Come scegliere uno psicoterapeuta

Ho deciso di scrivere questo breve articolo in risposta a quanti incontrano difficoltà nello scegliere un terapeuta. Mi rendo conto che orientarsi nel vasto e talvolta contraddittorio mondo della psicologia non sia cosa semplice. Io stessa, benché addetta ai lavori, mi sono presa del tempo per scegliere il professionista con il quale iniziare un percorso.

Sebbene ovviamente non esista una ricetta specifica e ancor meno un terapeuta perfetto, alcune indicazioni possono aiutarci a scegliere una persona adatta a noi. Perché in fondo di questo si tratta: individuare un terapeuta con il quale sentirci a nostro agio.

La premessa essenziale è che siate motivati, che in voi sia nato il desiderio di approfondire alcuni aspetti della vostra vita, che siate disposti a lavorarci su e che crediate che un percorso terapeutico possa esservi utile. L'aspettativa che una psicoterapia sia sedersi di fronte a qualcuno che dispensa utili consigli o che magicamente risolva i nostri conflitti è assolutamente irrealistica. La psicoterapia è un lavoro che prima di tutto fa il paziente, richiede quindi partecipazione ma, per come la vedo io, ne vale sempre la pena.

Il primo passo è distinguere fra i vari orientamenti psicoterapeutici. Non è necessario essere degli esperti né entrare nel dettaglio, tuttavia forse può essere utile reperire alcune informazioni di base per comprendere il modo di lavorare di un terapeuta. Gli approcci son tanti ma non è difficile trovare indicazioni generali quanto meno rispetto alle principali correnti. Ad ogni modo un terapeuta sarà generalmente ben disposto a rispondere alle vostre domande rispetto al proprio modo di condurre le sedute.

Il secondo passo è verificare se il professionista possiede i titoli dichiarati e se è abilitato alla professione.

A questo punto entrano in gioco preferenze che si collocano ad un livello più strettamente personale che fanno riferimento alle caratteristiche del terapeuta, come l'età o il genere o ad aspetti di tipo pratico come l'ubicazione dello studio, il costo delle sedute e via dicendo. L'importante è tenere presente che si tratta di preferenze individuali, più o meno coscienti, e non di qualità assolute. Intendo dire che un terapeuta più anziano non è necessariamente preferibile ad uno più giovane o viceversa, né un onorario alto è obbligatoriamente sinonimo di maggior professionalità, nondimeno è vero che un paziente può trovarsi più a suo agio con un terapeuta più giovane o più maturo, con una donna o piuttosto con un uomo.

Infine ciò che fa la differenza è qualcosa che non è prevedibile a priori, ovvero la reciproca intesa. Fra terapeuta e analizzando si instaura una relazione che con il tempo deve divenire solida affinché si possa fare un buon lavoro. E' importante che un paziente si senta accolto, ascoltato, compreso e che possa stabilirsi un clima di fiducia. Ebbene, come in qualsiasi rapporto umano questo dipende da molti fattori e, talvolta, una relazione può non funzionare e questo invariabilmente rappresenterebbe un grosso ostacolo al lavoro terapeutico. In tal caso prendetevi del tempo, chiedetevi perché non sta funzionando, parlatene con il vostro analista per comprendere se si tratta di una vostra resistenza o se, al contrario, ci sono dei reali impedimenti che rendono necessario ripensare alla propria scelta.

I due principali rischi della psicoanalisi:

che può fallire, e che se ha successo,

non riuscirai mai a perdonare te stesso per tutti gli anni sprecati.

Mignon McLaughlin