Il Venerabile Gaetano Mauro

Il Decano

Don Gaetano Mauro nacque a Rogliano (Cosenza) il 13 aprile 1888 da famiglia profondamente religiosa.Fu avviato dal parroco don Michele Caruso agli studi che continuò poi nel Seminario Arcivescovile di Cosenza.

Il 14 luglio 1912, con altri undici, fu ordinato sacerdote a Cosenza, nella chiesa di Portapiana, da Mons. Scanu, Vescovo di S. Marco e Bisignano. Non dimenticò mai la prima Messa  tra lacrime di gioia, il saluto a Bartolo Longo nel Santuario di Pompei, e l'udien­za del Papa Pio X. Gli rimasero profondamente impresse le parole che il Pon­tefice, dando a baciare la mano ai novelli sacerdoti, ripeté per tre volte: « Non date dispiaceri al Papa! ».Fu più di una predica.

Il 28 giugno 1914 venne assegnato come parroco cantore a Montalto Uffugo, ove da due anni la situazione religiosa era tesa  e drammatica.

Con fervore e zelo inizia il lavoro pastorale, specialmente tra i giovani, e presto è nominato Decano della Collegiata di S. Maria della Serra. E "Decano" fu poi il nome che tutti usarono parlando con lui o di lui.

Sacerdote Soldato nella guerra 1915-1918

Il 23 maggio 1915 deve interrompere la sua attività e partire per il fronte, ove presta servizio nella Sanità con altri nume­rosi sacerdoti. Un anno dopo è nominato reggente della Parrocchia di Viscone del Torre, in provincia di Gorizia. Qui lavora tra i fedeli e anche tra i soldati che a Viscone trascorrono il tempo del riposo di ritorno dalle prime linee.Si riferisce a questo periodo la testimonianza di don Piscitelli: « Se l'Ordinario Castrense mons. Bartolomasi, in una sua visita, poté mietere abbondantemente messe di grazie tra ufficiali e soldati, si dovette principalmente alla preparazione organizzata da don Mauro ». Seguì la prigionia. Fu internato civile nel campo di concentramento di Katzenau in Austria, ove per poco non lasciò la vita a causa dei bombardamenti e malattie. Da allora si può dire che la sua salute non andò mai bene.

Straordinaria attività

Al ritorno, dopo un periodo di inattività per malattia (inizio di T.B.C. ), riprende in Montalto la sua straordinaria attività, sostenuto dalla devozione particolare alla SS.ma Eucaristia, alla Madonna della Serra, Patrona di Montalto, e a S. Giovanni Bosco, sulla cui tomba, per imitarlo, aveva fatto voto di dedicarsi, in modo particolare, alla gioventù.

E i fanciulli e i giovani furono i preferiti nel suo lavoro. Catechismo, conferenze, scuole diurne e serali (professionali, medie e ginnasiali, ricreatorio inaugurato tra i ruderi del vecchio convento di S. Francesco di Paola l' 8 dicembre 1921), filodrammatica, cinema, banda musicale, palestra­giochi: tutto fu messo in opera perché i piccoli e gli adolescenti avessero la possibilità di crescere e svilupparsi spiritualmente, professionalmente e culturalmente.

In particolare fiorirono l' Azione Cattolica, la Congregazione Mariana, Le Figlie di Maria e gli Esploratori. Tale attività non gli impediva di guardare ai problemi religiosi e sociali della Calabria .In particolare lo colpì lo stato di miseria, di ingiustizia, di abbandono, di solitudine e di ignoranza religiosa e culturale dei contadini e della gente dei campi.

E’ la folgorazione dell'ispirazione del carisma: l'evangelizzazione e la promozione umana del mondo rurale. L' ispirazione va assecondata: bisogna preparare dei giovani catechisti rurali e degli oratori rurali. I giovani esploratori, effettuando le uscite domenicali, si prestano più dei giovani di altre associazioni, per poter raggiungere i contadini, lontani dai centri abitati. Essi stessi avevano osservato, nelle loro uscite, lo stato di abbandono dei contadini e manifestato la necessità di una catechesi per i piccoli campagnuoli.

L’ora dell’A.R.D.O.R.

Sorse così nel mese di Agosto 1925, l' A.R.D.O.R. (Associ azione Religiosa degli Oratori Rurali), composta da sacerdoti e laici per l' insegnamento della Dottrina Cristiana nelle campagne.

I Catechisti Rurali

Per stringersi più fortemente a lui e al suo ideale apostolico, alcuni giovani iniziarono vita in comune col Decano Mauro nei resti dell' antico convento di S. Francesco di Paola in Montalto il 27 giugno 1928. L' 8 dicembre successivo si diede vita ufficialmente alla Congregazione dei Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), che ottiene il Rescritto di lode il 26 giugno 1930 e l'erezione ad Istituto diocesano il 27 giugno 1930; in seguito ad essa si affiancò la Congregazione delle Suore Catechiste Rurali.

Le Catechiste Rurali

Il fervore delle opere, intenso e forte, richiedeva per conseguenza molte braccia. Aveva assimilato troppo la vita di don Bosco per non aver presente l'esempio di Mamma Margherita, per non desiderarne una o, perché no? tante L' assidua cura di don Mauro nella formazione cristiana dell'elemento femminile, aveva maturato delle anime dispo­nibili a votarsi ad una vita consacrata. Alcune di esse lui stesso le ricorda così:  « 14.3.61 - Questa sera, alle ore 20. 00, dopo lunghe e grandi sofferenze spirituali e fisiche è deceduta D. Marietta della Cananea, una delle prime giovani della nostra Azione Cattolica.

Forse nessuna, più di lei, amò tanto l'Opera nostra. Voleva essere la Fondatrice delle Suore nostre e sarebbe potuto esser­la per la sua intelligenza e attività. Il Signore invece ha voluto che avesse raggiunto in Cielo la Pellegrino, la Maria, la Dorina e la D'Alessandro che ha voluto forse anche vittime espiatrici per colmare le mie enormi deficienze. » (I miei Ricordi).

Tali anime vivranno, per tutta la loro vita, un'autentica consacrazione "personale", ma non apparterranno né ad una congregazione, né ad un Istituto Secolare Ardorino, cullato da don Mauro, fin dalle origini, ma non permessogli, per la legislazione canonica vigente. E così, per la collaborazione all'Opera maschile, si contenta di una "mamma Margherita": accoglie nella Comuntà "Mamma" Corolina Palmieri, vedova, unitamente al figlio Pietro, che diverrà P. Pietro De Seta degli Ardorini.

Nel 1940, il Vescovo di Oria prega don Mauro di prendersi cura della Comunità delle Suore dell' Istituto S. Gioacchino in S. Vito dei Normanni, composta da poche suore anziane, fondata dal Canonico Pietro Lerna e da Madre Rosa Pastore. Don Mauro, sempre ligio ai vescovi, accetta e all'Opera maschile, nel 1941, affianca le Suore Catechiste Rurali.

Le Catechiste Ausiliatrici dei sofferenti

Don Mauro tentò di giovarsi di tutti, tentò di collaborare con alcuni, provò con altri. Alla fine diede vita all' istituzione femminile delle Suore Catechiste Ausiliatrici dei Sofferenti.

A poco a poco scrisse le Costituzioni e le finì il 24 marzo 1959, Festa di S. Gabriele Arcangelo. Le presenta a Mons. Aniello Calcara, Vescovo di Cosenza, e questi, il 4 luglio 1960, approva l'istituzione con la denominazione:Pia Associazione “Catechiste Ausiliatrici dei Sofferenti”. Era partito dal bisogno di braccia, approdò all'aiuto più santo: la santificazione e valorizzazione della sofferenza.

Don Mauro lega l' istituzione all' Opera maschile: «Coadiuvare la Congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali...; coltivare vocazioni allo stato religioso o sacerdotale ... ; (le Suore) non devono considerarsi del tutto a sé, staccate e diverse dalla Congregazione dei Pii Operai, poiché anche le Suore hanno il medesimo Fondatore che è Dio, lo stesso Padre che lo rappresenta in tutta l'Opera, che deve avere il medesimo spirito ... ».     Specifica le finalità: «Mantenere Case per allevare bambini.. e bambine ... ; asili infantili ... ; scuole catechistiche ... ; laboratori per educare le giovinette ... e confezionare arredi sacri... assistenza alle donne inferme a domicilio».

Caratteristica singolare è il modo di vita delle suore:   «…un mese si dedicheranno alle finalità della loro Congregazione e un altro mese vivranno in perfetta clausura,... ».   La crisi vocazionale degli anni sessanta, deleteria per tutte le congregazioni, non risparmierà la nascente Opera, ritardandone la crescita.

Prova dolorosa

L'intensa attività apostolica di don Mauro subì un arresto improvviso il 9 maggio 1934, allorché, colpito da paralisi, stette tutto il giorno tra la vita e la morte. Vinse la vita. Egli ha sempre ricordato questa data come un miracolo della Madonna della Serra e come l'inizio di una seconda vita.

Nel 1934, proprio a causa del suo male, la Congregazione aveva dovuto chiudere la casa aperta di recente a Cosenza; ma dopo che don Mauro riprese la sua attività furono aperte nel 1939, le case di Petilia Policastro (Catanzaro), in diocesi di Santa Severina, e quella di Roma per gli studi dei seminaristi ardorini.

I Pii Operai Catechisti Rurali

Il 28 giugno 1943, la Congregazione dei Catechisti Rurali fu unita a quella dei Pii Operai, fondata a Napoli nei primi anni del '600, dal Venerabile Padre Carlo Carafa, della quale era rimasto un solo membro, P. Pasquale Ossorio, e che aveva sostanzialmente il medesimo fine. La Congregazione, di Diritto Pontificio e con personalità giuridica davanti allo Stato, assume la nuova denominazione di Pii Operai Catechisti Rurali.

Don Mauro continua a dirigere la Congregazione prima come Vicario ad nutum S. Sedis, poi come Superiore Generale eletto dai Capitoli Generali. Finché le forze glielo hanno permesso, non è mai mancato nelle Missioni rurali che la Congregazione tenne in varie loca­lità della Calabria. Un compagno di seminario ce lo presenta come un giovane  «tranquillo e meditativo, sereno e sorridente». E tale sarà sempre per tutta la sua vita. Ma sotto questa tranquillità spesso si nascondevano prove gigantesche e dolori indescrivibili.Don Mauro in Cielo

Dopo la prima sessione del Capitolo Generale Speciale, tenutasi nell' estate del 1968, per l'aggiornamento della vita religiosa voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II, le condizioni di salute di don Mauro, che mai si erano ristabilite completamente dopo il 1934, peggiorarono sensibilmente tanto da ri­chiedere assistenza continua.

Il 31 dicembre 1969, alle ore 20:12, nella Casa Madre della Congregazione, in Montalto Uffugo, Don Gaetano Mauro rendeva la sua bell'anima al Signore, circondato dai familiari e da numerosi suoi figli spirituali. I funerali si sono svolti a Montalto Uffugo, nel pomeriggio del 3 gennaio 1970, presenti diversi Vescovi, sacerdoti del clero diocesano, religiosi, parlamentari, le massime autorità civili della Provincia, un picchetto di onore dell'Esercito, rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Rogliano, di Montalto e di altri comuni, collaboratori ardorini, i suoi figli e figlie spirituali e una gran folla venuta da diverse regioni.

La salma è stata tumulata nella chiesa di S. Francesco di Paola, nella Casa Madre della Congregazione, in Montalto Uffugo ove, è oggetto di particolare affetto e devozione dei suoi figli e figlie spirituali e meta di devoti, grati e riconoscenti per favori ricevuti, o imploranti grazie per la sua intercessione. Ci sorride la speranza che il Signore, per le preghiere dei suoi devoti, lo glorifichi anche sulla terra, compiendo, per sua intercessione, un miracolo. E la Chiesa lo elevi, al più presto, agli onori degli altari: testimone di santità per tutti i cristiani, particolare protettore della gente dei campi.

A cura di

P. Carmine Furgiuele