia all’Orientale

La ‘porta delle sfingi’ a Boğazköy

Sapevatelo…!

Avete mai sentito parlare di Göbekli Tepe e dei suoi anelli concentrici di megaliti decorati di falli e animali selvaggi, laboratorio ineguagliato di religiosità preistorica e progettualità comunitaria? E di Çatal Höyük, megalopoli neolitica dei primi coltivatori di cereali, dove donne e uomini vivevano pacificamente e si entrava in casa dal tetto?

E sapevate che gli Ittiti avevano 300 formaggi diversi? Che la loro lingua è la più antica lingua indoeuropea attestata, in cui acqua si dice watar e diventar ricco happiness? Che mentre i cattivissimi assiri facevano piramidine con le teste dei nemici uccisi, gli Ittiti perdonavano i traditori e scrivevano trattati di fratellanza, uno dei quali, quello con Ramses II dopo la battaglia di Qadeš, è esposto nella sede dell'ONU a New York? E che scrivendo la storia di Urano, Crono e Zeus Esiodo in realtà scopiazzava un poema mitologico hurrita composto secoli prima? …No??? Beati voi allora! ….perché vuol dire che avete ancora davanti a voi l’emozione di conoscere la storia dell’Anatolia preclassica :)

L’Anatolia (o Asia Minore), grosso modo corrispondente all’odierna Turchia, per posizione e conformazione geografica è sempre stata un ponte tra Europa e Asia, tra Oriente e Occidente, un luogo di passaggio, incontro e contaminazione. Penisola geologicamente variegata, ricca d’acqua e con un livello di biodiversità tra i più alti al mondo, l’Anatolia ha visto attorno al 10.000 a.C. la prima domesticazione dei cereali, l’invenzione dell’agricoltura e della sedentarietà. Tra il 1700 e il 1200 a.C., nell’età del bronzo, è stata il cuore della civiltà ittita, uno dei ‘grandi regni’ del Vicino Oriente Antico. Posta su di un vasto promontorio roccioso a 1200 m di altezza, la capitale ittita Hattusa (oggi Boğazköy nella provincia di Çorum), rappresenta con i suoi 180 ettari una delle più estese e affascinanti città del mondo antico. Nella cancelleria reale si scriveva in sette lingue diverse (ittito, luvio, palaico, accadico, sumero, hurrico, hattico) e usando due tipi di scrittura, il cuneiforme e il geroglifico anatolico. Le migliaia di tavolette d’argilla iscritte ritrovate fino ad oggi (e nuove ne vengono scavate ogni anno) conservano miti, trattati, poemi, lettere, preghiere, e un insieme di circa 10.000 frammenti in cui si descrivono minuziosamente feste e riti religiosi, che rappresenta il più vasto corpus sull’amministrazione del culto statale nell’intero mondo antico.

Tra le sette lingue delle tavolette di Hattusa spicca l’ittito (che gli Ittiti in realtà chiamavano nesita), la più antica lingua indoeuropea attestata, di importanza fondamentale non solo per la ricerca storica ma anche per la glottologia e la linguistica. Arrivati dal Caucaso in Anatolia nel IV millennio a.C. o giù di lì assieme ai loro cugini luvi e palaici, quelli che chiamiamo convenzionalmente Ittiti si mescolarono con le popolazioni autoctone dando origine a una civiltà composita e originale. Come naturale nelle religiosità politeistiche, gli Ittiti non imponevano i loro dèi alle genti con cui venivano a contatto, ma al contrario cercavano di attirare gli dèi stranieri dalla loro parte, convincendoli che nei templi ittiti sarebbero stati onorati, nutriti e coccolati meglio che nelle loro dimore di origine. Il pantheon ittita crebbe così mano a mano che passava il tempo, finché gli scribi stessi cominciarono a riferirvisi con un’espressione suggestiva ed eloquente, ‘i mille dèi di Hattusa’. 

Giunti a controllare un territorio che andava dalle coste dell’Egeo alle sorgenti del Tigri e dell’Eufrate, dal Mar Nero fino alle città levantine un tempo sotto il dominio dei faraoni, gli Ittiti ebbero contatti e scambi con culture diverse e lontane, dai micenei agli egiziani, dagli assiri ai hurriti. Dopo lo sconvolgimento del 1200 a.C. che portò alla fine dell’età del bronzo e al crollo del regno ittita, la storia proseguirà con nuove lingue e nuovi popoli: frigi, lidi, lici, greci... fino alla conquista persiana e poi macedone. Studiare la storia e le lingue dell’Anatolia preclassica vuol dire intraprendere un viaggio meraviglioso alla scoperta di culture lontane e affascinanti, in una terra che dal neolitico a oggi è stata luogo di incontro e sperimentazione, teatro di una ricchezza naturale e culturale semplicemente inesauribile.

Vista di Boğazköy/Hattuša, la capitale ittita, in inverno, da nord. Courtesy Jürgen Seeher/Boğazköy Expedition, DAI

Anatolistica all’Orientale

Nel sistema accademico italiano, l’Anatolistica (SSD L-OR/04) è declinata principalmente come disciplina storico-filologica. Accanto alla trattazione delle fasi pre- e protostoriche (con il passaggio all’agricoltura e alla domesticazione degli animali in epoca neolitica le successive culture dell’età del bronzo medio) e dell’età del ferro (con le civiltà di I millennio a.C. e la ‘saldatura’ con l’età ellenistica), la disciplina si concentra sullo studio delle civiltà anatoliche dell’età del bronzo tardo, innanzitutto di quelle ittito-luvia e hurrita.

L’Anatolistica costituisce una disciplina sorella dell’Assiriologia, e sta alla Storia del Vicino Oriente antico nello stesso rapporto di quella: le civiltà dell’età del bronzo tardo su cui si impernia la disciplina sono parte integrante e inscindibile della koiné culturale vicino-orientale antica, così che le due discipline si completano e arricchiscono a vicenda.

All’Orientale l’insegnamento di Anatolistica è attivo sia per i corsi di laurea triennale (dal 2022/23) che per i corsi di laurea magistrale (dal 2023/24) con le denominazioni ‘Culture dell’Anatolia preclassica’ (triennio) e ‘Ittitologia’ (biennio). Il programma per i corsi di laurea triennale offre un profilo delle civiltà dell’Anatolia preclassica a carattere storico-culturale, con particolare attenzione alla geografia fisica e alle sue ripercussioni su fenomeni socioeconomici di lungo periodo, ai diversi tipi di fonti a disposizione e relativi metodi di indagine, e a moduli monografici su siti-chiave e temi emblematici delle varie fasi storiche, mentre quello per i corsi di laurea magistrale si concentra sullo studio delle civiltà dell'età del bronzo tardo, includendo moduli monografici a carattere storico-filologico che possano introdurre allo studio delle lingue ittita, luvia e hurrita.

Pagina istituzionale del docente su UNIFIND: https://unior.unifind.cineca.it/resource/person/11404

Corsi e materiali 2023/24 (pagine non istituzionali; per informazioni istituzionali consultare UniFIND o contattare il docente): Anatolistica (= Culture dell’Anatolia preclassica) ⎮ Ittitologia

Mappa dell'Anatolia ittita

 Oche a Boğazköy/Hattuša

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