Rose Rosse:  Intervista a Despina Hatzifotiadou

Le rose sono rosse, i tacchi lo sono anche, ma i cuori delle donne lo sono ancora di più, sono impavidi. Fiori delicati, dai petali colorati, dalla capacità feconda, della felicità mai seconda. Ecco come siamo

Basta un fascio di luce per farci brillare come Sirio, ma a volte persino una piccola circostanza sgradevole ci da lo scacco matto.

Siamo così fragili?

Può darsi, però capita che i pregiudizi che guidavano il nostro cammino, ora determinano il nostro presente. 

Purtroppo ancora oggi moltissime nazioni vietano alle donne i giusti diritti umani uguali a quelli dell’uomo. Moltissime nazioni pongono limiti a tantissime brillanti donne, per disponibilità economica o posti di lavoro ed altro, di poter fare carriera. 

Tanti anni fa, le donne non era molto interessate alla scienza, così codesto diventava prettamente un campo maschile, ma la direttrice generale del CERN Fabiola Gianotti, ci da prova del contrario, ci prova, come anche tantissime altre importanti scienziate e ricercatrici di tutto il mondo, che pure noi possiamo riempire lavagne piena di calcoli, ipotesi e teorie. 

Il 21 Marzo del 2023 il gruppo di ragazzi aderenti al progetto scolastico “Raggi Cosmici” partiva per una splendida visita al CERN di Ginevra. Ha coinvolto gli studenti del biennio e del triennio aderenti al progetto accompagnati da 4 docenti.

Lì abbiamo incontrato Margherita Boselli ricercatrice al CERN da molti anni che ci ha dato il benvenuto e ci ha condotto nelle ottime mani di Despina Hatzifotiadou. 

Despina, ricercatrice da molti anni al CERN e presso l’INFN,Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a Bologna, è laureata in fisica all'Università di Salonicco, in Grecia, ha conseguito il dottorato di ricerca presso la stessa Università su un esperimento al barionio al LEAR, CERN. Dopo una borsa di studio di due anni al CERN con OPAL, è rimasta al CERN lavorando ai progetti di sviluppo del rivelatore (LAA) e all'esperimento L3. Dal 2000 lavora per l'esperimento ALICE come membro del progetto Time Of Flight, un grande array Multigap Resistive Plate Chamber (MRPC) sviluppato e costruito dal suo gruppo. In particolare è anche membro del progetto Extreme Energy Events (EEE), sui raggi cosmici che unisce ricerca scientifica e divulgazione e che coinvolge le scuole superiori italiane.

Dal 2009 Despina è coordinatrice di sensibilizzazione di ALICE e rappresentante di ALICE presso IPPOG. Ha un interesse speciale per le masterclass di fisica delle particelle ed è coinvolta nello sviluppo di esercizi con i dati ALICE; organizza masterclass al CERN.

Sotto mia richiesta, Despina ha accettato di essere intervistata per rispondere a molte delle nostre domande che hanno aumentato la nostra curiosità di saperne sempre di più. 

Che l’intervista cominci!


Queste visite organizzate dal CERN che ospitano ragazzi e scuole, hanno portato ad un accrescimento nell’incremento e nella curiosità verso la fisica, o il CERN?

“Ciò che è certo, con tutta questa pubblicità che il CERN sta facendo in questi ultimi anni, il laboratorio sicuramente è molto più affollato e molto più conosciuto rispetto al passato, quindi credo di si, ci sono ragazzi di tutte le età. Trovano ispirazione, forse li aiuta a seguire studi di scienze, ma non è solo questo l’importante, in generale il fatto è che si aprono gli orizzonti o che vedendo un centro di ricerca così grande, si fanno un’idea di come si fa la ricerca.” 

                                                               

Ha mai attraversato dei momenti bui durante il suo percorso lavorativo? Se sì quali sono stati? Chi o che cosa l’hanno aiutata a non demordere e a continuare il suo percorso?

“Io ho lavorato per molti anni costruendo rivelatori e certo c’erano periodi in cui uno o più rivelatori che avevamo costruito non funzionavano bene, bisognava ricominciare, ma con l’aiuto degli altri membri del gruppo, lavorando anche di notte, quando anche durante periodi dell’anno difficili dove dovevamo sbrigarci,  finalmente ci siamo riusciti.”


Ha mai pensato di mollare il suo lavoro per delle difficoltà riscontrate anche con la sua professione?

“No mai, forse era più difficile quando i miei figli erano più piccoli, quando dovevo fare i turni per l'esperimento, ma questo era dal punto di vista pratico, non era un vero problema.”


Come gestisce il suo tempo libero che trascorre con la sua famiglia alternandolo a quello che spende per la ricerca?

"Durante la tesi di dottorato veramente lavoravo molto, l'idea era di spendere ogni ora possibile perché alla fine ho sempre lavorato per me, ho sempre provato di fermarmi ad un certo punto e trascorrere del tempo con i miei figli per andare al cinema o dedicarmi all'arte."


Lei è religiosa? Se si perché? Se no perché?

"No, perché per me ad un certo punto è diventato più importante veramente capire quello che la scienza può aiutarci a comprendere. Personalmente non ho bisogno di qualcosa in più in cui credere, ma dall'altra parte capisco le persone che la prendono come una necessità, bene, io non vedo nessun problema da entrambe le parti."


Cosa l'ha portata a lavorare al CERN?

"Durante gli studi, molti anni fa, mi sono laureata solamente in fisica nucleare, all'epoca non facevamo fisica delle particelle, allora ho voluto continuare qui fisica nucleare, mi sono trovata in Grecia, in un laboratorio di fisica nucleare, ma c'era anche un gruppo che lavorava in un esperimento al CERN, così mi sono laureata facendo la tesi di dottorato su un piccolo esperimento al CERN, così mi sono trovata in questo esperimento, dopo il dottorato sono venuta qui per due anni grazie ad una borsa di studio, poi sono rimasta qui perché l'ho trovato davvero molto affascinante questa parte della fisica."


Come si ci sente a far parte di uno dei centri scientifici più importanti al mondo?

"Io direi che siamo privilegiati di poter lavorare qui, perché abbiamo un ottimo finanziamento, anche in periodi di crisi. Ci piace."


Qual è il ruolo del CERN per la nuova corsa verso lo spazio?

"Io non direi che il CERN ha molto da fare in questo campo, ma il CERN partecipa ad un esperimento installato sulla stazione internazionale spaziale che si chiama AMS: Alpha Management Spectrometer, però questo non è un esperimento del CERN, il CERN collabora, è soprattutto di NASA."


Qual è la cosa che l'ha spinta ad andare avanti anche quando tutto sembrava perso e magari anche nel campo lavorativo prettamente maschile, quali sono state le sue difficoltà che ha riscontrato durante il suo percorso lavorativo?

"All'inizio, quando ero ancora in Grecia, era chiaro che per venire al CERN la scelta era prima rivolta ad un collega maschio, questo era certo, ma poi ho provato anche io a venire qui, così ho continuato, dopo non posso dire che ho trovato molta discriminazione e anzi, adesso noto che la percentuale delle donne è aumentata un po' rispetto a quella di quarant'anni fa."


Ha mai avuto progetti futuri diversi prima di decidere di intraprendere questa professione?

"No veramente no, ma quello che ha cambiato per me, l'inizio fu il mio primo esperimento di particelle, ma in base di energie, allora all'epoca volevo veramente cambiare, per vedere come un vero esperimento ad alta energia, così non ho continuato con LEAR che era il Low Energy Antiproton Ring, dove avevo fatto la tesi, ma sono andata al LEPC ovvero Larger Electron Proton Collider e finalmente con ALICE sono arrivata all'acceleratore LHC."


Per quali studi è stato usato l'acceleratore di particelle LHC?

"LHC è utilizzato per la collisione di fasci di protoni nella più alta energia disponibile e dall'altra parte per le collisioni di ioni pesanti."


Cos'è che fa fiorire il CERN, la cosa più importante e fondamentale?

"La collaborazione, il fatto che qui lavorano persone da più di 100 paesi diversi con diverse ideologie, abitudini, religioni, è questo. Si potrebbe dire anche che collaborare è un miracolo a volte, ma funziona, non sempre è facile, ma tutti dobbiamo collaborare e alla fine riusciamo nei nostri intenti. Ciò che è fondamentale è la collaborazione tra tantissimi stati diversi, riuscire a costruire qualcosa solo essendo uniti. Perché da soli si va più veloci, ma insieme più lontano."


A cura di: Martina Cardamone 1A Astrofisica