La mia passione per la biologia è nata fin da ragazzo, quando, ancora con i calzoncini corti, ho iniziato a essere incuriosito da tutto ciò che rappresentava “vita”: dai grandi animali ai piccoli insetti, agli alberi, alla vegetazione tutta, fino alle più piccole forme viventi, cioè i batteri e i virus.
Dopo la scuola superiore secondaria mi sono, quindi, iscritto alla Facoltà di Scienze Biologiche di Napoli dove ho conseguito la laurea con una tesi in Chimica Organica, vertente sulla relazione che alcune molecole piccole (a basso peso molecolare) hanno con il DNA o con l’RNA modificandone il funzionamento, con conseguenze spesso disastrose per la salute. Da questi studi il passo verso la passione per tutto ciò che in qualche modo poteva andare a influenzare il buon funzionamento dell’organismo, ovvero i “tossici”, è stato breve. Infatti, dopo la laurea mi sono specializzato in tossicologia presso la Facoltà degli Studi di Milano. I tre anni di Specializzazione mi hanno permesso di approfondire tutti quegli argomenti che mettono in relazione molecole “estranee” al corpo umano, presenti nell’ambiente, con il corpo stesso. Ho studiato come queste molecole “interferiscono” con le molecole del nostro corpo stesso determinando , spesso, notevoli danni.
Inizialmente, l’interesse è stato “generale”. “Tutto” può entrare nel nostro organismo e avvelenarlo. Quando si respira, attraverso i polmoni, possono entrare i pm 10 che si sviluppano delle combustioni chimiche. Ma anche metalli, ceneri, fibre di amianto, polvere di carbone e di cemento, nanopolveri della grandezza di 2,5 micron in grado di penetrare direttamente nella cellula. Ma “tossici” possono penetrare nel nostro corpo anche attraversando la pelle, per assorbimento di sostanze come vernici per carrozzieri, inchiostri da stampa, colle utilizzate nell’industria della carta, del legno o della gomma, tinture per capelli, nichel e altri metalli presenti in alcuni oggetti di uso comune come orecchini e bracciali. Inoltre, ci sono anche molecole presenti nella cosmetica, nella farmaceutica, utilizzati da oltre cinquant’anni di industria per le loro proprietà battericide e fungicide come i parabeni.
La passione più grande è arrivata verso la fine della scuola di specializzazione, quando ho affrontato argomenti che riguardavano la tossicità di alcune sostanze, naturali o industriali, presenti comunemente negli alimenti che mangiamo tutti i giorni. Questa passione mi ha portato ad affrontare un nuovo ciclo di studi durato quattro anni che riguardava la Scienza dell’Alimentazione. Volevo conoscere non solo come sono fatti gli alimenti ma anche come questi si trasformano con le “manomissioni” dell’uomo e come, successivamente, attraverso il metabolismodiventano “struttura e materia” del nostro stesso corpo. Per realizzare ciò, sono quindi passato dai cinque anni di studi di Napoli, ai tre anni di Milano, ai quattro di Roma per approdare in questa meravigliosa città, dove attualmente vivo e lavoro, per iniziare e poi concludere la mia seconda specializzazione in Scienza dell’Alimentazione presso l’Univerisità di Tor Vergata.
L’attenzione particolare verso i “veleni” presenti negli alimenti è sempre stata da me vissuta quasi come una ossessione. Ho per questo motivo approfondito tutte quelle tematiche che riguardavano la tossicità, soprattutto negli alimenti: metalli pesanti come il mercurio, metalli radioattivi come il cesio presenti nel pesce dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima.
Residui chimici come antiparassitari, erbicidi, diserbanti, anticrittogamici, conservanti presenti nelle verdure e ortaggi derivanti dalla coltivazione e dal ciclo di raccolta e conservazione. Ma anche tossine naturali presenti per esempio nei cereali come le aflatossine che sono tossine prodotte da alcune muffe. Muffe, che possiamo trovare anche nella frutta secca e in tutti i semi oleosi, ma anche nei cereali e nei legumi quando non sono ben conservati, e che generano appunto queste molecole estremamente pericolose e cancerogene. Molte tossine, purtroppo, le ritroviamo nel nostro corpo perché “aggiunte” dall’industria alimentare per conservare meglio alcuni cibi e per far sì che gli stessi si mantengano commestibili per lunghi periodi e rimangano “attraenti” all’esame dei nostri cinque sensi. Parlo di tutti quegli additivi come i coloranti, gli stabilizzanti, gli acidificanti e i conservanti, ma anche dei solfiti presenti nei vini, nelle conserve alimentari, nei succhi di frutta ecc., gli edulcoranti pericolosi presenti nelle bibite a calorie zero o a basso contenuto calorico come l’aspartame, l’acesulfame k, i ciclammati. Tutte molecole che, in vario modo, vanno a creare danni più o meno gravi alla salute del nostro corpo. Sono tossici anche alcune molecole che vengono notoriamente considerate innocue come il sale, lo zucchero, e tutta una serie di altri composti che si formano a seguito della lavorazione degli alimenti ed in particolare con le cotture ad alte temperature. Mi riferisco, per esempio, alla formazione di molecole tossiche come l’acrillamide quando si cuociono alcuni vegetali ad alte temperature nel forno oppure attraverso la frittura. Oppure acidi grassi polinsaturi “positivie protettivi” ed antinfiammatori che diventano acidi grassi trans “negativi e tossici” quando, sempre con le alte temperature si trasformano in molecole pericolose per le nostra salute.