Com'è dolce la preghiera
Com'è dolce la preghiera
Fra le angosce della vita,
Per chi crede, per chi spera
Nell'aita del Signor;
È la fronte cui c'invita
L'amoroso Redentor.
Del Signor sta fiso il ciglio
Sovra il mesto che lo implora:
Pace a lui, vigor, consiglio
Quello sguardo infonderà;
Pari ad aura che ristora
Fior riarso a lui sarà.
Tu, Signor, quand' io t'invoco
II tuo volto a me riveli.
Tu mi parli, e divien fioco
Ogni accento di quaggiù;
Io vagheggio allor sui Cieli
Le dovizie di Gesù.
Colla tenera fidanza
D'un figliuolo a te paleso
Le mie pene, e la speranza
Nell' affetto tuo divin;
Al tuo piè depongo il peso
Che ritarda il mio cammin.
Tu m' accogli e mi conforti
D' un paterno tuo sorriso ;
E mi porgi il pan de' forti
Nella speme e nella fè;
L' aspra via del Paradiso
Si rinfiora allor per me.
Dov' è il fascio de' dolori
Ch' al tuo piè l'alma depose ?
Or son gioie, son tesori
Dell'eterna tua pietà!
Spine fur, cui cangia in rose
Ineffabil carità.
Della fervida preghiera
Le parole son possenti;
Strida orrenda la bufera,
Gonfio frema, e mugghia il mar,
Frenar ponno il turbo e i venti
E le nubi dileguar.