Areté

a cura di Gerardo Battagliere


Sono un visionario (Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia-ERASMO) e sono un folle (Anche la follia merita i suoi appalusi-MERINI). Ho provato a immaginare il mondo, quello che non vedevo. (La ragione non è nulla senza l'immaginazione – CARTESIO).

Mi sono spinto a guardare oltre le cose, (Mi è pesato molto non vedere più, ma sotto queste mani riesco a guardare bene e meglio di prima, esploro mari profondi di cui ebbi paura, raggiungo porti che furono il mio limite-AURELI) ho accarezzato la forma dei sogni (Stay Hungry, Stay Foolish – Jobs).

Se la poesia è ossigeno di parole (La pittura è una poesiamuta, e la poesia è una pittura cieca – Da Vinci), la fotografia ha restituito significato agli sterili grafemi del significante (a cosa serve una grande profondità di campo, se non dispone di un’adeguata profondità di sentimenti-Smith).

Ho in orrore la natura dei vili (Sii sempre pronto a dire quello che pensi, e il vile ti eviterà-Blake) e dei codardi, (Volgi lo sguardo al sole e non vedrai mai ombre – Keller) per quelli che strisciano tra cielo e terra: lascio che i giuda trovino il proprio albero (In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà – Matteo).

Non faccio mai due volte lo stesso errore. (Il momento che segue l’errore è cruciale-Caramagna).

Mi Piace Puccini (Promisi ed or mantengo -MARCELLO) e pure gli AC/DC (Sono un tuono che rimbomba, una pioggia battente – Hells Bells)

A Camilleri preferisco Bufalino (Uno dei miei pochi piaceri: dispiacere a chi non mi piace) ma pure Sciascia (E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere) e De Luca (Erri, chiaramente) ma avendo fatto il verso a Battiato, che a Sinatra preferiva l’insalata, non posso trattenermi dal dire che era e rimarrà lui il mio artista preferito, con De André (Passerà anche questa stazione senza far male) e Dalla (sei fossi un angelo, non starei mai nelle processioni) Pino Daniele (Jo so’ pazz e voglio essere chi vogl’io) e Avitabile (Don’t stop this feeling).

Non mi faccio legare alla terra: Sono rabbia e dissenso, uragano e polvere, sono mare e sono vento, eco di pensieri nella stazione dei silenzi.








Il pozzo

a cura di Antonio Marino

segni particolari: sta invecchiando precocemente


Inutile scrivere la data di nascita: la fotografia a lato parla da sola. Nasce a Monza, anche se è colognese nel cuore, e insegna matematica e fisica da ben 34 anni, 21 dei quali spesi, ahimè, nel Liceo Zucchi. Laureato in matematica, una delle sue passioni, si diletta di scrivere e, se può, di perdere tempo cercando il senso della vita, che non c'è.

Il suo aforisma preferito è: il tempo scorre, quindi perché corrergli dietro? La frase che odia di più è: bisogna dare il massimo. A cui oppone risoluto un sincero: ma perché? Il suo daimon è un tyrannosaurus rex di nome Emma, che lo sprona ad andare avanti nella vita e a coltivare i suoi propositi. E poi vi meravigliate che scriva una rubrica come Il Pozzo?

Qui di seguito l'elenco delle altre rubriche della Radio, che vedranno la luce più in là nel tempo:


  • Take five - a cura del prof. Paolo Pilotto

  • Areté - a cura del prof. Gerardo Battagliere

  • Φάρμακον - a cura del prof. Adriano Gardella

  • Achlys -a cura del prof. Franco Bulega