Massimo Bonanni nasce a Pordenone nel 1967.Dopo le scuole superiori intraprende gli studi di Architettura a Venezia, città che lo affascina da subito.Considera come suo maestro uno dei suoi insegnanti, Aldo Rossi, Architetto di chiara fama internazionale, da cui apprende l’amore per il disegno a mano libera e per la comprensione dei fatti urbani.Dopo la laurea, accantona la passione per la pittura, sebbene ne avverta la mancanza. Gli anni che seguono sono dedicati alla realizzazione professionale con importanti collaborazioni che spaziano in diversi settori, denotando l’animo curioso di questo artista.La passione per la forma ed il colore fa avvicinare Massimo alla fotografia ma, come dice un vecchio adagio, “il primo amore non si scorda mai”…Ecco quindi, grazie all’incontro con la Filosofia della Gestalt ed alcuni seminari esperienziali, che la pittura riprende predominanza e vigore, conquistando lo spazio ed il tempo necessari ad elaborare le emozioni e a tramutarle in colori e forme. Forme geometriche e spessi tratti scuri caratterizzano le prime produzioni, simbolismi opprimenti volti a rappresentare la gabbia in cui l’Uomo si isola, mancando la propria piena realizzazione. I colori sono scuri e opachi, quasi a trasmettere a chi li osserva, l’affanno della non-vita.L’arco temporale in cui nascono e si caratterizzano queste prime opere è per Massimo un tempo di grandi e profondi cambiamenti personali, un lungo periodo in cui l’artista e l’uomo ricercano nuovi e più leggeri equilibri.Quella leggerezza che, nelle più recenti produzioni pare riaffiorare, partendo da nuove armonie di colori. Riscopre la gamma dei blu, colore dell’infinito, che porta con sé i bagliori di una nuova magia e spiritualità.Policromie delicate, colori freddi e luminosi, quasi di ispirazione Impressionista, contraddistinguono le ultime opere, nelle quali la ricerca di nuovi linguaggi espressivi va di pari passo con un ritrovato e più netto fascino cromatico.Questo continuo rinnovarsi, questa ricerca e questo ardente desiderio di trasmettere su tela le emozioni ben si sposano con il pensiero di Jackson Pollock secondo cui “Dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è.”