Il decumano inferiore lato piazza del Gesù
Il decumano inferiore lato piazza del Gesù
Il decumano inferiore lato Forcella
Il decumano inferiore (Spaccanapoli) visto dall'alto
Piazza del Gesù
Piazza San Domenico
La ruota degli Esposti
Porta Nolana
Il decumano inferiore, che prende nell'area centrale i nomi ufficiali di via Benedetto Croce, Via San Biagio dei Librari, Vicaria Vecchia, Via Forcella termine della città romana con porta Furcillensis (attuale cippo a forcella), ed il prosieguo medioevale di via Giudecca Vecchia e Via Tupputi da una parte, mentre dall'altro lato della Y di Forcella, prende i nomi di via Forcella, via Egiziaca a Forcella, ma è comunemente chiamato Spaccanapoli, è una delle vie più importanti della città. In origine il tracciato sorgeva dalla piazza San Domenico Maggiore e proseguiva fino a via Duomo. In epoca romana, la via si allungò e inglobò anche la zona dell'attuale piazza del Gesù Nuovo come testimoniano i resti delle terme romane ritrovate sotto il chiostro della basilica di Santa Chiara. Su Spaccanapoli si affacciano numerosi edifici di culto di significativa importanza, centri della cristianità napoletana. Tra i principali vi sono la chiesa del Gesù Nuovo, quella di Santa Chiara e quella San Domenico Maggiore.
Piazza del Gesù deve il nome all'omonima chiesa presente, la pone a pochi passi da altri importanti luoghi storici, come via Toledo e piazza Dante, piazza Monteoliveto e piazza San Domenico Maggiore. La piazza, fulcro di alcuni dei più importanti monumenti di Napoli, ruota attorno al monumentale obelisco dell'Immacolata, maestosa guglia di marmo bianco e bardiglio posta al centro dello spiazzo. Sul lato ovest, vi sono alcuni storici palazzi nobiliari di stile tardo barocco. Sul lato opposto vi è un importante complesso d'architettura medievale, la chiesa delle Clarisse. Di fronte ed al lato si innalzano rispettivamente due delle chiese più importanti della città: la chiesa del Gesù Nuovo ed il Monastero di Santa Chiara. La prima ha nella sua facciata quattrocentesca con bugnato a punta di diamante in pietra piperina il più tipico esempio di barocco napoletano. La seconda, che invece rappresenta la più grande chiesa di stile gotico della città.
Via Benedetto Croce, uno dei sette nomi di Spaccanapoli è ricordato ripetutamente dai ritrovamenti di reperti archeologici caratterizzante le età antiche di questa zona. Si tratta comunque di una delle sette strade più antiche di Napoli, la quarta a dare un nome diverso a Spaccanapoli. Il fatto poi che sia considerata la strada forse la più antica di Napoli è ipotesi condizionata dalla sua larghezza che rimane costante lungo tutto il suo tracciato, e dai ritrovamenti sotto le fondazioni di palazzo Corigliano, assegnate all’urbanistica ellenica, e dai resti archeologici sotto Santa Chiara altrimenti assegnati in epoche successive e comunque non oltre il II secolo d. C. Dalle premesse fatte sull’area considerata è possibile ritenere quasi certo che la zona tra San Domenico Maggiore e Piazza del Gesù Nuovo e quindi Via Benedetto Croce si trovi esattamente al di fuori del confine fisico della città greca e arricchitasi di preziosi manufatti solo con l’affermarsi della pax romana e che oggi costituiscono l’eccellente patrimonio immobiliare d’avanzo.
Piazza San Domenico è crocevia di due importanti strade della città: Spaccanapoli (il decumano inferiore est-ovest) e via Mezzocannone (cardine che taglia sud-nord). La piazza prende il nome dalla chiesa, di cui si ammira la zona absidale chiusa in alto da una cornice merlata, che si erge alle spalle dell'obelisco di San Domenico. È uno dei luoghi più significativi della città perché, storicamente, rappresenta il limite orientale delle mura greche di Neapolis. Nei secoli, ha avuto molteplici ruoli, da quelli politici a quelli commerciali finanche a quelli occulti data la vicinanza della Cappella Sansevero. Lo slargo, contornato da palazzi monumentali, oltre ad ospitare la suddetta chiesa, tra le più belle della città, la cui facciata è caratterizzata da un'evidente influenza orientale, vede dominare al centro l'obelisco di San Domenico.
Piazzetta Nilo si trova tra piazza San Domenico Maggiore e largo corpo di Napoli, in una posizione tale da creare un unico slargo formato dalle tre piazze. Prende il nome dalla statua del dio Nilo presente nell'adiacente largo e voluta dalla comunità alessandrina molto presente duemila anni fa, nella florida Napoli greco-romana. Tutta questa zona infatti era la sede degli alessandrini, i quali avevano anche un proprio cardo che riportava il loro nome: il vicus Alexandrinus (corrispondente all'attuale via Nilo, oppur a via Mezzocannone.
Largo Corpo di Napoli si presenta come una piazzetta di piccole dimensioni posta in posizione pressoché centrale rispetto al decumano inferiore su cui essa si trova. Dalla piazzetta comincia anche via Nilo, un cardine in direzione nord che collega il decumano a quello maggiore, divenendo così importante punto di incrocio del centro storico cittadino. Al centro del largo domina la statua del dio Nilo, scolpita nel corso del II secolo, quando in luogo si stanziarono, per motivi commerciali, gli alessandrini. Di fatto furono proprio questi che vollero far erigere una scultura che ricordasse loro il paese d'origine. Nacque così la scultura raffigurante il dio Nilo che tutt'oggi insiste al centro del largo.
Via San Biagio dei Librai è una strada davvero affascinante, in grado di far cogliere pienamente a chi la percorre l’anima della Napoli più vera, quella fatta di passione e di luoghi dalla bellezza quasi struggente. congiunge piazzetta Nilo e via Duomo. Questa strada porta con sé un fascino antico e unico. Già dal suo nome via San Biagio dei Librai rimanda alla cultura. Chi ama l’arte e la storia, poi, non può che rimanere affascinato dalle strutture presenti in questa zona. Merita una citazione, in primis, la chiesa di San Biagio Maggiore, dedicata proprio al protettore delle persone che hanno problemi alla gola. Da allora quest’ultimo è molto amato a Napoli ed è anche a questo aspetto che San Biagio dei Librai occupa un luogo speciale nel cuore dei partenopei. Doveroso, poi, menzionare un’altra chiesa importante di questa zona, quella dedicata a San Gennaro all’Olmo.
Il tratto finale del decumano inferiore da via Duomo a Forcella e oltre è formanto ad Y da qui il nome Forcella della zona., prende nell'area a patire da via Duomo i nomi ufficiali di Piazza Crocelle ai Mannesi, via Vicaria Vecchia via Forcella termine della città romana con porta Furcillensis (attuale cippo a forcella), ed il prosieguo medioevale di via Giudecca Vecchia e Via Tupputi da una parte, mentre dall'altro lato della Y di Forcella, prende i nomi di via Forcella, via Egiziaca a Forcella e superato l'incrocio con il corso Umberto via Nolana.
Piazza Crocelle ai Mannesi. Prende il nome dalla omonima chiesa delle Crocelle ai Mannesi dedicata all’ordine dei Chierici Ministri degli infermi fondato nel Cinquecento da San Camillo de Lellis; le crocelle erano le croci che quei frati portavano sull’abito e i mannesi sono i carradori cioè gli artigiani costruttori e riparatori di carri che avevano delle officine in zona. I mannesi peraltro davano il nome al vico Mannesi che era l’attuale via Duomo.
Via Vicaria Vecchia prende il nome dal tribunale della Corte del Vicario (Vicaria) Questo tribunale venne istituto come Corte del Vicario del Regno per gestire gli affari domestici in un periodo di gravosi impegni internazionali volti al recupero della Sicilia.
Via Forcella. L’antica regione detta Termense (per la presenza in epoca romana di grandi complessi termali come quello rinvenuto sotto la chiesa di Carminiello ai Mannesi sventrata dai bombardamenti dell’ultima guerra) o Ercolense (da un tempio di Ercole nella zona) prese poi il nome di Forcella e ebbe anche un omonimo Seggio nobiliare e nel suo stemma una Y. Tale lettera dell’alfabeto greco era un simbolo iniziatico della scuola dei Pitagorici che probabilmente aveva sede nei pressi, simbolo che rappresenterebbe il bivio ideale tra i sentieri del vizio e della virtù. Secondo altri il nome deriva dalla conformazione stradale che ivi assume l’aspetto di una forcella. Il proverbiale “cippo a Forcella” è un resto di mura antiche tuttora visibili forse appartenenti alla “porta furcillensis” di epoca romana.
Oltre i resti dell'antica porta la strada prosegue con il nome di via Egiziaca a Forcella, qui vennero costruiti alcuni ospedali e o opera assistenziali dei quali, senz'altro la più famosa, è La Real Casa dell’Annunziata e la ruota degli esposti. Il complesso originale comprendeva una chiesa, un ospedale, un convento, un orfanotrofio e un ritrovo per le ragazze senza dote. Dopo poco si decise di far costruire, in un foro praticato sulla parete esterna dell’ospedale, una ruota in legno e girevole, conosciuta come “rota dei gittatelli”, che serviva per accogliere i neonati che solitamente erano abbandonati, nella notte, dai propri familiari. Da quel momento in poi diventavano i cosiddetti “esposti”, da qui il cognome Esposito molto diffuso a Napoli, in provincia ed in tutto sud Italia.
Arriviamo così dopo aver attraversato corso Umberto, che ha seventrato l'antico quartiere medioveale a via Nolana che ci porta direttamente ad una delle porte della città Porta Nolana