I CERTOSINI, costituiscono l’ordine religioso eremitico, fondato nel 1084 da S. Brunone di Colonia. La preghiera vocale e mentale forma l’occupazione precipua dei certosini, che vi dedicano lunghe ore del giorno e pressoché interamente la notte. Alle costumanze fondamentali della vita eremitica associano qualche esercizio dei cenobiti, escludendo però sempre qualsiasi ministero esteriore, e praticano rigide penitenze, fra cui l’astensione perpetua dai cibi di grasso e un rigoroso silenzio. Si applicano anche allo studio e ai lavori manuali; vivono in piccole celle separate; vestono rozza tonaca di lana bianca, con cintura di cuoio e scapolare con cappuccio.
A N I C E C 2014 ******** ******* *********** ******* Notizie dalla Grande Certosa di Francia.
http://www.chartreux.org/it/certose/grande-chartreuse/index.php
Il governo dell’Ordine. L’autorità suprema dell’Ordine certosino appartiene al Capitolo Generale, che si riunisce ogni due anni presso la Gran Certosa, “madre e culla di tutto l’Ordine”. Durante tale Capitolo, il Definitorio, otto monaci eletti dai priori (vale a dire i superiori) delle certose, forma una sorta di organo esecutivo e l’Assemblea plenaria l’organo legislativo. Fra un Capitolo e l’altro, l’Ordine è governato dal Priore della Gran Certosa che chiamiamo il “Reverendo Padre“, assistito da un Consiglio. Un altro elemento molto importante nel governo dell’Ordine è l’istituzione dei Visitatori : ogni due anni, due padri, di solito priori, fanno visita a ciascuna certosa.
Il nuovo Priore Generale dell’Ordine Certosino Dom Dysmas de Lassus che è il 64esimo successore di San Bruno. Giorno 7 novembre 2014 (anno del quinto centenario della beatificazione di San Bruno) i priori di tutte le certose del mondo si sono riuniti nella grande Sala del Capitolo Generale della Grande Chartreuse, situata nelle montagne di Grenoble, per eleggere Priore Generale dell’Ordine certosino. Il monastero è la casa madre dell’ordine dei Certosini.
Il capitolo generale, che s’aduna ogni anno, è la suprema autorità dell’ordine, e ad esso spetta custodirne la disciplina, eleggere i priori, qualora le singole comunità non intendano farlo.Quando il capitolo è chiuso, tutti i poteri risiedono nel priore della Grande Chartreuse, che per diritto è il generale dell’ordine, ed è assistito da un consiglio di monaci. Le operazioni al voto sono svolte secondo l’ancestrale rito dello scrutinio segreto, noto come del “fagiolo segreto”. In un’apposita urna gli aventi diritto hanno fatto cadere un fagiolo bianco o nero per pronunciare il loro assenso o dissenso sul candidato su cui si vota. Solo i monaci presenti attualmente nel monastero hanno designato ad unanimità il nuovo Ministro Generale.Michel, all’età di 21 anni, nell’ agosto del 1977, entra nel monastero conventuale religioso dell’Ordine degli eremiti-cenobiti seguaci di san Bruno da Colonia, nelle Alpi di Grenoble. La Certosa che da quasi 1000 anni, in modo imponente racchiude il più rigido sistema di monachesimo che la chiesa cattolica apostolica romana possa vantare.Michel nel 1978 entra nel noviziato e cinque anni dopo prende i voti solenni di frate certosino. La sua ordinazione sacerdotale avvenne nel corso dell’anno 1986. Nel 1990 fu nominato maestro dei novizi, prefetto degli studi e responsabile per l’educazione e la formazione dei giovani monaci nel monastero della Casa Madre laddove ha ricoperto per 22 anni tale compito, fino al 2012 , e all’indomani della nomina di Dom François Marie Velut a Priore Generale della Casa madre dei certosini, Dom Dysmas de Lassus fu scelto come guida della “Chartreuse des Saints” e trasferito nella Certosa di Portes. Ivi rimase solo per due anni fino al 7 Novembre 2014 quando, il Reverendo Padre Dom François-Marie Velut per motivi di salute e sofferenze malattia si dimette, diede elezione ( dall’Assemblea dei confratelli) al nome di Dom Dysmas de Lassus a Priore Generale dell’ Ordine Certosino divenendone suo successore.Dom Dysmas (Michel) de Lassus ha 58 anni, ed è “da sempre” monaco della Grande Chartreuse fin dal suo primo ingresso di converso a soli 21 anni sino a Padre Generale
Il cambio al priorato della Certosa di Serra San Bruno effettuato da Dom Dysmas de Lassus.
******** ******* *********** ******* Notizie dalla Prima Certosa di Italia.
Il monastero conventuale della Certosa dei Santi Stefano e Bruno in Calabria, avrà una nuova guida: Dom Basilio Trivellato , già priore della Certosa della Spirito Santo e perfetto conoscitore della “strage di Farneta”, la storia sconosciuta dei dodici certosini fucilati dai tedeschi nel 1944. Il nuovo Priore alla Certosa di Serra San Bruno - Calabria
La una nuova guida nominata dal Reverendo Padre Generale dom Dysmas de Lassus nella persona di dom Basilio Trivellato, già priore della Certosa della Spirito Santo in Farneta (Lucca), e che ha trascorso due anni nel monastero serrese dal 1999 al 2001 come vice priore della comunità degli eremiti-cenobiti.
L'uscente dom Jacques Dupont svolgerà dopo l’avvicendamento del 9 dicembre 2014, l’attività di Procuratore generale dell’Ordine in funzioni di rappresentanza presso la Santa Sede, e di Visitatore delle Certose di Spagna. Dom Jacques Dupont lascia la Certosa calabrese dopo più di 21 anni (dove nel 1993 era succeduto a dom Gabriele Maria Lorenzi) dal suo arrivo al monastero di Serra che lascia per gli intensificati impegni di rappresentanza presso la Santa Sede. L’uomo di molto cultura, laurea in matematica, sacerdote certosino ha voluto esprimere il più caloroso ringraziamento a tutti i Calabresi per ciò che ha ricevuto da questo luogo della ricerca, della contemplazione, della preghiera e della relazione con la Chiesa. Ecco la sintetica ed intensa missiva della comunità certosina che di buon’ora hanno diffuso. Dio che ha condotto san Bruno nei boschi calabresi più di novecento anni fa non ha mai smesso, nella sua benevolenza, di assistere e proteggere i monaci che si sono avvicendati nel corso della storia in questo insediamento monastico. Anche dopo un allontanamento durato circa tre secoli, l’Ordine certosino ha voluto, esattamente cinquecento anni fa, ristabilire una comunità in questo monastero che conserva, ancora oggi, le reliquie del santo fondatore. Nonostante un altro periodo d’interruzione, in seguito al terremoto del 1783 e alle soppressioni degli ordini religiosi, i Certosini hanno sempre tenuta viva la fiamma della vita monastica in questa terra. Dopo più di 21 anni dal suo arrivo a Serra San Bruno, dom Jacques Dupont lascia la Certosa calabrese, per poter svolgere meglio, in un’altra sede, la sua funzione di Procuratore generale dell’Ordine. Da qualche tempo, infatti, si sono intensificati i suoi impegni di rappresentanza presso la Santa Sede, nonché quelli di Visitatore delle Certose di Spagna, costringendolo a molte assenze. Il Reverendo Padre Generale, dom Dysmas de Lassus ha contestualmente nominato il nuovo Priore della Certosa calabrese nella persona di dom Basilio Trivellato, già priore della Certosa della Spirito Santo in Farneta (Lucca), che ha trascorso due anni nel monastero serrese dal 1999 al 2001, come vicario della comunità certosina.Mentre si invoca il dono della Spirito Santo su dom Jacques e dom Basilio all’inizio del loro nuovo ministero, si ringrazia il primo per l’azione spirituale che ha saputo condurre in questo ventennio di priorato e si augura al secondo un proficuo ministero sulle orme di san Bruno in terra di Calabria.Dom Jacques vuole esprimere il più caloroso ringraziamento a tutti i Calabresi per ciò che ha ricevuto da loro e da questa terra: “È stato un grande dono di Dio vivere tanti anni in un luogo che aveva già incantato san Bruno.I vari e numerosi contatti con i Serresi e i Calabresi mi hanno arricchito umanamente e spiritualmente. Non ho parole per ringraziare ciascuno, ma ognuno può essere sicuro che avrà per sempre un posto privilegiato nel mio cuore. Mando a tutti un saluto affettuoso, con l’augurio, sostenuto dalla preghiera, che possano rispondere con gioia e con impegno al progetto di Dio su questa terra benedetta”.
Dom Basilio invece lascia il priorato della Certosa di Farneta (Lucca), e rientra in Certosa della Calabria come Priore della comunità degli eremiti-cenobiti del monastero di San Bruno dove già dal 1999 al 2001 aveva trascorso due anni come vice priore. Luigi Accattoli scrive nella premessa che, in queste pagine, racconta un fatto primario della reazione italiana all’occupazione tedesca e, forse, il più corposo dal punto di vista cristiano. I monaci avevano nascosto nel monastero della Certosa di Farneta (Lucca) un centinaio di ricercati dai nazifascisti: perseguitati politici, partigiani ed ebrei. Fatti prigionieri dalle SS, nella notte tra l’1 e il 2 settembre 1944, condotti prigionieri a Nocchi di Camaiore e, poi, a Massa, furono uccisi a piccoli gruppi e in diversi luoghi, tra il 7 e il 10 di quel mese, insieme a trentadue persone che erano state accolte nella Certosa: in parte perché ritenuti colpevoli di resistenza all’occupante, alla pari dei monaci; in parte “selezionati” per fare numero in operazioni di rappresaglia, insieme a decine di altri rastrellati in quelle giornate di ritirata delle truppe tedesche. Per Accattoli, straordinari aspetti simbolici arricchiscono la vicenda: i dodici vengono da sei Nazioni, hanno età diverse, portano con loro esperienze singolari. Tre sono di lingua tedesca (ciò non servì a salvarli); uno era stato vescovo in Venezuela (ne era stato scacciato da un dittatore e i nazisti lo consideravano una “spia americana”); un altro era spagnolo e, in patria, otto anni prima, si era avventurosamente salvato da un analogo assalto alla Certosa di Montalegre, da parte dei “rossi”. I nomi dei dodici certosini sono elencati nel libro, nell’ordine in cui furono fucilati. I primi due il 7 settembre 1944, sulle pendici di Montemagno: Martino Binz, sacerdote, svizzero di lingua tedesca, e priore della comunità dal 1940; Bernardo Montes de Oca: era stato vescovo di Valencia (Venezuela), ma è solo un novizio. È l’unico dei dodici a non essere sepolto nella Certosa: i suoi resti, riconosciuti solo nel febbraio 1947 dai frammenti del breviario ritrovati nel luogo della fucilazione, sono stati portati in Venezuela e sepolti nella cattedrale di Valencia. È anche l’unico ad avere avuto fin d’allora onoranze di martire, prima a Lucca, poi a Roma e, infine, in patria.Tra gli altri dieci certosini fucilati, spicca la figura di Gabriele Maria Costa, sacerdote, “procuratore” della Certosa dal 1942. È l’unico tra i confratelli a sapere tutto dell’opera di accoglienza dei ricercati e ad avere la piena percezione del rischio che ciò comporta; il “procuratore”, infatti, è l’economo della Certosa, il responsabile delle attività dei “fratelli” laici che conducono i lavori agricoli e artigianali del monastero, il gestore delle proprietà della comunità al di fuori del muro di cinta; l’unico a curare le relazioni con l’esterno, comprese – nel suo caso – quelle necessarie al soccorso prestato agli ebrei e ai perseguitati. Per questi impegni, più volte, nei mesi dell’occupazione tedesca, era uscito dalla Certosa in abiti borghesi, per non esporre la comunità monastica ai rischi che correva. Sue sono le parole che, confidate durante la prigionia ai monaci sopravvissuti, esprimono una perfetta consapevolezza della situazione: “Se veniamo uccisi voi dite che è stato a causa della carità”. Per l’accoglienza degli ebrei è in contatto con Giorgio Nissim. È amico di Gino Bartali, attivo anche lui nell’opera di salvataggio degli ebrei. Durante il periodo trascorso nella Certosa di Firenze (1929-1933) conobbe Giorgio La Pira, di cui fu confessore e che scrisse la prefazione della biografia di San Bruno, pubblicata da padre Costa con lo pseudonimo di A.Mariani, non essendo permesso ai certosini di apparire come autori di pubblicazioni. L’intelligenza collettiva, scrive ancora Accattoli, in relazione ai fatti di Farneta, ha trovato un’espressione compiuta nella motivazione della medaglia al merito civile, assegnata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nel 2011: “Comunità conventuale sempre occupata nel soccorso dei più deboli, durante l’ultimo conflitto mondiale, con spirito cristiano ed encomiabile virtù civile, si prodigava offrendo aiuto ai perseguitati, agli ebrei e a quanti sfuggivano ai rastrellamenti. Subiva la feroce rappresaglia da parte dei soldati tedeschi che pure aveva accolto, sacrificando la vita di numerosi suoi Certosini, separati dai confratelli, deportati e dispersi. Nobile esempio di grande spirito di sacrificio e di umana solidarietà”. *1)nota:*Nel recente incontro avvenuto col monaco Dom Elia Catellani presso l'Eremo dei Tre santi Francesco a Dinami, Costui racconta come i monaci avevano nascosto nel monastero della Certosa di Farneta (Lucca) un centinaio di ricercati dai nazifascisti: perseguitati politici, partigiani ed ebrei. Fatti prigionieri dalle SS, nella notte tra l’1 e il 2 settembre 1944, condotti prigionieri a Nocchi di Camaiore e, poi, a Massa, furono uccisi a piccoli gruppi e in diversi luoghi, tra il 7 e il 10 di quel mese, insieme a trentadue persone che erano state accolte nella Certosa: in parte perché ritenuti colpevoli di resistenza all’occupante, alla pari dei monaci; in parte “selezionati” per fare numero in operazioni di rappresaglia, insieme a decine di altri rastrellati in quelle giornate di ritirata delle truppe tedesche.*
Dicembre 2014. Fuori le mura della Certosa dei santi Stefano e Bruno - Calabria.Notiamo il nuovo priore della Certosa di Serra San Bruno, dom Basilio Trivellato assieme al frate converso, come vive lo spaziamento certosino.
fonte foto: https://cartusialover.files.wordpress.com/2014/12/3-dom-basilio-trivellato.jpg
I certosini si resero benemeriti in Europa soprattutto per la costruzione di chiese, ospedali e altri istituti di beneficenza. La diversità del rito, particolare ai certosini, deriva, per la Messa, dal rito usato in Lione nel sec. XI, e, per l’ufficio, dalla regola benedettina, modificata secondo le tradizioni monastiche di Cluny e di Cîteaux. Vi sono anche monasteri di certosine, le quali, benché non istituite da S. Brunone, seguono da molti secoli (1145) la regola dei monaci, resa però alquanto più mite.Bibl.: Tromby, Storia… del patriarca S. Brunone e del suo ordine Cartusiano, Napoli 1773-1775; Le Couteulx, Annales ordinis Cartusiensis, Montreuil-sur-Mer 1887-1891; Molin, Historia cartusiana, Tournai 1903; Bohic, Chronica Ordinis Cartusiensis, Tournai 1912. http://www.treccani.it/enciclopedia/bruno/
a cura Anicec 2014 di Gerardo Madonna