Cronaca

SOTTO LA NOSTRA LENTE

SE SI SCONFINA DAL CONFINE

La Siria è di nuovo in fiamme, a causa dell’operazione militare contro i curdi (dislocati a Nord-Est della nazione) da parte della Turchia. A facilitarla è stato il ritiro delle truppe statunitensi, presenti da tempo sul territorio in difesa delle minoranze. Erdogan vuole rendere questa zona un territorio cuscinetto per allontanare l’esercito curdo dalla frontiera, poiché lo considera un gruppo terroristico. Vorrebbe, inoltre, trasferire in quest’area due milioni di rifugiati siriani, che attualmente si trovano in Turchia, si teme sconfinando oltre la zona concordata con gli Stati Uniti. Ha anche minacciato l’UE di “Aprire le porte” a questi migrati per farli riversare in Europa, se gli verrà impedita queste azione. Ma la Siria non ha esitato a reagire, contrastando l’esercito turco con il suo, appoggiata da quello curdo. Ora, vediamo cosa si intende per popolo curdo. Il loro territorio è suddiviso tra Iran, Iraq, Turchia e Siria. Sono musulmani sunniti parlanti la stessa lingua. Alcuni di questi hanno avuto un ruolo determinante della sconfitta dell’Isis, cellula terroristica ancora attiva in Siria, ed hanno una propria regione, come il Kurdistan iracheno o il Rojava (Siria). Da decenni, ormai, sono in lotta per la creazione di un loro stato indipendente, il Kurdistan, promessogli nell’agosto 1920 e mai creato. Da allora, sono perseguitati dagli Stati in cui risiedono. Fino all’ottobre 2019, quando han deciso di ritirarsi, le potenze americane avevano aiutato la minoranza, suggerendole, però, di lasciar liberi i confini turchi. L’attacco di Erdogan, però, potrebbe facilitare la rinascita dell’Isis. I maggiori esponenti dell’associazione terroristica, prigionieri dei curdi, potrebbero fuggire a seguito di un’offensiva militare. La popolazione curda, in tutto ciò, si sente tradita, poiché attaccata dalla Turchia ed abbandonata dall’Occidente, che aveva espresso sostegno nei loro confronti ma non ha ancora agito in maniera concreta. Come può l’Europa non aiutare i Curdi in un momento di tale bisogno e non essere loro riconoscenti dopo aver scongiurato una minaccia a livello globale come quella dell’Isis?

Antonio D. (classe terza)

ILVA: QUALE FUTURO?

Lettere al Presidente del Consiglio

22 Novembre 2019

Egregio Presidente Conte,

Chi meglio di lei, pugliese come me, conosce l’industria d’acciaio più grande d’Italia e forse d’Europa, l’ILVA, che soprattutto in questi anni è stata argomento di molti dibattiti e discussioni sull’impatto che ha avuto e che ha sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.

Sì, è stata ed è un’azienda che ha dato lavoro a moltissime persone, ha fatto crescere le famiglie e tutta l’economia locale, ma è anche vero che impressionanti sono i dati sui danni causati dalla diffusione delle polveri sottili della fabbrica siderurgica nell’ambiente circostante, infatti, grave è l’aumento di malattie mortali non solo tra i lavoratori dell’ILVA, ma anche tra gli abitanti di Taranto e in particolar modo tra i bambini.

Secondo il mio parere, se l’attuale proprietà prendesse le giuste misure di sicurezza garantendo livello di emissioni base, assicurasse la qualità del lavoro, adottasse nuove tecnologie per contenere le emissioni di polveri sottili, si potrebbero salvare migliaia di posti di lavoro, garantire il benessere di una città e dei suoi abitanti.

Ancora una volta TUTTI, dai più piccoli ai più grandi, siamo chiamati ad investire sul nostro futuro.

Cordiali saluti

Jacopo (classe seconda)

22.11.2019

Illustrissimo Presidente del Consoglio,

le sto scrivendo per esprimere il mio punto di vista sulla difficile questione della tutela dell’ambiente e del lavoro. In questi giorni si sta discutendo dell’ ILVA, l’azienda siderurgica di Taranto, che (sappiamo tutti) ha danneggiato parecchio l’ambiente e la salute di chi abita nel circondario, ma allo stesso tempo dà occupazione alla maggior parte della popolazione tarantina, perciò, lei sa meglio di me, c’è chi vorrebbe chiudere la fabbrica e chi no. A questo si aggiunga l’annuncio inaspettato di ArcelorMittal di spegnere l’altoforno e di chiudere la fabbrica. La situazione è difficile, l’ho capito anch’io, studente di seconda media, che di certo non ne so quanto lei su questo problema, ma mi sono interrogato e informato e vorrei che prendesse in considerazione la mia idea.

Ho letto che attualmente le industrie siderurgiche emettono molto CO2, infatti, per ogni tonnellata di ferro prodotto servono circa 500 kg di carbone che a loro volta producono 1,5 t di CO2. È un dato impressionante. Informandomi, però, ho appreso che in Svezia un’azienda sta già sperimentando la produzione di acciaio con l’idrogeno al posto del carbone. L’idrogeno è prodotto con l’elettricità ottenuta da fonti rinnovabili. In questo modo le emissioni sono costituite semplicemente da vapore acqueo.

Per me, Signor Presidente, questa è un’idea geniale e credo si possa mette subito in atto anche a Taranto, dove non mancano le fonti di energia rinnovabile. Questa soluzione consentirebbe da una parte un graduare recupero dei danni ambientali già causati dall’impianto siderurgico attuale, dall’altra di non perdere posti di lavoro e di non subire gravi danni economici per la chiusura dell’azienda. Forse l’annuncio di ArcelorMittal di “abbandonare” l’ILVA potrebbe essere per noi un’opportunità di cambiamento importante. E le istituzioni dovrebbero sostenere il cambiamento.

In attesa di conoscere le decisioni del Governo, Le porgo

Distinti saluti

Claudio C. (classe seconda)

In marcia contro il cyberbullismo

Il giorno 22 novembre 2019 diverse scuole di Bari hanno aderito alla manifestazione contro il cyberbullismo. La nostra scuola "Michelangelo" ha partecipato, coinvolgendo un folto gruppo di alunni rappresentanti di tutte le classi seconde e terze, aderenti al progetto "Cyberbullismo? No, grazie!!! Insieme si può! ". Questo progetto è stato promosso dal Consiglio del Municipio 2, fin dallo scorso anno, con lo scopo di sensibilizzare noi ragazzi e prevenire certi avvenimenti spiacevoli. Il bullismo ed il Cyberbullismo, rappresentano oggi fenomeni sociali allarmanti per tutta l'adolescenza. Le attività del progetto pertanto hanno coinvolto in un percorso informativo, svolto da esperti educatori, moltissimi alunni che oggi con i propri insegnati manifestano quanto imparato. Gli alunni della nostra scuola si sono recati alle ore 9.00 verso il punto di raccolta individuato dagli organizzatori presso il parco Don Tonino Bello. Noi alunni eravamo entusiasti e felici di far sentire le nostre voci con i materiali da noi realizzati. In un secondo momento alle 9.30 ci siamo recati verso l'entrata principale del Parco 2 giugno da dove avrebbe avuto inizio la marcia unitaria di tutte le scuole del territorio aderenti. Abbiamo così iniziato a mostrare i nostri striscioni e cartelloni per sfilare in corteo facendo l'intero giro del parco per ribadire il nostro NO al bullismo. Dopo aver fatto sentire la nostra presenza e il nostro appoggio a questa iniziativa ci siamo recati all'interno del parco, precisamente nel campo da basket. Entrati nel campo, ci siamo seduti per confrontarci con i diversi istituti presentando i nostri lavori che erano esposti per tutto il campo, ormai diventato una marea di colori. Il dibattito è stato guidato dal Dott. Michele Corriero, Giudice onorario del Tribunale dei minori. La manifestazione, che per noi alunni ha segnato la fine di questo percorso affrontato insieme, si è conclusa alle ore 11:30. La marcia, oltre ad avere un significato importante, è stata anche molto divertente per tutti i ragazzi che sono stati felici di aver avuto la possibilità di averne fatto parte.

Florinda (classe seconda)