Questa pagina riporta il diario storico compilato da Don Giuseppe Diamanti parroco di Capodirigo.
( 30 Ottobre 1943 - 20 Febbraio 1952 )
Appena viene avvistato dal paesello, le donne e i bambini gli si fanno incontro, ( gli uomini validi sono in campagna curvi sulla zolla del loro diuturno, duro lavoro ), curiosi di incontrarsi per primi col nuovo parroco; si chinano a baciargli la mano, mentre la campanella scarica le sue note argentine in segno di festa nel freddo grigiore della vallata. Dopo una visita alle chiesetta per dire al Padrone di casa “ Io son qui sul campo del mio lavoro, aiutami tu a compiere il mio dovere” , il novello parroco si ritira nella casa Vespa in cui sarà ospite finché i suoi mobili non arriveranno per sistemarsi nella casa parrocchiale. Il giorno 31 Don G. Diamanti celebra la S. Messa per la prima volta nella parrocchia. Al vangelo rivolge il suo saluto a tutto il popolo che lo circonda e spiega il S. Vangelo. Si reca poi attraverso un sali e scendi in una ripida e sconnessa stradicciola a Peracchia a celebrare la S. Messa e porgere il suo saluto all’altro paesello di cui è Parroco, affidato alle sue cure.
Prima cura di Don Giuseppe Diamanti è quella di redigere lo “ Stato d’Anime” delle due parrocchie di cui l’archivio è privo. In tal modo ha occasione di conoscere tutti i suoi parrocchiani.
L’Italia sta attraversando uno dei periodi più foschi della sua storia. La guerra infuria nel suo sacro suolo. La situazione dolorosa si ripercuote anche in questi piccoli paeselli. Dopo lo sbandamento dell’esercito italiano, l’8 Settembre scorso, pochi sono i soldati che hanno potuto ritornare alle proprie case. Continuamente il parroco deve consolare le madri che non sanno nulla dei loro figli. A poco a poco cominciano ad arrivare notizie di giovani prigionieri in Germania. Non si possono avere notizie precise dei soldati che si trovano nel Sud Italia e in Sardegna. Ma si spera bene sulla loro situazione. Il tempo si mantiene costantemente sereno ma qualcosa cova sotto la cenere. Anche Natale passa con un clima primaverile. La Santa messa è stata celebrata la sera della vigilia alle ore 17 da Don Giulio Travaglini che celebra anche la messa del mattino. Alle ore 11 messa cantata celebrata da Don Giuseppe Diamanti, alla sera funzione di ringraziamento.
1 GENNAIO 1944
Questa mattina grossa sorpresa! Il tempo che fino a ieri si era mantenuto meraviglioso, ci ha giocato un brutto scherzo. Durante la nottata la neve che ieri non c’era affatto è salita a circa 1,5 metri. Tutti rimangono meravigliati e anche i più anziani affermano di non aver mai visto nulla di simile. Dopo circa 2-3 ore di lavoro concorde le strade sono aperte e alle ore 11 circa il parroco può celebrare la S. Messa, però è impossibilitato a recarsi a Peracchia. Il giorno 3 Gennaio il tempo si calma ed il sole si riaffaccia. Il giorno 4 il tempo si mantiene calmo e un sole sfolgorante comincia il lento scioglimento della neve. Tra due giorni sarà Epifania e il parroco pensa al modo di poter attraversare la montagna e recarsi a Peracchia. Aiutato da due giovani fabbrica alla meglio due paia di sci per tentare la traversata. Il giorno 5 gli sci vengono provati e funzionano a meraviglia nonostante siano abbastanza rudimentali. Alla sera i due giovani si recano al pozzo della “ Gueda” per esaminare la consistenza della neve tra Capodirigo e Peracchia e si decide di tentare la traversata il giorno dopo. Il giorno 6 un altro metro di neve si è aggiunto a quella vecchia. Anche oggi Peracchia senza Messa perché gli sci affondano sulla neve fresca. Questa sera è stato impossibile fare la funzione eucaristica perché nella giornata la neve è caduta continuamente e ha ricoperto le strade aperte al mattino. La festa della S. Infanzia è rimandata alla domenica seguente. Domenica 9 Gennaio, quantunque sconsigliati, il parroco e il giovane Palombini Giuseppe si avventurano alla quasi pazzesca impresa di recarsi a Peracchia. Dopo due ore di fatiche sopra la neve gelata che dava poca adesione agli sci in salita, essi possono giungere a destinazione tra la meraviglia di tutti. Così la popolazione di Peracchia può ascoltare la S. messa dopo esserne stata privata per tre feste consecutive.
FEBBRAIO 1944
L’inverno è stato in tutti i tempi una stagione propizia ai racconti di fatti e leggende. Il parroco approfitta di questa stagione per farsi narrare dai più anziani le leggende e le tradizioni onde poter ricostruire su fatti e supposizioni, più supposizioni che fatti, la storia di questo paese. Anticamente il paese, non con il nome di Capodirigo, perché questo nome deriva dalla situazione attuale, Capodirigo= Capo di Rigo, contrada al principio del fosso “ Rio , o Rigo”, era situato in altra località e precisamente nella vallata in cui ora si trovano le vigne con le cantine che ha conservato il nome di “Paese“. Di questo primo villaggio non resta alcuna traccia se si eccettua la tradizione costante e i rinvenimenti continui di laterizi e anche di ossa umane, specialmente in una vigna in località “Santeruolo” di proprietà di Emidio Bolla. Secondo la tradizione in località “Castello” doveva trovarsi una fortezza. Questa località situata a 1009 metri di altitudine a sud di Capodirigo è stata visitata ripetute volte dal parroco che però non ha trovato tracce che possano giustificare una tale credenza. Esiste solo un muro di un metro quadrato circa di superficie e di costruzione molto poco solida che non può affatto ritenersi facente parte di una fortificazione. La data delle prime costruzioni fatte a Capodirigo si può arguire da uno stemma sul frontone di una finestra, che rappresenta un monogramma di Cristo con l’aureola. Questo stemma fa pensare al secolo XV, quando S. Bernardino percorreva l’Italia e dappertutto diffondeva la devozione al S.S. nome di Gesù. Alla stessa data approssimativamente porterebbe il portale in tufo della chiesa, e un affresco rappresentante Maria S.S. col Bambino sotto un baldacchino sorretto da due angeli, con ai lati i santi Rocco e Sebastiano. Considerando oggettivamente sia il portale che l’affresco dovremmo tornare moto indietro nei tempi, ma dobbiamo pensare che ambedue sono stati eseguiti da artisti locali che mostrano in pieno ‘400 un’arte ancora piena di primitività. Il portale in stile gotico è di una primitività infantile. Nella parte esterna corre tutto intorno un piccolo fregio. Nella parte frontale dell’arco in bassorilievo : un mascherone, più in basso due arpie, poi due iscrizioni e infine al principio dell’arco due figure. Quella di destra rappresenta un re con in mano un cesto di doni: l’iscrizione da questa parte dice “ O MORTE ACCIPE AVRUM ET ARGENTUM ET DONA MICHI VITAM”. Quella di sinistra rappresenta la morte nella figura di un arciere nell’atto di scoccare la freccia fatale; un piede è poggiato sopra la testa di un mostro marino. L’iscrizione sopra la figura della morte dice “ EGO NON VOLLO NEQE AVRUM NEQE ARGENTUM QONA ( =quoniam ? ) IUSTA SUNT ( sum? ). Il fedele che entra in chiesa si trova subito di fronte alla proclamazione della imparzialità della morte. Nel “400 esisteva in sagrestia una croce processionale di rame dorato finemente cesellata con medaglioni a sbalzo. Questa croce di grande valore artistico sparì nel 1933 e di essa non si è trovata più nessuna traccia. Una croce simile si trova ancora in Peracchia, ma alquanto deteriorata e priva di quasi tutti i medaglioni. Le due croci erano perfettamente uguali, ma quella di Capodirigo molto meglio conservata. All’altare maggiore vi è un ricco tabernacolo in legno dorato. Alcune particolarità architettoniche e due dei quattro angeli in posa abbastanza istrionica e declamatoria fanno pensare al secolo XVII, in pieno barocco. Alquanto più calme sono le figure degli altri due angeli più piccoli. Bellissima la figura del Padre Eterno nella lunetta al disopra della porticina, piena di maestosa espressività. Mentre le statuine di S. Pietro e S. Paolo e la figura di Cristo risorto al centro della porticina e al sommo del tabernacolo, benché non manchino di espressività, sono alquanto primitive. Abbastanza degni di nota sono i tre altari tutti in legno scolpiti e in parte dorati a fuoco. Probabilmente sono tutti e tre dei primi anni del “700. Del “700 sono anche i due quadri degli altari laterali. Quello di destra rappresentante la Madonna di Loreto, S. Emidio e S. Caterina d’Alessandria è abbastanza passabile, ma quello di sinistra che rappresenta la Vergine S.S. del Rosario è veramente orribile. Tutti e due i quadri sono firmati e datati da autori insignificanti e sconosciuti. La chiesa fu modificata secondo il gusto del tempo nel 1743 secondo una data su un frontone di una finestra rettangolare. Credo che nello stesso anno furono fatti gli altari. Dopo il 1920, essendo parroco Don Lazzaro Tozzi furono costruite le due cappelle laterali in cui furono collocati due dei tre altari che prima si trovavano uno vicino all’altro. Furono chiuse le finestre rettangolari, aperte tre monofore a sesto acuto e fatta la scalinata all’entrata principale della chiesa.
FEBBRAIO 1944
Il giorno 17 tre giovani di Capodirigo sono andati a trovare dei loro compagni d’armi ad Agore. Sconsigliatamente, senza pensare al pericolo in cui si mettevano, portavano ciascuno un fucile da caccia. Sfortunatamente ad Agore incontrarono una pattuglia di repubblichini fascisti che, in omaggio alle severe disposizioni vigenti per la detenzione abusiva di armi, li arrestavano immediatamente portandoli alla caserma di Acquasanta. Fortunatamente il comandante dei carabinieri, Melchiorre Isidoro ha cercato di fare del tutto per poterli liberare e i tre giovani tre giorni più tardi sono stati liberati, poche ore dopo che le rispettive famiglie avevano saputo dell’arresto, dopo che avevano passato momenti di terribili ansie perché le leggi vigenti comminano la fucilazione immediate a quanti vengono trovati in possesso di armi. I giovani erano: Palombini Luigi di Francesco, Iachini Serafino di Filippo e Palombini Giuseppe di Filippo. Tra i facenti parte della pattuglia fascista era anche il famigerato Massetti Emilio che pochi giorni più tardi fu assassinato sulla strada tra Acquasanta e S. Maria, dai ribelli montenegrini.
MARZO 1944
Il parroco nel ritorno da Peracchia è preso da una terribile tempesta di neve. Le piste sulla neve sono sparite ed è difficile orientarsi per la via del ritorno poiché la neve che cade fitta spinta da un vento impetuoso impedisce qualsiasi visuale a pochi metri di distanza. Ad un tratto sente mancare la neve sotto i piedi e sprofonda in una buca di circa tre metri di profondità. Dopo sforzi inauditi riesce a venir fuori e come Dio vuole ritorna a Capodirigo. Ma lo sforzo è stato tanto terribile che ammala e deve restare a letto per più di una settimana, cosicché la Domenica seguente, 26, essendo anche Don Giulio ammalato, Capodirigo e Peracchia sono senza messa.
APRILE 1944
Il 4 aprile una pattuglia di carabinieri va cercando i renitenti alla leva. Nessuno viene pescato. La sera si sa che a Peracchia la stessa pattuglia ha sparato diversi colpi di moschetto contro un giovane, Marinelli Mario, che alla vista dei carabinieri si è dato alla fuga, ma la fuga è riuscita e nemmeno lui viene pescato. Il giorno 9 Aprile Pasqua di Risurrezione. Ma ancora gli uomini non vogliono risorgere. Invece della vita la morte domina incontrastata in tutto il mondo. Il 29 Aprile i fascisti fanno ancora una visita alle nostre contrade. Questa volta sembra che vogliono fare sul serio. Sono circa 40 e armati fino ai denti: portano tre fucili mitragliatori, una ventina di mitra e gran numero di armi minori. Sono comandati da un maresciallo e accompagnati da un tenente medio. Fanno minute perquisizioni in quasi tutte le abitazioni, in cerca non si sa di che cosa. Il parroco deve subire dal comandante un interrogatorio su presunte relazioni con prigionieri inglesi sbandati. Viene sparato una scarica di mitra contro una grotta dove sono soliti dormire durante la notte i renitenti alla leva. Questo fa supporre che vi sia stata qualche persona che ha informato il presidio fascista di Acquasanta. I più fanno il nome del maestro Danesi Domenico di S. Egidio alla Vibrata. Infatti pochi giorni prima il parroco si era recato durante una solita passeggiata al colle “ Veze”. Poco dopo per la stessa strada scesero due inglesi che nella mente accesa del Danesi diventarono due paracadutisti. Essendo passati per la stessa strada fatta dal parroco il Danesi suppose che il parroco avesse con tali persone relazioni politiche. La sera stessa, nonostante il maltempo, si affretta ad andare ad Acquasanta a riferire tutto. Pochi giorni dopo vennero i fascisti i quali non mancarono di fare anche una visita al colle “ Veze” in collegamento con un’altra pattuglia salita dall’altra parte. Anche questa volta i fascisti tornarono senza aver concluso nulla, con la pive nel sacco.
4 MAGGIO 1944
Questa notte a Peracchia, mentre due persone, Marinelli Vincenzo e Procaccini Ermete si trovavano ad accudire alle loro faccende in una carbonaia, sono passati due apparecchi. Forse i piloti visto il fuoco della carbonaia hanno pensato che in quel luogo vi fosse qualche accampamento di ribelli, hanno scaricato 13 spezzoni. Per un vero miracolo i due si sono salvati con i vestiti forati in diverse parti dalle schegge, ma senza ricevere ferita alcuna benché uno spezzone sia caduto a due metri dalla carbonaia. Grande è stato l'impressione che ha suscitato il fatto.
25 MAGGIO 1944
Oggi scade il tempo concesso ai renitenti alla leva per presentarsi alle armi. Durante la notte il presidio di Acquasanta fa una dimostrazione di forza con continue raffiche di mitraglia, sparate.......in aria. Il 10 Giugno cominciano a passare le truppe tedesche in ritirata precipitosa. Fortunatamente Capodirigo non si trova sulla strada statale e quindi non deve temere nessuna ruberia o rappresaglia. L'undici Giugno tre caccia bombardieri scaricano tre grosse bombe sulla strada statale, che non viene centrata. Una cade a poca distanza dalla casa di Virgili Francesco senza causare danni. Virgili Francesco ed il fratello Pietro si salvano per un pelo dietro ad un muro.
15 GIUGNO 1944
I tedeschi, per rappresaglia, fucilano a Favalanciata 4 uomini di Trisungo. Due vengono lasciati semivivi e raccolti dalla popolazione sono tratti fuori pericolo. -Luglio- La bufera è passata lasciandoci illesi. I tedeschi sono passati precipitosamente senza essere raggiunti dagli alleati e in nessun punto della provincia di Ascoli Piceno vi è stato combattimento. In Agosto, alla spicciolata, ritornano i soldati che erano rimasti nel Settembre scorso in Italia meridionale e in Sardegna. Nessuno manca; tutti tornano sani e salvi alle loro famiglie.
NOVEMBRE 1944
In preparazione alla festa della Patrona, S. Caterina, il Rev. Padre Donato Cappuccino, tiene un corso di missioni. Tutti ascoltano le sue prediche giornaliere e tutti si accostano ai S.S. Sacramenti. Il 25 Novembre, festa di S. Caterina, vengono numerosi sacerdoti. Dopo la processione Padre Donato tiene all'aperto il panegirico della Santa.
A Natale, 25 Dicembre, l'annunzio evangelico di pace trova ancora indisposta l'umanità. Lungo la linea gotica ed in tutto il mondo dominano incontrastati l'odio e la morte.
1945
Febbraio-Marzo-Aprile I mesi passano senza nessun fatto degno di rilievo. Ogni tanto nelle notti calme e con il vento propizio giunge fino a noi il rombo del cannone della linea gotica. - 9 Maggio - Finalmente la guerra è terminata in Italia. - Giugno - Anche in tutta l'Europa il cannone tace. - Luglio - Ritornano i prigionieri dalla Germania, nessuno fortunatamente manca.
25 NOVEMBRE 1945
Festa della Patrona. Quattro bambini si accostano per la prima volta alla Santa Comunione. Rivolge loro fervide parole di circostanza il Rev. Vincenzo Giachini che poi, dopo la processione, fa il panegirico di rito intessendo l'elogio di Santa Caterina esempio e modello di donna cristiana.
1946
Sono incominciate da tempo; immediatamente dopo la cosiddetta liberazione, le lotte dei partiti. In genere si fa a parole ma in qualche parte anche a fatti, specialmente in Emilia dove il sangue scorre; anche quello di sacerdoti. E' inutile; l'uomo è tanto imbecille che quando è passato un guaio cerca di fare il modo e il possibile per procurarsene un altro.
L'idealogia comunista si fa strada anche in mezzo alla pacifica popolazione della montagna e qualcuno pur non sapendo un accidente di Marx o Lenin si atteggia a comunista e nello stesso tempo a buon cristiano. Tutti i partiti, in preparazione alle elezioni per la Costituente, cercano di imbottire la testa del popolo italiano con comizi, giornali e manifesti. Povero popolo da chi ti fai guidare! Come ti trovavi meglio prima, quando c'era un piatto solo! e non c'era liberta! di scelta.
2 GIUGNO 1946
Il popolo italiano si è recato alle urne per rifabbricarsi il proprio avvenire. La Democrazia Cristiana ha ottenuto più di 8.000.000 di voti con 207 deputati alla Costituente. Speriamo che la Costituzione italiana sia perciò ispirata alla dottrina di Cristo. Nel referendum istituzionale il popolo italiano ha preferito la Repubblica e perciò Re Umberto fa le valigie per il Portogallo.
2 LUGLIO 1946
Morte di Don Giulio Travaglini. Mentre il Rev. Parroco si trovava in Ascoli per una tre giorni per il Clero; Don Giulio muore improvvisamente mentre si recava a Favalanciata. Viene ritrovato morto in mezzo alla strada da una bambina circa le ore 5 del pomeriggio. Tra le mani aveva la corona del S. Rosario. Probabilmente, sentendo avvicinarsi la sua ora, si era messo a pregare. Da tempo Don Giulio Travaglini aveva perduto quasi completamente la vista e probabilmente, avendo smarrito la via, è errato in qua ed in là senza potersi orizzontare, dal mattino fino alle ore 13; circa a quest'ora e morto poiché alle ore 12 è stato visto da una donna mentre ritornava lentamente a Capodirigo, poco lontano da dove è stato ritrovato morto. Il caldo orribile di questi giorni e la paralisi cardiaca sopravvenuta hanno stroncato la sua fibra ancora robusta. Era stato per dieci anni parroco a Settecerri di Valle Castellana, altri dieci anni a Colonna e da 21 anni era parroco di Capodirigo che non volle abbandonare nemmeno quando, per causa di vecchiaia e di malattia, nel 1939 dovette ritirarsi a vita privata. Il 3 Luglio tutto il popolo accompagna all'ultima dimora il suo vecchio parroco. Sia pace all'anima sua.
13 OTTOBRE 1946
Elezioni amministrative nel Comune di Acquasanta. La spiga ha il sopravvento, però il capolista " Giuseppe Merlo " non può prendere possesso della sede sindacale perché deve ancora rendere conto della sua passata amministrazione.
25 NOVEMBRE
Festa di Santa Caterina. Fa il fervorino ai 12 bambini della prima Comunione ed il panegirico della Santa, Don Antonio Filipponi.
02Febbraio 1947
Finalmente quest'anno, dopo alcuni anni che non si faceva la benedizione delle candele, semplicemente per mancanza di.........candele, è stata potuta rifare la suggestiva cerimonia a cui tutto il popolo partecipa.
28 Luglio 1947
Quattro muratori rimettono a nuovo la nostra chiesetta. Vengono rifatti 9 mq. di volta, diversi metri quadro di intonaco, rimesso a posto il tetto e, da notare, viene riscoperto dai diversi strati di tinte il magnifico arco in pietra tufacea perfettamente squadrata che divide la navata dal presbiterio.
09 Agosto 1947
Seconda visita pastorale di S.E. Mons. Ambrogio Squintani. Mons.Vescovo viene da Peracchia accompagnato da Don Aleandro Baldini. I bimbi che devono ricevere la S. Cresima vanno ada incontrare S.E. alla "forca di Capodirigo" mentre il parroco con tutta la confraternita e tutto il popolo attende all'ingresso del paese. Processionalmente si va in chiesa dove il parroco celebra la Santa messa e S.E. la spiega al popolo. Nel pomeriggio Mons. Vescovo dopo aver fatto l'esame di catechismo amministra la S. cresima a 22 bambini. Dopo la benedizione Eucaristica S.E. riparte acclamato da tutto il popolo.
1948
A Gennaio incominciano le schermaglie elettorali per il giorno 18 Aprile. Anche i nostri montanari si interessano vivamente di politica ed il 18 Aprile con un inaspettato trionfo l'idea sociale cristiana si afferma in Italia con la vittoria della Democrazia Cristiana. Grandi giorni di gioia per noi e di scarno per gli avversari.
Agosto 1948 Incominciano i lavori per lo scavo della galleria per l'aquedotto del Pescara. Alcuni operai di Capodirigo vengono ingaggiati. Il primo di Ottobre, per controversie tra la Ditta Tavoletti ed il Consorzio , i lavori vengono interrotti. Il 10 N0vembre i lavori vengono ripresi. Con un ardito sistema di trazione la Ditta Tavoletti trasporta i modernissimi e pesanti macchinari attraverso la ripida vallata che viene dalla strada Salaria. I nostri montanari sbarrano tanto di occhi nel vedere motori elettrici, compressori, ventilatori, perforatrici, tubi, binari, carrelli che in grande quantità affluiscono al cantiere.
Novembre: in preparazione della festa patronale P.Daniele Cappuccino tiene un corso di S.S. Missioni. Attraverso le sue parole semplici il popolo si ridesta dal naturale torpore; la fede si risveglia; tutti si riconciliano con Dio e nella Confessione. Il 24 Dicembre, mentre ci apprestiamo a celebrare il S. Natale, i lavori di approntamento del cantiere son terminati e la luce elettrica brilla a un centinaio di metri dal paese. Capodirigo però non può utilizzare la corrente essendo la linea di proprietà privata. Speriamo che nel frattempo le autorità comunali non dormano in modo da poter riscattare la linea alla fine lavori e dare al nostro popolo che ha bisogno di tutto almeno il beneficio di non restare all'oscuro nelle lunghe notti invernali. In questo senso i capi famiglia indirizzano una petizione al Prefetto di Ascoli e della Giunta comunale.
1949
Il 9 Gennaio il parroco benedice il nuovo cantiere alla presenza dei Dirigenti e delle Maestranze. I lavori di scavo della galleria hanno inizio. Capodirigo si riempie di operai. Molti operai del paese possono essere assunti nei lavori. Il paese prende l'aspetto di centro industriale e notte e giorno si sente il pulsare dei cuori di acciaio dei motori e compressori e il fragore delle mine esplose. il parroco passa la sua vita in mezzo agli operai cercando di dire qualche parola buona e di raddrizzare qualche idea storta; è ben voluto dai dirigenti e dagli operai anche se questi sono per la maggior parte di idee rossastre. La maggior parte dell'anno passa senza alcuna novità di rilievo nel nuovo clima di lavoro che ha mutato totalmente l'aspetto pacifico del nostro paesello in quello febbrile e un pò turbolento di piccolo centro operaio. Il 5 Novembre la galleria principale di metri 1436 è terminata. Gli operai sono in festa. La ditta Tavoletti offre alle maestranza un lauto banchetto a cui anche il Parroco è invitato. A Dicembre il popolo si prepara attraverso la preghiera all'Anno Giubilare.
1950 -Anno Santo-
Il 10 Luglio un'orrenda disgrazia si è abbattuta su una famiglia di Capodirigo. Un padre di famiglia con due figli si trovava fin dallo scorso anno a lavorare con la Società Idraulica Centro Italia nello scavo delle gallerie che alimentano il lago artificiale di Campotosto. Oggi alle 11,45 il povero operaio: Citeroni Felice di Nazareno è rimasto colpito da un sasso franato in galleria nel cantiere di Colle di Arquata, decedendo immediatamente. Tutto il paese partecipa al dolore della famiglia stroncata da questa orrenda disgrazia e accompagna in pianto il corpo straziato all'estremo riposo.
Vedi anche :
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