Piazza Dante
Piazza Dante
San Pietro a Majella
San Domenico Maggiore
Palazzo Venezia
Piazza Dante è una delle più importanti piazze di Napoli. Costituisce l'inizio di via Toledo e, tramite l'accesso a Port'Al In origine era detta Largo del Mercatello, poiché vi si teneva, fin dal 1588, uno dei due mercati della città, differenziandosi con il diminutivo mercatello da quello più grande ed antico di piazza del Mercato. Fino alla metà dell'Ottocento sorgevano a nord l'edificio delle fosse del grano e a sud le cisterne dell'olio, per secoli i principali magazzini di derrate della città; inoltre vi gravitano uffici, ospedali, istituzioni culturali e rinomatissimi bar. La piazza assunse l'attuale struttura nella seconda metà del Settecento; il "Foro Carolino" è il risultato del grande emiciclo, tangente le mura aragonesi, inglobava Port'Alba a ovest, e affiancò la chiesa di San Michele ad est. Al centro della piazza si erge una grande statua di Dante Alighieri. Oggi ai suoi lati, più defilate, ci sono le vetrate delle uscite della linea 1 della metropolitana. La piazza è stata ridisegnata e riarredata proprio in occasione dei lavori per la metropolitana. L'intero emiciclo è divenuto così area pedonale.
Il Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli è il luogo dell’Arte per antonomasia, il luogo della memoria di un passato che, attraverso i tesori conservati nelle sale della nostra biblioteca e dei nostri archivi, rivive come eredità per le nuove generazioni: la collezione di strumenti antichi, i preziosi manoscritti, gli autografi di Alessandro e Domenico Scarlatti, di Pergolesi, Paisiello, Cimarosa, Rossini, Bellini e Donizetti, (solo per citare alcuni esempi) costituiscono la testimonianza tangibile di un percorso che ha reso Napoli una tra le più importanti capitali europee della musica e della cultura. La chiesa di San Pietro a Majella è una chiesa gotica situata su Via dei Tribunali. All'interno dell'omonimo complesso monasteriale "San Pietro a Majella", La chiesa fu costruita alla fine del Duecento sul luogo dove sorgevano due monasteri femminili. Sotto la tutela dell'ordine dei Celestini il complesso fu dedicato al santo pontefice Celestino V, al secolo Pietro Angelerio da Morrone, e fu comunemente detta "di San Pietro a Majella" in ricordo del romitaggio del santo sulla Maiella.
La chiesa di San Domenico Maggiore, con l’annesso convento, è uno dei più grandi e importanti complessi religiosi della città di Napoli, sia sotto il profilo storico, che artistico, che culturale. La Basilica, che domina l’omonima piazza partenopea, la si scopre lungo la famosa Spaccanapoli. L’appoggio degli Angioini e delle varie dinastie regnanti a Napoli, permise ai Domenicani di realizzare, uno dei complessi monastici più vasti e più ricchi della città; fu la sede della prima università napoletana. I sovrani aragonesi elevarono la chiesa di San Domenico a pantheon dinastico, qui infatti si possono ammirarne le loro sepolture, le cosiddette Arche aragonesi. Gli ingressi per accedere alla chiesa di San Domenico Maggiore sono tre. Quello principale si trova lungo Vico San Domenico, sul lato destro della struttura. È consigliabile scegliere questa opzione se non si vuole perdere l’effetto del maestoso ingresso della chiesa. Altri due ingressi sono presenti nell’omonima piazza, di fronte all’obelisco di San Domenico: la prima, sotto un balcone quattrocentesco, mentre la seconda conduce, tramite un enorme scalinata, al transetto laterale della chiesa.
Il palazzo Venezia (o anche palazzo Capone San Marco) è situato lungo il decumano inferiore. Il palazzo è la testimonianza storica di un insieme di relazioni politiche ed economiche, durate oltre 400 anni, che intercorrevano tra l'allora Repubblica di Venezia e il Regno di Napoli. Il palazzo, che fino ad allora era di proprietà dei Sanseverino di Matera, fu donato da re Ladislao I di Napoli alla Serenissima Repubblica di Venezia intorno con lo scopo di essere utilizzato come abitazione per i consoli generali a Napoli. In un diploma di concessione al doge Michele Steno si attesta la posizione dell'immobile nelle vicinanze del giardino della chiesa di San Domenico Maggiore e sul tratto centrale di Spaccanapoli. Dalla descrizione del diploma di concessione si deduce che il palazzo aveva un'estensione dal convento di San Domenico fino ai terreni sui quali, nel 1512, fu ricostruito ed ampliato palazzo Filomarino.
La chiesa del Gesù Nuovo, o della Trinità Maggiore, è una chiesa basilicale di Napoli, sita in piazza del Gesù Nuovo di fronte all'obelisco dell'Immacolata e alla basilica di Santa Chiara. Si tratta di una delle più importanti e vaste chiese della città, tra le massime concentrazioni di pittura e scultura barocca, alla quale hanno lavorato alcuni dei più influenti artisti della scuola napoletana. In origine insisteva in quell'area il palazzo Sanseverino, progettato e ultimato per espresso volere di Roberto Sanseverino principe di Salerno. Nel Rinascimento esistevano a Napoli alcuni maestri della pietra che si credeva fossero in grado di caricarla di energia positiva per tenere lontane le energie negative. Gli strani segni incisi che si riconoscono sulla facciata ai lati delle bugne "a punta di diamante" (disposti in modo che sembrasse si ripetessero secondo un ritmo particolare che lasciasse intuire una “chiave” di lettura occulta) hanno dato luogo ad una curiosa leggenda.