Silent Film

Pro patria mori

regia di Enrico Guazzoni

Siamo in epoca napoleonica. Luigia ha la disgrazia di attendere invano il ritorno del suo seduttore, il sottotenente Vidard. Un giorno, mentre ella si reca alla fontana, incontra il sergente Guizot, distaccato con un drappello ai posti avanzati. Tra i due nasce un idillio e il sergente chiede a Luigia di sposarlo: prima di accettare la proposta, la donna narra a Guizot l'infelice esperienza precedente da lei vissuta, senza svelargli il nome del seduttore; il sergente apprezza la sua lealtà, decide di sposarla egualmente e la fa partire per Parigi con una lettera di raccomandazione per la propria madre.
Otto anni dopo Guizot ha sposato Luigia ed è diventato maresciallo. Una sera, a un ricevimento a Fontainbleau presso la corte imperiale, Guizot presenta sua moglie a Napoleone e poi vuol farle conoscere un suo amico, che non è altri che Vidard, ritornato dalla campagna d'Italia col grado di maresciallo: riconoscendo colui che l'ha sedotta, Luigia sviene. Finisce poi per confessare al marito chi sia per lei Vidard, e Guizot non esita a sfidare quest'ultimo a duello.
Lo scontro sul campo è interrotto dall'intervento di Napoleone in persona, il quale, avvertito da Fouché, costringe i suoi due marescialli a darsi la mano e a non rischiare la vita per questioni private. Il giorno seguente si svolge infatti una grande battaglia, al termine della quale Luigia raggiunge il marito, rimasto ferito sul campo: questi le chiede di perdonare Vidard, ferito più gravemente di lui nel tentativo di salvargli la vita. La donna acconsente e Vidard muore, mentre sullo sfondo passa l'esercito di Napoleone vincitore.
(Dalla pubblicità della Cines, "La Vita Cinematografica", Torino, n. 20, 30 ottobre 1912)

[rif. B&N 1912]