I territori del ducato di napoli
I territori del ducato di napoli
Non possiamo più fare a meno di soffermarci a considerare, seppure in modo piuttosto sintetico, il notevolissimo periodo storico della Napoli bizantina e ducale, durato circa sei secoli, che portò la città greco-romana ad essere un faro di civiltà, cultura e tradizioni classiche, oltre alla relativa prosperità, rispetto alla restante Italia percossa dalle invasione barbariche. La città ospitò nel suo "Castro Luculliano" (odierno Castel dell'ovo), Romolo Augustolo ultimo erede dei Cesari che fu deposto dal barbaro Odoacre nel fatale anno 476 d. C., trovò nella piccola isola di "Megaride" (altro nome del castel dell'Ovo) quella quiete e quella sicurezza di vita che la grande Roma ormai non offriva più ad alcuno. Abbattuto a sua volta Odoacre dal grande Teodorico, anche Napoli entra far parte dei domini gotici, ma ciò non dura a lungo.
Dalla lontana Bisanzio Giustiniano decide di riunificare l’Impero ed ecco che Belisario sbarca in Italia, dando inizio a quella rovinosa Guerra Gotica che devastò per lunghi anni l’intera penisola. Ma questi, che riuscì facilmente a prendere la Sicilia ed una parte della Campania, trovò qui una resistenza accanita. Napoli occupata da Belisario nel 536, viene ripresa nel 542 dai goti di Totila, ma Narsete la riporta definitivamente fra i domini bizantini nel 553. Dopo questo fatto d’armi Napoli viene governata per alcuni anni da funzionari bizantini. Poi oer un primo periodo e per quasi un secolo, Napoli è governata dal Vescovo che oltre alla funzione di capo della chiesa napoletana aveva assunto anche la funzione di Giudice.
Con l’evolversi della situazione, nel 638 la somma dei poteri civile e militare è accentrata nella persona di un Duca laico e finalmente, nel 661, la storia di Napoli bizantina giunge ad una svolta decisiva: il duca di Napoli Stefano I giocando abilmente fra il potere dell’Imperatore d’ Oriente e quello del Papa, riesce a condurre la città alla totale indipendenza.
Nel VII secolo il Ducato comprendeva, oltre a Napoli, i ducati vicini di Amalfi e Gaeta. Si estendeva nell'area dell'attuale città metropolitana di Napoli comprendendo, oltre la città, il Vesuviano, il ducato di Sorrento composto dalla Penisola sorrentina e l'Isola di Capri, l'Area flegrea e le isole d'Ischia e Procida, l'Afragolese, i territori di Pomigliano d'Arco, Caivano, Sant'Antimo, Giugliano, il Nolano, oltre a zone dell'attuale provincia di Caserta come l'Aversano.
L’esistenza del giovane Stato non era delle più facili; circondato da cupidi vicini ed insidiato anche da potenti più lontani, dovette spesso prendere le armi per difendersi sui campi di battaglia o per sostenere durissimi assedi dagli spalti mura cittadine. Ma in tali occasioni la città dimostrò un valore per lo meno pari alla già evidente abilità politica. Soprattutto gli riuscì a tener testa in guerra il più potente dei suoi avversari: I longobardi di Benevento, che accarezzavano l'idea di riunire in un unico Stato tutta l’Italia meridionale. Nel 788 andò a monte definitivamente tale possibilità perché il grande ducato di Benevento si suddivise in tre ducati: di Benevento, Capua e Salerno, spesso in discordia fra loro; per cui fu proprio il ducato di Napoli a trarre i maggiori vantaggi, poiché non ebbe più a preoccuparsi di un vicino troppo potente. Dovette spesso sostenere aspre lotte, militari e diplomatiche, contro longobardi e saraceni, Pontefici romani e Imperatori bizantini, Re franchi, Imperatori tedeschi e avventurieri normanni, riuscendo sempre a spuntarla grazie alle capacità dei suoi Duchi ed alle virtù del suo popolo.
Il palazzo ducale (Il pretorio) era sito nell'antico quartiere del Nilo, fra l'attuale collina di Monterone e Spaccanapoli, proprio alla spalle dell' università, dove oggi è situato l'antico convento di san Marcellino. Ci sono poche informazioni sull'architettura del palazzo ma il complesso era certamente caratterizzato da cortili, porticati e giardini. Al suo interno doveva avere anche una prigione dato che dalle cronache del XI secolo ci parlano dell'imprigionamento di Cesario Console. Ciò che possiamo ammirare ora sono due scaloni esterni che dalla spiaggia sottostante risalivano alla piazza del colle dove sorgeva il complesso.
Cosa erano i Seggio o Sedili? Erano anzitutto edifici cittadini, composti da un atrio ed un vano chiuso per le riunioni, erano poi “piazze” cioè luoghi di inquadramento socio-topografico delle famiglie aristocratiche. Infine erano unità amministrative: ogni seggio è partecipe dell’amministrazione della città. I seggi della nobiltà all'inizio erano quattro, quelli di Capuana, Forcella, Montagna e Nilo e ricalcavano la precedente suddiviose della città in Regio. Successivamente aumentarono fino a raggiungere il numero ragguardevole di ventinove, comunque erano raggruppati in sei seggi principali. Sei nobiliari abilitati ufficialmente a trattare gli affari amministrativi della città, unitamente al Seggio del Popolo. Sette seggi: quelli del Popolo, quelli di Capuana, Nido, Porta e Portanova e quello di Montagna, e l’antichissimo seggio di Forcella.
I seggi nobili erano ciascuno rappresentato e governato da sei cavalieri, il seggio del Popolo era invece governato da un eletto e da dieci consultori. I seggi nobili avevano il diritto di nominare a turno il Sindaco di Napoli. Questi, riuniti con quello del Popolo, nominavano ciascuno il proprio Eletto che assieme agli altri andava a comporre il Tribunale di San Lorenzo al quale spettava il vero potere esecutivo della città.
Ogni seggio aveva un proprio stemma: Capuana un cavallo frenato in campo azzurro; Forcella uno scudo rosso e oro con una pergola o forca scorciata ad ipsilon; Montagna tre monti verdi in campo d’argento. Nido un cavallo sfrenato in campo d’oro; Porto un villoso Orione con un pugnale rivolto in basso nella mano destra; Portanova una porta d’oro in campo azzurro; Il seggio del Popolo una “P” maiuscola in campo partito di oro e rosso. Le rappresentazioni degli stemmi dei seggi sono visibili sulla facciata del campanile della chiesa di San Lorenzo in via Tribunali.
Partiremo alla scoperta della Napoli ducale un viaggio nel tempo alla scoperta delle costruzioni ancora oggi esistente nonostante le trasformazioni e in quei luoghi che nonostante non esistono più conservano tracce della memoria nei nomi dei strade, dei palazzi o delle chiese o nelle legende.