Il lutto
Il lutto è una risposta naturale ad una perdita, una condizione che molte persone vivono nel corso della vita e che porta ad un processo di sofferenza ed elaborazione estremamente soggettivo.
Elaborazione del lutto
Con elaborazione del lutto s'intende tutto il processo di rielaborazione legato alla perdita di una persona cara. Questa fase può essere molto dolorosa ed è solitamente caratterizzata da sentimenti quali tristezza, rabbia, colpa o senso di vuoto. Si tratta comunque di un processo fondamentale per evitare che questa situazione possa trasformarsi in lutto patologico causando la comparsa di diversi disturbi.
L’esperienza della perdita
L’esperienza della perdita è una cosa molto intima e personale, può essere vissuta in modi diversi a seconda del tipo di legame con la persona deceduta, l’età e la tipologia di morte.
La perdita di una persona cara o la morte di un familiare stretto, specialmente per morte improvvisa o tragica, è il tipo di perdita più devastante. Anche altri tipi di perdite come la perdita di una relazione, una casa, una carriera gratificante, un animale domestico, della salute possono essere ugualmente dolorose.
Reazioni
Le reazioni più comuni a una perdita grave o improvvisa possono includere: shock, confusione, tristezza, rabbia, senso di colpa, crisi di pianto, ansia, attacchi di panico, mancanza di respiro, vuoto nello stomaco, dolori fisici, impotenza, disturbi del sonno e dell’appetito, rimuginazione, isolamento.
Il dolore
Il dolore dopo un lutto può emergere in diverse modalità, frequenza, intensità e durare per diverso tempo, è un’esperienza universale, inevitabile e reale. La vita umana è una serie di attaccamenti e separazioni, conquiste e perdite.
Alcune volte il dolore è così forte che si fa di tutto per allontanarlo, ma arriva il momento in cui il senso di vuoto compare e non si può non pensare al dolore, a questo punto va sentito e accettato in modo da poter vivere una vita in cui il dolore ci accompagni senza sovrastarci.
Solo venendo a contatto con il proprio dolore, ascoltandolo e vivendolo sarà possibile riprendere in mano la propria vita rivestita di un nuovo significato.
Supporto al lutto
Un percorso di supporto al lutto mira ad offrire uno spazio di accoglienza e contenimento del dolore.
L’obiettivo è quello di dare la possibilità alla persona sofferente di parlare di tutto ciò che vorrà condividere in merito al distacco ed alla mancanza della persona amata, cercando di creare le basi per la costruzione di un progetto futuro comunque significativo.
Non esiste un modo giusto per vivere il lutto, ogni persona vive il dolore e lo elabora con i propri tempi e le proprie modalità.
Le cinque fasi del lutto
Le cinque fasi del lutto sono risposte alle perdita, che possono durare minuti, ore o giorni. Non tutti le attraversano secondo l’ordine prescritto perché il dolore è individuale.
Negazione
In questa prima fase la persona è in stato di shock e negazione, si chiede come poter andare avanti, la vita non ha senso. La negazione aiuta a sopravvivere, a trovare un modo per affrontare semplicemente la giornata e lo fa lasciando entrare solo ciò che la persona riesce a gestire. Così mentre la perdita viene piano piano accettata, la negazione svanisce e i sentimenti che erano negati cominciano ad emergere.
Rabbia
La rabbia è una fase necessaria per affrontare il lutto. All’inizio il dolore sembra perdersi in mare, nessun collegamento, poi arriva la rabbia per qualcuno (amici, medici, famiglia, se stessi, il defunto o Dio) e all’improvviso la rabbia diventa un ponte sul mare, una connessione con il defunto.
Contrattazione
Dopo una perdita c’è il desiderio di tornare indietro nel tempo, di svegliarsi la mattina e scoprire che è stato tutto un brutto sogno. Il senso di colpa accompagna questa fase e frasi del tipo: “Se solo avessi riconosciuto la malattia più rapidamente”, “Se avessi potuto evitare l’incidente” sono comuni.
Depressione
Dopo la contrattazione l’attenzione si sposta sul presente. La consapevolezza che la persona amata non tornerà porta con sé sentimenti di vuoto e dolore che entrano nel profondo e sembrano destinati a durare per sempre. La depressione è una risposta normale e appropriata alla perdita ed è una delle tappe necessarie per affrontare il lutto.
Accettazione
Non va confusa con è tutto Ok rispetto a ciò che è successo, ma riguarda l’accettazione della realtà. Bisogna cercare di vivere in un mondo in cui la persona amata non c’è più, il passato non può rimanere intatto e va riadattato al presente. Accettare la perdita vuol dire semplicemente avere giorni più belli di quelli brutti. Mentre ricominciamo a vivere potremmo avere la sensazione di tradire la persona amata. Non possiamo sostituire ciò che abbiamo perso ma possiamo creare nuove relazioni significative.
Il lutto nel bambino
In età evolutiva la perdita di una persona cara porta il bambino a vivere tutta una serie di emozioni amplificate rispetto ad un adulto. Molto spesso si pensa che i bambini non siano in grado di affrontare questo tipo di notizie e si tende a nasconderle allo scopo di proteggerli, non considerando invece che i bambini sanno leggere molto bene i nostri stati d’animo e le nostre espressioni.
Quindi è importante rendere il bambino partecipe, spiegandogli in modo semplice, ma chiaro ciò che è successo.
Non facendolo, si potrebbe correre il rischio di far lavorare la fantasia del bambino verso situazioni immaginarie che potrebbero risultare ancora più dolorose e crudeli della realtà. Ancor peggio, dire al bambino, ad esempio che il papà è partito per un lungo viaggio, porterebbe portarlo a sviluppare un senso di abbandono verso la figura genitoriale.
Bisogna dare al bambino l’opportunità di piangere la persona che non c’è più e di provare tristezza per questa perdita.
Lutto traumatico
Riguarda la perdita di una persona cara per cause improvvise inaspettate e violente, come il suicidio, un incidente stradale o sul lavoro, omicidio e catastrofi naturali.
Nel lutto traumatico la perdita della persona cara arriva in modo inaspettato e costringe chi è rimasto al mondo ad un cambiamento improvviso, sia dal punto di vista emotivo che della vita in generale. Tale trasformazione viene percepita come imposta e può essere difficile adattarsi ad essa.
Subire la perdita di una persona cara in questo modo può sconvolgere profondamente le certezze della propria vita e minare la fiducia verso il futuro.
Un percorso psicologico mirato e specifico può essere d'aiuto per rielaborare il lutto e le sue emozioni, le quali in caso contrario, potrebbero assorbire molte energie a volte impedendo di vivere la propria vita.
Il dolore dopo un suicidio
Dopo aver perso una persona cara per suicidio può capitare di porsi molte domande, alcune di queste non troveranno mai una risposta, perché chi poteva darci una risposta non c’è più.
Spesso chi sopravvive si chiede: “È colpa mia? Avrei potuto fare qualcosa per evitare che accadesse una tragedia di questo genere?” No, non è tua la colpa. Togliersi la vita è una decisione soggettiva ed individuale, spesso però può capitare che chi sopravvive inizi a chiedersi “se solo avessi fatto..” “se solo non avessi detto..”.
Può capitare, quindi, che ci si senta in colpa o responsabili per quanto accaduto.
Può capitare di provare molti sentimenti, anche in contrasto tra loro, alcuni di questi sentimenti sono: shock, negazione, abbandono, impotenza, rabbia, depressione, dolore, vergogna, disperazione, rifiuto, tristezza, incredulità, stress, colpa, solitudine e ansia.
Oltre la Sopravvivenza: 25 Consigli per i Sopravvissuti
Iris M. Bolton Beyond Surviving: Suggestion for Survivors
Si può sopravvivere; forse non vi sembra possibile, ma è così.
Lottate con i “perché è successo” fino a quando non avrete più bisogno di sapere “perché” o fino a quando sarete soddisfatti di risposte parziali.
Magari vi sentirete sopraffatti dall’intensità delle vostre emozioni, ma tutti i vostri sentimenti sono normali.
Rabbia, colpa, confusione, oblio sono delle risposte comuni. Non siete pazzi, siete in lutto.
Siate consapevoli che potreste provare giustamente rabbia verso le persone, verso Dio o verso voi stessi. Va bene esprimerla.
Potreste sentirvi colpevoli per quello che pensate di avere o non aver fatto. Il senso di colpa può trasformarsi in rimpianto attraverso il perdono.
Avere pensieri suicidari è normale. Questo non vuol dire che metterete in pratica i vostri pensieri.
Ricordatevi di prendere un momento o un giorno alla volta.
Trovate una persona capace di ascoltare e condividete i vostri pensieri. Chiamate qualcuno se avete bisogno di parlare.
Non vergognatevi di piangere. Le lacrime curano.
Datevi tempo per guarire.
Ricordatevi che non è stata una vostra scelta. Nessuno può da solo influenzare la vita di un altro.
Aspettatevi delle battute d’arresto. Se le emozioni ritornano come onde di una marea, può trattarsi di un residuo di dolore, un pezzo incompiuto.
Cercate di rimandare le decisioni importanti.
Permettete a voi stessi di chiedere un aiuto professionale.
Siate consapevoli del dolore della vostra famiglia e dei vostri amici.
Siate pazienti con voi stessi e con gli altri che potrebbero non capire.
Stabilite i vostri limiti e imparate a dire no.
Evitate le persone che vi vogliono dire cosa e come dovreste sentirvi.
Sappiate che ci sono gruppi di supporto che possono essere di aiuto. Se non li trovate chiedete ad un professionista di indicarveli.
Appellatevi alla vostra fede per aiutarvi ad attraversare questo momento.
E` normale provare reazioni fisiche al vostro dolore, come mal di testa, mancanza di appetito, insonnia.
La capacità di ridere con gli altri e di voi stessi è una cura.
Sfinitevi con domande, rabbia, colpa e con tutte le altre emozioni , fino a quando non riuscirete a lasciarle andare. Lasciarle andare non vuol dire dimenticare.
Sappiate che non sarete mai più gli stessi, ma che si può sopravvivere ed anche andare oltre la sola sopravvivenza.
Elisabeth Kübler-Ross & David Kessler (2007) Five Stages of Grief. On Grief and Grieving.
Iris M. Bolton from “Suicide and its aftermath” (Dunne, McIntosh, Dunne-Maxim, Norton et al., 1987).