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Caporedattore Ilaria Pia Belgiovine
Redattori Gerardo Pio Bonassisa
ArticoliL'Orienteering, lo sport dei boschiL'uno a uno più acceso della serie BBrava, Martina!Un piccolo tifoso e un grande cuore

L'Orienteering, lo sport dei boschi

La nostra regione con le sue peculiarità morfologiche e paesaggistiche è un luogo privilegiato per la diffusione dell'Orienteering, la disciplina sportiva outdoor che favorisce e promuove la scoperta e la conoscenza della natura.

Orienteering significa letteralmente orientamento ovvero "trovare la posizione". Si tratta di una disciplina sportiva outdoor nata in Norvegia alla fine del 1800 e molto praticata in tutti i Paesi del Nord Europa. Oggi lo "sport dei boschi" (così è spesso definito l'Orienteering) è apprezzato in molte nazioni, compresa l’Italia, anche in virtù della sua stretta correlazione con la sostenibilità ambientale. Praticarlo, infatti, è un modo sano ed ecologico di fare sport a stretto contatto con la natura e di coltivare i principi dell’educazione ecologica. La Corsa di Orientamento (in breve C-O o Foot-O) è la "regina" tra le quattro discipline dell'Orienteering, ed è la più praticata e la più diffusa in tutto il mondo. La si può praticare su qualunque terreno, ovunque sia possibile accedere di corsa o camminando. Le gare di C-O si svolgono principalmente in ambiente naturale, ma sempre più frequentemente, e con uguale divertimento, si disputano eventi nei parchi cittadini e nei centri storici, più o meno intricati, di città grandi e piccole. È una prova a cronometro che deve svolgersi possibilmente su un terreno vario, in cui il concorrente, dotato di carta topografica e bussola, deve raggiungere il traguardo passando attraverso una serie di punti di controllo. Strumento essenziale è dunque la carta topografica, sulla quale è tracciato il percorso da seguire, segnato con il colore rosso. La partenza è indicata sulla carta da un triangolo, l’arrivo da due cerchi concentrici. Lungo il percorso ci sono dei punti di controllo, materialmente presenti sul terreno e costituiti da segnali a tre facce, chiamati lanterne: sono numerati progressivamente e sulla carta sono indicati con un cerchietto. Unita alla lanterna, che porta un codice di riconoscimento, vi è una punzonatrice con la quale il concorrente punzona il cartellino testimone nella casella corrispondente al punto di controllo. Il beneficio principale derivante dall’Orienteering è legato alla possibilità di fare sport nella natura. L’attività all’aria aperta offre numerosi benefici, anche superiori a quelli del movimento indoor. Si tratta infatti del modo più naturale per trarre non solo giovamento fisico, ma anche piacere dall’attività sportiva: una splendida possibilità di sfruttare il corpo senza rompere il legame con l’ambiente che ci circonda, ritrovando pienamente l’equilibrio psicofisico. Praticare sport all’aria aperta migliora le prestazioni, perché ci si distrae dallo sforzo più facilmente. Il dispendio energetico aumenta, perché la natura presenta sfide sempre nuove: terreni irregolari, salite e discese, vento e altre condizioni costringono il corpo ad adeguarsi ogni volta, consumando calorie e rendendo tutto meno monotono. Inoltre, una volta concluso l’allenamento, avverti una sensazione di soddisfazione e benessere: secondo alcuni studi, infatti, bastano 30 minuti di camminata al parco per allentare lo stress e migliorare l’umore. Questo significa anche osservare delle regole, prima fra tutte il rispetto dell’ambiente e della bellezza che rende unico ogni ecosistema. Da qui, il grande valore formativo di questo sport: praticarlo vuol dire riscoprire questa bellezza e coltivare un rapporto intimo e diretto con la natura. Per i ragazzi vuol dire anche conoscere gli elementi naturali, la biodiversità, la sua importanza per il nostro pianeta e le pratiche virtuose per tutelarla. I ragazzi che si avvicinano a questo sport hanno anche l’occasione di crescere caratterialmente e di acquisire il senso della responsabilità. Si devono prendere decisioni autonome e veloci, per cui si sviluppa una consapevolezza maggiore della propria capacità di giudizio. Inoltre, si apprendono le regole per una corretta vita nell’ambiente naturale, con il quale si entra in contatto, e si consolida una coscienza ecologica molto profonda.

di Ilaria Pia Belgiovine

La legenda per interpretare la mappaAlcuni momenti e strumenti dell'Orienteering
di Ilaria Pia Belgiovine

Lo sport è cultura dell'unità

I piccoli grandi campioni della nostra scuola mostrano tutto il loro valore sportivo, conquistando il podio nel tennis, nella corsa campestre e nel salto in lungo. Dopo lo stop per il Coronavirus, speriamo tutti in una ripartenza.

Lo sport, come collante, unisce e rinforza, provocando sensazioni ed emozioni. È un potente veicolo formativo, che promuove la cultura del rispetto, delle responsabilità, divenendo espressione di benessere che si traduce in felicità, di cui i giovani oggi hanno tanto bisogno: azioni motorie come formazione della mente, come dialogo tra motricità e pensiero, tra immagine e azione. La scuola, pertanto, deve incentivare queste preziose esperienze formative, catalizzatrici del benessere psicofisico dei ragazzi. Sulla terra rossa ha dato il meglio di sé, classificandosi al 2° posto nel 2019, Valeria Dordoni, con un gioco di elevato contenuto tecnico tra smash, volée, stacchi per recuperare lob o per prendere una smorzata tra un drop shot dopo una ribattuta avversaria e un servizio slice: repertori motori e melodie cinetiche che dimostrano come l’esecuzione di un gesto tecnico implica l’attivazione di numerose aree corticali. Sulla pista di atletica hanno dato il meglio di loro Martina Lukaszek, che per due anni di seguito (2018/2019 e 2019/2020) ha conquistato il podio, partecipando alla fase provinciale di corsa campestre e qualificandosi per le regionali, e Gabriele Dellisanti, che si è classificato al 1° posto (2019/2020) nella fase regionale nel salto in lungo. Purtroppo per questi ultimi anni non abbiamo campioni, perché l’emergenza Coronavirus ha colpito la vita di tutti con l’interruzione delle attività didattiche in presenza, per evitare la diffusione del contagio. Per via di queste disposizioni, anche la vita sportiva delle persone è completamente cambiata. Capisco la gravità dell’emergenza che stiamo vivendo e spero che si risolva nel migliore dei modi, così che potremmo tutti ricominciare a vivere come abbiamo sempre fatto.

Si ringraziano per la collaborazione le prof.sse Michela Santino ed Erika Vitulano.

Alcuni momenti della gara
Foto ricordo dopo la premiazione
a cura della redazione

L'uno a uno più acceso della serie B

Foggia-Benevento. Prova convincente dei padroni di casa: in dieci contro undici per oltre un tempo. Un secondo tempo infuocato dal gol del Benevento, ma anche da quello del Foggia con la punizione-capolavoro di Oliver Kragl.

È stata davvero una partita infuocata. Gli agenti delle forze dell’ordine hanno visionato i filmati delle telecamere della zona per identificare le due persone, appartenenti a due tifoserie diverse, che hanno iniziato il litigio. Ogni volta noi ragazzi ci chiediamo se è giusto che durante e dopo una partita le persone diventano violente, solo perché seguono squadre diverse. I tifosi hanno polemizzato per un gesto fatto da Pietro Iemmello, ma il calciatore dice che non era un gesto per la tifoseria del Benevento, nonostante fosse nelle vicinanze del settore di quella tifoseria, che aveva già lanciato dei petardi in direzione della curva nord foggiana. I foggiani hanno reagito al gesto e i beneventani hanno continuato a lanciare altri petardi nel rettangolo di gioco. Ci è mancato poco che la partita venisse sospesa per motivi di sicurezza. Per fortuna c’è stato il gol capolavoro di Oliver Kragl, che ha consentito al Foggia di pareggiare una partita che sembrava già segnata. Il giocatore tedesco ha così risollevato gli animi dei tifosi foggiani. Ma lo scontro fra le due tifoserie purtroppo è proseguito anche fuori dallo stadio. Solo il dispiegamento di forze della polizia ha scongiurato il peggio. E allora ancora una volta ci poniamo una domanda. Ma il calcio non dovrebbe essere un gioco, nel quale la sana competizione dovrebbe regalare solo emozioni?

Lo stadio "Pino Zaccheria"
Oliver Kragl
a cura della redazione

Brava, Martina!

Un'alunna della nostra scuola ha partecipato alla gara provinciale di corsa campestre il 15 febbraio 2019, arrivando prima classificata. Abbiamo raccolto le sue impressioni. Vi proponiamo la videointervista.

Martina Lukaszek è una ragazza della nostra scuola ed è una giovane atleta dei Centri di Atletica Leggera "Luigi Colella" della Snafoggia e USFoggia. Ha dimostrato tutte le sue doti di campionessa, partecipando a due gare di corsa campestre, provinciale a Foggia e regionale a Grottaglie. È salita sul podio come prima classificata nella gara provinciale ed è arrivata ottava in quella regionale. In entrambe le gare ha gareggiato con cinquanta ragazzi. Ci ha subito detto che quando ha superato il traguardo è stata molto felice, ma non pensava di vincere. La sua ansia è salita alle stelle, quando ha cominciato a correre. La passione per la corsa è nata quando era molto piccola, vedendo alcuni ragazzi che correvano ed erano molto forti. Allora ha fatto una promessa a se stessa: anche io voglio diventare forte come loro! Noi facciamo tanti complimenti alla nostra compagna per questa bella vittoria e ai docenti della nostra scuola che l’hanno preparata e seguita.

Martina, al centro, sul podio
I ragazzi della nostra scuola in gara
a cura della redazione

Un piccolo tifoso e un grande cuore

Spiacevole episodio in città: rubata maglia del Foggia a un bambino. Qualcuno l'ha presa dallo stendibiancheria. Gesti di generosità da un altro tifoso, Ilario, e poi dal giocatore del Foggia Oliver Kragl.

Era appesa allo stendino ad asciugare e quando la mamma è uscita sul balcone per prenderla non l’ha più trovata. Si tratta dalla maglietta di un bambino, autografata dai giocatori. Gabriele ha 10 anni ed è tifosissimo dei rossoneri ed era legatissimo a quella casacca, che qualcuno ha portato via, rimuovendola dallo stendibiancheria. L’ultima volta che l’ha indossata è stata in occasione della partita Foggia-Spezia. La mamma scrive su Facebook: “Non sapevo come dirlo a mio figlio”. La notizia ha fatto il giro del web. Tutti si auguravano che il malintenzionato in qualche modo avrebbe restituito il maltolto. Un altro tifoso, Ilario, prova ad aiutare Gabriele. Dopo aver saputo della maglietta rubata, ha messo a disposizione la sua maglietta della Curva Nord, autografata da alcuni giocatori. “Sarei contento di regalare la maglia a Gabriele”, ha detto. Ilario ha inoltre espresso il desiderio di donargli anche quella della promozione in B, regalatagli dalla squadra durante una visita a San Giovanni Rotondo. “Se ci tiene regalo anche quella, per i bambini questo ed altro”, ha affermato. Alla fine il giocatore del Foggia Oliver Kragl viene a conoscenza dell’episodio e promette al piccolo Gabriele una maglietta, che farà firmare a tutti i suoi compagni. Queste le sue parole: “Ciao Gabriele, ho saputo di quello che ti è successo. Per cercare di porre un piccolo rimedio, quando vuoi ti regalo la mia maglia. La faccio autografare dai miei compagni di squadra”. Si conclude così un increscioso episodio, che mette in evidenza la cattiveria di una persona, subito neutralizzata dalla generosità di persone gentili e affettuose.

Un fotogramma del video in cui Oliver Kragl mostra la casacca rossonera autografata da donare al piccolo Gabriele