Il Rione della Pignasecca, situato sulla direttrice Piazza Carità - Stazione di Montesanto - Ventaglieri, incuneato tra via Toledo e la parte settentrionale dei Quartieri Spagnoli, è uno dei luoghi più popolari, suggestivi e folkloristici di Napoli. Qui si svolge uno dei mercati più antichi della città, il mercato all’aperto sorge a pochi passi da Via Toledo. Si respira l’antico sapore del mercato di una volta, permette di ammirare uno spaccato molto suggestivo e folkloristico della città partenopea, è frequentato da migliaia di persone ogni giorno, ben collegato grazie alla presenza sia della funicolare di Montesanto che permette di raggiungere il Vomero, che ai capolinea delle linee Cumana e Circumflegrea, oltre alla stazione Montesanto della linea 2, poco distante.
Uno spaccato del mercato della Pignasecca fu descritto già nel 1884 da Matilde Serao, nel suo libro Il ventre di Napoli: «Tutto il quartiere della Pignasecca, dal largo della Carità, sino ai Ventaglieri, passando per Montesanto, è ostruito da un mercato continuo. Ci sono le botteghe, ma tutto si vende nella via; i marciapiedi sono scomparsi, chi li ha mai visti? I maccheroni, gli erbaggi, i generi coloniali, le frutta, i salami, e i formaggi, tutto, tutto nella strada, al sole, alle nuvole, alla pioggia; le casse, il banco, le bilancie, le vetrine, tutto, tutto nella via; ci si frigge, essendovi una famosa friggitrice, ci si vendono i melloni, essendovi un mellonaro famoso per dar la voce: vanno e vengono gli asini carichi di frutta; l’asino è il padrone tranquillo e potente della Pignasecca. Qui il romanzo sperimentale potrebbe anche applicare la sua tradizionale sinfonia degli odori, poiché si subiscono musiche inconcepibili: l’olio fritto, il salame rancido, il formaggio forte, il pepe pestato nel mortaio, l’aceto acuto, il baccalà in molle. Nel mezzo della sinfonia della Pignasecca, vi è il gran motivo profondo e che turba; la vendita del pesce, specialmente del tonno in pieno sole, su certi banchi inclinati.»
Anticamente la zona era di proprietà della famiglia Pignatelli di Monteleone ed era conosciuta con il toponimo Biancomangiare, derivato da una meringa prodotta in loco. Nell'attuale piazza di Montesanto, anticamente era presente un ippodromo con toreros e picadores, realizzato durante il vicereame spagnolo. Esistono almeno due varianti del nome della zona, che risale al 1500: una prima ipotesi, vuole che in seguito alla costruzione di via Toledo, furono spianati tutti i terreni agricoli del luogo. Sopravvisse un solo pino (in napoletano pigna) il quale successivamente seccò dando il nome di Pignasecca alla zona. Una seconda ipotesi è legata ad una leggenda, che vuole che in questa zona ci fosse una fitta pineta popolata da molte gazze. Un giorno una di queste gazze rubò l'anello al vescovo della città, intento ad amoreggiare con la perpetua. Questi per vendetta scomunicò tutte le gazze una ad una e successivamente dopo pochi giorni la pineta seccò e le gazze andarono via, lasciando quel luogo divenuto arido, la Pignasecca.
Quando fu abolito il mercato che si teneva nella vicina Piazza Dante, venditori e bancarelle si spostarono in questo caratteristico rione dei Quartieri Spagnoli. Nei secoli si è ampliato e arricchito invadendo i marciapiedi, popolandosi di gente proveniente da ogni posto del mondo. Ancora oggi si respira l’antico sapore del mercato di una volta, dove la contrattazione è ancora un elemento imprescindibile. Il mercato si sviluppa lungo una strada lunga poco meno di un chilometro (Via Pignasecca) dove si può trovare di tutto e di più. Dagli acquafrescai ai pescivendoli urlanti, dai negozi alimentari con ogni ben di dio, ai negozi da “tutto a 50 centesimi”. Passeggiare tra le innumerevoli bancarelle, taverne, trattorie e rosticcerie e lasciarsi rapire dai colori, dalle voci dei venditori è un’esperienza appassionante. Tanto caos ma anche testimonianze del passato ben visibili nel quartiere. Tra queste il famoso Ospedale Pellegrini, erede dell’Arciconfraternita e ospedale S.S. Trinità di Pellegrini e Convalescenti. Viene fondato nel 1578 da Bernardo Giovino e sette colleghi artigiani con l’obiettivo di offrire cure e soccorso per i bisognosi, ma anche di ospitare i pellegrini in transito a Napoli.