Scautismo: gli scout e la scuola

Al giorno d’oggi lo scoutismo è il movimento più diffuso in tutto il mondo con oltre 38 milioni di scout tra bambini, ragazzi e ragazze, donne e uomini in un totale di ben 216 paesi. Tramite giochi per i più piccoli e avventure per i più grandi, lo scautismo risponde indirettamente a molte domande sulla vita di tutti i giorni che i giovani si pongono e aiuta anche molti ragazzi e ragazze a crescere ogni anno che passa sia dal punto di vista caratteriale, sia dal punto di vista della cultura generale sui boschi, sui nodi o sul primo soccorso con dei “campi” che si svolgono durante l’anno. 

Lo scoutismo, tuttavia, è anche e soprattutto uno stile di vita, grazie alla promessa e alla legge che ogni scout deve rispettare. 

Il fondatore degli Scout è Sir Robert Baden Powell, che per tutti gli scout è B.P, generale e scrittore britannico che combattè in Sudafrica durante la rivolta del popolo Matabele e nella seconda guerra boera. Durante quelle drammatiche esperienze, si trovò ad applicare svariate tecniche di sopravvivenza nella natura selvaggia ed istituì squadre di giovani ausiliari addestrati al ruolo di vedette e postini, trasmettendo loro le nozioni per muoversi in sicurezza negli scenari naturali sudafricani. Si fece strada in lui l’idea di un’educazione nuova, informale e basata sul contatto con la natura. Oggi, quello è considerato il primo “campo” scout della storia.  

Nel periodo fascista, cioè dal 1926 al 1945, per ordine di Mussolini, gli scout erano obbligati a svolgere le loro attività in clandestinità nelle cripte delle chiese; nascono le cosiddette “Aquile Randagie", ovvero tutti gli scout che non potevano vedersi e svolgere le attività liberamente. 

Al giorno d’oggi gli scout praticano le loro attività in pace, tranne in Ucraina dove molti capi sono in guerra, quindi L’AGESCI (associazione guide e scout cattolici italiani) ha dato la possibilità a molti scout ucraini di venire qui in Italia e praticare le attività anche se con un altro gruppo. 



Essere scout nella realtà scolastica

Al giorno d’oggi ci sono molti scout nelle scuole e anche nel nostro Istituto ci sono molti scout come me. Lo scoutismo molte volte viene interpretato come un modello di vita religiosa ma non è solo questo. Essere scout è uno stile di vita. Lo scoutismo è vivere nella natura e, al contempo, apprendere da essa come vivere meglio. Diciamo che lo scoutismo affianca la scuola fornendo a noi ragazzi un approccio più pratico al mondo. All’interno della società, particolarmente all’interno dell’ambiente scolastico, la maggior parte delle persone hanno pregiudizi verso noi scout anche non conoscendo nulla del funzionamento o di cosa insegna; pensano che noi scout siamo solo quello che si vede nei film, quindi bambini o ragazzi che bussano alle porte per vendere biscotti. Questa è una realtà completamente falsata perché vivere da scout significa affrontare in modo pragmatico le difficoltà della vita, dalla sopravvivenza nei boschi all’aiuto nei confronti dei più deboli. 



Campi di specialità e competenza, cosa sono?

L’AGESCI ogni anno dà la possibilità agli scout del reparto di fare campi di specialità e competenza. I campi di specialità sono per tutte le età, dal primo anno di reparto all’ultimo e insegnano in modo divertente le basi della specialità del campo che si è scelto: il boscaiolo insegna a tagliare la legna, a riconoscere i tipi di alberi, a usare i diversi tipi di accetta, a usare gli strumenti. In ogni campo di specialità ci sono i Capi Specialità che sono come i capi reparto e due o più maestri di specialità che sono ragazzi o ragazze che hanno già fatto il campo, che possiedono la specialità e che insegnano ai loro pari quello che si svolge nel campo di specialità. I campi di competenza, invece, sono un po’ più complicati, perché non insegnano solo le basi, ma anche gli approfondimenti; nel campo di soccorritore insegnano, ad esempio, a soccorrere una persona con un arresto cardiaco, la manovra di Heimlich per disostruire le vie aeree, insegnano ad usare un gps per le coordinate e la radio per comunicazioni offline in caso di pericolo. Ovviamente anche nei campi di competenza ci sono due Capi Competenza di cui uno è infermiere o comunque è specializzato in soccorso e un altro che è specializzato in altro, e anche qui sono previsti due o più capi competenza che insegneranno in modo più semplice quello che si fa durante i giorni di campo. Sia nel campo di specialità che in quello di competenza ci sono due logisti, cioè due capi che cucinano. All’arrivo al campo si toglierà il proprio fazzolettone per riceverne un altro uguale per tutti, per poi riaverlo a fine campo, questo fa capire che nel campo di competenza o specialità non c’è capo o vice o chiunque altro, si è tutti allo stesso livello. Tutto questo sono gli scout, un ambiente che insegna a stare con gli altri e convivere con la natura.

Rimane solido un principio espresso da Baden-Powell: gli scout non subiscono imposizioni ma sono stimolati alla crescita personale, con una missione e una speranza che troviamo anch’esse nelle parole del fondatore “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete trovato”.