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Secondo la Genesi il primo tatuato della storia, più precisamente segnato, è Caino, la cui discendenza sarà maledetta. Tra i caratteri distintivi del tatuaggio c’è quello di essere un marchio deprecabile per prostitute e reietti. Incisione sulla carne praticata in maniera decisamente limitata in occidente o nell’antichità solo da alcuni i popoli, la diffusione del termine “tatuaggio” avviene tramite James Cook, di ritorno dal suo primo viaggio nei mari del sud. È a partire dai mirabili resoconti dei viaggiatori del Settecento che si sedimenta una rappresentazione esotica riguardante remote etnie, in cui i tatuaggi svolgono un ruolo rilevante nel definire l’alterità di popoli sconosciuti e lontani. In occidente il tatuaggio, praticato e interpretato come una forma simbolica di ribellione giovanile, raggiunge una notevole popolarità solo con la scena punk a metà degli anni '70 del secolo scorso proprio in virtù del suo alone maledetto. In una epoca segnata da una profonda crisi economica e da un alto tasso di disoccupazione giovanile, la teatralizzazione punk della precarietà avviene anche tramite i tatuaggi, quali segni autoinflitti, in cui si ribadisce una condizione selvaggia e marginale. Soprattutto tra i giovani, a partire dagli anni '90, il tatuaggio diventa improvvisamente un segno diffuso e "normalizzato", praticato senza più nessuna remora di ostracismo. Proprio perché diventano di moda, le incisioni sulla carne rappresentano un segno puramente estetico della propria identità, diventando quindi un'opzione soggettiva di stile. Il fascino del ribellismo e delle modifiche del corpo invece trova ora un territorio di ibridizzazione con i mondi queer, in cui si intrecciano nuove forme di ricerca dell'identità e di rappresentazione di sé.

Vestire degenere. Moda e culture giovanili (Donzelli, 2010) affronta le tematiche dell'identità di genere e della costruzione dell'identità a partire dal corpo e dall'abbigliamento per riflettere sulle forme di ribellismo e sulla ricerca di nuove forme di identità e di rappresentazione di sé. Gli abiti maschili e femminili dell'800, i mods e la Swinging London, la factory di Andy Warhol e la rivolta gay di Stonewall, il glam rock, il cross-dressing, il drag-kinging, il cosplays vengono analizzati e interpretati come forme di sconfinamento identitario che rimettono in discussione categorie date per naturali, ruoli e forme di potere, sconvolgendo alle fondamenta la sfera pubblica

Estetiche dei ribelli per la pelle. Storia e cultura dei tatuaggi (Costa & Nolan, 2005) è la versione 2.0 di un libro scritto nel decennio precedente. In particolare viene analizzato il passaggio della percezione del tatuaggio da marchio per carcerati, per prostitute o comunque per soccombenti a puro segno decorativo afferente al mondo della moda, del consumo e della costruzione dell'identità senza più nessuna riprovazione o ostracismo verso qualcosa che aveva caratterizzato la marginalità nell'800 e nella prima metà del'900 e la ribellione giovanile dopo gli anni '70 del secolo scorso. Inoltre il libro approfondisce il tema dell'esotismo e della nascita dell'immaginario del selvaggio nei viaggi di esplorazione del sud-est asiatico, da James Cook a Louis Antoine de Bougainville, fino a Paul Gauguin e a Pierre Loti

Piacevole è la notte. Cultura e mercato dell'intrattenimento notturno (ManifestoLibri, 2003) analizza tramite l'osservazione partecipante e interviste in profondità il mondo dei locali notturni e delle professioni correlate all'intratteninmento, dai buttafuori ai dj, dalle ragazze immagine ai tecnici del suono, dai pr alle barman. I modelli di organizzazione del lavoro dei locali del divertimento notturno sono un interessantissimo esempio per comprendere le trasformazioni sociali e le implicazioni emotive e private di quelle che negli anni zero erano nuove forme lavorative basate sulla precarietà e sulla comunicazione. Quei modelli lavorativi, con tutte le implicazioni private e sociali, hanno anticipato gli scenari lavorativi che caratterizzano la contemporaneità.

La notte è un ottimo osservatorio per leggere il giorno e le sue regole, dall'erodersi dei diritti sul lavoro, alla flessibilità selvaggia, all'incertezza riguardo il futuro più prossimo, all'apoteosi delle cosiddette attività senza opera. Parafrasando Keats, piacevole è la notte, ma qui non c'è nessuna luce

Mondo Biker. Bande giovanili su due ruote (Donzelli, 1997) è un viaggio a ritroso tra le forme di ribellismo all'interno delle culture giovanili che hanno posto la moto al centro del loro stile di vita. Dal boom economico degli anni '50 del secolo scorso e i teddy boys, dai mods a bordo di una Vespa o di una Lambretta nei primi anni '60 nella Swinging London, agli hells' angels californiani che si tatuano la svastica o il logo dell'Harley-Davidson e picchiano i giovani che protestano contro la guerra in Vietnam, il libro approfondisce il rapporto simbolico tra mondo giovanile maschile, l'emergere del consumismo e forme identitarie basate sulla condivisione della passione per la moto e per l'immaginario nei confronti del viaggio

I ragazzi di Tokyo. Le poetiche zen di una metropoli (Liguori, 1997) è una raccolta di appunti "selvaggia" su Tokyo, sui consumi giovanili, sui manga, sui tatuaggi giapponesi e sull'arte zen della disposizione delle merci nei grandi centri commerciali. Il libro è anche un excursus dentro le fascinazioni e le paure che soprattutto negli anni '90 del secolo scorso provenivano dal Sol Levante, prima della grande bolla, che ha fortemente minato il Giappone in termini di potenza economica mondiale. Tra yakuza, ragazze kawaii, quartieri dedicati ai consumi adolescenziali e templi shintoisti sul roof garden dei grattacieli di Ginza emerge un quadro affascinante e contraddittorio di una società ipercontemporanea e al tempo stesso tradizionale

Ribelli per la pelle. Storia e cultura dei tatuaggi (Costa & Nolan, 1995) è un viaggio dentro l'immaginario del tatuaggio, dai primi viaggi intorno al mondo di James Cook, che per primo utilizza in occidente la parola tattoo prendendola in prestito dal tahitiano, all'antropologia criminale di Cesare Lombroso, all'emergere di una cultura giovanile che si tatua, come quella punk. il libro è anche una approfondita indagine sul campo tra tatuati e tatuatori, tramite l'osservazione partecipante e interviste in profondità, per comprendere e riflettere sui riti contemporanei, sulla percezione e la rappresentazione del corpo e sull'immaginario simbolico riguardo all'esotico e al "selvaggio"

Senza chioma né legge. Skins italiani (1994) è forse l'unico libro sugli skinheads italiani che si fonda su una ricerca sul campo, tramite l'osservazione partecipante e interviste in profondità a ragazzi italiani variamente collegati alla galassia degli skinhead di destra che, tra il mito della repubblica di Salò, forme di intolleranza nei confronti degli immigrati, passione per un look che proveniva dagli skinhead inglesi e oi music, ha fortemente influenzato il panorama ideologico dell'epoca.