RAGNA RÓBERTSDÓTTIR 1945 Islanda

La sintesi artistica di Ragna Róbertsdóttir, dall’approccio interdisciplinare di forte predisposizione minimalista, si concentra sul valore dei materiali naturali come la pietra lavica, l’ardesia, il lino o la paglia, utilizzati per ricreare una topografia intimista del mondo naturale. Il legame viscerale con la terra è un punto focale nel suo percorso artistico e l’impulso contemplativo che ne deriva, evidenzia da un lato la magnificenza dell’ecosistema, ma dall’altro anche la sua innegabile e mutevole fragilità

Untitled, 1989

Pietre laviche (64 pezzi)

15 x 134 x 33 cm

A partire dagli anni Ottanta, l’artista ha iniziato a lavorare con pezzi di lava solidificata, ritagliati in varie forme e misure. Le sue sculture sono ricavate da blocchi di roccia finemente tagliati che trasmettono una potenza ancora attiva e un senso di leggerezza senza tempo, quasi come se fluttuassero all’interno dello spazio fisico. Il materiale che compone l’opera è un tipo particolare di lava grigia e porosa che si trova in Islanda. In particolare si tratta del basalto, una roccia di origine vulcanica piena di crepe e buchi che sono causate dalle bolle di gas intrappolate dentro la materia durante l’eruzione del magma.


Saltscape, 2018

Sale marino e di lava nera, vetro

75x75 cm ciascuno, 6 opere

La serie Saltscape, osservata da una certa distanza, induce a pensare a delle fotografie oppure a delle radiografie. Questi lavori sono il risultato di un lungo e meticoloso processo in cui il sale marino o il sale di lava, mescolati all’acqua, vengono versati in un secondo momento su lastre di vetro. Con l’evaporazione dell’acqua il sale aderisce sempre di più al vetro. Il risultato presenta delle forme astratte e misteriose, come se fossero degli organismi unicellulari, ammassi di galassie oppure paesaggi in miniatura.