Non è tabù

LA DIPENDENZA DAI SOCIAL RACCONTATA DA STROMAE

“Carmen” di Stromae è una canzone “impegnata“, che denuncia la dipendenza dai social network e le sue conseguenze, rivolgendosi soprattutto ai giovani che li utilizzano. Dopo aver visto la video clip della canzone e approfondito il significato del testo, noi alunni abbiamo creato dei prodotti grafici (disegni, presentazioni, video…), rappresentativi del forte messaggio di denuncia espresso dal brano, raccolti in una sorta di catalogo digitale, vivace e accattivante. Ho trovato molto interessante esprimere graficamente il messaggio di questa canzone, poiché i social network sono un argomento molto vicino a noi ragazzi. Infatti, la maggior parte di quelli che li utilizza, trascorre il proprio tempo in un mondo virtuale, quasi completamente distaccato dalla realtà, che influisce negativamente e radicalmente sulle relazioni sociali.

Beatrice C. (classe terza)


clicca sui link per vedere i lavori digitali (classi terze)


https://view.genial.ly/61faee3b17c9f700118765e2/video-presentation-photographs-video- presentation


https://view.genial.ly/61faeba32554f60018baaa27/interactive-content-la-dependance-des-reseaux-sociaux-selon-stromae-classe-3e


https://view.genial.ly/61eda0677333200013a89f70/presentation-pris-au-piege-par-les-reseaux-sociaux-carmen-de-stromae-3f

STOP AL CYBERBULLISMO

Una campagna pubblicitaria contro il cyberbullismo ideata da alcuni alunni di classe seconda

Social Network.pdf

Beatrice e Fabiana (classe prima)

Insidie dei mondi virtuali

Sempre i più giovani si avvicinano al mondo dei social perdendo il contatto con la realtà, cercando di imitare o assomigliare ai propri influencer di riferimento.

Attenzione alla mancanza di privacy, perché tutto quello che viene pubblicato è visibile a tutti al punto che si può arrivare al cosiddetto futuro dell’identità digitale, cioè il nome e i dati personali di una persona vengono utilizzati da altri utenti per diffondere affermazioni e persino notizie false, le cosiddette fake news.

Sui social ci sono persone che hanno l’abitudine di nascondersi dietro uno schermo mostrando un’identità diversa, molto frequentemente adulti che si fingono ragazzi per attirare i minori nella loro trappola.

Ci sono, poi, persone che utilizzano i social per offendere, minacciare o mettere in atto azioni di cyberbullismo.

Negli ultimi anni sono sempre più frequenti denunce da parte di molte persone che subiscono attacchi offensivi in rete.

Ma c'è anche qualcosa di buono. I social network permettono di comunicare a distanza con altre persone anche dall’altra parte del mondo in tempo reale. Sono un valido strumento per curare i rapporti interpersonali, non solo restando in contatto con le persone che già conosciamo, ma ci permettono di fare nuove amicizie e conoscenze.

Alessia M. (classe prima)

Adolescenti in equilibrio precario

L’adolescenza è una fase della vita in cui ci si sente spesso insicuri o fragili. Noi adolescenti spesso ci sentiamo inadeguati o incompresi dagli adulti e, talvolta, anche dai coetanei. Basta un piccolo fallimento scolastico per farci provare un senso di colpa o un litigio con i genitori o i compagni per farci avvertire una tristezza che può anche trasformarsi in dolore fisico. Da tensioni come queste possono nascere comportamenti aggressivi o autolesionisti e così la rabbia e la frustrazione possono essere rivolte al cibo e all'alimentazione. Diversi sono i comportamenti: in primo luogo il rifiuto del cibo ed il digiuno, il mangiare in modo esagerato e fuori controllo, il procurarsi da solo il vomito, l’uso non corretto di medicine per dimagrire. Il bisogno di essere accettati dagli altri e dal mondo intero ci fa soffrire a tal punto, da non sentirci mai a nostro agio. Se non si è perfetti non si è accettati, se non si è accettati non si è amati. Questi disturbi del comportamento alimentare possono causare gravi problemi alla salute, per esempio una grave disidratazione, debolezza e persino danni ai denti e alla pelle, con un indebolimento del sistema immunitario. Per evitare di arrivare a un punto di non ritorno, bisogna avere il coraggio di esprimere il proprio malessere, di sfogarsi con gli adulti, genitori o insegnanti, che potrebbero aiutarci ad affrontare al meglio questi problemi, dandoci consigli utili. Il più grande errore è rinchiudersi in se stessi, nella convinzione di potercela fare da soli.

Virginia (classe seconda)

L’ETÀ CHE NON ABBIAMO

La persona con cui mi confronto sempre, alla quale parlo dei miei dubbi o delle mie esperienze è sempre stata mia nonna. Spesso quando vado a casa sua mi fa vedere le foto di lei e della sua famiglia e mi racconta sempre tante belle storie. Una tra le tante riguarda proprio il suo sviluppo precoce. Tra i suoi fratelli mia nonna era sempre la più alta. Si ricorda che il giorno del suo dodicesimo compleanno andò a scuola con i palloncini, ma nessuno credeva che lei stesse compiendo solo dodici anni!

In questa storia mi sono rispecchiata tantissimo e penso non solo io! Da quando ero piccolina, sono sempre stata molto formosa, alta, vivace e mai timida! Proprio come mia nonna. Lei mi racconta sempre che, quando stava nel cortile della scuola, tutti i ragazzini delle superiori le “facevano il filo” credendo che fosse più grande. Quando poi tornava a casa e ne parlava con i genitori, la mamma si arrabbiava subito! Ma anche il padre! Un po’, dice lei, erano tempi diversi, in cui non c’erano tutte le concessioni che ci sono ora.

In realtà la storia di mia nonna è simile a quella dei ragazzi di oggi. Infatti, quando parlo delle mie esperienze con mia sorella e mia madre, spesso mi rispondono che sono ancora troppo piccola per parlare di fidanzati o per andare a passeggio con le amiche, e questo mi fa riflettere molto. Io non sono d’accordo perché oramai uscire con gli amici, fare una passeggiata in centro, dare il primo bacio al ragazzo che ti piace non è più così strano, anche se in famiglia non se ne parla.

Sembra incredibile, ma la famiglia ricopre sempre un ruolo importante per noi ragazzi.

Confrontarci con la mamma su esperienze personali o anche chiederle piccoli consigli, dirle ciò che agli amici abbiamo paura di dire è molto importante.

La famiglia dovrebbe essere “un pozzo senza fine”. In famiglia dovremmo poter esprimere senza vergogna i nostri dubbi, i nostri sentimenti, anche perché la migliore arma per sconfiggere la malinconia è lo sfogo.

Per un adolescente sfogarsi rende libero il cuore e la mente, due organi che non hanno un punto di unione.

Io mi sento un po’ così, in dubbio se seguire il mio cuore o la mia testa.

Bianca (classe seconda)

Piacere, Ana

Piacere, mi chiamo Anoressia, per alcuni Ana. Quando ti prendo è difficile liberarti, soprattutto se sei solo. Mi diverto tanto a farti rabbrividire sentendo la parola “cibo”. Sono sempre in compagnia dei miei amici specchio e bilancia: il primo ti fa vedere grasso e tremendo, facendo risuonare nella testa le parole “Sei brutto, dimagrisci!” portandoti alle lacrime della disperazione; la seconda quando ci sali sopra ti mostra solo un numerino, che per te però sarà la cosa più importante del mondo e per te sarà sempre troppo alto. Pur di vedere quel numerino diminuire ti dannerai ogni maledetto giorno, sempre di più, fino a morire. Non vorrai più mangiare, e quando lo farai ti sentirai in colpa tutto il giorno e cercherai di vomitare il cibo oppure correrai in palestra per ore, fino a stremarti. Ti sentirai il mondo addosso. Non riuscirai a pensare a nulla, se non a diete, allenamento, peso e kilocalorie, che controllerai sempre prima di mangiare qualcosa di necessario per sopravvivere. Crederai di star facendo la cosa giusta, di avvicinarti alla perfezione. Ti tormenterò. Temo solo due cose: la parola, quando inizi a raccontare a qualcuno, soprattutto più grande, come ti senti, io tremo; e l’amore, quando ti senti amato, anche con qualche chilo in più, mi distruggi. Io ci provo, ti dico “fai schifo”, “ma ti credi davvero bello?”, “così grasso non ti vorrà mai nessuno” però davanti all’amore divento impotente.

Emilia (classe seconda)

La mia adolescenza

Da un anno mi sono “immersa” nel magico mondo degli adolescenti. Un mondo complicato, con tantissimi cambiamenti, con tante novità e con nuovi problemi e delusioni. Un mondo in cui si cresce, in cui non si è più bambini piccoli, ma si inizia a maturare, ad assumersi le proprie responsabilità, ad ammettere i propri errori e soprattutto si inizia a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Si entra in questo mondo sorpresi, entusiasti, contenti di essere arrivati a quella tappa importante DELLA PROPRIA VITA. Poi però ci si guarda indietro e si ritrovano tutti i momenti belli passati insieme alle persone a cui vogliamo o volevamo bene. Personalmente ammetto che sono cambiata molto: sono diventata più responsabile, ho iniziato a comprendere il vero valore di tutto ciò che mi circonda, ma soprattutto ho iniziato a riconoscere le persone che tengono veramente a me e quelle che fanno solamente finta. Questa può essere una cosa brutta, lo ammetto, ma finalmente ho trovato il coraggio di dire e fare ciò che penso. Ho avuto tanti periodi “NO”, ma sono sempre riuscita a superarli. D’altronde succede a tutti di avere periodi in cui si ha una bassa autostima o si crede di essere circondati dalle persone sbagliate. Reputo l’adolescenza un “mondo” perché ha così tanti lati positivi e negativi che non si riuscirebbe ad elencarli tutti. È il periodo in cui si inizia a prendere decisioni importanti, in cui si inizia a pensare al proprio futuro, al lavoro dei propri sogni...

È il periodo in cui si inizia ad avere “I PIEDI PER TERRA”.

Molte volte anche a me capita di pensare a come sarà la mia vita tra venti anni, anche se non sempre riesco a darmi una vera risposta: ogni giorno cambio idea in base a ciò che ho visto o in base a ciò che ho ascoltato. Prima vorrei fare il medico, poi l’architetto, poi l’ingegnere e così via, giorno dopo giorno. Un giorno si è felici, quello dopo tristi, quello dopo arrabbiati e così via. L’adolescenza è “UNA GIOSTRA DI EMOZIONI”. Paragono l’adolescenza ad una giostra enorme che sale e che scende. Quando si raggiunge il punto più alto si provano sensazioni positive come la felicità, l’emozione… quando però piano piano si scende si inizia a provare tristezza, paura, rabbia.

Per me l’adolescenza è il periodo più importante della nostra vita, che dobbiamo vivere al cento per cento.

Rosanna (classe terza)