1968 - Statuto (proposta)

° Lettera di invito e art.1

° Art.i 2 - 7

° Art. 8- 11

° Art. 12 - 14

° Art. 15-18

Va notato che elementi di "confluenza" del TCF nel flusso nazionale e internazionale di contestazione al "sistema" e alle sue espressioni più violente si erano già verificate in occasione delle Olimpiadi del Messico (12-27 ottobre 1968).

Tutti ricordano la repressione e la strage del 2 ottobre di giovani studenti che manifestavano pacificamente (Ignoto il numero dei morti).

° ODG (6 ottobre 1968) di solidarietà con gli studenti messicani

° "Tommie" Smith e John Carlos

° Octavio Paz su QUINDICI

Può sembrare sorprendente che il 25 giugno 1968, a un mese dal "maggio francese", l'assemblea del Tcf abbia "commissionato" a un gruppo qualificato di soci nientemeno che un nuovo statuto.

I tre soci incaricati, Walter Celentano, Demetrio Gongakis, Domenico Signoriell,o elaborarono il "Progetto di Statuto" che, messo in approvazione nell'Assemblea convocata per il 30 Settembre alle ore 18 in prima convocazione e alle ore 19 (un'ora dopo, secondo l'art.11 della proposta non ancora approvata!) in seconda convocazione, non fu né discusso, né approvato.

"Verbali" di queste assemblee non ce ne sono e forse non ce ne sono mai stati.

Il TCF ebbe in quell'occasione una svolta radicale, riconvocandosi, il 7 Novembre (v. Bollettino), per approvare l'odg che segue:


ORDINE DEL GIORNO DELL’ ASSEMBLEA DEL TEATRO CLUB

L’Assemblea Generale del Teatro Club Foggia, riunita nel­la Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte il giorno 7 novembre 1968, preso atto della nuova struttura (assembleare) assunta dall’organismo ritiene che la sede di cui ha. fino ad oggi, di fatto usufruito non corrisponde più alle esigenze future di organizzazione e difunzionamen­to del1’Assemblea Permanente, unico organo operativo del Teatro Club Foggia, e ne decide pertanto la dismissione, nello stesso tempo ritiene di dover riaffermare, a1la stregua di tutti gli organismi cittadi­ni culturali, politici, sindacali, il diritto alla concessione dell’uso dei luoghi e degli strumenti pubblici destinati alle manifestazio­ni e ai dibattiti culturali propri dei fini del Teatro Club; denunciando sin da ora eventuali manovre tendenti alla compressione e alle di­scriminazioni nell’uso dei luoghi medesimi, che non potrebbero non avvenire in dispregio delle norme costituzionali, che affermano e garantiscono l’effettivo esercizio dei diritti di liberta di riunione, di espressione dal pensiero dxlla (vs della) cultura e dell’arte; a tale fine si riserva di discutere e di esporre: il proprio parere intorno al “proget­to di regolamento” dell’uso del Palazzetto dall’Arte e di chiamare alla discussione di questi temi gli altri organismi operanti nella città.

§§§

Questa probabilmente fu la seconda svolta in senso radicale del TCF, considerando come prima svolta quella della creazione della Redazione (V. Bollettino - Maggio '67) . Fino ad allora (e anche in seguito) le note "politiche" non erano firmate, lo erano invece le "schede" teatrali e gli studi di autori di interesse.

Ma dopo una fase iniziale alcuni soci "più esposti" non potevano/volevano assumersi pubblicamente la responsabilità (o la modalità esplicita di espressione) di certe posizioni (contestazione al Comune e all'ETI per la programmazione scadente,...), si concordò di individuare una Redazione, una specie di comitato di responsabili "più diretti".

I motivi di fondo furono riassunti da P. De Caro nello stesso numero.

La serie completa del Bollettino direbbe quanto sia stata adeguata. Ma già nel numero di gennaio '68 la Redazione torna "implicita", nel senso che il gruppo assume direttrici di fondo condivise e quindi non è più necessario indicarla. E dopo questa Assemblea del 30 settembre 1968, la questione fu del tutto superata e il Bollettino assunse una testata squillante e programmatica. Inoltre la nuova fase veniva esplicitata in un editoriale sotto titolo:"Un'assemblea per un nuovo impegno":

"Il Teatro Club si è costituito, per unanime volontà dei suoi soci, in assemblea permanente. Ha abrogato il vecchio statuto, ne ha rifiutato uno nuovo, ha eliminato il direttivo dalla guida dell'organismo ed ha individuato

nell'Assemblea Permanente il luogo primario per una prassi di libertà fondata sulla partecipazione creativa di tutti i soci."

fm - adc