Il coraggio della libellula

Solitamente mi piace passare il tempo in attività come lo sport, o molte altre cose, e non l’ho mai dedicato per leggere un libro, ma soprattutto non ne ho mai trovato uno che mi piacesse veramente, cosa che mi ha convinta sempre di più a non leggere. 

Quando cercavo di sceglierne uno, mi ritrovavo sempre con la solita domanda : “Ma lo leggerò mai?”. Infatti ho sempre letto le prime pagine per curiosità e lo lasciavo intatto per  i mesi successivi.

Penso però che un libro che ha suscitato pienamente il mio interesse è stato proprio "Il coraggio della libellula".

Si tratta di una storia ambientata nella piccola cittadina di Galloway, in America.

Le protagoniste sono due ragazze di nome Casey e Jessica, di circa 17 anni, due migliori amiche che dovranno affrontare un esasperante avvenimento che sconvolgerà completamente le loro vite.

Tutto iniziò al campo scout d’estate, il campo dei Salici Piangenti, un fantastico posto in mezzo alla natura pieno di insetti e vegetazione, cosa di cui Casey aveva proprio bisogno siccome appassionata di questa scienza. 

Le due ragazze amavano trascorrere lì il loro tempo libero, ma quell’estate si sono prese l’incarico di capogruppo in cambio di qualche soldo… 

Tutto andò bene finché le due ragazze non dovettero badare a Stephanie, una bambina di circa sette anni che spariva continuamente. Cercava sempre di rovinare tutto.

Era prepotente e nascondeva gli oggetti delle altre bambine nel bosco o li lanciava direttamente nel fiume. 

Purtroppo le ragazze, dopo tanti sforzi, non riuscirono a mandarla a casa perché i genitori erano impegnati con il lavoro. 

Ormai però erano abituate al fatto che spariva e tornava dopo pochi minuti, quindi non si preoccuparono a cercarla il giorno in cui sparì per più di due ore. 

Sorse il dubbio che fosse davvero scomparsa e quindi intere squadre di polizia iniziarono a cercare Stephanie..

Jessica però fece lo sbaglio di fare una battuta poco conveniente davanti ad un poliziotto, perché le chiese: “Così alla fine l’hai uccisa?” e in risposta Casey disse “E ho nascosto il suo corpo in un albero cavo”. 

Alla fine il corpo di Stephanie fu realmente trovato dentro un albero cavo, come se fosse una coincidenza con le parole di Casey, e quindi la polizia la accusò di omicidio senza alcuna prova. 

Da quel giorno la ragazza venne incarcerata e l’aiuto del suo avvocato servì a poco. 

Tra l’altro il caso di Stephanie divenne molto popolare e in pochi giorni la sua faccia venne stampata su tutti i giornali della piccola cittadina.  Ma questo non fu l’unico problema perché la sola volta che provò a mandarle una lettera, Jessica riuscì a perderla e venne appesa nei corridoi della scuola, di conseguenza anche lei venne presa di mira siccome erano migliori amiche.

Da questo punto, fino alla fine del libro, si racconta di come Jessica visse questa parte della sua vita, isolata dal mondo e accolta dal gruppo peggiore della scuola. Il gruppo che dipinse la casa della povera Casey tutta di verde, siccome ormai tutti pensavano che fosse colpevole.

Per la solitudine e la malinconia ogni notte usciva alle due per farsi un giro in bici nei posti in cui stava insieme a Casey.

Tutto finì quando scoprirono il vero colpevole e le due ragazze finalmente tornarono assieme. 

Jessica non ebbe il pieno coraggio di difendere Casey, cosa che mi è piaciuta di meno.

Inoltre ho notato che quasi non aveva emozioni, sembrava fosse un robot.

La copertina del libro prende nome da come si chiamano a vicenda le due ragazze: la libellula è Jessica mentre la mantide religiosa è Casey, nomi che appunto derivano dalla passione per gli insetti.

Questo libro mi è piaciuto davvero tanto. 

I gialli hanno lo scopo di farti venire voglia di sapere sempre di più come andrà a finire la storia e questo libro ci è riuscito in pieno.

Anastasia Ruscitti