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LA NOVA ROSSA LUMINOSA

Il prossimo avvistamento forse nel 2022

La stella è un corpo celeste che brilla di luce propria e genera energia irradiata nello spazio. Quando è possibile vedere bene le stelle a occhio nudo, in una notte con buone condizioni atmosferiche, lontani dalla luce delle grandi città, se ne contano circa 4000 a seconda del luogo. Ci accorgiamo che non appaiono tutte della stessa brillantezza per due motivi: le stelle possono essere più o meno grandi, avere maggiore o minore temperatura, ma soprattutto molte stelle possono avere anche una certa età! Ma un altro fattore che incide è ovviamente la distanza. Le stelle sono peraltro distribuite nello spazio in maniera irregolare a causa del loro movimento e di eventi esterni che possono modificarne la posizione e causarne lo spostamento, come le esplosioni stellari. Ma cosa sono le esplosioni stellari? Quando sentiamo parlare di esplosioni, la situazione non promette niente di buono e poi, se sono stellari, ancora peggio. Ma è anche vero che le esplosioni possono dare origine ad eventi magnifici e molto interessanti come, ad esempio, una Nova Rossa Luminosa, uno dei più spettacolari fenomeni astronomici dell’universo. La Nova Rossa Luminosa, abbreviata in LRN (in inglese), è appunto un’esplosione stellare dovuta alla fusione di due stelle e caratterizzata da un colore rosso fuoco e da una curva di luce spettroscopica. La luce visibile erogata dura per settimane o mesi diventando più tenue e più rossa nel tempo. Nel momento in cui si verifica la fusione, sembra espandersi molto rapidamente, raggiungendo fino a decine di migliaia di raggi solari in pochi mesi. Ciò farebbe raffreddare l’oggetto, spiegando la singolare e intrigante coesistenza di un bagliore rosso luminoso con un corpo freddo. Un piccolo numero di oggetti che mostrano caratteristiche delle Nove Rosse Luminose sono stati osservati negli ultimi 30 anni circa; per esempio, la stella rossa M31-QV, nella galassia di Andromeda, brillò intensamente nel 1988. Nel 2002, invece, una stella della Via Lattea brillò in modo simile e fu studiata abbastanza da vicino: si tratta della V838 Monocerotis. Uno dei più recenti avvistamenti è stato quello del 2015, quando una LRN è stata osservata nella galassia della Girandola. Ma si possono prevedere queste esplosioni? Bene, usando i dati ottenuti dagli esempi conosciuti, l’astronomo Larry Molnár ha calcolato il momento approssimativo in cui, in un futuro assai prossimo, due stelle collideranno: circa nel 2022. Ciò che succederà potrà essere simile alla V838 Mon, creando la stella più luminosa della galassia; infatti l’esplosione dovrebbe aumentare la luminosità del Sistema Solare di mille volte. La collisione diventerà per un breve periodo uno degli oggetti più luminosi e più brillanti del cielo, visibile anche dalla Terra. Nel caso in cui l’esplosione abbia luogo veramente, scienziati e astronomi riceveranno un enorme aiuto per lo studio di un fenomeno così straordinario e affascinante come l’evoluzione delle stelle.

Marco Mencarelli 4BLS


FRASASSI: LE MERAVIGLIE NASCOSTE

Gli alunni dello scientifico spiegano la formazione di queste cavità carsiche

Nel sottosuolo, al riparo dalle luce del sole, si nasconde un villaggio naturalistico spettacolare e affascinante, fatto di rocce, cunicoli e passaggi labirintici, laghetti cristallizzati, scenografie insolite e allo stesso tempo surreali, create dall'incontro di stalattiti e stalagmiti che, formandosi e modellandosi nel corso dei secoli attraverso il lento e costante gocciolare dell'acqua, hanno dato vita a un ambiente sotterraneo dove domina il silenzio. Le grotte di Frasassi sono delle cavità carsiche sotterranee che si trovano nel territorio del comune di Genga, in provincia di Ancona. Il complesso delle grotte è racchiuso all'interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, nell'Appennino marchigiano. La loro scoperta risale al 1948, quando un gruppo speleologico marchigiano in esplorazione trovò la Grotta del Fiume; da quel giorno si susseguirono altre scoperte come la grande Grotta del Vento. Nuove meraviglie si aggiungono quasi ogni anno al già vasto patrimonio sotterraneo e ormai da decenni i ricercatori sono continuamente impegnati nello studio del carsismo di Frasassi. Il fenomeno del carsismo si verifica dove vi è una compatta presenza di rocce calcaree, formate prevalentemente da carbonato di calcio, un composto chimico solubile in acqua e che si erode facilmente. L’acqua piovana corrode le rocce calcaree in superficie, creando delle fessure e penetrando in profondità, fino a quando non incontra uno strato di roccia impermeabile dove non può penetrare. A questo punto l’acqua, non potendo più scorrere in profondità, continua comunque a scavare nelle rocce, dando origine, con il passare del tempo, a vere e proprie grotte caratterizzate da particolari concrezioni calcaree, che si presentano come vere e proprie sculture naturali: le stalagmiti (colonne che crescono progredendo dal basso verso l’alto) e le stalattiti (che invece scendono dal soffitto), create da uno stillicidio che dura da 190 milioni di anni. Un altro aspetto sorprendente è che, nell’oscurità delle grotte, si è formato, nel corso dei millenni, un vero e proprio ecosistema: infatti sono state censite ben 67 specie animali, alcune delle quali endemiche di questo ambiente sotterraneo. Migliaia di persone vengono a contatto ogni anno con le grotte della Gola di Frasassi, mosse da interessi scientifici, ma soprattutto attratte dalla straordinaria bellezza di un paesaggio unico che, come altri del nostro Paese, deve essere valorizzato e preservato.

Ambra Hoxha e Marco Mencarelli 4BLS



IL TRENTENNALE DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

Nessun muro è così alto da non poter essere abbattuto


Sono passati ormai trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, trent’anni dall’evento che cambiò la storia dell’Europa drasticamente. Innalzato per ragioni politiche, il muro di Berlino fu il risultato della separazione di due ideologie molto diverse, quella capitalista e quella comunista. Nel 1961, infatti, i sovietici ed il governo della DDR decisero di fermare la migrazione dei cittadini della Germania dell’Est verso quella dell’Ovest. Quale soluzione poteva essere più concreta dell’innalzamento di un muro che dividesse la città in due parti? La costruzione iniziò nella notte tra l’11 e il 12 Agosto del 1961. Da allora seguirono anni di fughe disperate guidate dalla speranza di ritrovare la pace nell’abbraccio di un familiare allontanato improvvisamente o semplicemente dal desiderio insopprimibile di dare voce a quella voglia di libertà che molti tedeschi erano costretti a reprimere. Finalmente però, dopo anni di sofferenza e di ricerca di giustizia, ma anche di rese forzate di fronte al potere, il 9 Novembre del 1989 le voci dei molti tedeschi che avevano provato a farsi sentire sembrarono aver ricevuto risposta. Il muro fu infatti abbattuto di fronte agli occhi dei cittadini increduli non solo di Berlino ma di tutto il mondo, consapevoli che finalmente l’Europa poteva tornare ad essere unita a dispetto di tutti gli oltraggi e le violenze perpetrati da un potere e da un sistema inconcepibili. Si segnò quel giorno un importantissimo pezzo di storia dell’età contemporanea, da cui si poteva solo ricominciare. Trent’ anni dopo possiamo solo ripensare all’importanza di quell’evento e lottare affinché l’unità dell’Europa e il riconoscimento dei diritti umani non vengano messi nuovamente in discussione. Per commemorare questa importante ricorrenza, ci sono state manifestazioni e celebrazioni in tutta Europa, ma soprattutto a Berlino, che la sera del 9 novembre è stata illuminata da un grandioso spettacolo pirotecnico sopra la porta di Brandeburgo. Angela Merkel, nel suo discorso alla nazione in ricordo dell’evento e delle vittime cadute in nome della libertà, ha giustamente affermato :”Nessun muro che emargini esseri umani e limiti la libertà è così alto o largo da non poter essere abbattuto”.

ELENA CECCARELLI 4BLS

GABRIELE FENICOLI 4BLS


UN INIZIO CARICO DI ASPETTATIVE

A pochi mesi dal suono della prima campanella, le interviste agli alunni delle classi prime. Allo scientifico, sportivo e artistico si apprezzano soprattutto le attività laboratoriali


È ormai risaputo che i primi giorni di liceo sono una tappa importante nella vita di ogni persona e di ogni ragazzo; noi studenti, che siamo arrivati quasi alla fine, superando “anni impervi”, avevamo il desiderio di scoprire e in qualche modo rivivere le emozioni e i desideri dei ragazzi che hanno intrapreso lo stesso percorso di studi solo da qualche mese. Le ragioni per cui i ragazzi si sono avvicinati ed hanno scelto questo istituto nei vari indirizzi sono molteplici. “Questa scuola - spiega Alessia dello Scientifico, offre un’ampia gamma di opportunità e una formazione completa rispetto alle facoltà universitarie”; “ma anche la possibilità di integrare sport e hobby - aggiunge Filippo dello Sportivo - è per noi una grande occasione”. Nel complesso risulta positivo il bilancio di questa nuova esperienza scolastica. I ragazzi si sono detti entusiasti della scuola: “ lo studio di nuove materie - spiegano Diego e Martina degli indirizzi Scientifico e Sportivo -, come Latino, Diritto, Discipline sportive, non delude le aspettative, si sta rivelando interessante”; “inoltre -aggiungono Alberto e Rebecca del liceo Artistico e Scientifico - la possibilità di creare e sperimentare nei vari laboratori artistici e scientifici si stanno concretizzando, in linea con le nostre iniziali aspettative”. Le "nuove leve" hanno riferito di trovarsi bene con i professori e con i compagni, anche se la quantità di lavoro, e di conseguenza il metodo di studio, sono un po' differenti da quelli della scuola secondaria di primo grado. Su questo però sono tutti d’accordo, si tratta solo di una fase di adattamento, rispetto alla quale si dicono comunque ottimisti.

Roberto Anelli

Teresa Tosti

4ALSA

GEMELLAGGIO CON L’UNGHERIA

La bellezza di accogliere


Quest’anno è stato il turno delle attuali classi quarte di fare un’esperienza di crescita personale con studenti provenienti dal Liceo francescano della città di Szentendre, in Ungheria. L’accoglienza a Gubbio si è svolta nell’ultima settimana di maggio, precisamente dal 27 maggio al 2 giugno. L’attesa dei nostri corrispondenti ha suscitato in noi una varietà di emozioni tra cui ansia, paura che l’altro non si trovasse a suo agio e impazienza di incontrarlo. All’arrivo dei ragazzi ungheresi, a bordo di pulmini stravaganti con cui hanno attraversato mezza Europa, noi eravamo un “fascio di nervi” e le domande che attraversavano la nostra mente erano innumerevoli. Ci capiremo? Si troveranno bene con noi? Sapremo offrirgli un soggiorno piacevole e interessante? L’imbarazzo iniziale in pochi giorni è passato e pian piano abbiamo trovato molti punti in comune che ci hanno fatto avvicinare. Il tempo a disposizione per mostrargli le bellezze della nostra città e del nostro territorio non era molto; per questo avevamo organizzato un programma molto concentrato, che siamo comunque riusciti a realizzare visitando con loro le città di Perugia, Cortona e i monumenti principali di Gubbio. Il tempo non ci ha assistito; infatti ha piovuto quasi tutti i giorni e ci è dispiaciuto molto per questo, ma abbiamo sempre cercato di rimediare trovando soluzioni alternative al problema. Nella settimana del gemellaggio è compreso un giorno fuori dal programma, in famiglia; noi abbiamo optato per stare tutti insieme e abbiamo organizzato una grigliata nei pressi del parco Coppo. Il giorno della partenza purtroppo è arrivato in fretta. Dopo un’intera settimana vissuta nella stessa casa, ci siamo affezionati gli uni agli altri e il pensiero di dover aspettare più di tre mesi prima di rivederci era triste, anche se l’idea di poter andare in Ungheria ci confortava. Rivolgendoci ai nostri coetanei, vorremmo consigliarli vivamente di non lasciarsi scappare occasioni del genere che la nostra scuola offre da anni, sia per praticare l’inglese sia come esperienza personale e formativa che può aiutare noi giovani ad aprirci verso altre culture.


Sofia Fangacci 4BLS

Marianna Columbu 4BLS