Workshop 4
Le competenze pragmatiche in prospettiva comparativa: dalla ricerca alla didattica
Workshop 4: Le competenze pragmatiche in prospettiva comparativa: dalla ricerca alla didattica
Socie proponenti: Ilaria Fiorentini (Università di Bologna) e Chiara Gianollo (Università di Bologna)
PROPOSTE DI CONTRIBUTI
In anni recenti la ricerca sulla pragmatica si è svolta con sempre maggiore frequenza in ambiti educativi, sulla base di dati provenienti da varietà di apprendimento (L1 o, più frequentemente, L2; si vedano a tale proposito De Marco 2011, Nuzzo e Gauci 2012, Nuzzo e Santoro 2017), la cui analisi ha fornito prospettive innovative su una vasta gamma di fenomeni (dalla struttura informativa, alla coerenza e coesione testuale, alle strategie interazionali). Il fatto che la ricerca trovi alimento in luoghi dove la lingua non è solo usata, ma anche insegnata, porta a chiedersi quali rapporti esistano tra le due attività di ricerca e di insegnamento della pragmatica e quali vantaggi possano derivare da una sistematica collaborazione tra i loro attori (studenti, docenti, ricercatori). L’obiettivo del workshop è dunque la verifica delle buone pratiche esistenti e la discussione su come far confluire i risultati della ricerca recente sulla pragmatica comparativa in attività e strumenti per l’insegnamento dell’italiano a scuola e all’università.
La ricerca sull’acquisizione delle competenze pragmatiche è resa complessa dalla difficoltà di isolare e controllare i vari fattori che contribuiscono a determinare il comportamento linguistico, da quelli tradizionalmente considerati più strettamente linguistici (competenza lessicale e morfosintattica) a quelli più ampiamente cognitivi (capacità di memoria, controllo delle funzioni esecutive) o contestuali (condizioni di acquisizione, condizioni di interazione, livello di attivazione dei referenti discorsivi). Tuttavia, proprio questa complessità permette una prospettiva unica sul rapporto tra le caratteristiche universali che regolano le strategie pragmatiche, da una parte, e, dall’altra, le differenze che emergono in ragione delle specifiche caratteristiche strutturali di una lingua. Per comprendere questo rapporto, l’approccio comparativo ai fenomeni pragmatici che caratterizza lo studio delle varietà di apprendimento riveste un’importanza essenziale.
Gli ambiti che hanno ricevuto maggiore attenzione, in particolare negli studi pragmatici sull’italiano, e che ci aspettiamo siano maggiormente rappresentati nel workshop, sono:
▪ la codifica della struttura informativa all’interno della frase (in particolare, in riferimento al trattamento di topic e focus e agli ordini marcati dei costituenti, cfr. Andorno 2000, 2012, Chini 2010, Borreguero Zuloaga 2015);
▪ la strutturazione del discorso e la creazione di coesione e coerenza per mezzo di strategie anaforiche e di connettori (Dimroth et al. 2010);
▪ la gestione delle espressioni referenziali (Carminati 2002, Tsimpli et al. 2004, Sorace e Filiaci 2006, Torregrossa et al. 2015, Calaresu 2018);
▪ l’introduzione e la gestione degli atti linguistici (cfr. Nuzzo 2013, 2015);
▪ i segnali discorsivi, fondamentali per la gestione della testualità e dell’interazione (cfr. Molinelli 2014, Pugliese 2015, Ferroni e Birello 2016, Fiorentini 2017).
La didattica delle competenze pragmatiche interessa sia le strategie dialogiche e interazionali, sia il rapporto tra condizioni discorsive e condizioni grammaticali imposte dalla lingua. L’importanza dell’insegnamento esplicito di competenze pragmatiche nella didattica delle lingue è sottolineata da un numero sempre crescente di studi, che si sono concentrati in particolare sugli aspetti interazionali (si vedano a questo proposito Pernas, Gillani e Cacchione 2011; Nuzzo e Santoro 2017). In generale, lo sviluppo di competenze interazionali, relative alla “capacità di inter-agire, cioè di compiere azioni linguistiche con altri partecipanti” (Pallotti e Rosi 2015: 247), è particolarmente difficoltoso in assenza di un insegnamento esplicito (cfr. Nuzzo e Santoro 2017: 2), sia in L2, sia in situazioni di esposizione a repertori limitati di L1 (cfr. Santoro 2013: 28). I materiali dedicati alla didattica dei vari aspetti di tale competenza risultano tuttora scarsi (cfr. Del Bono e Nuzzo 2015: 1): nonostante la pragmatica stia cominciando a penetrare nei manuali scolastici, vi compare solo “in quanto dimensione esterna e solo come aggiunta inerte, o appendice non integrata e non integrabile, alla grammatica” (Calaresu in stampa; cfr. anche Ferrari 2016, Nuzzo e Gauci, 2012). Notiamo, infine, come l’insegnamento esplicito di aspetti relativi alla coesione testuale, anche se tradizionalmente compreso nelle attività scolastiche sull’italiano L1, sia solitamente limitato all’espressione scritta e spesso prescinda da indicazioni propriamente linguistiche sulla gestione di aspetti strutturali quali la forma delle espressioni referenziali o l’uso dei tempi verbali.
Il workshop mira a sviluppare strategie tese a colmare per quanto possibile il divario tra ricerca e insegnamento della pragmatica, per quanto riguarda sia gli aspetti dialogici e interazionali che i fenomeni più inerentemente strutturali, proponendo un’integrazione tra approcci linguistici teorico-comparativi e pratica didattica. Per il raggiungimento di tale obiettivo, si sollecitano le seguenti tipologie di contributi (a scopo esemplificativo):
1) Contributi basati su dati empirici relativi all’acquisizione di competenze pragmatiche, in L1, in L2, o in contesti didattici plurilingui;
2) Contributi basati su dati empirici comparativi relativi a differenze interlinguistiche nell’ambito della pragmatica potenzialmente rilevanti nella pratica didattica;
3) Contributi relativi al tipo di corpora, raccolta dati, task ecc. necessari per gli studi relativi alle competenze pragmatiche;
4) Contributi che si focalizzino su proposte didattiche (per L1 e L2) relative a un aspetto specifico della competenza pragmatica.
Riferimenti bibliografici
Andorno, C. (2000). Focalizzatori tra connessione e messa a fuoco. Il punto di vista delle varietà di apprendimento. Milano: Franco Angeli.
Andorno, C. (2012). The Cohesive Function of Word Order in L1 and L2 Italian: How VS Structures Mark Local and Global Coherence in the Discourse of Native Speakers and of Learners. In Watorek M. et al. (a cura di), Comparative Perspectives on Language Acquisition: A Tribute to Clive Perdue. Bristol: Channel View Publications, 535-558.
Borreguero Zuloaga, M. (2015). La periferia sinistra nell’interlingua degli apprendenti ispanofoni di italiano L2: i temi sospesi. In Chini, M. (a cura di), Il parlato in [italiano] L2: aspetti pragmatici e prosodici. Milano: Franco Angeli, 141-165.
Calaresu, E. (2018). Soggetto e referenza: il problema della sinonimia co- e contestuale nell’indicazione esplicita del soggetto. In Calaresu, E. e Dal Negro, S. (a cura di), Attorno al soggetto. Percorsi di riflessione tra prassi didattiche, libri di testo e teoria. Milano, Studi AItLA, 39-64.
Calaresu, E. (in stampa). Tra il dire e il fare: grammatica e pragmatica a scuola. Su costituenti, significati e referenti. In AA.VV., Lingua in contesto: la prospettiva pragmatica, Milano, Studi AItLA.
Carminati, M. N. (2002). The processing of Italian subject pronouns. Tesi di dottorato, University of Massachusetts Amherst.
Chini, M. (a cura di) (2010). Topic, struttura dell’informazione e acquisizione linguistica. Milano: FrancoAngeli.
De Marco, A. (2011). Insegnare la pragmatica: complimentarsi in lingue e culture distanti dall’italiano. In Bozzone Costa, R., Fumagalli, L. e Valentini, A. (a cura di), Apprendere l’italiano da lingue lontane: prospettiva linguistica, pragmatica ed educativa, Perugia: Guerra, 173-193.
Del Bono, F. e Nuzzo, E. (2015) L’insegnamento della pragmatica italiana su LIRA: come reagiscono gli utenti?. Italiano LinguaDue 7/2, 1-12.
Dimroth, C., Andorno, C., Benazzo, S., Verhagen, J. (2010). Given claims about new topics. How Romance and Germanic speakers link changed and maintained information in narrative discourse. Journal of pragmatics 42, 3328–3344.
Ferrari, S. (2016). Oggi facciamo pragmatica: un percorso di formazione e ricerca-azione nella scuola primaria. Italiano LinguaDue 8/2, 270-280.
Ferroni, R. e Birello, M. (2016). Meta-analisi e applicazione di una proposta didattica orientata all’azione per l’apprendimento dei segnali discorsivi in italiano LS. Italiano LinguaDue 8/2, 30-53.
Fiorentini, I. (2017). Segnali di contatto. Italiano e ladino nelle valli del Trentino-Alto Adige. Milano: FrancoAngeli.
Molinelli, P. (2014). Orientarsi nel discorso: segnali discorsivi e segnali pragmatici in italiano. In Pîrvu, E. (a cura di). Discorso e cultura nella lingua e nella letteratura italiana. Firenze: Franco Cesati Editore, 195-208.
Nuzzo, E. (2013). La pragmatica nei manuali d’italiano L2: una prima indagine sull’atto linguistico del ringraziare. Revista de Italianística, XXVI(1), 5-29.
Nuzzo, E. (2015). Comparing textbooks and TV series as sources of pragmatic input for learners of Italian as a second language: The case of compliments and invitations. In Gesuato, S., Bianchi, F. e Cheng, W. (a cura di), Teaching, learning and investigating about pragmatics. Cambridge, Regno Unito: Cambridge Scholars Publishings, 85-107.
Nuzzo, E. e Gauci, P. (2012), Insegnare la pragmatica in italiano L2, Roma: Carocci.
Nuzzo, E. e Santoro, E. (2017). Apprendimento, insegnamento e uso di competenze pragmatiche in italiano L2/LS: la ricerca a partire dagli anni Duemila. EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages Special Issue 4/ 2, 1-27.
Pallotti, G. e Rosi, F. (2015). La difficoltà interazionale dei task: definizione operativa e risultati di ricerca. In Chini, M. (a cura di), Il parlato in [italiano] L2: aspetti pragmatici e prosodici. Milano: FrancoAngeli, 243-261.
Pernas, P., Gillani, E. e Cacchione, A. (2011). Costruire testi, strutturare conversazioni: la didattica dei segnali discorsivi come elementi pivot dell’interazione verbale. Italiano LinguaDue 3/1, 65-138.
Pugliese, R. (2015). Figurati, tra i segnali discorsivi. Una prospettiva pedagogica. In Pistolesi, E., Pugliese R. e Gili Fivela, B. (a cura di), Parole, gesti, interpretazioni. Studi linguistici per Carla Bazzanella. Roma, Italia: Aracne, 163-207.
Santoro, E. (2013) Lo sviluppo della competenza pragmatica in italiano L2: un esperimento a partire da un corso online. In Rückl, M., Santoro, E., Vedder I. (a cura di), Contesti di apprendimento di italiano L2. Tra teoria e pratica didattica. Firenze: Franco Cesati, 27-42.
Sorace, A. e Filiaci, F. (2006). Anaphora resolution in near-native speakers of Italian. Second Language Research, 22(3), 339-368.
Torregrossa, J., Bongartz, C. e Tsimpli, I. (2015) Testing accessibility: A cross-linguistic comparison of the syntax of referring expressions. Proceedings of the 89th Annual Meeting of the Linguistic Society of America.
Tsimpli, I. M., Sorace, A., Heycock, C. e Filiaci, F. (2004). First language attrition and syntactic subject: The role of discourse pragmatics in the acquisition of subjects. Applied Psycholinguistics, 8(3), 257-277.
Relatrici invitate
Emilia Calaresu (Università di Modena e Reggio Emilia)
Elena Nuzzo (Università Roma Tre)
Comitato scientifico
Cecilia Andorno (Università di Torino)
Emilia Calaresu (Università di Modena e Reggio Emilia)
Elisa Corino (Università di Torino)
Ilaria Fiorentini (Università di Bologna)
Chiara Gianollo (Università di Bologna)
Emanuele Miola (Università di Bologna)
Piera Molinelli (Università di Bergamo)
Elena Nuzzo (Università Roma Tre)
Gabriele Pallotti (Università di Modena e Reggio Emilia)
Fabiana Rosi (Università di Salerno)
Andrea Sansò (Università dell’Insubria)
Matteo Viale (Università di Bologna)
Invio delle proposte, tempi e modi per la selezione
Il workshop si terrà in lingua italiana. Le proposte di contributo, da 3.000 a 4.000 caratteri (esclusa la bibliografia), dovranno pervenire entro il 20 febbraio 2019 agli indirizzi chiara.gianollo@unibo.it e ilaria.fiorentini@unibo.it. Il messaggio mail avrà per oggetto “Proposta workshop SLI 2019 – Competenze pragmatiche” e dovrà contenere nome e cognome dell’autore della proposta, ente di appartenenza, indirizzo e-mail presso il quale si intendono ricevere tutte le comunicazioni inerenti al workshop. Il Comitato Scientifico comunicherà agli Autori l’accettazione della loro proposta entro il 31 marzo 2019.
Si ricorda che tutti i relatori al momento d’inizio del workshop dovranno essere soci regolari della SLI.