Piazza Dante oggi
Piazza Dante oggi
Piazza Bellini
Galleria principe di Napoli
Teatro bellini
Ci troviamo sul confine del quartiere San Lorenzo lato ovest. Piazza Dante è una delle più importanti piazze di Napoli ed è situata all'inizio del centro storico cittadino. Costituisce l'inizio di via Toledo e, tramite Port'Alba, l'inizio del Decumano maggiore. In origine era detta Largo del Mercatello, poiché vi si teneva uno dei due mercati della città, differenziandosi con il diminutivo mercatello da quello più grande ed antico di piazza del Mercato. Fino alla metà dell'Ottocento sorgevano a nord l'edificio delle fosse del grano e a sud le cisterne dell'olio, per secoli i principali magazzini di derrate della città. Ulteriore importanza fu l'apertura "ufficiale" di port'Alba, ufficiale perché la popolazione aveva creato nella muraglia un pertuso abusivo per facilitare le comunicazioni con i borghi, in modo particolare con quello dell'Avvocata che si stava rapidamente ingrandendo. La piazza assunse l'attuale struttura nella seconda metà del Settecento; il "Foro Carolino" doveva costituire un monumento celebrativo del sovrano Carlo di Borbone. Ancora, presso la piazza sono presenti quattro monumentali chiese. In questa piazza è presente una chicca, ifatti pochi sanno che qui è presente l'equazione del tempo Esempio unico in Europa, fu realizzato nel 1853.
Attraversata Port'Alba si giunge in Piazza Bellini. La piazza è circondata da palazzi monumentali che costituiscono importanti impronte dell'arte rinascimentale e barocca napoletana, come il palazzo Firrao. Sul lato nord il Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba, mentre sul lato opposto vi è il palazzo De Rossi di Castelpetroso.Sul lato ovest infine quello che un tempo fu il palazzo dei Principi di Conca che mostra sulla facciata ancora alcune emergenze architettoniche originarie. Infine, vi sono alcuni resti delle mura della Neapolis greca. La piazza è crocevia importanti strade del centro storico.
Via Santa Maria di Costantinopoli La strada prende il nome dall'omonima chiesa dedicata alla Madonna di Costantinopoli che come vuole la leggenda aveva un'immagine proprio dove sorge l'attuale tempio. Appena fuori dall'antico tracciato di impronta dei cardini e decumani, la strada presenta alcune chiese monumentali di rilievo. L'origine del tracciato della strada è da far risalire all'epoca del viceré Don Pedro de Toledo, autore di un importante piano di ampliamento urbanistico della Napoli del Cinquecento; l'intendimento iniziale era quello di far confluire la via ad una porta allora presente, la porta di Costantinopoli, demolita nel 1852.
La zona dove sorge la galleria era occupata dalle cosiddette "fosse del grano", cioè il deposito granario della città. Con l'Unità viene presentato un progetto di ricostruzione dell'area. La galleria fu costruita in muratura, con una copertura in ferro e vetro. È costituita da tre bracci, ognuno dei quali termina con un'uscita.
L'Accademia di belle arti di Napoli è un'istituzione universitaria per l'alta formazione artistica. Nata come "Reale accademia di disegno", si tratta di una delle più antiche accademie italiane che ha visto il passaggio di numerosi pittori divenendo così punto di riferimento della pittura napoletana dell'Ottocento e del Novecento. I lavori che ebbero luogo per poter ospitare l'Accademia si inserivano in un piano di intervento urbanistico volto a riorganizzare l'area del Museo archeologico, della galleria Principe di Napoli e di via Port'Alba. Inoltre, assieme al conservatorio di San Pietro a Majella, al Museo e al teatro Bellini, l'area era destinata a diventare ancor più un "polo delle arti".
Nel 1864 l'avvocato napoletano barone Nicola Lacapra Sabelli commissionò la realizzazione di un teatro in quella che è l'attuale via Vincenzo Bellini, nell'ambito della cosiddetta bonifica delle Fosse del Grano, Negli anni successivi il barone Lacapra Sabelli volle ampliare il teatro e sistemarlo per rappresentarvi soprattutto opere liriche. Il teatro visse anni di grande splendore, ma nel dopoguerra andò incontro ad un inesorabile declino. Nel 1986 il teatro fu acquisito da Tato Russo, che ne fece la sede della propria compagnia nell'intento di riportarlo agli antichi fasti. Tato Russo ha svolto il ruolo di direttore artistico del Teatro Bellini per 21 anni e lo ha riportato al rango di Istituzione culturale producendo numerosi allestimenti. Sotto la sua direzione, il teatro ha visto in scena i più importanti artisti italiani e internazionali.