Borgo dei vergini
Borgo dei vergini
Chiesa di Sant'Antonio Abbate
Palazzo dello Spagnolo
Ipogei ellenistici
Il Borgo dei Vergini è il più antico dei borghi fuori le mura di Napoli, il suo nome è legato all’antica tradizione greca che rimanda a miti e legende di legami proibiti. Ma da dove deriva il nome "Vergini" attribuito al rione? Il tutto è riconducibile alla Napoli di epoca greco-romana e ad un'associazione religiosa greca, quella degli "eunostidi" che abitava il quartiere ed era dedita alla temperanza e, soprattutto, alla castità.
Quella di questo borgo è una storia di passione, una storia che continua a vivere tra i palazzi e le chiese e che non potrete scordare. Questo è il borgo della "Lava dei Vergini"; questo è il borgo dove nacque e visse la sua fanciullezza il principe Antonio De Curtis conosciuto poi con il nome d'arte di "Totò", ma anche il luogo dove sono stati girati ed interpretati molti celebri film; Questo è il luogo dove sono state trovati gli ipogei dei greci e dei romani, qui furono sepolti i primi cristiani.
Insomma un Museo a cielo aperto, ricco di testimonianze storiche e artistiche da lasciare chiunque le ammiri a bocca aperta, tra queste spiccano la chiesa di S.Maria Succurre Miseris di origine trecentesca; la chiesa di S.Vincenzo de Paoli del 1788 attribuita a Vanvitelli; sempre di origine trecentesca la chiesa di S.Maria dei Vergini; i magnifici palazzi barocchi dell’architetto napoletano Sanfelice, la sua residenza e il famoso Palazzo detto dello Spagnuolo, scenograficamente sorprendente.
La chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi è uno storico luogo di culto cattolico; si erge nell'omonima piazzetta nel cosiddetto Borgo dei Vergini. Nel 2020 è stata adibita a laboratorio dell'artista Jago per la realizzazione della scultura della Pietà in versione maschile. Il tempio conserva un interno prettamente barocco, molto bello e finemente decorato, di particolare pregio è la bella cupola caratterizzata da una geometrizzazione degli ornamenti; attualmente la chiesa è chiusa e versa in grave stato di abbandono. Le tele, realizzate da Domenico Mondo, sono state trasferite in altre sedi.
La chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini (o Misericordiella), all'angolo tra via Fuori Porta San Gennaro e via Misericordiella, proprio nella zona d’ingresso al Borgo dei Vergini, all’altezza di Porta San Gennaro. Fa parte di un complesso comprendente l’ex ospedale e l’oratorio dell'Arciconfraternita dei Nobili di Santa Maria della Misericordia. E' la vicina chiesa di Chiesa di Santa Maria Succurre Miseris ai Vergini fondata nel XIV secolo col nome di Sant'Antonio, venne interrata dalle alluvioni che colpirono frequentemente la zona dei Vergini; all'interno della chiesa medioevale ci sono affreschi del XIV e XV secolo. Ospitava l'Arciconfraternita del SS. Sacramento di Sant'Eligio Maggiore, come ancora si legge sul portone d'ingresso. La chiesa che sovrasta quella medievale risale al XVIII secolo ed è formata da una bella pianta centrale, opera di Ferdinando Sanfelice. La facciata si caratterizza per il forte andamento plastico che sottolinea l'asse centrale dell'edificio.
Il Complesso Monumentale Vincenziano (detto anche Casa/Chiesa della Missione o dei Vergini) è Casa dei Padri Missionari Vincenziani. Nasce nel 1669, sui resti del convento trecentesco dei Padri Crociferi, ordine ospedaliero di origine medievale, le cui vestigia sono ancora riconoscibili nell’antica cripta. Il primo missionario vincenziano ad arrivare a Napoli nel 1668 fu Cosimo Galilei, nipote diretto di Galileo Galilei. Cosimo, primo superiore della nuova Casa Missionaria, era custode delle carte e dei manoscritti del “Galileo”. La Cappella delle Reliquie, è aperta al pubblico ed è conservata un’altra ampolla con il sangue di San Gennaro, patrono della città partenopea. L’ampolla è la terza ufficialmente certificata. Oltre alla Cappella delle Reliquie, fanno parte del Complesso Monumentale Vincenziano anche la Cripta medievale (dove sono visibili le murature medievali del convento dei Crociferi) sotto la chiesa di San Vincenzo de’ Paoli.
Il Palazzo dello Spagnolo venne eretto nel 1738 su commissione del marchese di Poppano Nicola Moscati, unificando due lotti ricevuti dalla moglie. Il progetto, compresa la realizzazione della monumentale scala a doppia rampa, definita ad "ali di falco", che fu pensata come una sorta di luogo di incontro, in cui avveniva una vera e propria vita sociale, viene affidato così a Ferdinando Sanfelice, mentre a Francesco Attanasio vennero chiesti i lavori di stucco in stile rococò che furono da lui progettati, ma eseguiti successivamente. Frequenti erano le visite di Carlo III di Borbone, che nel palazzo cambiava i cavalli per prendere dei buoi, unici animali capaci di portarlo fino a Capodimonte lungo la ripida via Vergini.
Un unicum di storia, archeologia, miti e colori. Gli ipogei sono una rara e incredibile testimonianza di pittura ed architettura ellenica, situato nel cuore del del borgo. Gli spazi degli ipogei svelano ai visitatori un mondo ancora vivo, ricco di decori e raffinatissimi effetti di trompe l’oeil. In esposizione anche la ricca collezione di reperti e vasi antichi ancora magnificamente conservati. Un viaggio indietro nel tempo di 2300 anni: un’esperienza che permetterà di scendere nel misterioso “mondo sotterraneo”, contemplando la straordinaria bellezza dell’arte e dei mestieri antichi, comprendendo il significato senza tempo della vita e della morte, dell’amore e della cura, della famiglia e dell’amicizia.