Memorie


C'era una volta il Muro di Berlino…

Oggi è simbolo di libertà e pace tra i popoli

L’estate scorsa sono stato a Berlino con la mia famiglia per dieci giorni e ho potuto visitare il Muro di Berlino e l'East Side Gallery. Ho percorso a piedi 1.3 km, il maggior tracciato rimasto in posizione originale del Muro di Berlino, un vero e proprio memoriale internazionale alla libertà e alla pace. Ho potuto ammirare tutti i 118 graffiti che sono stati realizzati nel 1990, un anno dopo la sua caduta, da 121 artisti di diversa nazionalità. Camminando ed essendo a contatto con “un pezzo di storia” così crudele ma con una fine fortunatamente positiva, ho provato diverse sensazioni e fatto alcune riflessioni. Mi sono commosso nel vedere come gli artisti siano stati capaci di trasmettere da un lato la disperazione del tempo e il dolore provato da tutti coloro che desideravano varcare quel muro, costruito per impedire la libera circolazione delle persone verso la Germania Ovest e dall’altro il desiderio di pace e di riconciliazione presente nel cuore della gente. Mi è sembrato di fare un passo indietro nel tempo; vedere quel pezzo di muro e toccarlo mi ha fatto riflettere su come la vita degli uomini possa cambiare improvvisamente e su come possa essere negato, per ragioni politiche, uno dei diritti umani più importanti: la libertà. Per ventotto anni, persone diverse e diverse generazioni hanno dovuto subire questa separazione e alcune di loro hanno anche perso la vita nel tentativo di oltrepassarlo. Esso rappresenta un momento della storia di tutti noi che non si può dimenticare e che deve rimanere nella memoria collettiva di tutti a testimonianza di quanto gli uomini siano stati capaci di fare nel 1961, ma anche di come l'uomo stesso, anni dopo, nel 1989, sia stato capace di abbattere qualunque barriera ed affrontare ogni ostacolo, quando si considera parte di qualcosa e quando vede coloro che gli sono accanto come una risorsa e un supporto e non come un nemico da contrastare e da temere. Dopo aver terminato quel lungo percorso, ho letto una frase su un libro di Storia che mi ha estremamente colpito: “Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi” (28 aprile 1989, Erich Mielke Ministro per la Sicurezza della DDR). E allora mi è venuta in mente qualche scena del concerto dei Pink Floyd, organizzato in onore della caduta del Muro di Berlino, che ho potuto vedere da Internet, e soprattutto le parole della sua canzone simbolo: “The Wall”. Queste parole recitano: “All in all you're just another brick in the wall”. No, “non era solo un mattone nel muro”: era un mattone simbolo della durezza degli uomini e della sua costante difficoltà nel comprendere che la chiave per “aprire ogni porta” è la parola e non una pietra.

Dionisios (classe terza)

I MURI SONO DELLE BARRIERE

I muri sono delle barriere, basti pensare al muro di Berlino. La sua costruzione fu un grande sbaglio commesso dall’uomo: fondamentalmente sta a noi non ripetere nel tempo gli errori, ma ciò non accade, infatti non si riesce a capire che le barriere non servono a limitare gli ingressi, ma a esasperare le situazioni di coloro che sono meno fortunati. Un muro di recente costruzione è quello del Messico, che segna il confine tra le due Americhe. Ci sono pareri opposti a riguardo: alcuni lo vedono come il segno di difesa di un’economia più prospera, altri credono che possa, al contrario, danneggiarla. Questo perché le due Americhe sono molto differenti e ciò porta un forte divario fra Stati Uniti e Messico, infatti a Nord c’è la ricchezza, perciò l’America settentrionale è un punto di riferimento per l’economia mondiale, invece a Sud c’è molta povertà. Tale progetto è stato riproposto da Trump, il presidente degli USA che, attraverso la costruzione del muro del Messico, vuole fermare gli immigrati clandestini: donne e bambini pronti ad affrontare di tutto pur di raggiungere la salvezza. Infatti, i clandestini che fuggono da questa situazione sono circa 500 mila e tutti costretti ad abbandonare il loro Paese d’origine a causa della guerra, della povertà e della fame. Loro obiettivo è realizzare il “sogno americano” e per fare ciò devono affrontare molte difficoltà: la forte escursione termica del deserto, i “coyotes” (persone che ingannano i clandestini derubandoli del poco che hanno) e gli spacciatori di droga. Entrano illegalmente, cioè senza documenti o permesso di soggiorno e, sempre illegalmente, lavorano nei campi agricoli o si prestano facilmente a lavorare in pesanti condizioni e a salari bassi, perché sono disperati. Di recente questo flusso migratorio è diminuito a causa della crisi economica negli Stati Uniti.Per il presidente americano la costruzione del muro è uno dei punti cardine della sua politica. Ha speso 20 milioni di dollari: soldi che poteva usare per cause migliori. Il muro è alto 9 metri ed è protetto da una milizia armata pronta ad intervenire in ogni momento. Attualmente il muro del Messico non è ancora stato del tutto completato, ma ben presto lo sarà, perché Trump l’ha definita “un’emergenza nazionale”: ritiene infatti i flussi migratori inaccettabili e li considera uno dei principali problemi americani. Ovviamente ci sono state proteste contro la costruzione del muro, ma la Casa Bianca ha reagito con molti arresti. Ma in democrazia non c’era la libertà di parola e di opinione?

Ilaria (classe terza)

Foto di alcuni momenti della visita alla caserma



L’esperienza fatta è stata molto piacevole e mi sono sentita molto felice. Ovviamente la carriera militare non fa per tutti, ma i militari e gli ufficiali, uomini e donne, che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione mi sono sembrati soddisfatti e orgogliosi della propria missione.

Matilde (classe terza)

Un giorno in caserma

Il giorno 4 novembre io e la mia classe ci siamo recati presso la Caserma delle Forze Armate Esercito Comando Brigata Meccanizzata Pinerolo, situata vicino alla mia scuola, in Via Fanelli n. 269, in occasione della giornata celebrativa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Essa è stata istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale e per ricordare l'entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti e la resa dell’impero austro-ungarico. È stata un’esperienza molto interessante e formativa in quanto abbiamo potuto apprendere come opera l'Esercito Italiano, quale sia la sua struttura e, nello specifico, cos’è la vita di un militare. Ci è stato consegnato un opuscolo in cui venivano indicate, nel dettaglio, tutte le caratteristiche relative al mondo dell’esercito e l'importanza di esso in quanto elemento fondamentale della struttura di protezione civile italiana. Abbiamo trascorso diverse ore insieme a dei militari e, questi ultimi, ci hanno illustrato nel dettaglio quali siano i compiti e l’iter di formazione di un militare, attraverso il processo di reclutamento, formazione, addestramento e specializzazione e ci hanno reso partecipi di numerose attività “sul campo”. Abbiamo potuto indossare le maschere antigas, visionare le radio e ci siamo recati in un aula-museo dove abbiamo osservato numerosi cimeli e diverse armi, alcune donate e altre utilizzate direttamente in alcune missioni, di differenti periodi storici, dalle guerre di indipendenza italiane ai giorni nostri. Abbiamo anche visto un filmato in cui venivano indicate le missioni internazionali avvenute negli ultimi trent’anni in Afghanistan e in Libia, allo scopo di contribuire alla stabilità e allo sviluppo di alcune aree particolarmente colpite e in difficoltà. Inoltre, abbiamo visitato gli Shelter, ovvero dei piccoli mezzi di trasporto caratterizzati da una cabina adibita al contenimento di apparati di trasmissione e ricezione di segnali televisivi, radiofonici e telefonici. Essi possono servire a diversi scopi come a coordinare una missione o per la sicurezza militare e civile, e ognuno di loro può essere collegato ad un altro o usato in modo indipendente. Ogni Shelter è dotato di diversi computer che servono per trasmettere le informazioni necessarie e per consentire di comunicare con il Quartiere Generale. La Caserma “Pinerolo” di Bari è l’unica in Italia a possedere questi importantissimi mezzi di comunicazione. La cosa che mi è piaciuta maggiormente di questo incontro è stato l’approccio con i militari italiani in quanto essi sono stati molto disponibili, professionali ed esaustivi nello spiegare tutte le caratteristiche del loro lavoro e nel farci comprendere quanto sia importante proteggere e preservare la sicurezza di tutti i cittadini. Essi sono riusciti ad interessare tutta la classe attraverso le loro descrizioni, conoscenze ed esempi e ci hanno permesso di poter entrare in contatto direttamente con la vita militare, illustrandone l'importanza e il loro ruolo orientato alla stabilità interna del Paese.

Dionisios (classe terza)

25 Novembre

Giornata internazionale di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne

Il giorno 25 Novembre la nostra classe ha partecipato ad un incontro riguardante la violenza contro le donne, realizzato attraverso una videodiretta con l’Istituto Tecnico “Panetti”a cui hanno partecipato degli esperti che ci hanno spiegato come procedere in caso di maltrattamenti o violenze contro un qualsiasi individuo, soprattutto se ne sono vittime le donne. Ad agevolare l’introduzione fatta dagli esperti in materia c’era un Power point dove erano illustrati i reati che molti malviventi commettono ed anche esposte le leggi riguardanti tali reati e a tutela delle donne. Si tratta di circa quattro reati appena introdotti come tali nel sistema giudiziario: 1) La condivisione di video e immagini sessualmente esplicite pubblicate senza il permesso dell’individuo raffigurato o ripreso; 2) L’utilizzo improprio di strumenti elettronici con cui si pubblicano spesso documenti e immagini personali con lo scopo di ledere la dignità; 3) La deturpazione dell’aspetto di una persona a causa delle violenze subite; 4) Ed infine la violazione di provvedimenti di allontanamento dalla vittima, imposti dalle autorità. Pertanto è necessario, come hanno spiegato gli esperti e i professori dell’Istituto, denunciare il malvivente. Oltretutto è stata introdotta anche una legge denominata “codice rosso”. Essa è entrata in vigore nel mese di agosto del 2019: il pubblico ministero deve, entro tre giorni, ascoltare le testimonianze della persona violentata. Concludiamo ribadendo che non bisogna aver timore né paura di ribellarsi contro coloro che commettono violenze, maltrattamenti e angherie, ma bisogna denunciare il colpevole senza timori o vergogne.

Andrea, Davide, Francesca, Michele (classe terza)

Il 25 novembre abbiamo commemorato la giornata della violenza sulle donne, ormai riconosciuta in tutto il mondo. I numeri dei femminicidi e delle donne che subiscono violenza ogni anno sono elevati e questi dati mi fanno pensare tanto. Com’è possibile che ci siano uomini che hanno il coraggio di picchiare, minacciare, trattare male una ragazza, una donna, una bambina? Io credo che non ci siano parole per descrivere tutto ciò; è veramente impressionante e l’unica domanda che mi pongo è il perché di queste azioni. Le donne sono uguali agli uomini in TUTTO, allora perché succede questo? Chi compie queste azioni non immagina quanti traumi provoca! La violenza subita fa perdere la dignità, l’autostima; le donne si chiudono in se stesse, non si fidano più di nessuno, neanche degli amici più cari e delle persone che sono sempre state vicine. In classe abbiamo parlato di donne che sono state capaci denunciare e di fermare la violenza di cui sono state vittime, divenendo esempio per altre donne violate. In particolare mi ha ispirato molto Lucia Annibali. Il 6 aprile del 2013 venne sfigurata con l’acido dal suo ex fidanzato Luca Varani che era ossessionato da lei. Lucia Annibali ha subito per il suo viso e per problemi di respirazione diciassette interventi chirurgici. Nel 2018 è stata eletta deputata impegnandosi per fare una legge per proteggere le donne vittima di violenza. Di lei ho sentito parlare in Tv. Certo, ci sono altre donne forti che hanno avuto il coraggio di denunciare, ma ce ne sono tante che hanno paura e preferiscono tenersi tutto dentro e rimanere in silenzio. Io spero con tutto il mio cuore che i femminicidi e i casi di violenza diminuiscano drasticamente perché è SOLO L’UOMO CHE CI PERDE!

Angela R. (classe seconda)

Realizzato da Aurora T. (classe seconda)

La violenza sulle donne è un fenomeno molto diffuso. Sentiamo continuamente parlare di femminicidi . Io credo che il rispetto verso una donna sia la prima cosa che un uomo debba fare per essere chiamato tale. Un uomo che ama la sua donna la tratta bene , non si permette a “metterle le mani addosso” e non le causa problemi psicologici, perché le mani hanno un peso, ma le parole di più. Delle semplici parole possono far rinchiudere una donna in se stessa con il costante pensiero di essere come gli altri la descrivono. Se un uomo ama davvero una donna, lascia che si vesta come vuole, che abbia degli amici e non usa nessuna forma di violenza nei suoi confronti. Com’è possibile che queste cose le capisco io a dodici anni e non un uomo con il triplo della mia età, che pensa che la donna sia solo un oggetto da utilizzare come gli fa più comodo?

Rebecca V. (classe seconda)

Realizzato da Marica L. (classe seconda)

Realizzato da Jacopo (classe seconda)

Realizzato da Rosa Maria (classe seconda)

Realizzato da Elena e Francesca

(classe seconda)

Realizzato da Carola e Greta (classe seconda)

Realizzato da Vittoria (classe seconda)

Realizzato da Lucia (classe seconda)

Realizzato da Giuseppe, Mattia, Michele (classe seconda)

Realizzato da Claudio e Davide (classe seconda)

Realizzato da Rebecca T. Stephanie (classe seconda)

Realizzato da Carlo, Emanuele, Stefano (classe seconda)

Realizzato da Sara (classe seconda)