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Cristo, mio redentore.
Sono libero quando
accetto la libertà degli altri.
Sono libero quando
riesco ad essere persona.
Sono libero quando
non credo nell'impossibile.
Sono libero se la mia
unica legge è l'amore.
Sono libero quando credo che Dio
è più grande del mio peccato.
Sono libero quando
solo l'amore riesce a incantarmi.
Sono libero se mi accorgo
che ho bisogno degli altri.
Sono libero quando sono capace
di ricevere la felicità
che mi regalano gli altri.
Sono libero se solo la verità
può farmi cambiare strada.
Sono libero se posso
rinunciare ai miei diritti.
Sono libero quando amo il bene
del mio prossimo
più della mia stessa libertà.
(don Primo Mazzolari)
LA PAROLA DI DIO
Nella tradizione liturgica della chiesa cattolica latina, prima della proclamazione del Vangelo, il diacono invocando la benedizione è benedetto dal sacerdote con queste parole: “Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue labbra, perché tu possa annunciare degnamente il suo Vangelo. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. La liturgia bizantina prega: “O Signore, amante degli uomini, fa che risplenda nei nostri cuori la pura luce della tua divina conoscenza, ed apri gli occhi della nostra mente, perché possiamo intendere i tuoi detti evangelici”. Nella tradizione liturgica della Chiesa riformata, il pastore, prima di leggere e predicare, chiede “a Dio la grazia del suo santo Spirito, perché la sua parola sia fedelmente esposta ad onore del Suo Nome e a edificazione della Chiesa, e che sia ricevuta in umiltà e ubbidienza, come si conviene”. Ancora nella liturgia riformata si trova questa splendida preghiera, ispirata alla Imitazione di Cristo:
“Noi ti ringraziamo, Signore Dio, per averci riuniti alla tua presenza per rivelarci il tuo amore e sottometterci alla tua volontà.
Fa’ tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua.
Affinché non troviamo condanna nella tua Parola, sentita ma non accolta, conosciuta ma non amata, ascoltata ma non messa in pratica.
Apri, mediante il tuo Santo Spirito, le nostre menti e i nostri cuori alla tua verità e alla tua conoscenza, nel nome di Gesù Cristo, tuo Figlio nostro Signore. Amen”.
preghiera ispirata all'Imitazione di Cristo
Madeleine Delbrel
Mandaci, o Dio, dei folli,
quelli che si impegnano
a fondo,
che amano sinceramente,
non a parole,
e che veramente sanno
sacrificarsi sino alla fine.
Abbiamo bisogno di folli
che accettino di perdersi
per servire Cristo.
Amanti di una vita semplice,
alieni da ogni compromesso,
decisi a non tradire,
pronti a una abnegazione totale,
capaci di accettare qualsiasi compito,
liberi e sottomessi al tempo stesso,
spontanei e tenaci,
dolci e forti.
Se noi fossimo contenti di te, Signore,
non potremmo resistere a questo bisogno di danzare che irrompe nel mondo,
e indovineremmo facilmente quale danza ti piace farci danzare facendo i passi che la tua Provvidenza ha segnato.
Perché io penso che tu forse ne abbia abbastanza della gente che, sempre, parla di servirti col piglio da condottiero,
di conoscerti con aria da professore,
di raggiungerti con regole sportive,
di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato.
Un giorno in cui avevi un po' voglia d'altro hai inventato san Francesco,
e ne hai fatto il tuo giullare.
Lascia che noi inventiamo qualcosa
per essere gente allegra che danza la propria vita con te.
Per essere un buon danzatore, con te come con tutti, non occorre sapere dove la danza conduce.
Basta seguire, essere gioioso, essere leggero, e soprattutto non essere rigido.
Bisogna essere come un prolungamento,
vivo ed agile, di te...
Ma noi dimentichiamo la musica del tuo Spirito, e facciamo della nostra vita un esercizio di ginnastica:
dimentichiamo che fra le tue braccia la vita è danza,
che la tua Santa Volontà è di una inconcepibile fantasia,
e che non c'è monotonia e noia se non per le anime vecchie,
tappezzeria nel ballo di gioia che è il tuo amore.
Signore, insegnaci il posto che tiene, nel romanzo eterno avviato fra te e noi,
il ballo della nostra obbedienza.
Facci vivere la nostra vita,
non come un giuoco di scacchi dove tutto è calcolato,
non come una partita dove tutto è difficile,
non come un teorema che ci rompa il capo,
ma come una festa senza fine dove il tuo incontro si rinnovella,
come un ballo,
come una danza,
fra le braccia della tua grazia,
nella musica che riempie l'universo d'amore.
Signore, vieni ad invitarci.
Se conosceremo Gesù, niente sarà più come prima.
Signore, non ricordarti soltanto degli uomini
di buona volontà ma anche di quelli cattivi.
Ma non per guardare a tutte le sofferenze
che ci hanno fatto patire,
ricordati piuttosto delle cose buone che quelle
sofferenze hanno fatto nascere in noi:
la fratellanza, la lealtà, l'umiltà,
il coraggio, la generosità,
la grandezza d'animo che ci è cresciuta dentro
per tutto quanto abbiamo sofferto.
E quando quegli uomini verranno
al giudizio finale lascia che i buoni frutti
che da noi sono nati siano il loro perdono.
(Preghiera trovata nel campo di concentramento di Ravensbruck)
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una roccia così debole, perché ne fonderei un'altra su una pietra ancora più debole che sono io. Direi proprio, pensando alla Chiesa e alla mia povera anima, che Dio è più grande della nostra debolezza. (Carlo Carretto)
La festa di oggi dei Santi Pietro e Paolo sostenga la nostra fede e la nostra gioia di essere Chiesa grazie a loro "caduti a terra come grano assimilati al Crocifisso nel sangue sparso date frutto la santa chiesa, sposa bella".
Preghiera di don Alberto Benedetti, el prete de Serè, prete anarchico della Lessinia Occidentale a vent'anni dalla sua morte 15 agosto 1997:
AMA IL CREATORE
Ama la terra.
Lavora gratuitamente,
conta su quello che hai e sii povero.
Ama qualcuno che non se lo merita.
Non ti fidare del governo,
di nessun governo,
e abbraccia gli esseri umani,
nel tuo rapporto con ciascuno di loro
riponi la tua speranza politica.
Approva nella natura quello che non capisci
E loda quella speranza,
perché ciò che l'Uomo non ha razionalizzato non ha distrutto ...
Metti l'orecchio vicino alla terra e ascolta
I bisbigli delle canzoni future.
Aspettati la fine del mondo.
Sorridi,
il sorriso è incalcolabile.
Preghiera a Sant'Anna
Prostrati ai piedi del tuo trono o grande e gloriosa Sant'Anna, veniamo a presentarti la nostra fervida preghiera, quella che sgorga dal nostro cuore. Accoglila benigna, rendici grazie e prega per noi. O Sant'Anna che vivi gloriosa nel cielo, tu in terra sei stata figlia, sposa e madre e hai sempre svolto coscientemente e lodevolmente la tua missione. I nostri avi hanno affidato alla tua protezione questa terra e soprattutto i suoi abitanti. Anche noi seguendo le loro strade ci affidiamo a te. Guarda con benevolenza ai nostri figli perché crescano educati nella fede e formati soprattutto nel Vangelo. Guarda alle spose perché siano buone compagne dei loro sposi e aperte alla vita per accogliere ogni persona. Guarda alle mamme e aiutale ad essere ottime educatrici dei loro figli, comprensive e sagge nei consigli. Con il tuo santo sposo, Gioacchino, aiuta tutti noi a camminare nella via della rettitudine e dell'onestà, affinché possiamo arrivare a possedere con Te il Regno dei Cieli.
Preghiera a Sant’Anna
Cara sant’Anna che dopo lunga attesa
hai prodigiosamente ottenuto il dono della
fecondità e sei diventata madre di Maria,
ti preghiamo di vegliare su di noi
come nonna del Cielo e
di insegnarci a leggere ed ad amare
la parola di Dio nella Bibbia.
In particolare assisti le mamme in attesa,
che portano in grembo
il dono di una vita nuova.
Fa che ogni bimbo, gioiosamente accolto,
cresca sano di corpo e di mente come Gesù.
Rendi i genitori saggi educatori
dei loro figli e aiutali
in ogni difficoltà coniugale.
Ottieni alle nostre famiglie
la prosperità e la pace.
Dona conforto alle vedove e fa
che non manchino ai nonni l’affetto
e le cure dei familiari.
Tieni per mano i ragazzi,
perché non perdano l’innocenza e
fa che i giovani si orientino
ai più alti valori umani e cristiani,
rifiutando di concedersi alle ingannevoli ebbrezze del nostro tempo.
Offri a tutti la sicurezza che deriva
da una vita spesa bene,
all’insegna della fede che spera ed ama,
dalla quale dipende la nostra felicità
nella vita presente e in quella senza fine.
Amen.
(preghiera Santuario Sant’Anna - Vinadio - CN)
Inno a Sant’Anna
Di Sant’Anna cantiamo le lodi
nella gloria di figlia illibata
che di Cristo è la madre beata
e regina gloriosa del ciel.
Prega per noi, per noi, Sant’Anna
la figlia tua Maria,
odi la prece pia di chi confida in te.
Tu rampollo di stirpe regale
dell’eterne promesse l’erede
con lo sposo tu vivi di fede
e pregusti le gioie del ciel.
La tua vita di prece virtute
converti la tua casa in un tempio.
Il Signore ti pose ad esempio
alle donne di tutte l’età.
A te volgon fidenti lo sguardo
e le madri e le spose e le figlie,
ricopiar nelle proprie famiglie
esse voglion tue eccelse virtù.
Tu onorata da schiere fedeli
tu esaltata dagli angeli e santi
circonfusa di gloria e di canti
o Sant’Anna trionfi nel ciel.
Festa della Vita 7 Febbraio 2016
Messaggio dei piccoli
1. Dici che sono il tuo futuro: non cancellarmi dal tuo presente e dammi tempo.
2. Dici che sono la speranza del domani: orientami perché cresca sereno e coraggioso credendo in Dio.
3. Dici che sono unico: non fare continuamente confronti con altri bambini.
4. Dici che sono la luce dei tuoi occhi: non mi lasciare nel buio delle mie paure ma dammi sicurezza.
5. Dici che sono il tuo tesoro: fammi sentire unico e non mandarmi messaggi di abbandono.
6. Dici che sono una meraviglia al mondo: educami al bello, all'arte, allo stupore per la vita.
7. Dici che «mi mangeresti», dal tanto che mi vuoi bene: non nutrirmi solo di pane e giocattoli ma stammi vicino.
8. Dici che lo fai per il mio bene: non farmi del male e non fare di me un problema, altrimenti lo divento davvero.
9. Dici che sono ancora piccolo per certe cose: sì, però non soffocarmi con la tua presenza asfissiante.
10. Dici che sono un dono di Dio: non lasciarmi orfano e fammi conoscere il Padre Nostro e la croce di Gesù…
Aiutami oggi perché io domani non debba piangere e non faccia piangere te. Tuo figlio
Il vigliacco di oggi è il bimbo che schernivamo ieri. L'aguzzino di oggi è il bimbo che frustavamo ieri. L'impostore di oggi è il bimbo a cui non credevamo ieri. Il contestatore di oggi è il bimbo che opprimevamo ieri. L'indulgente di oggi è il bimbo che accontentavamo ieri. L'uomo che respira amore e bellezza è il bimbo che viveva nella gioia ieri. (Russell)
Poesia di Guido Oldani che alla vigilia di Natale è apparsa su Avvenire:
«Sotto un cielo che è come di vernice
c’è il più bel bastardino visto al mondo
figlio di dio e d’una ragazzina.
Il ventre di maria che fa il bambino
non ha chiesto permesso alla questura,
occupano abusivi quelle mura.
E’ notte, si riscaldano col freddo
gli angeli allegri fanno un gran baccano,
vengono dalla mensa dei barboni
o dalle celle, stelle di galera.
Lui ama tutto ma non vuole nulla
e proprio per amore che è ribelle
ma c’è chi ha in mente gli farò la pelle».
Non sempre, cari amici lettori, i poeti sono capiti. Non sempre la bellezza e la profondità “provocatorie” vengono colte e qualche volta vengono proprio equivocate, addirittura intese capovolte. Per come conosco Oldani credo che abbia messo in conto comprensione e incomprensione, e io con lui. Anche perché nessuna vera poesia si legge una volta sola e per sempre… Sono grato a tutti coloro che, comunque, si sono fatti toccare anche da queste parole accorse intorno alla Parola che s’è fatta carne. Che continui ad accadere. M. Tarquinio
DICEMBRE ...e i tanti regali di questo periodo !
LA PAROLA AI GENITORI:
Cari figli,
* Scusateci, se per anni vi abbiamo lasciato credere che solo la carriera, solo il denaro sono
necessari per diventare importanti.
* Scusateci se vi abbiamo dato cose, non valori; benessere, non idee.
* Scusateci se abbiamo dedicato più tempo ai rimproveri che ai buoni esempi.
* Scusateci se abbiamo pensato più alla pulizia dei denti che a quella delle parole.
* Scusateci se vi abbiamo insegnato la via facile, non la via giusta.
* Scusateci se abbiamo preferito un fascio di biglietti da cento, allo sfascio della famiglia.
* Scusateci se non abbiamo trovato il tempo per guardarvi in faccia, per parlarvi, per godervi.
* Scusateci se abbiamo sbagliato operazione: abbiamo fatto la moltiplicazione delle cose e
la sottrazione dell'amore.
* Scusateci se non vi abbiamo fatto venir voglia di Dio.
2 novembre... al cimitero...
Vorrei rivolgere questa preghiera a tutti voi che avete lasciato questa nostra terra e ora siete nel misterioso silenzio di Dio.
Grazie perché la vostra vita ha segnato la mia.
Grazie per tutto quello che mi avete donato di bello e di grande.
Grazie per i gesti e le parole che mi avete regalato.
Grazie per il vostro amore, presente per sempre nel mio cuore.
Grazie per la luce del vostro volto e la limpidezza del vostro sguardo.
Grazie per tutto quello che ho potuto leggere nel profondo dei vostri occhi.
Grazie per i sentieri percorsi insieme, per le lunghe traversate, talvolta faticose e dure, che abbiamo avuto la fortuna di affrontare insieme.
Grazie per il vostro lavoro, la vostra pazienza e il vostro coraggio.
Grazie per le vostre risa e le vostre lacrime.
Grazie anche per le vostre esitazioni, le paure e grazie anche per il vostro errare.
Grazie per tutti i dubbi e anche per gli sbagli. Tutto questo fa parte della vita.
Il vostro posto è irrimediabilmente vuoto e la vostra assenza mi fa male.
Mi mancate oggi e mi mancherete ancor più domani…
Grazie di avermi dato il coraggio di andare ancora avanti, diretto verso Colui che mi attende sull’altra riva, là dove ora voi conoscete già la pace, l’amore e la gioia.
(Christine Reinbolt)
L’ennesima vita nuova
DI EMANUELEFANT
di Emanuele Fant
Settembre è il vero Capodanno: parte l’ennesima vita nuova. Dato per certo il fallimento della prova costume, progettiamo per l’autunno a venire di nutrirci di verdura, di correre al parco prima e dopo il lavoro, di vestirci sempre carini come fino all’altroieri sul lungomare. Facendo meno movimenti possibile perché non ci si sfili di dosso l’abbronzatura, rivediamo volentieri i colleghi che finalmente hanno storie da raccontare, che sembrano vivi perché non abbiamo condiviso con loro, per l’era geologica di due settimane, il panorama del solito muro.
Settembre è pure, a suo modo, una primavera: si schiudono le scuole, il traffico sotto il balcone raggiunge i rassicuranti livelli che ricordavamo, la televisione si scrolla dal torpore delle repliche, ricordando di possedere la tecnologia per produrre anche programmi dal vivo. Se le piante sul balcone hanno perso la battaglia col caldo estivo (noi partendo gli avevamo raccomandato di procurarsi da bere…), germogliano perlomeno i vicini, e i loro usuali rumori.
Settembre è un trionfo di calendari: la piscina e i suoi nuovi orari, il treno puntuale, l’inserimento del bambino all’asilo, si siedono ad un tavolo e cercano un accordo perché nessuno debba trasferirsi nell’agenda di un altro nucleo familiare.
Settembre non può che stare simpatico per quanto è vivo. Tutti si lamentano in coro, ma poco dopo hanno voglia di darsi da fare, alzando addirittura gli obiettivi. Fanno pace con i propri appartamenti da cui si sono separati a male parole: tornano il posto migliore dove ambientare la vita, magari dopo una imbiancata. Anche la temperatura adesso aspira alla mediazione: l’essere umano privo di condizionatore può lasciare finalmente il cono d’ombra.
Il Creatore sorride, molti chilometri sopra al sole, per il nostro sincero entusiasmo di inizio stagione. Ripartire sentendoci nuovi, sigillare i vecchi tombini: in ogni bacheca condominiale è affisso, ad uso comune, un riflesso di Redenzione
fonte: Credere
E l’angelo
disse alle donne…
“L'angelo disse alle donne: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto.” (Matteo, 28,5-6)
E l’angelo disse alle donne ebree e palestinesi:
I vostri uomini non uccideranno più gli uni i bambini delle altre: Andate e là lo vedrete. “Andiamo a vedere, Cristo è risorto!”
E l’angelo disse alle donne dell’Africa e dell’Asia:
I vostri bambini non cammineranno più cercando il pane tra i rifiuti e gli avvoltoi. Le vostre bambine sfruttate non bruceranno più nelle fabbriche della morte. Andate e là lo vedrete. “Andiamo a vedere, Cristo è risorto!”
E l’angelo disse alle donne straniere in Italia:
Non affonderete più nelle acque del mare. Non sarete più pasto per i pesci. I vostri bambini non saranno più chiamati extracomunitari. Andate e là lo vedrete. “Andiamo a vedere, Cristo è risorto!”
E l’angelo disse alle donne italiane:
Nelle vostre strade non ci saranno più file di stranieri davanti alle questure. I vostri bambini si abbracceranno per le strade con il nero, con il giallo e perfino con il bianco: Andate e là lo vedrete.
“Andiamo a vedere, Cristo è risorto!”
E l’angelo disse a tutte le donne della terra:
Insegnate agli uomini a partorire sentimenti di tenerezza. I vostri bambini non moriranno più per le guerre. Andate e là lo vedrete.
“Andiamo a vedere, Cristo è risorto!”
E l’angelo disse alle donne della nostra città:
Aprirete le porte delle vostre case, inviterete bimbi ed anziani alle vostre tavole, pianterete alberi di pace lungo le strade. Andate e là lo vedrete.
“Andiamo a vedere, Cristo è risorto!”
E le donne dissero all’angelo:
Ora sappiamo che egli è risorto e vivo. “Andiamo a vedere, Cristo è risorto!”
Dagli scritti di don Tonino Bello, vescovo
Tutto è compiuto.
Tutto è terminato
e tuttavia tutto comincia.
Tu vieni schiacciato dalla violenza.
Sei messo a morte nell’odio
e tuttavia l’amore si riversa nel mondo.
Il tuo ultimo grido è lanciato.
Il tuo ultimo grido è offerto.
E tuttavia viene donata una parola senza fine.
Tu sei deposto in una tomba,
vieni sepolto nell’oscurità
e tuttavia viene seminata la luce.
I tuoi amici si disperdono
come dopo una sconfitta.
Tu vieni abbandonato
come dopo un fallimento
e tuttavia sei tu il vincitore.
Nel silenzio vivo
Il silenzio è mitezza
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci la tua difesa a Dio
Il silenio è Misericordia
quando non infierisci sulle colpe dei fratelli
quando dimentichi senza frugare nel passato
quando il tuo cuore non condanna, ma perdona
Il silenzio è pazienza
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi di esser consolato, ma consoli
quando attendi che il seme germoli lentamente
Il silenzio è umiltà
quando accogli nel segreto il dono di Dio
quando non opponi la resistenza all’arroganza
quando laswci ad altri la gloria e il merito.
Il silenzio è fede
quando ti fermi a contemplare il Suo volto
quando ascolti la sua presenza nella bufera
quando taci, perchè egli parla al tuo cuore
Il silenzio è adorazione
quando non chiedi il “perchè” nella prova
quando t’immergi nella sua Volontà
quando dici: “Tutto è compiuto”.
P. Frederick William Faber
(Don Tonino Bello)
Voglio ringraziarti Signore,
per il dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza, oso pensare,
Signore, che anche tu abbia un'ala soltanto.
L'altra la tieni nascosta: forse per farci capire
che tu non vuoi volare senza di noi sposi.
Per questo ci hai dato la vita e ci hai fatti incontrare:
perché noi diventiamo icona del tuo amore.
Insegnaci, allora, a librarci.
Perché amarsi non è lasciarsi trascinare dalle emozioni del momento,
non è solo puro romanticismo, non è solo viere felici e contenti.
Amare è abbandonarsi, come un gabbiano,
all'ebbrezza del vento dello Spirito.
Amare è assaporare l'avventura della libertà.
Amare è stendere l'ala, l'unica ala,
con la fiducia di chi sa di avere nel volo
un partner grande che Tu mi hai posto accanto.
Ma non basta saper volare insieme,
Signore Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche
il mio fratello e di aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono per ogni peccato contro la vita
e per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.
Non farmi lasciare il prossimo nel vestibolo malinconico
della vita dove si "tira a campare", dove si vegeta solo.
Non farmi passare indifferente vicino al fratello che è
rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata
nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai
persuaso di non essere più degno di volare con Te.
Soprattutto, per questo fratello sfortunato
dammi, o Signore, un'ala di riserva...