Le città da sempre hanno avuto per me un fascino misterioso; fin da piccolo osservavo i palazzi e le case nei vicoli, immaginando le persone che all'interno ci vivevano. Diventavo spettatore di qualcosa che potevo solo intuire.Immaginavo le vite, i pensieri, e mi immedesimavo in quel "teatro dell'esistenza" che così spesso rimane nascosto dietro le spesse mura della quotidianità. La città è diventata così il mio luogo di rifugio, una trasposizione del mio limite interno-esterno, che lascia solo intuire la grande potenzialità di esperienze e di emozioni che troppo spesso restano nascoste, e delle quale spesso ci vergogniamo.Ecco che la città diventa una notte paurosa dove camminare da soli persi nei propri tormenti, oppure una città volante sulla quale sparire per un pò di tempo, oppure una riflessione sulla morte... e molto altro.