Progetto di salvaguardia dei luoghi della battaglia di El Alamein (Egitto, 1942)
Sistema informativo per la documentazione e la ricostruzione dei siti di interesse storico attraverso tecnologie di remote sensing e geofisica terrestre. Il progetto nasce per conseguire la salvaguardia dei luoghi della battaglia di El Alamein, attraverso la creazione di una banca dati geografica per valorizzazione storico-culturale e turistica dei siti in accordo con le autorità egiziane.
Per approfondire, prosegui con Inquadramento Storico della battaglia di El Alamein
Le ragioni del progetto
La fascia di deserto tra El Alamein e la depressione di El Qattara, pur essendo tutt’ora un’area militare ad accesso riservato, è stata interessata negli ultimi anni da una presenza turistica sempre più intensa a seguito dello sviluppo alberghiero e residenziale della zona costiera di El Alamein. Allo stesso tempo, la ricerca petrolifera ha portato alla creazione di piste, scavi ed opere che hanno riguardato e in parte già alterato, i siti principali della battaglia (Ruweisat, Mitteriya, Deir El Munassib, Naqb Rala, Haret el Himeimat, Menaquir El Daba) oltre, ovviamente, la cittadina di El Alamein e tutti i luoghi lungo la costa e prossimi al litorale.
Di conseguenza, appare urgente la necessità di esplorare e documentare tali aree, prima che le trasformazioni imposte al territorio siano causa della scomparsa delle testimonianze storiche della battaglia. Il progetto avrà pertanto due fondamentali ricadute: la creazione di una banca dati, la più dettagliata ed esauriente possibile, e la formazione di un quadro conoscitivo per stabilire dei criteri di sviluppo mirati ad una razionale valorizzazione culturale e turistica dell’antica linea del fronte.
La ricerca
Il Progetto El Alamein, nato da un’iniziativa di alcuni ricercatori italiani, si è sviluppato nell’ambito di un accordo istituzionale tra Università di Padova e Commissariato Generale Onoranze ai Caduti di Guerra a seguito della quale e’ stata anche avviata una collaborazione con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste.
Il progetto abbraccia un’area di circa 2400 kmq, interamente in territorio egiziano, e prevede di raccogliere in un Sistema Informativo Geografico (GIS) tutta la documentazione storica disponibile di natura sia cartografica che fotografica da integrare con una serie di dati di nuova generazione per la ricostruzione di dettaglio della geografia della battaglia. Allo scopo saranno acquisite immagini satellitari ed aeroriprese ad alta ed altissima risoluzione e saranno effettuati, avvalendosi delle più moderne tecnologie di misura, una serie di rilievi geologici, geomorfologici, geofisici e geodetici sia operando direttamente sul terreno che installando i sensori su mezzi aerei.
La documentazione storica sarà raccolta anche attraverso la realizzazione di specifici accordi di ricerca con enti nazionali e stranieri, musei militari e centri di documentazione.
Il progetto sarà avviato con uno studio pilota nell’area di El Taqa – Naqb Rala – Haret el Himeimat nella quale verranno validate ed integrate le diverse tecniche di rilievo per ottimizzare le procedure operative che consentiranno poi l’acquisizione di dati sulla larga scala.
Le fasi di realizzazione del progetto
Il progetto sarà articolato nelle seguenti fasi:
i. Foto aeree del 1942 (acquisite da enti militari italiani, britannici, tedeschi, americani, francesi, australiani e neozelandesi; Aerofototeca Nazionale, Istituto Luce; Istituto Geografico Militare; Cartoteca e Aerofototeca del Dipartimento di Geografia (Università di Padova); Aerofototeca dell’Università di Keele (UK); Archivi RAF; Archivi Imperial War Museum, ecc.);
ii. Immagini Quickbird 2007 in pancromatico e multi spettrale, che dovranno essere appositamente acquisite;
iii. Identificazione, disegno e catalogazione delle postazioni visibili oggi e visibili nel 1942 (attraverso la realizzazione con ArcGIS® di una carta geomorfologica e con la categorizzazione delle tracce osservabili da satellite: trincee, buche individuali, postazioni di artiglieria, posti comando, piste ecc.);
iv. Carte della battaglia georeferenziate (raccolte dalla vastissima letteratura storica e tecnica sull’argomento); e
v. Posizionamento GPS di punti di riferimento terrestri (rilevamento sul terreno con strumentazione di precisione).
i. Ricerca delle postazioni sepolte (tramite telerilevamento e analisi multi-spettrale delle immagini Quickbird);
ii. Perlustrazione e sopralluogo; rilievi topografici e geologico-geomorfologici;
iii. Indagini geofisiche sulle postazioni sepolte (impiego di georadar, magnetometro a protoni ed eventualmente altre tecniche di misura come tomografie geoelettriche, rilievi elettromagnetici, ecc.);
iv. Scavo archeologico dei siti (ed eventuale esumazione di resti umani con l’applicazione dell’archeologia forense, il coinvolgimento delle autorità locali e militari preposte, e ricerca testimonianze della guerra);
v. documentazione multimediale georeferenziata (foto, video, immagini d’epoca).
Parco Storico
Il Parco Storico del Campo di Battaglia di El Alamein
La Battaglia di El Alamein
Durante il 1942, tra la fine di giugno e l’inizio di novembre del 1942, tre principali battaglie ed alcune azioni militari minori ebbe luogo nel deserto egiziano, presso la località conosciuta come El Alamein. Furono quattro mesi di furibondi combattimenti che capovolsero le sorti del secondo conflitto mondiale, mettendo fine al sogno delle potenze dell’Asse di invadere l’Egitto, e da lì impadronirsi dei preziosi pozzi di petrolio che si trovavano in Iraq e Iran. La scelta del luogo non fu casuale: il deserto in questo punto si restringe formando un passaggio di soli 60 km, delimitato a nord dal mare e a sud dall’inaccessibile depressione di El Qattara; una linea ferroviaria e una strada costiera collegavano l’area ad Alessandria, principale base logistica britannica, distante poco più di 100 km.
Il campo di battaglia oggi
Oggi il campo di battaglia occupa circa 80 km di deserto a partire dalla costa, verso sud. Lungo la costa sono presenti insediamenti turistici molto estesi, mentre l’interno è disabitato, ad eccezione di alcune installazioni petrolifere. Sono numerosissime le testimonianze della battaglia, date da postazioni individuali, trinceramenti, piazzole di artiglieria e ripari costruiti dalle due armate che qui si scontrarono durante l’estate del 1942. Il Progetto El Alamein si prefigge lo studio e la salvaguardia dei luoghi del campo di battaglia di El Alamein.
Che cos’è Il Parco Storico?
Il Parco Storico del Campo di Battaglia di El Alamein è un progetto che prevede il posizionamento di una serie di cippi a basso impatto nei luoghi principali dello svolgimento della battaglia. Il Progetto sarà attuato in due fasi distinte per il fronte meridionale e quello settentrionale. Saranno posizionati al termine del progetto circa 60 segnali sull’intero campo di battaglia secondo itinerari collegati agli scontri principali che lì si sono verificati.
Com’è fatto un cippo?
Nella fase iniziale erano stati costruiti dei segnali a imitazione dei cartelli indicatori dell’epoca, che allora avevano lo scopo di favorire l’orientamento in un’area quasi del tutto priva di riferimenti topografici. Il danneggiamento di alcuni di essi da parte di ignoti, ha suggerito di cambiare la tipologia dei cippi, formandoli in cemento armato vibrato.
Ciascun cippo riporta sulla facciata lo stemma della divisione che lì ha combattuto nel 1942, oltre alle indicazioni geografiche delle località, al numero identificativo, e ai nominativi di chi ha contribuito alla sua realizzazione con eventuali dediche.
A cosa servono i cippi?
Il posizionamento dei segnali favorisce anche oggi, come allora, l’orientamento lungo il campo di battaglia. Utilizzando pubblicazioni specifiche in corso di realizzazione o software gratuiti come Google Earth e tecnologia GPS sarà possibile ai visitatori eseguite tour virtuali o visitare direttamente i luoghi degli scontri. Inoltre i cippi costituiscono dei punti concreti di conservazione della memoria dei caduti e dei combattenti italiani.
I cippi si trovano solo nel deserto?
Alcuni cippi possono essere prodotti in due esemplari e, su richiesta del donatore, essere collocati l’uno nel deserto e l’altro in Italia, per stabilire un collegamento ideale con il campo di battaglia. Il cippo italiano, omologo di quello “desertico”, potrà essere collocato ad esempio in un parco cittadino, piazza, scuola, caserma, sede di sezione d’arma o altro.
Com’è finanziato il Parco Storico?
Il Parco non gode di finanziamenti statali ed è interamente sostenuto dalle sottoscrizioni di singoli donatori. La posa avviene attraverso il lavoro dei volontari che, autofinanziandosi, si recano nel deserto. I costi economici per la realizzazione sono in parte supportati da sponsor privati.
Chi può donare un cippo?
Chiunque, privato cittadino o istituzione, può donare un cippo. La donazione è aperta in particolare alle Associazioni d’Arma, specialmente a coloro che hanno combattuto in terra d’Africa. I cippi saranno collocati durante le prossime missioni del Progetto El Alamein con l’obiettivo di completare il Parco Storico entro il 23 Ottobre 2012 in occasione del 70° anniversario della Battaglia. Alla posa, se voluto, potrà partecipare anche la stessa sezione che lo ha finanziato.
Come posso donare un cippo?
Donare è semplice. Basta compilare l’apposita scheda e fare il versamenrto [scarica la scheda>>>]
Per ogni informazione scrivere a info@siggmi.it.
E’ possibile donare anche una piccola cifra per essere inclusi della lista dei sostenitori del Parco Storico e iscrivere il proprio nome in uno dei cippi nel deserto. Nella targa che accompagna il cippo è previsto anche uno spazio libero per una dedica personalizzata.
Quanto costa un cippo?
Un cippo costa 500 euro. Il costo copre la produzione, il trasporto sul campo, la creazione e stampa della targa e l’eventuale manutenzione.
Ringraziamenti
L’attività organizzativa è stata condotta da Siggmi nell’ambito del Progetto El Alamein. Hanno collaborato alla realizzazione del Parco e dei Cippi: Aldino Bondesan, Walter Amatobene, Antonio Cardinali, Lamberto Fabbrucci, Nicola Petrella e Flavia Breda. La fase di progettazione è stata portata avanti in collaborazione con l’Ente Scuola Edile di Piacenza e l’Avamposto Siggmi di Piacenza. L’esecuzione dei primi segnali è stata sponsorizzata da Claudio Paggiola – Logistica Paggiola srl e Giovanni Furlanis – Lav.In. srl. I trasporti sono stati organizzati e in parte finanziati da www.congedatifolgore.com e da Tarros. La posa è avvenuta durante le missioni Anpdi, con l’aiuto dei paracadutisti Folgore e di altri volontari.
Parte di cippi è stata donata da un cospicuo numero di donatori, citati nella rivista “Folgore!” e nei siti web istituzionali.
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Progetto El Alamein – El Alamein Project
S.I.G.G.MI. Società Italiana di Geografia e Geologia Militare
via Xola 41/B – 30020 Torre di Mosto (VE)
fax 0421 326532 www.siggmi.it info@siggmi.it
web magazine www.congedatifolgore.com
Anpdi - Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia