Quest'anno solo buoni propositi :-)) e dopo anni di insegnamento ho raccolto in 10 semplici regole le "chiavi" per il successo scolastico. Codificate un po' goliardicamente con l’aiuto di alcuni alunni che hanno raccolto i miei “cavalli di battaglia” , all’insegna del buonsenso e della semplicità che certo non domina nell’ambito scolastico, suggerite da sani principi popolari, anche per non ripetertele in classe (visto che purtroppo “è difficile” poter esprimere ciò che si pensa ...) eccole in primo piano di quest’anno scolastico:
1. TI FA EL TO CHE MI FO EL ME
Ovvero “fai il tuo dovere” e non confondere i ruoli: l’alunno studia e l’insegnante spiega, l’alunno fa i compiti (da solo preferibilmente!!) e l’insegnante li corregge in tempi brevi ..., l’insegnante è 5 minuti prima dell’inizio in aula e anche tu devi essere puntuale: mettiti una sveglia al collo ... dimenticavo ... anche i genitori dovrebbero ... ma “questa è tutta un’altra storia”
2. TASS o TASS GIU
Ovvero non parlare e ascolta attentamente; mettiti in posizione di ascolto e non parlare con il compagno : solo così puoi ottenere buoni risultati; spesso l’intercalare “non ho capito” è solo una scusa !! In realtà non hai nemmeno ascoltato e come puoi aver capito?? Dovresti essere un genio e francamente ne ho incontrati pochi, pochissimi.....
Il clima di apprendimento è importante: senza questi presupposti tutto diventa difficile anche ciò che è semplice ...
3. SALUTAMMOSE o A RIZ E VERZI (vers. natalizia e pasquale: ANGǗǗRI)
Almeno una volta al giorno quando il prof. entra in classe ci si alza e si saluta, è una norma di rispetto che giustifica la presenza dell’insegnante in classe che è bene ricordare è lì proprio per gli alunni! Per il resto della giornata “ci siamo già salutati”.
Se invece ci troviamo fuori dalla scuola scegli pure di cambiare strada, ti capisco! Ci siamo già visti la mattina e non è necessario scambiarsi ulteriori chiacchere ;-) .
4. VOLEMMOSSEBBENE
Applicazione del “buonismo” a scuola! La scuola è una comunità composta da tante persone, tutte diverse ... ma sempre persone. Dunque se il tuo compagno non ti va a genio scegline un altro, perché litigare? Puoi semplicemente ignorarlo ma sempre rispettarlo: perché accanirsi contro una persona?? Un comportamento rispettoso è alla base dei rapporti nella comunità :)
Così il professore può evitare la “tortura” dell’alunno: se non conosce è inutile tentare di estorcere o mettergli in bocca le parole ... volemmossebbene! (vedi ghe poc de sfoia verzi)
5. MINGA O GHE NE MINGA
Nel mondo della scuola devi imparare a dire di NO! Troppe volte i compagni ti sfruttano chiedendoti il quaderno degli esercizi, la lezione, gli appunti (che hai faticosamente estrapolato da 30 pagine di testo) senza parlare dei suggerimenti durante i compiti, gli orali...
Tutto ciò nella migliore delle ipotesi ti frutterà un grazie ma sempre poca riconoscenza: alla prima occasione ti troverai senza quaderno e dovrai giustificare dicendo che l’hai prestato a ...
Insomma nel mondo della scuola collaborazione e gratitudine assomigliano più allo sfruttamento del lavoro altrui!! Quindi ogni tanto applica il “minga” aiuterai il compagno a crescere e non solo ;)
6. GHE POC DE SFOIÀ VERZI
Versione popolare del noto ”rem tene verba sequentur” per ribadire che se uno non sa le cose, non ha le conoscenze perché non ha studiato evidentemente non riuscirà a spiegare un bel nulla: insistere è solo una tortura! Dunque meglio studiare prima ..... che sfoià verzi dopo!!
7. OCIO ALA CURVA
Affermazione del principio della prudenza in ambito scolastico. Cerca di raggiungere gli obiettivi con studio e applicazione scostante, non ridurti “alla canna del gas” per recuperare 7 materie in poche settimane!! I risultati si ottengono solo con pazienza e sacrificio nello studio, non sovrastimare le tue capacità pensando alla ”mandrakata” finale , non contare sul mago Zurli o sul mister Magoo di turno: sono personaggi che appartengono più ai fumetti che alla realtà ..... altrimenti ti tocca prendere lo sciroppo estivo (anche in alte dosi per l’effetto “purga”).
8. PORTE APERTE AKA “NON ABBIAMO NIENTE DA NASCONDERE”
È buona norma lasciare la porta aperta così chi vuole ascoltare e vedere ciò che si fa in classe possa liberamente farlo, senza alimentare “leggende metropolitane” su ciò che si è fatto, si è detto ..... con i noti effetti distorsivi dell’interpretazione e della comunicazione, per non parlare del passaparola!
All’inizio della lezione e all’intervallo pure le finestre aperte: entra ossigeno che favorisce l’attività cerebrale ... e ne abbiamo bisogno :-)
9. CARTA CANTA
Aka “verba volant scripta manent”: quando si tratta di competenze c’è poco da discutere ciò che è scritto rimane ed è certo, misurabile, valutabile!
Non usare il bianchetto altrimenti la prova non vale! Solo così puoi toccare con mano ciò che non va e migliorare il tuo apprendimento!
Rivedi bene i casi classici, sono sempre quelli che vengono riproposti come “minimo” delle discipline , correggi il compito evidenziando gli errori e rifai l’esercizio fino a che ti è chiaro lo svolgimento.
Non confrontare lo scritto con i tuoi compagni pensando di essere vittima della solita ingiustizia: “carta canta”, o è giusto o è sbagliato e ci sarà sempre qualcuno in grado di stabilirlo ( a meno che usi il bianchetto ... !!)
10. FA MINGA EL FURBU
Ovvero non negare di fronte all’evidenza le tue responsabilità, accetta la critica e il rimprovero se è meritato, prima o poi dovrai crescere e accettare che non sempre puoi farla franca, tirare troppo al corda si spezza soprattutto se di lana.
Fai i compiti con regolarità e se non li hai fatti giustificati prima di essere colto in “castagna”; non giustificarti se richiamato dicendo che non sei il solo che parla o disturba, se lo fanno anche altri non è che sia un diritto acquisito o una buona cosa!?
Prova a chiedere scusa quando serve e si sincero soprattutto con te stesso altrimenti finirai per convincerti che tu sei una vittima di tutti e di tutto e non il protagonista del tuo futuro.
Saggezza e buon senso popolare ...
“l’uomo più saggio ch’io abbia mai conosciuto in vita mia non sapeva né leggere né scrivere” Josè Saramago alla consegna del premio Nobel per la letteratura.
Pelle_c