I Leudi

Il Leudo è un’imbarcazione tipica della Liguria e in particolare del Tigullio. Si tratta di un mezzo di trasporto commerciale per il piccolo cabotaggio. Si diffuse già nel basso Medioevo, poiché il suo scafo era concepito per poter varare e alare l'imbarcazione sulle spiagge: l'unico porto della Repubblica di Genova era quello della Superba. Pescatori e marinai delle comunità circostanti dovevano riparare le imbarcazioni in altri modi.

Le dimensioni dei leudi garantivano la massima capacità di trasporto ma anche la possibilità di trascinamento sulle spiagge con argani a braccia. I maestri d'ascia le costruivano direttamente sulle spiagge.
A Sestri Levante, già nel Quattrocento la spiaggia antistante la Chiesa di Santa Maria di Nazareth era adibita alla costruzione e al rimessaggio delle imbarcazioni.

Com'è fatto un leudo

Tratti distintivi del Leudo sono un bolzone della coperta molto pronunciato (in questo caso 728 mm), l'inclinazione dell'albero, usato anche come mezzo di carico e scarico, e l'armatura velica latina. Il Leudo tiene bene il mare tanto da consentire navigazioni d'altura. C'è chi sostiene che tanti emigranti l'avessero utilizzato per raggiungere l'America, via del resto percorsa dal leudo Felice Manin in occasione delle Colombiadi.

In origine la propulsione era esclusivamente velica. Solo negli anni Trenta del Novecento sono stati installati a bordo i motori. Nel ventesimo secolo, il leudo visse il suo ultimo periodo di diffusione.
Fino agli anni Cinquanta, queste imbarcazioni erano adibite al trasporto di vino e formaggi dalle isole, ma anche di sabbia e materiali vari lungo la Riviera.

Tipologie di leudo

Esistevano Leudi vinaccieri con botti costruite a bordo sottocoperta, e botticelle piccole in coperta; Leudi formaggiai, preannunciati dal tipico odore; e Leudi surari (da sura= ghiaia), adibiti al trasporto di sabbia per l'attività edilizia.

Esistevano inoltre leudi minori che a Sestri Levante prendevano il nome di latini e a Riva Trigoso venivano chiamati Rivanetti. Nella seconda metà dell'Ottocento erano adibiti alla pesca con le manate (reti utilizzate fino agli anni '30 per la pesca delle acciughe e delle sardine) nei mari al largo dell'Africa o sulle coste toscane e laziali. A bordo avevano le provviste e l'occorrente per salare le acciughe, andavano sulla costa principalmente per asciugare le reti o fare rifornimento di viveri, fino al termine della stagione, entro la prima decade di luglio.

Gli ultimi Leudi furono abbandonati negli anni ’50. Il trasporto su gomma e l'istituzione di traghetti per le isole sostituirono le antiche abitudini dei commerci. Inoltre i proprietari, scoraggiati dagli alti costi di manutenzione, li lasciarono perire sulle spiagge.
Solo pochi, per merito di alcuni appassionati delle tradizioni marinare, si sono salvati e di questi il
Nuovo Aiuto di Dio oggi è l'unico in Liguria in grado di navigare.

Per approfondire la conoscenza del mondo dei leudi è possibile consultare tre testi: Leudi di Liguria di Giovanni Panella, Genova, Tormena Editore, 2002, ISBN 8884800307, Il leudo Rivano di Edoardo Bo e L'ultimo leudo storico - L'avventura del Nuovo Aiuto di Dio di Marta Lulleri, 2020, ISBN 979-1220001953.

Per maggiori informazioni visita anche www.leudo.it.