Germania (Frankfurt)
Docente:
Monica Iandoli (monicaiandoli@yahoo.it)
Qualifica e scuola di provenienza:
docente di Lettere (liceo linguistico “Cesare-Valgimigli”, Rimini)
Scuole visitate,Tipologie di scuole, città, link siti web:
Gymnasium ”Freiherr vom Stein “ (liceo) – Frankfurt am Main, http://freiherr-vom-stein.de
Dirigenti Scolastici e tutors:
Dr. Frank Ausbuttel; tutor: prof.ssa Elettra Giaccone
Punti forti della scuola e del sistema scolastico in cui è inserita:
Un'aria di internazionalità
Presso il Gymnasium “Freiherr vom Stein” è presente per vocazione stessa della scuola e per statuto un ramo bilingue italiano-tedesco, il quale prepara gli studenti che lo scelgono a sostenere al termine del percorso l' “Abimat”, ovvero sia l'Abitur (esame di Stato tedesco), sia l'esame di maturità italiano; il percorso prevede dal 10. al 12. anno (l'equivalente del nostro triennio di liceo) tre materie del programma impartite completamente in lingua italiana: letteratura italiana, storia ed una materia scientifica (in genere matematica e fisica o biologia, a seconda della disponibilità in organico di docenti madrelingua in tale disciplina; dal 5. al 9. anno gli allievi svolgono invece sia tedesco che italiano attraverso dei programmi che sono in parte concordati, si scelgono cioè temi ed aspetti linguistici da trattare in parallelo, prevedendo un'ora alla settimana di compresenza italiano/tedesco: metodologicamente la lezione in doppia lingua costituisce un potenziamento delle competenze che gli alunni gradualmente dovrebbero acquisire nei vari assi del sapere con forte orientamento all'operatività degli allievi.
La vocazione internazionale dell'istituto è inoltre favorita dalla pratica attiva del viaggio di scambio fra classi di tale liceo e classi italiane (attualmente lo scambio è attivo con un liceo di Ghedi, nei pressi di Bergamo, per una durata complessiva del progetto di due settimane); nella scuola è attivo anche uno scambio con la Francia, previsto per le classi 7.(equivalenti alla nostra seconda media), dove il francese è seconda lingua. Nell'organigramma della scuola vi sono due docenti referenti, sia per il progetto “bilinguismo”, sia per i viaggi all'estero
Il class-managment: una scuola “aperta”
1. L'edilizia dell'edificio, di recente costruzione, favorisce in ogni aspetto l'ingresso della luce, dagli spaziosi corridoi alle ampie vetrate
2. Gli spazi didattici sono molto accoglienti e diversificati, essendo predisposti adeguatamente per le diverse discipline (aule artistiche, informatiche, aule di fisica e chimica che all'occorrenza possono fungere da laboratori, biblioteca per alunni ed insegnanti che è anche luogo di ricerca per gli stessi, aule umanistiche con librerie interne, lo studio dello psicologo d'istituto, che accoglie frequentemente su appuntamento docenti ed alunni, ecc.)
3. Esiste un rapporto strettissimo tra mondo universitario e pratica scolastica: vi è un vero e proprio protocollo di accoglienza per i tirocinanti delle università, che per ben due anni alternano le loro lezioni universitarie al lavoro scolastico, dove affiancano e spesso sostituiscono i docenti della scuola
4. La scuola è aperta al pomeriggio per attività curricolari e non (ad esempio musica, ma anche tornei di ping pong a scopo ricreativo)
5. Fra le discipline curricolari dell'ultimo biennio vi è anche “scienze politiche”, che permette agli allievi tramite attività anche metodologicamente meno convenzionali (dibattiti aperti, letture appositamente dedicate all'attualità in campo economico, politico e sociale, letture di grafici e statistiche) di aprire una finestra sul mondo
Una best practice: learning by doing
Punto forte del sistema educativo da me osservato è la didattica centrata sull'allievo in quanto propositivo nel processo di apprendimento: tale pratica educa l'allievo a divenire autonomo ed è fonte di motivazione intrinseca.
In LATINO ciò ad esempio consente nella comprensione o nella traduzione di un brano di lavorare per ipotesi, di ragionare e di motivare; per altre discipline richiede sempre e comunque una coordinazione degli allievi e spesso la costruzione di una presentazione comune (ad esempio un prodotto artistico e creativo, oppure multimediale). In biologia o nella lezione di italiano nelle classi bilingui ho assistito spesso al controllo del lavoro svolto a casa (esercizi, mappe o riassunti e commenti) da parte degli alunni stessi, che a coppie si scambiavano i quaderni e si autocorreggevano sotto la guida del docente; inoltre ho assistito ad una lezione di italiano molto pratica e creativa sulla poesia, dove, dato il tema, gli allievi gareggiavano nella produzione di poesia in rima e con metafore.
Un po' di arte e fantasia
All'interno del sistema scolastico tedesco le più recenti linee pedagogiche e didattiche adottate da numerosi insegnanti (certamente da quelli con cui ho avuto contatto durante la mia esperienza di job-shadowing) nelle scuole anche di grado superiore privilegiano didattiche in buona parte laboratoriali, che consentono agli alunni di produrre materialmente qualcosa attraverso le conoscenze e le competenze acquisite, nonché, come già detto, di acquisire autonomia: la scuola si “colora” così e letteralmente si arreda dei prodotti degli allievi.
Presso il liceo Freiherr, in particolare, vengono esposti i laboratori fotografici effettuati in un corso di arte ed io personalmente ho potuto assistere e collaborare ad un laboratorio condotto dall'insegnante italiano di storia nella 6. classe sul tema: le vie di comunicazione fluviali e la loro funzione nelle epoche passate. A tal proposito i ragazzi hanno realizzato delle uscite didattiche in siti medievali nei pressi della città e, collaborando con un architetto italiana residente a Francoforte, hanno approntato dei cartelloni colorati ed inventato delle storie che partono dalle loro esperienze e dalle conoscenze acquisite di commerci e contatti culturali fra realtà geografiche distanti attraverso fiumi e navigli; essi hanno infine animato e teatralizzato liberamente la storia. Interessantissima a livello didattico è stata, a mio parere, la teatralizzazione del lavoro (a cui i bimbi si sono prestati benissimo e con competenza !), la quale- ormai è risaputo in ambito pedagogico ma rimane un aspetto bistrattato nell'istruzione secondaria- favorisce lo sviluppo psico-comportamentale e cognitivo dell'allievo.
L'orientamento come funzione specializzata
All'interno della scuola da me visitata l'orientamento si configura come una funzione altamente specializzata, sia in ingresso che in uscita; in ingresso, in particolare, l' “acclimatamento” dei nuovi piccoli allievi (circa 10 anni) avviene attraverso mentores, ovvero loro pari dell'ultimo triennio (normalmente del penultimo anno) che li guidano alla scoperta degli spazi e delle attività dell'istituto.
Riflessione personale sull'esperienza:
Credo che l'opportunità fornitami dal progetto E-mobility di visitare una scuola in una città tedesca come Francoforte, luogo per tradizione di incontro di varie nazionalità, sede storica di antiche fiere, facilitata in questo dai suoi meravigliosi ponti sul Meno, permetta di costruire “ponti” per l'Europa. Ritengo inoltre che inviti costruttivi al cambiamento nascano dalla pratica del job shadowing, da implementare per rafforzare la professionalità dei docenti.