GNT135

PONTE

Comune di Bagnoregio (VT)

RIQUALIFICAZIONE DELL' ACCESSO ALL' ABITATO DI CIVITA DI BAGNOREGIO

Concorrenza: 2008

Progetto: 2008

GNT_1_ ingresso

L’approccio progettuale al tema del concorso di riqualificazione dell’accesso al borgo di Civita ha privilegiato una direzione che si può definire “organica”. Partendo dal presupposto che l’attuale collegamento risulta particolarmente discordante con il paesaggio e con i colori della vallata dei Calanchi, e che il collegamento tra Civita e Bagnoregio è stato da sempre, anche prima dei fenomeni erosivi, un segno fortemente riconoscibile, la scelta progettuale prevede la sostituzione del ponte attuale, realizzato in calcestruzzo armato negli anni ’60, con un nuovo collegamento che mantiene però inalterato il disegno del percorso nonché la viabilità di pertinenza al parcheggio sottostante. Infatti la proposta contempla una duplice possibilità di accesso: da una parte la realizzazione di un nuovo ponte, prettamente pedonale ma allo stesso tempo percorribile da piccoli mezzi, dall’altra un camminamento coperto, esclusivamente pedonale, che dal parcheggio conduce ad un collegamento verticale di risalita. L’attuale ponte viene sostituito da un altro che, rispetto all’esclusivo utilizzo del calcestruzzo armato, prevede una differenziazione di materiali: i piloni si trasformano in sostegni verticali di tubi cavi in acciaio, che per la loro forma ricordano le arcate del ponte distrutto durante la seconda guerra mondiale, per la loro snellezza invece rimandano a steli di fiori; l’impalcato sarà realizzato attraverso travi in legno lamellare, e sarà rivestito con un selciato in pietra basaltina (tefrite), che richiama per materiale e colore quello utilizzato per la pavimentazione dell’intero borgo, ma che si differenzia per le dimensioni dei conci; infine anche il parapetto sarà realizzato in legno lamellare. La seconda via di accesso al borgo, che a partire dall’area destinata alla sosta delle autovetture, opportunamente ridisegnata e definita con adeguata alberatura e pavimentazione naturale in terra stabilizzata (tipo Glorit), passando per un corridoio in galleria, della lunghezza pari a circa 100 metri, arriva a un ascensore che sbarca, superando un dislivello di 22 metri, all’ingresso della stradella che conduce a Civita. . Tale percorso alternativo, di per sé cardine dell’intero progetto, permette di risolvere, dal punto di vista funzionale e strutturale, diverse lacune dell’attuale collegamento. Innanzitutto tiene conto della possibilità di consentire l’accesso in maniera più agevole, una volta raggiunto il parcheggio, in quanto il camminamento si sviluppa secondo un piano inclinato inserito tra due cordonate, aventi pendenza e piani di sosta a norma di legge, tale da poter essere superata comodamente da tutti quei soggetti che hanno difficoltà di deambulazione; inoltre l’ascensore è stato dimensionato in maniera da poter contenere, in caso di emergenza, una barella. La galleria realizzata in calcestruzzo di cemento armato funge anche da opera di consolidamento, in quanto la barriera di micropali, che la ancora al terreno va a intercettare gli strati più coerenti, collaborando con il nuovo bastione di contenimento del costone (lato Civita). I fianchi e la copertura della galleria verranno ricoperti da una colata informe di malta di cemento confezionata con polvere di quarzo, argilla e tufo, al fine di restituire, in termini morfologici e cromatici, lo skyline del versante via via perduto a seguito dei continui fenomeni erosivi; al di sopra di essa verrà applicata una rete di polipropilene allo scopo di far attecchire essenze arbustive tipiche della macchia mediterranea quali la ginestra. E’ bene sottolineare comunque che tale passaggio coperto non vuole essere una interruzione del paesaggio bensì, attraverso le bucature irregolari realizzate sui lati della galleria, vuole mantenere un rapporto visivo continuo con il contesto circostante. L’immagine di tale opera nasce da diverse suggestioni: prima fra tutte è l’idea di spostare un po’ più a valle l’ingresso di Civita; infatti sino al XVII secolo il borgo vantava la presenza di ben cinque porte civiche, delle oggi quali ne è rimasta solo una. Con questo intervento si vuole, senza alcuna pretesa, far corrispondere l’ingresso della galleria con la porta “simbolica” di Civita. In secundis il tipico cunicolo scavato nel tufo che conduce alle cisterne, di derivazione etrusca, di cui anche Civita ospita qualche esempio. Infine la galleria, richiamando simbolicamente il mito dell’Antro della Sibilla Cumana, si pone l’obiettivo di esorcizzare la profezia del «paese che muore», narrata da Bonaventura Tecchi nel 1942.

Qui su l'arida schiena del formidabil monte, la qual null'altro allegra arbor nè fiore, tuoi cespi solitari intorno spargi, odorata ginestra, contenta dei deserti. anco ti vidi de' tuoi steli abbellir l'erme contrade che cingon la cittade … G. Leopardi (1836)