Alopecia areata - aspetti psicologici

Alopecia areata

Le cause di questa patologia non sono ancora del tutto note


Di alcune patologie sfortunatamente si parla poco anche se la loro diffusione riguarda un numero importante di persone. Questo è sicuramente il caso dell'Alopecia Areata, una tipologia di alopecia non cicatriziale che può colpire qualsiasi superficie corporea ricoperta di peli e che, spesso, si manifesta in forme acute che possono presentarsi più volte nello stesso soggetto. Essa può comparire a qualsiasi età e colpisce indistintamente sia le femmine che i maschi e ha un'elevata variabilità clinica. Infatti, secondo stime recenti l'alopecia areata nella sua forma più lieve colpisce ben il 2% della popolazione mondiale, ma è possibile che il numero sia sottostimato giacché non è infrequente che il paziente tenda a nascondere questa patologia per via delle conseguenze che essa comporta sul piano socio-relazionale.

L’Alopecia Areata Totale

Nel caso di forme più invasive, come l'Alopecia Areata Totale od Universale, si tratta invece di una malattia rara stando ai criteri dell'Unione Europea che definisce tale ogni patologia che colpisca non più di 5 persone ogni 10.000 abitanti. Tuttavia, ad oggi, l'alopecia areata non è ancora iscritta nell'elenco delle Malattie Rare del Servizio Sanitario Nazionale Italiano, verosimilmente perché gli effetti di questa malattia non mettono in pericolo la vita del paziente benché incidano significativamente sia sul piano psicologico, sia sulla qualità della vita. Di fatto, quindi, questi pazienti hanno una minore possibilità di accedere a percorsi assistenziali strutturati e idonei e non ricevono alcun sostegno economico né per le terapie né per l'acquisto di parrucche o protesi che, soprattutto nel caso si tratti di donne, possono essere considerate indispensabili.

Le cause della malattia

Le cause dell'alopecia areata ancora oggi non sono del tutto chiare, ma nel tempo si è consolidata l’ipotesi che l’origine possa essere di natura immunitaria e che vi siano chiaramente in gioco fattori genetici.

Come per molti altri disturbi, anche in questo caso va sottolineata l'importanza del rapporto fra la malattia e i fattori psicologici, in particolare lo stress. Infatti, la pelle, forse più di ogni altra parte del corpo, reagisce in modo rapido ed evidente ai diversi stati emotivi. Se questo può essere vero in termini di predisposizione, ancora di più lo è per l'evoluzione delle manifestazioni e, a loro volta, queste ultime incidono fortemente nella vita sociale del paziente e di fatto possono accentuarne il disagio psicologico.

Le possibilità terapeutiche

Proprio per questo stretto intreccio di reazioni è importante un approccio multidisciplinare e multispecialistico, come già fortunatamente avviene in molti reparti ospedalieri italiani, capace di assicurare un'assistenza appropriata ed efficace che tenga contestualmente conto sia degli aspetti fisiologici, che di quelli psicologici. Al trattamento dermatologico può essere allora importante affiancare un percorso di sostegno psicologico con l'obiettivo di indagare il legame esistente fra il disagio emotivo e la manifestazione dei sintomi, i vissuti legati alla gestione della malattia e le conseguenze che essa comporta sul piano

relazionale, lavorativo e sociale.

Un punto di riferimento (l’Associazione A.S.A.A.)

Se al momento attuale non è possibile identificare una terapia elettiva, per il trattamento dell'alopecia areata, che ne garantisca una completa e definitiva remissione dei sintomi, quel che può fare allora la differenza è imparare gradualmente a convivere e ad accettare la malattia condividendo la propria esperienza con altre persone che vivono le stesse criticità. Punto di riferimento in tal senso è l'Associazione A.S.A.A. (Associazione Sostegno Alopecia Areata), una Onlus che ha proprio lo scopo di mettere in contatto le persone che soffrono a causa dell'alopecia areata e di sostenerle e orientarle nel loro difficile percorso. L'importante lavoro dell'associazione è teso ad ottenere un'attenzione maggiore da parte delle Istituzioni e dell'opinione pubblica per attenuare quel vissuto di isolamento e difficoltà che spesso il paziente e la sua devono affrontare.

Articolo pubblicato su Mia Farmacia Magazine

Testo raccolto da Marina Dall'Olio