SALVE ! SONO LA BUSTA PAGA, Conosciamoci meglio...
ne scoprirete delle belle...
Essenziale per la lettura corretta di questo tutorial è avere sottomano la propria busta paga
Se non trovi la tua domanda preferita scrivici: cambia.liberamente@gmail.com
Se vi siete mai chiesti perché la busta del marito o la moglie che lavora in fabbrica o in ufficio sono così diverse dalla nostra, sappiate che la risposta è semplice: la norma NON definisce un prospetto universale di “busta paga”, ma elenca solo i dati e le informazioni che vi devono obbligatoriamente comparire; per essere precisi, la legge 5 gennaio 1953, n. 4 si limita a stabilire che, al momento del pagamento della retribuzione il Datore di lavoro deve consegnare al lavoratore un documento che contenga le generalità indispensabili dei due soggetti del rapporto e la composizione della retribuzione stessa.
Qual'è il mio numero di matricola aziendale?
In ordine di apparizione, nel nostro modello di busta, partendo dalla prima riga: MATRICOLA AZIENDALE, NOME e COGNOME e, in mezzo il CODICE FISCALE.
Quest'ultimo è inserito in quanto il Datore, in un rapporto di lavoro come il nostro, è il Sostituto d'Imposta – ovvero: versa direttamente per nostro conto i Contributi e le Tasse, trattenendole direttamente alla fonte. Ogni anno, chiunque abbia come reddito il solo rapporto di lavoro dipendente e nient'altro da dichiarare (altri guadagni o spese da detrarre), ha la sua situazione fiscale annuale riassunta nel CUD che l'Azienda è tenuta a presentare per la fine di marzo; gli altri dovranno “correggere” i numeri con la Dichiarazione 730.
Ma in che negozio lavoro? Lo si può ben vedere nello schemino qui sotto, alla casella C.C.(centro di costo)
Nella seconda riga, pochi importantissimi dati: la DATA DI ASSUNZIONE, in base alla quale si calcola l'anzianità di servizio e i relativi Scatti: Serve anche per verificare la maturazione del premio aziendale (lo vedremo alla quarta riga, fra poco) e per il riconoscimento di altri diritti in occasione dei rinnovi contrattuali. La casella C.C. è molto importante in caso di trasferimenti temporanei, ad esempio per sapere se ti spetta o meno il rimborso.
Perchè ho il quarto Livello?
Le caselle QUALIFICA e LIVELLO sono elementi propriamente detti ”di inquadramento”. Dalla nostra lettera di assunzione, vediamo come siamo stati assunti, per diventare cosa : es., assunti al 5° livello per diventare ausiliare alle vendite al 4°. Mansioni e competenze derivano dal Contratto Nazionale e dall’Integrativo. Il passaggio dal 5° al 4° livello avviene automaticamente dopo 18 mesi.
La QUALIFICA determina una particolarità su cui torneremo parlando di Malattia; il LIVELLO determina l'importo di tutti gli elementi dello Stipendio che andremo ad analizzare.
Io che sono part time perchè nella casella [ %retrib ] ho il 64% ?
La casella %RETRIB è fondamentale quando si parla di Part Time: siamo purtroppo abituati a dire “contratto 24 ore”, “part time 32 ore” e via dicendo, ma spesso la definizione è scorretta. Grazie al Contratto Integrativo Aziendale, infatti, il full time che fa 40 ore in realtà ne svolge 37,50 effettive; il beneficio, per principio di non discriminazione, è goduto anche dai contratti part – che hanno riduzione di orario proporzionale. I nuovi assunti a tempo parziale, che per via del Contratto Nazionale firmato da Cisl e Uil NON godono di riduzione per i primi quattro anni, a parità di ore lavorative iniziano con una percentuale che viene corretta al rialzo dopo i primi due anni e poi – al 48° mese - “raggiungeranno” i colleghi a parità di ore lavorative. Anche in questo (complicato ma vantaggioso) meccanismo della riduzione oraria entreremo nel dettaglio in un capitolo apposito, per non appesantire il discorso. Per ora, ricordiamoci solo che tutte le ore non lavorate (ad esempio: un giorno di up o di sciopero) vengono conteggiate sulla settimana contrattuale teorica di 40: la casella ci dice quindi quale percentuale applicare nel calcolo mensile della competenza corrente e di altri elementi differiti o non periodici (tredicesima, quattordicesima, salario variabile di fine aprile…) ma anche quante ore mi “costa” una settimana di ferie.
Nel nostro caso, la collega è full time ed ha 100%; se fosse part time a 24 ore, nel riquadro vedremmo “64” (ovvero: il suo orario contrattuale sarebbe il 64% di 37h e 30min, cioè 24h).
Concludiamo quindi la seconda riga, controllando il C.C.: la casella riguarda la nostra sede lavorativa. O meglio: il nostro “centro di costo”. E’ importante sottolinearlo, perché a volte le due cose non coincidono: puoi essere “in prestito” in un certo Negozio, ma avere un altro centro di costo. Può capitare di pensare di essere stati trasferiti, mentre in realtà siamo solo temporaneamente altrove!
la formuletta per il calcolo della percentuale: 37,5 : 100=24 : x - full time 37,5 settimanali -
Se conosco la pecentuale di retribuzione e voglio sapere a quante ore sono la proporzione sarà : 100 : 37,5 = 72 : x 72 varia in base alla casella % retrib.
FERIE e ULTERIORI PERMESSI (U.P.)
Come faccio a capire quante ferie mi sono rimaste?
Data l'importanza di questa riga (la più letta dai lavoratori, dopo il Netto), ci soffermiamo ad esaminare il funzionamento dei due “contatori” della terza riga; cominciamo col togliere ogni dubbio od interpretazione fantasiosa: la casella che mi dice esattamente quante ore ho a disposizione è solo quella delle RESIDUE; nel nostro caso sono 228 ore (e 29 centesimi) – Loretta ha la settimana contrattuale di 40 ore, quindi ha a disposizione nel suo “salvadanaio” 5 settimane e mezzo circa. Il “circa” è dovuto al fatto che non tutte le settimane sono uguali: se un festivo come il 25 aprile capita in un feriale, da quella settimana non scaricherò le ore già coperte dalla Festività.
La riga è divisa esattamente – e giustamente - in due: Ferie e Permessi sono voci che hanno fonti diverse. Sono entrambe espresse in ore, ma hanno natura (giuridica ed economica) differenti; i “contatori”, comunque, funzionano con lo stesso meccanismo.
Due dati di partenza: nella nostra Azienda le ore annuali di ferie sono 173,33; le ore annuali di u.p. sono 32. Chi nel Febbraio 2006 era già assunto, ha visto nella busta 02.2006 l'istituzione dell'attuale sistema di conteggio: le “vecchie” 200 ore di ferie e le 5,33 di up davano comunque la stessa somma di 205,33 ore di astensione pagata annuale e quindi, dal punto di vista strettamente numerico, nulla è cambiato – il motivo, invece, anch'esso farà parte del capitolo su riduzione oraria, permessi del CCNL ed ex-festività (che rimandiamo ancora ad altra pagina, per non complicare troppo la lettura).
Quanti giorni di ferie maturo al mese e all'anno?
Dicevamo: 173,33 ore di ferie e 32,00 di up annuali; maturando regolarmente, nel corso dell'anno, le accumuliamo nel nostro salvadanaio/contatore con ritmo regolare nei 12 mesi.
Una delle domande più frequenti in assemblea è: “Quante ferie maturano ogni mese?”
La risposta è semplicissima: 173,33 diviso 12 = 14,44 ore di ferie mensili; stesso calcolo, naturalmente, per gli up: 32,00 diviso 12 = 2,66 di ulteriori permessi mensili.
La domanda che segue, di solito, è: “E per me che sono part time?”. Risposta ancor più semplice: dovete solo guardare la vostra casella % retrib ! Il lavoratore a 24 ore, ad esempio, deve prendere il suo 64% ed applicarlo sui numeri del full time; la proporzione sarà così perfettamente rispettata: le ore che matura sono esattamente quelle che gli serviranno per avere lo stesso numero di settimane di ferie del suo collega full time.
Di seguito la formuletta per eseguire il calcolo se sei part-time:
ore totali full time annue (173,33) moltiplicato per il numero che trovate scritto nella casella [ %retrib] diviso 100, si ottiene il totale annuo e diviso 12 che sono i mesi dell'anno trovate il mensile.
173,33 x %retirb :100 :12= oppure per il calcolo della percentuale usate il tasto della calcolatrice
Le ore che guadagniamo ogni mese vengono aggiunte nella casella MATURATE (ovvio,no?)
...ed essendo un dodicesimo della mia torta annuale, nella busta di Marzo avrò le prime due fette – Gennaio e Febbraio: 14,44 + 14,44 = 28,89 (arrotondato per eccesso).
Logicamente nella busta di Marzo dell'anno scorso le ore MATURATE erano esattamente le stesse... e così nel Marzo dell'anno precedente.
-una breve specifica: perdonate se la spiegazione è molto elementare, ma vogliamo che tutti, anche quelli che sono meno pratici con numeri e scartoffie, comprendano al meglio. Chi è più portato, può sempre leggere più velocemente! -
Se la casella MATURATE dice quante ore aggiungiamo ogni mese, la casella FRUITE mi dice quante ne ho usate dall'inizio dell'anno. Le ore, contrariamente a qualcuno che pensa che ogni tanto scompaiano, ogni volta che vengono utilizzate devono apparire nell'elenco delle voci mensili – obbligatoriamente!
Facciamo un esempio: Loretta prende una settimana – 40 ore – e, visto che voleva smaltire un po' di ore vecchie, utilizza in parte ferie e in parte up
In quella settimana, Loretta è assente da lavoro ma non subisce nessuna Trattenuta: le Ore mancanti sono coperte con quelle del nostro salvadanaio di Retribuzione Differita!
I diversi importi sono dovuti ai turni “saltati”: i giorni vengono coperti in base alle ore contrattuali previste dal suo modulare quotidiano.
Insistiamo per farvi acquisire il più possibile la padronanza del meccanismo e non solo di qualche numero a memoria: ogni mese per il nostro lavoro noi veniamo pagati con denaro contante e con altri soldi, sotto forma di ore, che utilizzeremo per non avere trattenute quando concorderemo il periodo di assenza. Può sembrare banale sottolinearlo, ma ci troviamo spesso ad ascoltare colleghi che purtroppo non capiscono l'anormalità di una casella RESIDUE in negativo: può capitare per motivi eccezionali o per numeri bassi, ma è ben grave quando qualcuno si trova in negativo solo perché risponde con gioia “Sì!” quando gli chiedono se vuole andare a casa prima. Il capo reparto deve contenere i costi e ti offre l'uscita anticipata – magari senza controllare la tua situazione. Se a fine mese prenderete comunque uno Stipendio intero (la Competenza Corrente, senza Trattenute per il giorni non lavorati), vuol dire che siete stati coperti con ore di ferie/up NON ANCORA MATURATE: è come se vi avessero anticipato lo Stipendio dei prossimi mesi! Non sarebbe proprio normale se a Marzo trovassimo pagate anche le mensilità di Maggio e Giugno, no?
L'insistenza con cui vi chiediamo di controllare è dovuta all'esperienza: sono diversi i colleghi che ci hanno contattato, negli scorsi anni, dicendo di avere subito un'unica grossa Trattenuta come “(Ferie)UP goduti non ancora maturati”. Il capo reparto invitava ad andare, la lavoratrice correva via felice (senza controllare il suo “Residue”, o pensando di poter andare “a credito” in eterno) e, ad un certo punto, qualcuno in Sede verifica e decide che è ora di recuperare il debito troppo alto. Si può opporre la buona fede, l'accordo con il proprio responsabile e chiedere quindi una “rateizzazione” (eventualmente concessa ma non dovuta), ma non si può rispondere: “Non lo sapevo/Non me n'ero accorta” - la busta paga la si ritira tutti i mesi e “la legge non ammette ignoranza”.
Ad inizio riga, il termine ANNO PRECEDENTE (in questo caso 183,58) indica con quante ore di RESIDUE eravamo al 31 dicembre scorso. La cifra, di conseguenza, compare per la prima volta nella busta paga di FEBBRAIO (elementi aggiornati a Gennaio) e rimane uguale per le 11 buste successive, indipendentemente da quante ferie abbiamo preso, perché evidenzia sempre e solo la situazione con cui abbiamo concluso l'anno. Perché è importante saperlo? ...perché il CCNL ci ricorda che “i permessi non fruiti entro l'anno di maturazione decadranno e saranno pagati con la retribuzione di fatto (…) oppure potranno essere fruiti in epoca successiva e comunque non oltre il 30 giugno dell'anno successivo”; viene anche ricordato che “Le ferie sono irrinunciabili”. Quindi: le ore nel nostro salvadanaio hanno una scadenza precisa, e c'è differenza tra ore di up (che potrebbero essere pagate) e ore di ferie che invece, costituendo riposo psico-fisico, non possono essere monetizzate se non alla fine del rapporto di lavoro.
Ripassino: con la busta paga di Gennaio facciamo la foto alle ultime Residue dell'anno; questa foto, a partire da Febbraio diventerà ANNO PREC. e non cambierà per gli 11 mesi successivi.
Notate: a Marzo Loretta ha preso 13,07 ore di ferie (FRUITE) ma ANNO PREC. rimane fermo a ricordarci con quante ore abbiamo finito al 31 dicembre.
Notate anche: le MATURATE di Gennaio sono quelle di un intera torta annuale (173,33) e da Febbraio si azzera il tutto e ripartono a sommarsi le fette mensili di 14,44 ore mensili.
In conclusione, tutto questo discorso si riassume con una formula semplice semplice:
ANNO PREC. + MATURATE – FRUITE = RESIDUE
E l'ultima casella? Non ce la siamo dimenticata: è quella voce che, fino a pochi anni fa, compariva sul retro della busta – spesso insieme ad altre informazioni, tipo le modalità per la prenotazione del 730 presso l'Azienda. Per chi non se le ricorda:
Quella nota dell'esempio avverte che, leggendo le RESIDUE di Marzo 2010, Loretta doveva tenere conto che dentro quelle totali erano comprese 29,84 ore del 2008 – quindi a prossima scadenza. Oggi quella scritta è più facilmente leggibile, nella casella DI CUI RES. A.P.P..
Attenzione: il “di cui” parla chiaro! Non sono né da togliere, né da aggiungere: è solo la specifica che le RESIDUE comprendono ore a prossima scadenza.
Durante il passaggio tra il “vecchio”messaggio sul retrobusta e la nuova casella A.P.P. è apparsa questo chiarissimo avvertimento (che pochi hanno letto, sicuramente)
Tornate con l'occhio all'ultimo specchietto: a Febbraio Loretta ha iniziato l'anno con 198,02 ore di ferie a sua disposizione, di cui 10,25 maturate nel periodo precedente. A Marzo le ore fruite sono 13,07 : dato che le ore si usano in “ordine cronologico”, le prime RESIDUE utilizzate sono proprio le 10,25 vecchie (che sono quindi esaurite, svuotando la casella A.P.P.).
Dopo questa luuuunga ma necessaria parentesi, possiamo tornare al nostro stipendio.
Ma il calcolo degli U.P. è come quello delle ferie?
La modalità di lettura è la medesiama delle ferie stesso meccanismo di calcolo!
STIPENDIO
Qualè la differenza tra minimo e contingenza?
Premettiamo che degli ANF (Assegni Nucleo Familiare) ne parliamo nel capitolo Contribuzione e prestazioni Inps e saltiamo alla Retribuzione diretta.
Il MINIMO è la retribuzione della professionalità: le qualifiche vengono inquadrate dal Contratto Nazionale di settore e al lavoratore viene di conseguenza attribuito un LIVELLO.
Il Livello di Loretta, ausiliare alle vendite/cassiera, è il 4rto: tutte le cifre su questa riga verranno prese dalle apposite voci del Contratto Nazionale in funzione di questo dato.
Questo è uno degli elementi più importanti del Contratto Nazionale: la sua funzione di garanzia minima per il settore. Si può aggiungere, discutere ed articolare in maniera diversa, ma alla base di un Contratto Nazionale c’è la volontà di tutelare anche chi fa il nostro stesso lavoro ma ha meno forza di noi: a parità di Contratto, corrisponde uguale Minimo.
Il dipendente singolo di un piccolo Negozio avrà ben poche possibilità di “lottare” dal punto di vista sindacale, ma il suo Datore di Lavoro sarà comunque tenuto ad applicare le condizione minime previste dal CCNL. A meno che non voglia assumerlo in nero o con contratti illeciti od impropri, assumendo insieme al lavoratore anche qualche rischio...
La CONTINGENZA è voce che tutelava in parte il potere di acquisto della retribuzione: se dite la parola “Scala Mobile” a vostro papà metalmeccanico è molto probabile che lui non pensi a quelle della metropolitana ma vada subito, con parole molto chiare, a ricordare la perdita di questo sistema di protezione salariale. Brutalizziamo e semplifichiamo: se il pane (o meglio: il Paniere) aumentava del 2%, l'ancoraggio all'inflazione faceva sì che – tramite un adeguamento indicizzato – il lavoratore potesse comprare la stessa quantità di pane acquistata ieri.
Visto che la continua immissione di denaro in circolazione alimentava l'inflazione, in un circolo vizioso, è stato chiesta una rinuncia (indovina a chi?) per congelare il meccanismo. Erano gli anni di Craxi, che in tema di lavoro aveva un pensiero riassumibile in: “I tempi sono duri, dobbiamo tutti VOI fare un sacrificio”. Non è cambiato molto, eh?
Chiudiamo la parentesi polemica dicendo che la cifra è cristallizzata – le fonti da cui deriva la voce sono diversi Accordi Interconfederali tra cui il più “famoso” è quello del 31 luglio 1992; è un elemento distinto dal Minimo, di fatto abbandonato da Confindustria nel 1991, determinando l’ultima Tabella delle Indennità di Contingenza (1.1.1990); alcuni, visto che l’importo è tutti gli effetti congelato, lo mettono accorpato al Minimo. A nostro avviso, è meglio tenere le due voci separate: in occasione di rinnovo del Contratto Nazionale si parla spesso del costo del lavoro in termini percentuali, ed è importante sapere sempre su quali voci si basano.
Per completezza, aggiungiamo una nota: nel luglio 1992, vista la disdetta di Confindustria, tramite intesa transitoria si riuscì a reintegrare un automatismo di tutela salariale con il riconoscimento di 20.000 lire mensili... che vennero però erogate per soli undici mesi. Anche questa cifra venne congelata, passando “alla storia” come Elemento Distinto della Retribuzione” (EDR). Se guardiamo la busta paga di Loretta, non lo troviamo: sul nostro Contratto Nazionale, la CONTINGENZA del quarto livello è 524,22 euro e l'EDR è conglobata nella stessa casella (dal 1995).
L' ASSEGNO SUPPLEMENTARE deriva da Accordi territoriali, ovvero provinciali e regionali.
Il suo importo è fisso: Loretta lavora in Provincia di Milano ed ha 11,36 euro aggiunti al suo Minimo ogni mese. Questo importo è il “famigerato” Terzo Elemento di cui si sta ancora parlando nella trattativa di rinnovo del Contratto Nazionale: dato che è nato in un periodo in cui la differenziazione territoriale aveva un significato preciso e gli accordi territoriali ne potevano tenere conto, le Aziende della Grande Distribuzione Moderna ci dicono che dev'essere superato... ed eliminato. E' il concetto moderno di eguaglianza: se qualcuno ha (poco) di più ed un altro non ha nulla, bisogna togliere e far sì che tutti e due non abbiano nulla. Di aggiungere a chi non ha, ovviamente, non se ne parla. Molto moderno, no?
Rimanendo in Lombardia, elenchiamo qualche importo: Provincia di Milano 11,36 euro; Provincia di Bergamo 10,33 euro; Provincia di Brescia 8,78 euro; Como e Varese 7,75.
In assenza di accordi territoriali, si riconoscono 2,07 euro forfettari di “minimo”.
Quanto vale uno scatto di anzianità (in euro)?
Dal Contratto Nazionale prendiamo anche gli SCATTI DI ANZIANITA’: euro 20,66 (al quarto livello) , che si sommano con cadenza triennale a far data dall’assunzione, fino ad un massimo di dieci (euro 206,6 mensili). “…con decorrenza dal primo giorno immediatamente successivo a quello in cui si compie il triennio di anzianità” (CCNL).
A chi dice: “Perché 20,66? Vi fanno proprio schifo le cifre tonde?”, rispondiamo convertendo la cifra dall'euro in... 40.000 lire esatte. Il fatto che la cifra tonda sia in lire, vi dà l'idea del tempo che è passato dall'ultima definizione. Anche questo, per la Grande Distribuzione Moderna è un grosso costo (vero) e ci hanno chiesto di... “superare gli automatismi”.
Per noi non è solo un riconoscimento di “vecchiaia”, ma di professionalità: il lavoro che facciamo deve tantissimo all'esperienza e, chiunque lavori nel settore, sa quanto sia determinante la capacità di gestire situazioni diverse con gente diversa. Pensare che una neo assunta possa cavarsela bene come una cassiera che lavora da sei anni (ed essere pagate uguale) è semplicemente ipocrita; alcuni parlano di “privilegi” degli “anziani”, per noi è il mero riconoscimento della professionalità acquisita... che devono vedere, gradualmente, tutti: a sua volta, anche la neo assunta deve vedere un riscontro della sua aumentata esperienza.
Ricordiamo inoltre che la fedeltà è un valore quando si parla di clienti, ma non solo: un dipendente che lavora da anni ha imparato un mestiere, ha fatto corsi di specializzazione, ha fatto suo un metodo di lavoro. Pensate che per un capo reparto Gastronomia sia la stessa cosa iniziare un turno di servizio con 3 lavoratori esperti, invece che con 3 appena assunti? E perché non dev'essere riconosciuta ed incentivata la fedeltà all'Azienda, rendendo sconveniente portarla alla concorrenza (senza scatti)?
Perchè io non ho il premio aziendale e il mio collega si?
Arriviamo così al PREMIO AZIENDALE. Il passo indietro, in questo caso, è più corto: col Contratto Integrativo Aziendale 2004, ancora vigente, è fissato in 92,96 (al quarto livello) l’importo che la Contrattazione Aziendale aggiunge agli altri elementi mensili.
Attenzione: anche in questo caso è importante l’anzianità! Per i primi 36 mesi non se ne ha diritto; dal 37° mese abbiamo il 20% (euro 18,59) e dal 48° mese l’importo intero.
La parola “aziendale” non è equivocabile: senza Integrativo, c'è solo il Minimo.
Ai colleghi più polemici, che dicono: “Ma a cosa serve il Sindacato?”, rispondiamo: “A fare Contratti tipo quello che, nella nostra Azienda, tra le altre cose, ti dà 92 euro mensili in più”.
L’erogazione di euro 11,22 nella casella A.P.A. proviene da Accordi Integrativi Regionali del 1997 con relative Tabelle allegate che “livellavano” le varie situazioni createsi con la definizione di un nuovo salario aziendale: Loretta, essendo già in forza nel 1997, si vede riconoscere euro 11,22 (21.719 lire, per un quarto livello) per compensare perdite di reddito dovute al nuovo trattamento. Lavoratori con anzianità o mansioni diverse dalla sua, già in Azienda nel 1997, possono trovare importi diversi.
La casella per esteso si chiama ASSEGNI PERSONALI ASSORBIBILI: vuol dire che quello è un elemento che hai solo tu – e chi ha le tue stesse caratteristiche dal punto di vista contrattuale. In questo caso è dovuto alle trattative successive al suo periodo di assunzione ma, ad esempio, potrebbe contenere un riconoscimento economico per delle esperienze già precedentemente acquisite (tipo tenere conto di una mia specializzazione presso la concorrenza) a qualcuno assunto dopo il 1997! Breve nota sul termine “Assorbibili”: vuol dire che, se dovessero intervenire modifiche nelle condizioni che hanno determinato l'importo, la cifra stessa verrebbe “assorbita” in un altro elemento. Esempio pratico: sei appena assunto ma riconosco che sei già un bravo gastronomo, per tuo bagaglio personale. Ti riconosco una piccola differenza economica... che non avrà più ragione di esistere quando guadagnerai un livello, uno scatto di anzianità o il Premio Aziendale: la tua retribuzione si allinea a quella dei colleghi esperti e la tua casella con il riconoscimento “prematuro” si svuota.
Siamo così arrivati a definire lo STIPENDIO MENSILE: cifra fondamentale per calcolare (quasi) tutti gli elementi di cui ancora non abbiamo parlato... e che affrontiamo subito attaccando con :
BUSTA PAGA – LA PARTE MOBILE (O VARIABILE)
A cosa serve il caledario sfalsato?
Partiamo dalla dicitura “calendario sfalsato” che appare sotto la casella in alto a destra.
Com’è noto, straordinari, ferie, malattia e tutte le voci “variabili” del mese corrente compariranno nel cedolino del prossimo; mentre la COMPETENZA CORRENTE, ovvero la mensilità vera e propria, è quella relativa al mese appena concluso. Ciò è dovuto alla scelta, apprezzata da tutti, di pagare con puntualità all’ultimo feriale utile del mese: l’inclusione di malattie o straordinari necessiterebbe di conteggi che farebbero slittare il pagamento di una decina di giorni. In questo modo, troviamo nella busta di FEBBRAIO la Competenza Corrente di febbraio stesso ma le voci variabili del mese di gennaio: “sfalsato” significa proprio questo!
Il 1.771,18 che abbiamo raggiunto è l'importo lordo di un mese di lavoro di Loretta; qualsiasi mese di lavoro, indipendentemente se di giorni 28 o 31, in quanto calcolato “in misura fissa e non variabile”: il 26,00 nella casella dei “numero/ore/giorni” indica infatti le giornate di lavoro di un mese “medio”. Questo evita complicazioni, la più pratica delle quali: prendere a Febbraio uno stipendio molto più basso di Marzo!
Applicando la % (quella scritta nella casella [ % retrib], la COMPETENZA CORRENTE è strettamente proporzionale per il part time; esempio: part time a 24 ore, la competenza corrente sarà il 64% dello STIPENDIO indipendentemente dalle ore effettivamente svolte. Teniamo bene a mente questo risvolto: un part time può svolgere anche il doppio delle ore di un full time, ma la sua COMPETENZA CORRENTE rimane invariata; su questa percentuale vengono calcolate tredicesima, quattordicesima, pensione… E’ questo il motivo per cui le aziende hanno vantaggio (anche in flessibilità di orario!) facendo effettuare straordinari a part time, piuttosto che a trasformarli in full; ed è questo il motivo per cui le Organizzazioni Sindacali, su ogni tavolo, pongono tra i primi argomenti il CONSOLIDAMENTO degli straordinari effettuati e la trasformazione dei part time che ne abbiano fatto richiesta.
Tornando alla casella dei “giorni”, la part time al 64% si trova un “13”... che è la metà di 26!
In questo caso, il numero è corretto in quanto basato su giorni di presenza sul luogo di lavoro: Loretta, full time che lavora 6 giorni su 7, ha 26gg mensili; la sua collega part verticale che fa lunedì, venerdì e sabato svolge sì il 64% delle sue ore... ma sulla metà delle sue presenze.
Buttiamo l'occhio all'inizio della riga: la prima colonna che attraversa tutta la parte variabile della busta è ASS. Quelli che sanno l'Inglese possono fare un sorriso su di un'improbabile traduzione, ma in realtà c'è poco da ridere: il LORDO prima di entrare nelle nostre ansiose tasche deve diventare NETTO, e lo diventa dopo aver pagato CONTRIBUTI PREVIDENZIALI e TASSAZIONE sul reddito: vedremo se le voci che seguono la COMPETENZA CORRENTE, sono ASSsoggettate a C (contribuzione), T (tassazione) o ad entrambe. In sostanza, questa colonna mi dice quali importi considerare quando a fine busta dovrò calcolare le somme dovute ad Inps e Stato; è determinante conoscere il sistema, poiché Contributi e Tasse non vengono calcolati “a monte”. Una quota versata a Fon.Te per la pensione integrativa, una detrazione per Mensa o l'iscrizione al Sindacato vengono calcolate prima delle trattenute finali e abbassano la cifra finale sulla quale calcolerò il dovuto. Se ho la voce “Mensa” e, in corrispondenza, trattenute per 30 euro, non devo pensare che se non fossi andato a mangiare avrei 30 euro di contanti in più – perché quella cifra sarebbe stata tassata: se 30 euro della mia Competenza Corrente (soggetta a C e T) vengono detratti prima del calcolo di Contributi e Tassazione sotto la voce Mensa, è come se avessi pagato i pasti anche con i contributi e le tasse che avrei dovuto pagare su uno Stipendio senza Mensa (almeno un terzo della cifra!).
Messaggio promozionale: Contributi e Tasse meritano un conclusivo capitolo a parte, ma vogliamo sottolineare anche la convenienza dell'iscrizione sindacale. Se un iscritto si trova 12 euro di trattenuta, non è che se non fosse iscritto avrebbe 12 euro in più – perché su quelle 12 euro ci pagherebbe l'Inps (9,49%) e poi ancora l'Irpef (23%). Come per la mensa, la Tessera viene pagata per più di un terzo da trattenute che non vi faranno. Conveniente, no?
Riprendiamo dalla COMPETENZA CORRENTE: dicevamo che all'ultimo feriale del mese ci viene riconosciuto uno Stipendio che rappresenta la media di 26 giornate lavorate. Ciò che effettivamente è accaduto – assenze per ferie, straordinari, ritardi... - apparirà sulla successiva busta, a correggere – in più o in meno – l'importo della prossima Competenza.
Abbiamo un primo problema: come faccio a calcolare un ritardo o un'ora di straordinario? È uguale per tutti? Part time o full time hanno differenze in questo?
Come per i 26 giorni, anche in questo caso c'è un divisore convenzionale – ovvero stabilito in base ad una media di ore lavorate mensili. Il numero è 168, per il quale devo dividere lo Stipendio.
La divisione ovviamente non va fatta sulla Competenza: quella di una part time darebbe una risposta sbagliata! Una lavoratrice al 64% ha quella percentuale di ore lavorate totali, ma la paga oraria è uguale (a parità di condizioni contrattuali) a quella di un full time: per questo è importante che la definizione dello Stipendio venga svolta tutta “a tempo pieno” e solo successivamente si applichi la percentuale.
Ora che sappiamo quanto “vale” un'ora, facciamo qualche minuto di lavoro in più:
ORE AGGIUNTIVE è la scritta che appare quando Loretta lavora più delle sue 37 ore e 30 minuti da Contratto Aziendale; sappiamo infatti che il Contratto Nazionale di settore prevede 40 ore per la settimana full time e definisce “straordinari” solo le ore che vanno dalla quarantesima in poi: quindi, se Loretta si ferma mezz'ora (cioè svolge una settimana di 38 ore) i minuti che eccedono le 37,50 ma non superano le 40 sono AGGIUNTE alla Competenza Corrente (che non le comprende). Come condizione migliorativa, secondo un articolo del CCNL, le ORE AGGIUNTIVE sono già pagate con una maggiorazione del 15%, come fossero straordinari.
Nell'esempio: 25 minuti di lavoro in più vengono evidenziati così:
1771,18 diviso 168 = 10,542 (paga oraria)
10,542 per 0,42 = 4,427 (paga di 25 minuti)
4,427 più (4,427 per 15%) = 5,09
Anticipiamo la domanda: “Da dove viene quello 0,42?”. Le frazioni di ora vengono espresse in unità e, dopo la virgola, centesimi: 0,25 di ECCEDENZA PAUSA non sono 25 minuti, ma 25 centesimi di ora! E per sapere quanti minuti sono, basta moltiplicare il numero per 60
60 minuti per 0,25 = 15 minuti
Questa semplice operazione vale per qualsiasi conteggio su base oraria: 0,75 di straordinario non sono un’ora e quindici minuti, bensì 60 x 0,75= 45 minuti.
Nel caso di Loretta: 60 per 0,42 = 25... esattamente i minuti di lavoro svolti in più.
L'abbiamo citata e non possiamo fare finta di niente: il RECUPERO ECCEDENZA PAUSA è una delle voci più discusse. Apriamo una parentesi tra aggiuntive e straordinari, per analizzarla:
L’eccedenza pausa è a tutti gli effetti tempo di non lavoro: sottraendolo dalla COMPETENZA CORRENTE, è importo soggetto a C e T (minuti non retribuiti = minuti non tassati)
Domanda molto frequente: visto che già mi trattengono soldi, possono farmi anche la contestazione disciplinare? La risposta è SI’, per il semplice fatto che sospendendo l’attività lavorativa, incido sull’Organizzazione del lavoro: se in un turno con 7 cassiere, le prime 6 fanno tutte 5 minuti di eccedenza a testa, la settima di loro vedrà slittare la propria pausa di 30 minuti… Il fatto che sia tempo non retribuito, non significa che sia tempo che possiamo gestire noi: se oggi ho un turno di 6 ore, vuol dire che il Datore conta su 5 ore e 45 minuti di mia presenza al lavoro. Non posso dire: “Vado alla sartoria di fronte, a farmi fare l'orlo ai calzoni: tanto i minuti li pago io!”.
Nessuno trova strano che un ritardo possa essere contestato, vero? Considerate l'eccedenza pausa come un ritardo - non ad inizio turno, ma al rientro dall'interruzione caffè: non è così strano, se la vediamo da questo punto di vista, no? Con il vantaggio che le sanzioni previste per il Ritardo possono essere molto più pesanti (fino al licenziamento!) di quelle previste per l'Eccedenza. Contestazioni sul tema ne vediamo relativamente poche, e riguardano chi sistematicamente fa diversi minuti di eccedenza con frequenza alta, oppure chi ha dei “picchi” anomali sulla singola pausa. Fermo restando che il metodo migliore per evitare il problema è controllare quanto più possibile l'orologio, sapete già che l’Organizzazione Sindacale è a disposizione di tutti i lavoratori che hanno necessità di discutere ogni contestazione.
Una considerazione: la pausa caffè, così come considerata da noi, deriva dal Contratto Integrativo Aziendale (CIA). Infatti, ai sensi di legge (la 66/2003, che regola tempi di lavoro e riposo) l’interruzione dell’attività lavorativa di 10 minuti è dovuta solo per attività eccedenti le 6 ore. Ripetiamo: interruzione (non retribuita) e non tempo sottratto all’attività lavorativa da utilizzarsi come pausa.
E’ proprio il Cia vigente, infatti, che recepisce la legge e la migliora, stabilendo la pausa in 15 minuti del proprio turno, qualora si superino le 5 ore e 30”, e in misura proporzionale, qualora il turno abbia durata inferiore (es: due terzi di turno = due terzi di pausa, cioè 10 minuti). Sempre il Cia attribuisce 10 min + 10 min a chiunque effettui orario spezzato, indipendentemente dalla durata della frazione; e attenzione: non si possono accumulare!
Se saltiamo i dieci minuti del mattino, non siamo autorizzati a farne 15 al pomeriggio: ci troveremmo con i primi dieci minuti regalati e un’eccedenza pausa di 5 per i successivi!
Aziende che hanno disdettato l'Integrativo, come prima cosa, hanno provocato la cancellazione della “pausa caffè”, così come la intendiamo noi: applicando quindi la legge, i turni di almeno sei ore venivano interrotti con dieci minuti non retribuiti da recuperare a fine turno.
Ora che sappiamo cos'è e come viene pagata un'ora aggiuntiva (e i minuti di pausa in meno) complichiamoci la vita parlando di SUPPLEMENTARI, STRAORDINARI, MAGGIORAZIONI FESTIVE. Per farlo, però, abbiamo bisogno di un part time; caso vuole che il fidanzato di Loretta lavori nella nostra azienda, in un altro Negozio – specifichiamo – e che sia un “72%”
Premesso che non dovete giudicarlo dal nome (è una persona gentilissima e lavora col giusto ritmo, senza ammazzarsi), sulla parte mobile della sua busta troviamo un elenco che a prima vista potrebbe spaventarci e sembrare un gran casino ma, in realtà, è leggibile con una semplice interpretazione della voce.
Ercolino ha la domenica nella lettera di assunzione: il mese scorso ne ha lavorate 3 (la quarta ha fatto un cambio giorno) e trova la MAGGIORAZIONE FESTIVA del 30% sulle sue 27 ore complessive (tre giornate da nove ore). Vediamo che nel contatore è scritto 28,08: è sempre dovuto alla differenza, proporzionale, tra la settimana di 40 del CCNL e le 37,50 del nostro CIA.
Perciò, come al solito: paga oraria (stipendio diviso 168) e moltiplicazione per 0,30; la cifra che viene fuori va moltiplicata per il numero di ore svolte nel festivo.
Attenzione: come dice la parola stessa, la MAGGIORAZIONE (festiva o notturna) si limita ad aggiungere la percentuale premiante a delle ore ordinarie (quindi già pagate e comprese nella Competenza Corrente). Se guardate l'esempio, la Maggiorazione di Ercolino aggiunge 83,07 euro: viene riconosciuto che 28,08 ore della sua settimana ordinaria sono state svolte in giornata festiva e per quelle ore viene calcolata la cifra da sommare alla paga base mensile.
Parlando di Domeniche, sentiamo spesso colleghi che dicono: “quando fai la domenica, conviene se non fai il riposo, così ti pagano al 130%!”. Ci tocca sempre riportare coi piedi per terra e chiedere di ragionare: se hai iniziato la settimana lavorando la domenica e non fai riposo, è ovvio che le 6 ore festive si aggiungeranno alle tue 37,50 ore settimanali. Sulla busta troverai scritto STRAORDINARIO FESTIVO ed una cifra che, oltre alla maggiorazione del 30% comprenderà anche le 6 ore svolte in più. Ovvio che guadagni di più, ma solo perché stai facendo più ore rispetto alle 168 che sono previste e pagate mensilmente!
Una raccomandazione: stratagemmi quali farsi mettere ferie o up nel giorno di riposo, per farsi sì che la domenica risulti straordinaria... siamo sicuri che, oltre che essere poco corretto, sia anche vantaggioso? Se io “spendo” 6 ore del mio salvadanaio up e le metto a coprire un giorno che – essendo riposo – sarebbe stato comunque di non lavoro, da un lato trasformo la domenica in prestazione straordinaria, ma dall'altro... ho speso 6 ore di up!
Potete tornare al punto in cui chiediamo di riflettere sul fatto che le ore di ferie e permesso sono soldi e capire meglio che questi trucchetti, usati da qualcuno come contentino e tollerati da qualcun altro come incentivo al lavoro festivo, in realtà non erano altro che un modo per... farsi pagare gli up. Effettuati controlli ed emesso disposizioni per evitare che questa cattiva prassi si applichi ancora, ci risulta che oggi sia estinta; per il nostro bene, aggiungiamo.
Riepiloghiamo le voci che ormai padroneggiamo con disinvoltura: la MAGGIORAZIONE per aggiungere una percentuale premiante alle ore ordinarie della Competenza, quando sono svolte in orario notturno o giornata festiva; le ORE AGGIUNTIVE, ovvero quelle che ho lavorato in più rispetto al mio orario contrattuale aziendale ridotto, fino al raggiungimento di quello proporzionale previsto dal Contratto Nazionale.
Con quali maggiorazioni invece può comparire il lavoro STRAORDINARIO? Quattro fasce
:
- 15% per le prestazioni di lavoro dalla 41ma alla 48ma ora settimanale
- 20% per le prestazioni di lavoro eccedenti la 48ma ora settimanale
- 30% per le ore di straordinario prestato nei giorni festivi o la domenica
- 50% per le ore straordinarie di lavoro prestate per la notte (dalle 22 alle 6 del mattino, sempre che non si tratti di turni regolari di servizio)
Invitiamo sempre a contestualizzare: questo è solo l'enunciato del CCNL ed ogni singolo caso va visto con la singola lettera di assunzione e la presenza effettiva in servizio. Può capitare, come nel caso di Ercolino, che un “cambio giorno” abbia fatto “scomparire” una maggiorazione, o che una prestazione notturna sia registrata come ordinaria... Insomma: conoscere la norma non significa aver risolto il problema – bisogna sempre applicarla nel singolo contesto.
Le ultime due voci, prima di salutare Ercolino: LAVORO SUPPLEMENTARE e LAVORO SUPPLEMENTARE FESTIVO. Riportiamo dal CCNL: “Per lavoro supplementare si intende quello prestato su base volontaria fino al raggiungimento dell'orario di lavoro del personale a tempo pieno”. Pagato come?”Le ore di lavoro supplementare verranno retribuite con la quota oraria della retribuzione di fatto (…) e la maggiorazione forfettariamente e convenzionalmente determinata nella misura del 35%, comprensiva di tutti gli istituti differiti, ivi compreso il trattamento di fine rapporto(...)”. Attenzione, quindi: tanti straordinari significano Netto molto alto (tasse permettendo), ma non dimenticate mai che quelle ore NON fanno salire la contribuzione pensionistica, il TFR, le ferie, la tredicesima...
Anche queste sono, come lo STRAORDINARIO, ore non comprese nella Competenza Corrente: nella parte mobile della busta paga appariranno con la quota oraria PIU' la maggiorazione relativa.
Riassumendo, un part time che fa una settimana di 49 ore “attraverserà” quindi tre diverse voci: nell'ordine = ORE AGGIUNTIVE, LAVORO SUPPLEMENTARE, LAVORO STRAORDINARIO.
Un'ultima specifica: se le ORE AGGIUNTIVE appaiono quando “lavoriamo” quei minuti che il Contratto Integrativo ci aveva scontato, se ne deduce che le ore in più prestate in giorni in cui la prestazione contrattuale non è prevista siano direttamente SUPPLEMENTARI o STRAORDINARI.
Esempio 1: part time che effettua 7 ore in un giorno che non è il suo, troverà 7 ORE SUPPLEMENTARI;
Esempio 2: part time che svolge 10 ore nello stesso giorno in cui, secondo lettera di assunzione, ne avrebbe dovuto svolgere 7: le prime sette ore contrattuali saranno già comprese nella COMPETENZA CORRENTE; i minuti che copriranno la riduzione aziendale di cui beneficia appariranno aggiunti e maggiorati con delle ORE AGGIUNTIVE - “coperte” le quali, entrerà in zona SUPPLEMENTARI;
Esempio 3: full time che svolge l'intera settimana di 37,50 (precise) e, in aggiunta, 6 ore la domenica. Visto che la domenica non è un suo giorno contrattuale e che dello sconto di 2 ore e mezza ha già goduto durante i suoi giorni, questo settimo giorno festivo ma lavorato apparirà direttamente come STRAORDINARIO FESTIVO... e non per 2,50 ore come AGGIUNTIVE FESTIVE (=non esiste!) e le 3,50 restanti come straordinario!
Possiamo ora tornare da Loretta, che nel frattempo... si è ammalata!
MALATTIA – le voci in busta
...niente di grave: un raffreddore! La nostra amica Loretta è stata male dal 5 al 9 aprile...
Sappiamo che l’Inps, attraverso il quale l’Azienda eroga le prestazioni assistenziali, NON PAGA la malattia inferiore ai 4 giorni: dal 4° giorno al 20° pagherà in percentuale del 50% (l’azienda integrerà fino a raggiungere il 75%), dal 21° al 180° salirà al 100%.
Vediamo le voci che legge in busta la nostra collega:
Sapendo che l’Inps interverrà solo dal 4° giorno, semplifichiamo e definiamo i primi 3 in “carenza” di copertura: una storica conquista del Contratto Nazionale ha fatto sì che la CARENZA sia pagata interamente e al 100% dall’Azienda. Ma dal 2011 sono cambiate alcune modalita che riguardano il pagamento da parte aziendale dei primi 3 gg di malattia/carenza. Non dimentichiamolo mai: anche il più apparentemente lontano degli argomenti in materia di diritti e lavoro, prima o poi finisce in busta paga (o nel foglio dei turni!).
Ecco che l’intero periodo del suo certificato medico (dal 5 al 9 di aprile) determina la voce INDENNIZZO MALATTIA INPS, con l’attribuzione della cifra che quest'ultimo versa all'azienda per (in questo caso) il quarto e quinto giorno (cifre inserite solo per facilitare l’esempio). Proprio così: l'Inps dà dei soldi al nostro Datore per coprire il periodo coperto dall'assicurazione.
I primi tre giorni (5, 6 e 7 aprile) sono evidenziati come MALATTIA CARENZA ma non comportano nessuno spostamento di importi, né in dare, né in avere: per quei tre giorni la COMPETENZA CORRENTE del mese scorso non viene toccata e quindi siamo pagati esattamente come se avessimo lavorato.
Relativamente ai giorni per i quali l’Inps ha versato indennità (8 e 9 aprile), bisogna procedere a RECUPERARE (altrimenti, nel quarto e quinto giorno la nostra collega verrebbe pagata con la Competenza mensile e IN PIU’ anche con i soldi Inps: praticamente, andando in malattia guadagnerebbe di più che a lavoro!). La somma prima versata come INDENNIZZO viene allora tolta dalle Competenze come RECUPERO INTEGRAZIONE MALATTIA.
Salta subito all’occhio un dettaglio: il RECUPERO INTEGRAZIONE MALATTIA è più alto dell'INDENNIZZO! …non dovrebbero essere uguali? “Mi stanno fregando soldi?”... Risponde la colonnina ASS. : l’indennità malattia è soggetta solo a T(assazione) e non a C(ontribuzione).
I due importi sono quindi uguali, ma l’Inps versa la cifra già al netto dei contributi, per evitare un passaggio in più nel calcolo delle trattenute mensili. Tra le due quote, c’è la differenza del 9,49 % (percentuale della contribuzione), che viene trattenuta subito alla fonte.
Nota bene: gli importi inseriti sono solo a titolo esemplificativo, per evidenziare la differenza tra INDENNIZZO e RECUPERO. Sul come viene effettuato il calcolo, applicando le percentuali che abbiamo elencato ad inizio paragrafo, ci ritorniamo nel capitolo INPS – insieme a MATERNITA', CONGEDO PARENTALE, PERMESSI ASSISTENZA INVALIDI ecc.
Parentesi: il meccanismo di tutela Inps e il sistema previdenziale ha proprio sulla contribuzione ha il suo fondamento: il Contratto Nazionale NON FIRMATO da Filcams Cgil recepisce pericolosamente la possibilità di escludere l’Istituto Previdenziale nel pagamento della malattia, aprendo la strada ad una diminuzione generale delle risorse con le quali vengono erogati prestazioni fondamentali per una Società che si voglia definire Civile (dicevamo: Assegni Familiari, Maternità, Congedi Parentali, permessi per assistenza disabili/legge 104, Cassa integrazione, Pensione…). E voi, che idea di società avete? Ognuno per i fatti suoi e chi è più debole si arrangi? Parentesi chiusa.
E se la malattia è inferiore ai 4 giorni? Cosa vedremmo in busta se i giorni fossero solo 2? Visto che l’Inps non entra in gioco, verrebbero evidenziati i giorni di assenza senza toccare la COMPETENZA CORRENTE:
Purtroppo, non è finita qui... lo stesso Contratto Nazionale separato ha istituito l'infernale “contatore delle malattie” ovvero il sistema per cui un raffreddore può essere pagato diversamente a seconda se è il 15 di dicembre o il 3 di gennaio; un sistema che penalizza un lavoratore onesto che fa tre singoli giorni in un anno ma che non sfiora nemmeno chi si organizza in malafede con periodi di due settimane alla volta. Concepito come “disincentivo” (ma come ti disincentivo? Ti invito a stare meglio ricordando che non saresti pagato?), sappiamo benissimo che in realtà i furbi non hanno riscontrato molti problemi, mentre gli onesti hanno aiutato le Aziende a risparmiare qualche soldino o ad avere qualche ora lavorata in più, da persone in condizioni fisiche non perfette.
Non riprendiamo qui il meccanismo, e analizziamo solo in che maniera si è intromesso nella busta paga:
Vedete che, al solito, si paga una COMPETENZA CORRENTE;
- si aggiungono in busta i soldi che l'Inps versa come INDENNIZZO per i giorni di malattia dal 4° in poi e si trattiene la quota di Stipendio che corrisponde ai giorni già pagati dall'Inps, con il RECUPERO;
- si evidenzia che tre giorni della mensilità in corso NON sono stati lavorati, in quanto facenti parte di un periodo di malattia certificata, MA non si procede a trattenute, mantenendo quindi il pagamento degli stessi tramite la COMPETENZA CORRENTE;
- si procede ad applicare il “contatore”: la malattia in esempio era il 3° evento dall'inizio dell'anno, quindi ai tre giorni di CARENZA viene applicata una Trattenuta pari al 33% .
Ricordiamo solo: i primi due eventi dal 1° gennaio hanno Carenza pagata per intero (ovvero la Competenza Corrente non subisce Trattenute), il terzo evento ha Carenza pagata al 66%, il quarto al 50% e dal quinto in poi la Carenza non è retribuita.
Nota: l'Indennizzo Inps dal quarto giorno in poi non subisce variazioni di trattamento, mai.
Per i colleghi part time, è importante notare che, essendo sempre e comunque i primi tre giorni di un certificato – indipendentemente dalla durata della malattia stessa – la MALATTIA CARENZA comparirà solo per i giorni di lavoro contrattuale.
Una part time con lunedì, mercoledì e sabato se porta un certificato di cinque giorni, da lunedì a venerdì, vedrà che la Carenza è di 2 giorni (e non 3, in quanto il martedì non le viene pagato in Competenza Corrente).
Una collega part time con lunedì, venerdì e sabato, se dichiara malattia da martedì, avrà carenza pari a... zero giorni! Venerdì, primo giorno contrattuale compreso nel certificato, sarà infatti il quarto – quello sul quale inizia ad intervenire l'Inps.
Esaurite le più comuni, anticipiamo che è nostra intenzione illustrare ogni singola voce che possa apparire in busta ed approfondire, di volta in volta, anche quelle già trattate.
Per il momento, “chiudiamo” la parte mobile: le Trattenute finali meritano un Capitolo a parte, insieme a tutto il cosiddetto “piede” della busta.