CHRISTINA KUBISCH 1948 Germania

Christina Kubisch appartiene alla prima generazione di sound-artisti. Formatasi come compositrice, Kubisch ha poi sviluppato un percorso artistico incentrato principalmente sulla scoperta di uno spazio acustico e di una dimensione del tempo nelle arti visive. Le sue installazioni e sculture sonore partecipative smascherano il cosiddetto inquinamento acustico silenzioso, esperienza sensoriale essenziale per poter comprendere lo stato di saturazione elettromagnetica del nostro pianeta.


La Serra, 2017

Cavo elettrico, cuffie a induzione elettromagnetica

Dimensioni variabili

Le installazioni di Christina Kubisch esplorano il mondo dei suoni nascosti, poco conosciuti, oppure inarrivabili per l’orecchio umano. La Serra rimanda al desiderio di ricreare una natura lontana, primigenia e incontaminata. È un tentativo di ricreare il suono di una natura antica, un tentativo di creare un’architettura adatta a ospitare un paesaggio esotico con fiori tropicali, piante decorative e uccelli. L’installazione sonora vuole rievocare l’immagine di una giungla artificiale, di una natura rinchiusa e controllata dall’essere umano. I cavi che compongono l’opera non sono semplicemente degli elementi visivi, ma servono anche per permettere di ascoltare i vari suoni naturali registrati dall’artista e trattati elettronicamente in seguito. L’opera alterna il naturale e l’artefatto e presenta un paesaggio sonoro di fatto antropizzato.


Il Respiro del Mare, 1981

Cavo elettrico, casse a induzione magnetica, audio

Dimensioni variabili

La prima versione de Il respiro del mare risale al 1981 ed è considerata la prima opera dell’artista a induzione magnetica e altresì la prima che marca il passaggio dalle sculture sonore alle installazioni sonore. L’opera è costituita da due forme identiche, simili a dei labirinti, che tendono a incorporare in una, il suono perpetuo del mare e nell’altra forma il suono costante del respiro. Spostandosi da un labirinto all’altro, il visitatore contempla a livello immaginifico il passaggio dall’oceano al respiro, dall’acqua all’aria. Grazie a piccoli altoparlanti si possono decodificare e sentire le onde elettromagnetiche che viaggiano attraverso il cavo e lo spostamento nello spazio da una forma all’altra consente di mescolare i suoni. In tal modo, emerge l’allegoria del titolo Il respiro del mare.