San Biagio o San Biagio di Sebaste fu un vescovo che visse tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore). È venerato come santo dalla Chiesa cattolica (che celebra la sua memoria il 3 febbraio) e dalla Chiesa ortodossa.Era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Morì decapitato nel 316.San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell'Impero Romano (313). Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dissidio tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati (314), che portò a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.Reliquie
Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sabaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali furono imbarcati, per essere portati a Roma. Una tempesta bloccò il viaggio a Maratea, dove i fedeli accolsero le reliquie, il "Sacro torace", e le conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio.
A Carosino, un paesino in provincia di Taranto, è custodita una delle reliquie: un pezzo della lingua, conservato in un'ampolla incastonata in una croce d'oro massiccio.
A Caramagna Piemonte (Cuneo) è custodita dall'anno 1000 una sua reliquia (un pezzo del cranio), conservata in un busto argenteo; si ha notizia della sua presenza già nell'atto di fondazione dell'antica Abbazia di santa Maria di Caramagna, datato 1028.
Nel santuario di Cardito, in provincia di Napoli, è conservato un ossicino del braccio. Sempre in Campania, a Palomonte in provincia di Salerno, nella Chiesa madre Santa Croce è custodita una reliquia del santo.
A Penne, in Abruzzo, sarebbe invece custodito il cranio del santo. Sempre in Abruzzo, nel Duomo di San Flaviano a Giulianova è custodito il braccio di San Biagio in un raffinato reliquiario in argento dalla foggia di braccio con mano benedicente e recante una palma, datato 1394 e firmato da Bartolomeo di sir Paolo da Teramo.
Nella parrocchia di Lanzara, frazione del Comune di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, sono conservate due piccole ossa della mano.
Nella cattedrale di Ruvo di Puglia si venera nel giorno di San Biagio una reliquia del braccio del Santo, esposta entro un reliquiario a forma di braccio benedicente, portato in processione dal Vescovo e esposto alla pubblica venerazione dopo la solenne messa pontificale in cattedrale, al vespro del 3 febbraio.Nella chiesa a lui dedicata nella città dalmata di Dubrovnik (Ragusa, Croazia), della quale è il patrono, si conserva, secondo la tradizione, il cranio, in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina, che viene portato solennemente in processione nella ricorrenza del santo.A Ostuni è presente un pezzo di osso, venerato e posto sulla gola di ogni fedele che si presenta in pellegrinaggio al Santuario di san Biagio sui colli ostunesi il 3 febbraio.
A San Piero Patti (Messina), è custodito un molare del Santo, conservato in una teca d'argento nella Chiesa di Santa Maria Assunta. La teca viene portata in processione in occasione delle due feste che la cittadina dedica al santo: il 3 febbraio e la prima domenica d'ottobre.
A Mercato Vecchio di Montebelluna, nella chiesa a lui dedicata è custodito un pezzo di veste, e ogni anno il 3 febbraio per tutta la giornata avvengono le benedizioni di pane e arancie.
Leggende
Gli sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce.
Relativamente alla sola esperienza della cittadina di Fiuggi, si narra che nel 1298 fece apparire delle finte fiamme sul paese, proprio mentre questi era in procinto di essere messo sotto assedio dalle truppe papali. La cittadina, che all'epoca si chiamava Anticoli di Campagna, era feudo dei Colonna che a loro volta erano in guerra con la nobile famiglia romana dei Cajetani. L'intenzione dei Cajetani era quella di attaccare il paese da due lati: dal basso scendendo dal castello di Monte Porciano e dall’alto, alle spalle di Fiuggi dalla parte di Torre Cajetani; in virtù di tale piano divisero le proprie forze. Biagio avrebbe fatto apparire delle finte fiamme che indussero le truppe nemiche, che oramai si accingevano all'attacco, a pensare di essere state precedute dalle forze alleate. Di conseguenza mossero oltre, ritornando ai loro alloggiamenti. I fedeli il giorno successivo lo elessero patrono della città. A ricordo di ciò persiste tuttora l'antica tradizione paesana di bruciare grandi cataste di legna di forma piramidale, denominate stuzze, a ricordo dell'"apparizione". Tale manifestazione avviene la sera del 2 febbraio di ogni anno nella piazza più alta del paese (p.za Trento e Trieste), dinnanzi al Comune.
Tradizioni
Nella città di Milano, dove il culto di san Biagio è molto vivo, è tradizione mangiare insieme in famiglia ciò che è rimasto del panettone natalizio. In questo giorno si vendono a poco prezzo i cosiddetti panettoni di san Biagio, gli ultimi rimasti dal periodo festivo.Nella frazione di Lanzara, dove il 3 febbraio si festeggia il santo con una festa che richiama a se più di 30000 fedeli, è tradizione mangiare la famosa "Polpetta di S.Biagio", e, per tener viva questa tradizione, nel periodo della festa viene fatta la "Sagra della Polpetta", tra le più longeve dell'Agro Nocerino Sarnese.Festa di S. Biagio a Cannara, Perugia, 4080 abitanti ca.(2008). Il 3 di febbraio si festeggia S. Biagio con lo svolgimento di giochi della tradizione popolare. Il Gioco delle Forme di Formaggio, che i cannaresi in gara fanno ruzzolare per le vie della cittadina; il Gioco delle Brocche, appese ad una corda tra un palazzo e l'altro, i partecipanti cercano di colpirle con un bastone ad occhi categoricamente bendati; il Gioco degli Spaghetti, che premia il vincitore che ha finito per primo il piatto di pasta con le mani legate dietro la schiena. Momento solenne è quello della processione religiosa con la statua lignea del Santo, accompagnata dai fedeli e dalle note della banda comunale, il "Concerto Musicale Francesco Morlacchi", attiva dalla fondazione nel 1843.A valle del paese di Romallo, in Trentino, si trova un interessante eremo dedicato a S. Biagio. Il 3 di febbraio si celebra la messa e viene impartita la benedizione della gola.Il 3 febbraio si celebra la festa di San Biagio anche a Taranta Peligna in provincia di Chieti in Abruzzo. In onore del Santo protettore dei lanaioli, con una cerimonia di grande fascino, vengono preparate le "Panicelle", pani a forma di mano che vengono distribuite fra le genti del Paese. Il legame tra Taranta Peligna e il culto di San Biagio è testimoniato anche dalla presenza dei lanifici che hanno dato lustro al pese per la lavorazione delle coperte abruzzesi chiamate "tarante".A Maratea, in provincia di Potenza, si tengono due feste in onore del santo: una è quella del 3 febbraio, quando si tiene la benedizione della gola dei fedeli; la seconda, più fastosa, è quella dell'anniversario della traslazione delle reliquie, che si svolge a partire dal primo sabato fino alla seconda domenica di maggio, settimana in cui si svolgono ben quattro processioni del simulacro del santo.
San Biagio patrono
Nella sua qualità di medico, i fedeli si rivolgono a Biagio anche per la cura dei mali fisici ed in particolare per la guarigione dalle malattie della gola: è tra i quattordici santi ausiliatori. Durante la celebrazione liturgica in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele. Per questo è anche patrono degli specialisti otorinolaringoiatri. È anche protettore dei cardatori di lana,degli animali e delle attività agricole.