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Il mio "incontro" con l'importanza che ha ciascuno dei segni della scrittura cominciò quando, ventenne, lavorando presso il Conservatorio di Musica di Ferrara, ebbi tra i miei compiti anche quello di compilare i diplomi di strumento degli allievi. Mi specializzai così, a poco a poco, in vari stili: soprattutto l'italico, il corsivo inglese, il gotico nelle forme di "antico", "moderno" e "delle pergamene". Fino a quel momento la mia laurea in filosofia mi aveva indotto ad occuparmi dei contenuti, e non delle forma delle singole lettere. Studiavo centinaia di pagine, pensieri, teorie che richiedevano milioni di parole. Con la pratica calligrafica, la mia attenzione, a poco a poco, si è focalizzata sul segno come pura forma, al di là del suo significato linguistico.
Può avere vita propria una singola lettera? In sé, non è bella, ma ridisegnata, colorata, slegata dal suo severo compito, dall'ordine obbligato, può diventare divertente e inquietante. La lettera modifica così il suo scopo, si trasforma da parte di una parola in semplice e libero segno astratto. Chiunque la osservi senza preoccuparsi del significato, può vedere, nel disegno, ciò che preferisce: una nuvola, un fiore, un rinoceronte, o solo una tranquilla e distratta fantasia di linee, di cerchi, di triangoli, restituendo all'immaginazione la massima libertà.
Mirò, Kandinsky, Klee, Picasso, Braque e altri artisti che avevo potuto ammirare durante numerose visite a mostre e musei, mi hanno aiutato a "reinventare", svestendole della loro seriosità, nuove forme dei segni alfabetici. Forse per la mia caparbia e consolidata "deformazione calligrafica", io vedevo, nei dipinti di questi autori, segni che mi ricordavano, nascoste, coricate, capovolte, lettere alfabetiche finalmente "liberate".
A partire da questa rivisitazione, ho creato, per primi, su carta pergamenata (materiale su cui realizzo tutti i miei lavori), CENTOMIRO' e ALFAMIRO'; l'anno dopo, ALFAKANDINSKY e ALFAKLEE; nel dicembre 1997, ALFAPICASSO. Ultimo nato, nel dicembre 2000, ALFABRAQUE. Ispirandomi a questi artisti, ho elaborato finora più di tremila forme di lettere alfabetiche. Ne ho colorate alcune centinaia singolarmente; con altre ho "giocato", muovendole nello spazio a ventaglio, in linea retta, o ripetendo la stessa lettera, ma con diverso cromatismo.
Il crescente interesse per i segni della scrittura, interpretati nella loro forma astratta, mi ha di recente spinto a osservare gli alfabeti di culture e popoli differenti. Ho così realizzato la serie completa delle 22 lettere ebraiche, decorate all'interno con le lettere colorate, di significato corrispondente, che ho creato durante le mie ricerche, e un Alfabeto ebraico completo, ispirato all'arte di Kandinsky. I lavori sono stati esposti, fra settembre e ottobre 2002, nella Sala delle Colonne del Teatro Gobetti di Torino, in occasione di "Arcastella", una settimana dedicata alla cultura ebraica nelle sue diverse espressioni: letteratura, teatro, musica, arte. Usando la stessa tecnica grafica, ho disegnato una serie di 20 iniziali armene, alcune delle quali pubblicate (aprile 1999) dal Monastero dell'isola di San Lazzaro degli Armeni, a Venezia, in formato cartolina; nel giugno del 2000 ho creato un Alfabeto armeno completo, che contiene riferimenti a tutti gli artisti di cui mi sono fino ad ora occupata (Mirò, Kandinsky, Klee, Picasso e Braque). L’Alfabeto e le singole iniziali sono state esposte nell’estate 2001 nel prestigioso chiostro del Monastero armeno dell'isola di San Lazzaro, a Venezia, in occasione della Biennale d’arte.
Ho inoltre realizzato due lettere tratte dall'alfabeto tibetano; cinque caratteri cinesi; una lettera romanì ("zingara"), una "g" dolce, la sola che si differenzia dall'alfabeto latino, e la ruota zingara, simbolo-bandiera del popolo romanì. Lo scambio e l'interazione con culture "altre da noi" mi affascina.
Il 13 aprile 2002, a Ferrara, si è svolta una giornata interamente dedicata alla musica, a cura del Conservatorio "G. Frescobaldi". Per l'occasione, durante la quale si sono svolti concerti in diversi luoghi storico-artistici della città, ho disegnato il Manifesto ispirato a "Serenata per un satellite", un brano di Bruno Maderna che ha dato il nome all'evento, e dodici tavole con i segni zodiacali, esposte di volta in volta nei luoghi dove è stata eseguita la composizione di Karlheinz Stockhausen, "Tierkreis" (Zodiaco).
Fra il 2003 e il 2004 sono state esposte nuovamente, a Bagnacavallo e all’Istituto di cultura Casa Cini di Ferrara le serie complete degli alfabeti ebraico e armeno. Ho collaborato con artisti ed istituzioni culturali nella realizzazione di copertine musicali, pubblicazioni e locandine.
Ho affrontato, infine, non senza fatica, la scrittura araba. L’inseguivo da tempo, con letture e chiedendo notizie e consigli a Maestri della cultura arabo-islamica. Due anni di lavoro e, alla fine del 2005, ho prodotto una buona serie, rappresentativa di una cultura complessa: oltre all’ Alfabeto arabo completo, ho realizzato in piccolo formato le 28 lettere singole, in medio formato le 6 lettere suppletive aggiuntive, in uso nei paesi arabofoni, infine 4 lettere decorate, in formato più grande, rappresentative dei 4 elementi (terra, fuoco, aria, acqua). L’ebraico e l’arabo, infatti, discendono entrambi dall’aramaico: ogni lettera del loro alfabeto corrisponde ad un numero e ad un elemento.
L'alfabeto cirillico è stato completato nell'aprile 2007 e le lettere sono decorate con richiami all'arte delle avanguardie russe.
Le realizzazioni successive sono state: l'alfabeto cambogiano (giugno 2016), la vocale "e" tibetana (giugno 2017), la vocale "u" tibetana (aprile 2018), un alfabeto a spirale (giugno 2018), la vocale "i" tibetana (agosto 2018), infine il carattere cinese "kù" (settembre 2018).
Eseguo, parallelamente, riproduzioni di iniziali miniate, tratte da antichi e rari manoscritti.
Antico e moderno convivono. La dualità può trovare una sintesi nei segreti nascosti nel fantastico mondo dei segni della comunicazione.
G.S.
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