Lunedì, 18 Maggio 2020
Paziente impiantato con successo
Un paziente parkinsoniano di 69 anni ha fornito tramite biopsia un piccolo campione di cellule della pelle, che sono state prima indotte a trasformarsi in cellule staminali e poi a differenziarsi in cellule progenitrici dei neuroni dopaminergici che vengono persi a causa della malattia di Parkinson. La procedura è avvenuta in condizioni altamente controllate, secondo le procedure previste per la Buona Fabbricazione di medicinali, negli Stati Uniti. Successivamente, le cellule sono state impiantate nel putamen (uno dei nuclei della base del cervello) prima nell’emisfero sinistro e, sei mesi dopo, nell’emisfero destro. Dato che si trattava di cellule del paziente stesso, non è stato necessario somministrare una terapia anti-rigetto.
Le immagini PET hanno evidenziato una buona sopravvivenza delle cellule. Oggi, a distanza di 18-24 mesi dai due impianti, il paziente presenta miglioramenti clinici: il tempo in OFF si è ridotto in media da 3 ore ad un’ora al giorno, ed il paziente ha potuto ridurre leggermente la dose di levodopa. Inoltre, ha potuto riprendere attività che aveva abbandonato, quali il nuoto ed andare in bicicletta
Fonte: Schweitzer JS e coll N Engl J Med 2020; 382: 1926-1932
Il giorno 30 novembre 2013 in occasione della giornata nazionale italiana dedicata alla Malattia di Parkinson si è tenuta presso il Casale La Fiorina la prima riunione della “Sezione disordini del movimento” dell’Associazione Sammarinese geriatria e gerontologia (ASGG) di cui è presidente il dott. Giancarlo Ghironzi (nella foto) nata a sua volta nel 2010 come associazione scientifica ed iscritta nell’Albo Europeo delle associazioni geriatriche. Tale Sezione ha lo scopo sia di arricchire l’attività scientifica che di promuovere le attività sociali dell’ASGG, come previsto dal proprio statuto, fornendo a pazienti, familiari e soggetti interessati la possibilità di organizzarsi in attività di interesse comune e proponendosi come punto di riferimento per affrontare le problematiche cliniche e sociali della malattia di Parkinson, che è per frequenza la seconda malattia neurodegenerativa dopo la malattia di Alzheimer.
Un censimento effettuato nel 2012 dall’UO di Neurologia dell’Ospedale di Stato, ha individuato nella Repubblica 100 persone affette da malattia di Parkinson e Sindromi parkinsoniane che attualmente sono seguite nell’Ambulatorio per i Disordini del Movimento dell’UO di Neurologia (dirigente d.ssa Susanna Guttmann) dell’Ospedale di Stato, gestito dal dott. Maurizio Stumpo.
L’assistenza a questi malati coinvolge come è facile intuire tutti i familiari conviventi che molto spesso devono avvalersi anche dell’aiuto di care-givers. Questi ultimi non sempre conoscono a fondo le problematiche intrinseche della malattia (difficolta’ di movimento, disturbi dell’equilibrio con facilità alle cadute, disfagia, deficit cognitivi ecc..) e pertanto non riescono loro malgrado a fornire un’assistenza adeguata. Tali problematiche in qualche modo emarginano il malato e di converso anche i conviventi.
L’ASGG, con la Sezione disordini del movimento si propone quindi di mettere in atto una serie di proposte che vadano incontro alle esigenza dei malati e dei loro familiari, con ad esempio l’organizzazione di corsi specifici per i care-givers e i conviventi, l’organizzazione di incontri scientifici di aggiornamento, con l’utilizzo di palestre e attrezzature dedicate per garantire una assistenza anche fisioterapica adeguata o la possibilità di avere a disposizione un supporto psicologico e un luogo di incontro per attività ludiche o sociali.
Stiamo partendo per un’avventura che richiederà pazienza e dedizione, e questo con la volontaria partecipazione di tutti coloro che vogliano farne parte.
Per informazioni :
mail: md.asgg@gmail.com
San Marino, 4 Aprile 2016
Da oggi all’11 aprile si celebra lasettimana mondiale del morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa progressiva che riguarda in Italia almeno 250.000 persone, nel mondo oltre 4 milioni, che raddoppieranno nei prossimi 15 anni, sostiene l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità.
“La Malattia di Parkinson coinvolge a San Marino circa 100 individui con una prevalenza sovrapponibile a quella Italiana.” Sostiene il Dr. Maurizio Stumpo, neurologo e responsabile della Sezione Disturbi del Movimento dell’ASGG – Associazione Sammarinese Gerontologia eGeriatria, realtà nata nel 2009 dai Geriatri impegnati nell’Unità Operativa Complessa Ospedaliera di San Marino“Siamo di fronte alla seconda malattia neurodegenerativa dopo la malattia di Alzheimer, un morbo che colpisce individui di età compresa tra i 40 e i 70 anni con picco più elevato intorno ai 60 anni, indipendentemente dal sesso.”
La Giornata Mondiale del Parkinson mira ad accrescere la consapevolezza globale della malattia poiché essa coinvolge nella qualità di vita anche le famiglie, non solamente i pazienti.
Ecco perché il team sammarinese nell’identificare le modalità con cui prendere parte a questa importante ricorrenza ha organizzatodue serate concerto di beneficenza, patrocinate dalla Segreteria di Stato, Sanità e Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino: per raccogliere fondi per attività di gruppo, per unire nello stesso luogo, pazienti, famiglie ed operatori perché mai come contro questa terribile malattia l’unione fa la forza e l’informazione deve divenire capillare.
Cercando di fotografare la situazione odierna circa il decorso della malattia prosegue il Dr. Stumpo “Oggi sono disponibili diverse cure mediche in grado di permettere un buon controllo dei sintomi. La ricerca nell’ultimo decennio ha avuto una fase di stallo, ma, per un prossimo futuro, attendiamo nuove prospettive terapeutiche.“
La decisione dell’ASGG di sostenere grazie agli incassi dei due concerti le attività della Sezione Disturbi del Movimento va proprio in questa direzione, puntando a portare a San Marino quelle condizioni che già paesi come la Francia o l’Austria hanno creato per i malati e le loro famiglie, offrendo sostegno psicologico e concrete occasioni di relazione e attività fisica individuale e di collettiva. “Affiancate alle cure mediche molta importanza hanno anche l’attività fisica e l’esercizio cognitivo come dimostrato da numerosi studi scientifici. In quest’ottica l’Associazione si sta muovendo per raccogliere fondi per organizzare corsi di attività fisica di gruppo, corsi di educazione comportamentale dedicati sia ai malati che ai conviventi, nonché sedute di riabilitazione cognitiva di gruppo dietro la supervisione di neuropsicologi esperti.”
Gli eventi in programma a San Marino promossi dalla Sezione Disturbi del Movimento dell’Associazione Sammarinese Gerontologia e Geriatriasono volti a sostenere questo importante progetto saranno due: sabato 9 e domenica 10 aprile. La sala Polivalente di Serravalle sarà palcoscenico per ambedue gli show, dedicati a due stili musicali diversi: il sabato sera si ballerà sulle note dei “The milliondollarquintet”, con un tributo alla musica anni ’50 e ’60 del mitico Elvis Presley, la domenica invece sarà dedicata all’ensemble Italo Capicchioni, un excursus musicale che partendo dalla musica classica ed attraversando il jazz ci porterà ai giorni nostri vantando anche la partecipazione straordinaria di Sara Jane Ghiotti.
Gli eventi saranno inaugurati dal Capitano di Castello di Serravalle Vittorio Brigliadori, che presenterà una selezione di sue poesie.
Con i 10 euro del biglietto di ingresso si potrà supportare in maniera concreta il progetto a favore dei malati sammarinesi ma anche prendere parte a due serate pensate come un’occasione non solo per sostenere chi è attivamente impegnato nel trattamento dei disturbi legati al Parkinson, ma anche come occasione per riflettere e informare, in uno scambio attivo anche con chi non ne è direttamente toccato.
Comunicato stampa
Uno studio condotto dalle Università di Edimburgo e Dundee indica che il batterio intestinale Bacillus subtilis bloccherebbe la formazione di ammassi di proteine tossiche nel cervello e favorirebbe anche lo scioglimento degli accumuli già addensati.
Un inaspettato aiuto contro il morbo di Parkinson potrebbe arrivare dal batterio intestinale Bacillus subtilis, comunemente venduto come probiotico. I risultati di uno studio condotto dai ricercatori delle Università di Edimburgo e Dundee suggeriscono, infatti, che nel microrganismo potrebbe nascondersi una possibile arma per rallentare o fermare del tutto la malattia neurodegenerativa. Descritta nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Cell Reports, la ricerca indica che il probiotico bloccherebbe la formazione di ammassi di proteine tossiche nel cervello e favorirebbe anche lo scioglimento degli accumuli già addensati.
Durante il loro studio, gli esperti delle Università di Edimburgo e Dundee hanno verificato l’efficacia di diversi probiotici sul verme Caenorhabditis elegans (C. Elegans), uno degli organismi più studiati dagli scienziati. Hanno così scoperto che il Bacillus subtilis impedisce la formazione di accumuli della proteina alfa-sinucleina e contribuisce a sciogliere quelli già formati. Il suo utilizzo ha permesso di migliorare le capacità motorie di C.Elegans. Ora i ricercatori desiderano testare l’efficacia del batterio anche sui topolini: se anche questo test darà esito positivo, allora il team potrà avviare un primo trial clinico sui pazienti in tempi brevissimi, dato che il probiotico è già disponibile in commercio.
Non è la prima volta in cui emerge una possibile connessione tra il morbo di Parkinson e il microbiota intestinale: negli ultimi anni questo legame è stato indagato nel corso di vari studi, condotti dai ricercatori di numerosi atenei prestigiosi. Da una ricerca della Johns Hopkins Medicine di Baltimora è persino emerso che la proteina alfa-sinucleina si formerebbe nell’intestino e raggiungerebbe il cervello risalendo il nervo vago. Lo sviluppo di una terapia basata sulla modulazione della flora intestinale offrirebbe molteplici vantaggi nel controllo dei sintomi e della progressione del morbo, nonché nella prevenzione della malattia. Skytg24
Si tratta di aggregati proteici della proteina alfa-sinucleina presenti nelle terminazioni nervose periferiche della cute, identificati per la prima volta dai ricercatori dell’Università Statale di Milano su un campione composto da individui affetti dalla patologia.
Nuovo passo in avanti nella lotta contro il Morbo di Parkinson.
Uno studio italiano ha identificato nella pelle un nuovo biomarcatore della patologia.
Si tratta di aggregati proteici della proteina alfa-sinucleina presenti nelle terminazioni nervose periferiche della cute, identificati per la prima volta dai ricercatori su un campione composto da individui affetti dal Parkinson.
I risultati dello studio si devono alla collaborazione di un team di ricercatori del dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano, coordinato da Graziella Cappelletti, docente di Anatomia umana, con il Centro Parkinson dell’Ospedale Gaetano Pini-CTO e la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson di Milano.
Per compiere lo studio, condotto grazie al finanziamento della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson di Milano e pubblicato sulla rivista specializzata Brain, gli esperti hanno eseguito piccole biopsie cutanee su un campione composto da soggetti sani, da pazienti affetti dal Morbo di Parkinson e da 19 coppie di gemelli omozigoti discordi per la malattia.
Analizzando i campioni sono riusciti a rivelare la presenza di forme precoci di aggregazione, gli oligomeri di alfa-sinucleina, nel sistema nervoso periferico nella cute dei pazienti affetti dal Parkinson.
I risultati sembrano confermare l’ipotesi che il Parkinson possa avere origine dalle zone periferiche del sistema nervoso.
“L’impatto di questo studio è duplice. Innanzitutto, la scoperta di oligomeri di alfa-sinucleina nel sistema nervoso periferico contribuisce alla comprensione dei meccanismi patogenetici nella malattia di Parkinson supportando la teoria emergente che la patologia abbia inizio in periferia e si propaghi poi al sistema nervoso centrale”, ha spiegato Graziella Cappelletti, coordinatrice del gruppo di ricerca del dipartimento di Bioscenze dell’Università Statale di Milano. “In aggiunta, questo studio indica che la presenza degli aggregati di alfa-sinucleina sia un biomarker della patologia e possa essere utilizzato per seguire nel tempo i pazienti, per esempio, nel corso di futuri trial clinici”. Skytg24
Martedì 28 Gennaio 2020
Salire sul ring e sferrare pugni per contrastare i sintomi del Parkinson. È la strategia innovativa messa in campo dall'associazione «Un gancio al Parkinson» per limitare i danni della grave malattia degenerativa che irrigidisce progressivamente i muscoli, rendendo difficili i movimenti e la parola e che, in questi anni, ha colpito anche personaggi famosi come Papa Giovanni Paolo II e l'ex campione dei pesi massimi Muhammed Alì. Proprio dal mondo del pugilato arriva oggi un prezioso aiuto, utile per rallentare il corso della malattia. L'attività dell'associazione e i suoi risultati sul Parkinson sono stati presentati dall'assessore regionale della Toscana al diritto alla salute e al welfare Stefania Saccardi, assieme al presidente dell'associazione Maurizio Bertoni.
«In Toscana i pazienti con Parkinson sono più di 20.000, più donne che uomini, e negli ultimi anni l'età di esordio si è progressivamente abbassata, ci sono pazienti anche di 40-50 anni - dice l'assessore Saccardi - In Regione abbiamo costituito un gruppo di coordinamento per il monitoraggio del percorso terapeutico della malattia, anche per scongiurare i problemi di carenza dei farmaci, che si sono verificati in passato; e abbiamo una stretta collaborazione con l'Associazione dei pazienti parkinsoniani. Guardiamo con favore a questa nuova esperienza, che consente di contrastare i sintomi e rallentare il corso della malattia».
«La boxe - afferma Bertoni - oltre ad essere uno degli sport più antichi al mondo, è anche uno dei più completi, perché sviluppa coordinazione dei movimenti, equilibrio, riflessi, ed elasticità dei muscoli. Allenare queste qualità, che si perdono in occasione di patologie neurodegenerative, come appunto il Parkinson, migliora sensibilmente la qualità di vita dei pazienti, anche in fase avanzata della malattia». L'associazione opera all'interno del Training Lab di Firenze, primo centro medico dove si pratica la boxe contro il Parkinson (esercizi di riscaldamento, colpi al sacco, salti con la corda, ecc.) e dove attualmente sono seguiti gratuitamente, due volte a settimana, 25 pazienti (17 uomini e 8 donne) di età compresa tra i 50 e i 75 anni. Entro il mese di febbraio l'associazione pubblicherà il primo studio scientifico che analizzerà i benefici dati dalla boxe ai fini del rallentamento dei sintomi del Parkinson. Secondo l'associazione, dopo i primi tre mesi di allenamento i pazienti mostrano un buon miglioramento dell'equilibrio, della postura e della coordinazione mantenendo questi progressi nel medio-lungo periodo.
Nel 2015 ho ideato un progetto di attività fisica specifica per le persone affette da Morbo di Parkinson per l’Associazione Sammarinese Geriatria e Gerontologia: il progetto Movimento In Libertà ©.
Il progetto è un programma di allenamento di gruppo per la riabilitazione e rieducazione funzionale della camminata e dell’equilibrio nel paziente Parkinsoniano. Il programma è svolto due volte a settimana. L’attività prevede l’utilizzo di bastoncini professionali da Nordic Walking ed esercizi a corpo libero e piccoli attrezzi e palline studiati espressamente per il miglioramento delle problematiche presenti nelle persone affette da morbo di Parkinson.
Il programma Movimento in Libertà© è studiato espressamente per le problematiche riscontrate nel Parkinson ed ha obiettivi sia a livello fisico che psicologico.
A livello fisico: miglioramento della coordinazione durante la camminata, del controllo motorio, dell’equilibrio, della resistenza cardio-vascolare, della tonicità muscolare, della mobilità articolare, riduzione della rigidità muscolare, della bradicinesia, aumento della forza e della flessibilità.
A livello psicologico: aumentare la fiducia in sè stessi e nelle proprie potenzialità, favorire la socialità con l’attività di gruppo e fuori dalle “mura domestiche”, godere della libertà mentale derivante dall’attività all’aria aperta, affrontare la malattia da un altro “punto di vista”.
Per questo progetto mi sono avvalso dalla preziosa e importante supervisione a intervalli prestabiliti dal neurologo Dr. Maurizio Stumpo. È suddivisa in quattro meso-cicli. Ogni meso-ciclo è da intendersi a livello temporale di due o tre settimane, in base alla velocità di “miglioramento” motorio dei partecipanti. Segue il programma indicativo suddiviso per obiettivi.
Primo meso-ciclo: apprendimento del movimento “base” della camminata con i bastoncini e dell’utilizzo corretto del bastoncino. Apprendimento e conoscenza dei muscoli coinvolti nella camminata con i bastoncini e della loro “locazione” a livello corporeo. Spiegazione iniziale della biomeccanica del passo e della coordinazione tra arti inferiori e superiori. Valutazione dei parametri di forza, coordinazione e flessibilità degli utenti e conseguenti esercitazioni specifiche mirate (tronco, arti superiori ed inferiori).
Secondo meso-ciclo: esercitazioni sulla postura corretta e giusto sincronismo degli arti nella camminata con i bastoncini, esercitazioni di equilibrio statico e dinamico, miglioramento della coordinazione degli arti su- periori con esercizi specifici di manualità con palline. Esercizi di mobilizzazione dei cingoli (scapolare e pelvico) dapprima passivi ed in seguito attivi.
Terzo meso-ciclo: esercitazioni di equilibrio statico e dinamico, esercizi di manualità semplici con l’utilizzo di palline da tennis svolti sia individualmente che a coppie, miglioramento della postura della camminata con i bastoncini, sviluppo della resistenza degli arti superiori camminando con i bastoncini per un tempo mag- giore. Attraverso l’utilizzo delle palline da giuoco, stimolare la conoscenza corporea attraverso stimoli tattili sulle zone maggiormente rigide, secondo i principi base dell’ antiginnastica.
Quarto meso-ciclo: miglioramento equilibrio statico e dinamico con esercizi leggermente più impegnativi, esercitazioni sulla postura della camminata con i bastoncini e sincronismo arti, esercitazioni sul “ritmo” cioè precisione temporale dei movimenti, esercitazione di “differenziazione cinestesica” ovvero la capacità di eseguire movimenti precisi ed efficaci. Esercitazioni corporee, guidate dal fisioterapista ed accompagnate da alcune tipologie di sottofondo musicale.
Il progetto inizialmente costituito da due mesi di attività, dopo gli effetti positivi dei primi due cicli sui partecipanti, è stato portato ad attività annuale con durata complessiva di 10 mesi. In seguito all'aumento costante dei partecipanti il progetto è evoluto aggiungendo attività specificatamente riabilitative con la collaborazione dei fisioterapisti Enrico Casali e Federico Prioli.
31 marzo alle ore 19:20
L'ASGG e' lieta di collaborare con il Commitato Emergenza al Coronavirus, mettendo a disposizione il suo mezzo di transporto a domicilio, sia per il personale Medico e Paramedico e materiale sanitario.
I questo particolare momento, anche una comunita' piccola, ma ricca di storia come San Marino, deve dimostrarsi unita, ed essere un esempio di forza nei principi e nei valori.
1 feb 2018
Ci siamo❗️❗️❗️
Stiamo allestendo lo spazio per il laboratorio❗️Giovanni Giulianelli organizza:
Giovedì 1 febbraio non mancate❗️❗️❗️
“Perché le strade”
condotto da Luigi di Paolo.
Arteinsieme via Gino Giacomini, 41 ore 17.30😊😊😊
Grazie Luigi di Paolo per quello che hai scritto e per il tuo impegno in questo bel progetto!
“Pronto nonno – laboratori intergenerazionali”
si propone di sviluppare iniziative che possano valorizzare il rapporto tra le generazioni in una logica di apprendimento intergenerazionale, con particolare riferimento alla categoria dei nonni per sottolineare l’importanza del ruolo che questi ricoprono all’interno delle famiglie.
L’obiettivo è quello di sviluppare e potenziare il supporto integrativo che il nonno/anziano può apportare nell’ambito dell’educazione e della cura dei bambini.
L’iniziativa si ripropone quindi di mettere in relazione azioni di invecchiamento attivo rivolte agli over 65, con le tematiche della conciliazione famiglia-lavoro attraverso la valorizzazione del lavoro volontario.
Il laboratorio servirà a creare un “legame” tra i giovani e gli anziani in modo che ciascuna delle parti possa trarre beneficio da questo rapporto. Le attività saranno di ausilio a rendere i “meno giovani” protagonisti assoluti di racconti e aneddoti per fare meglio conoscere ai giovani le vecchie tradizioni e gli antichi mestieri.
Il Laboratorio intergenerazionale Parkinson San Marino,nasce dalla volontà di alcuni anziani, su invito della dott.ssa Maria Simona Rampulla, di rimettersi in gioco raccontando alle nuove generazioni la loro esperienza lavorativa:
cos’è l’esperienza:
è la conoscenza diretta, personalmente acquisita con l'osservazione, l'uso o la pratica, di una determinata sfera della realtà.
Questa conoscenza che l’uomo acquisisce durante la vita se non illustrata e spiegata si perderà per sempre, e non sarà utile alle nuove generazioni, che devono inesorabilmente ripercorrere le stesse strade, ripartendo da zero.
Mentre se viene raccontata chi le acquisisce sarà avvantaggiato perché potrà evitare gli errori fatti in precedenza e fare tesoro delle cose che hanno funzionato, tutto a beneficio dei giovani e del progresso.
Ma il raccontare fa bene anche all’anziano, che spesso viene isolato dalla società ed in famiglia, perché ritenuto non più capace di aiutare e trasmettere sapienza, tutto questo porta ad un isolamento ed ad una perdita precoce degli aspetti cognitivi, memoria, capacità di autogestirsi, diventando un vero peso sia per la società che per la famiglia.
I motivi che ci spingono a realizzare questi incontri sono quindi vitali sia per le nuove generazioni sia per chi ha fatto molto percorso nella vita.
Il laboratorio è ad offerta libera, il ricavato sarà devoluto alla Sezione Disordini del Movimento dell’ASGG. — con Maria Simona Rampulla.
Roma - La maggior parte delle persone affette da malattia di Parkinson riporta importanti deficit di equilibrio e un alto rischio di cadute, con una maggior probabilita' (un aumento di cinque volte della possibilita'), rispetto a persone anziane disabili, di andare incontro ad importanti eventi traumatici. La terapia riabilitativa rappresenta un necessario e imprescindibile completamento della terapia farmacologia antiparkinsoniana. E, a quanto pare, nell'attivita' di recupero delle persone colpite da questa patologia puo' utilizzarsi anche una console per videogiochi, la Wii Fit.
La console prodotta dalla Nintendo e' stata utilizzata dai ricercatori della Fondazione Santa Lucia Irccs attraverso l'ausilio della pedana balance board con l'obiettivo di stimolare le reazioni posturali in risposta a stimoli (cues) visivi proiettati su un monitor posto di fronte al paziente. Il feedback visivo ricevuto dal paziente durante la sessione terapeutica coadiuva nell'indurre miglioramenti dell'equilibrio e della stabilita', riducendo il rischio di cadute e delle patologie associate.
I ricercatori del Santa Lucia hanno testato l'efficacia di un training terapeutico in un gruppo di pazienti con MdP e selezionato tre "giochi" che sono apparsi piu' idonei, in quanto ritenuti in grado di facilitare il piu' possibile l'integrazione tra le afferenze che maggiormente sottendono al mantenimento dell'equilibrio (es.: "colpo di testa", "bolla di sapone", "corsa ad ostacoli"). Hanno valutato con scale cliniche validate i pazienti prima ed al termine del traning riabilitativo. I risultati sono molto incoraggianti, i pazienti rispondono bene, hanno un deciso miglioramento del quadro motorio: la Wii puo' essere dunque considerata un ottimo tool per la riabilitazione nella malattia di Parkinson. (DIRE)