Giovani

Spazio dedicato agli interessi e tematiche giovanili

BILLIE EILISH E IL MESSAGGIO CONTRO IL BODY SHAMING

Billie Eilish, giovanissima star di fama internazionale, ha deciso di usare il palcoscenico dell'American Airlines di Miami, la prima tappa del suo nuovo tour, per mandare un messaggio molto importante: basta giudicare gli altri in base al loro corpo. Billie Eilish ha sempre evitato di mostrare il suo corpo durante la sua carriera perché non voleva essere giudicata per il suo aspetto fisico, ma per il suo talento e le sue capacità. Però, durante il concerto ha deciso di spogliarsi dei suoi abiti oversize e di mostrarsi così com'è. Oltre al gesto che ha lasciato i fan senza parole, Billie Eilish ha tenuto anche un discorso riguardante il body shaming. La popstar ha dichiarato che c'è chi odia e chi adora ciò che lei indossa, qualcuno usa il suo particolare modo di vestirsi per mortificarla e qualcuno per elogiarla, e lei sa che ogni gesto che farà sarà sempre sotto lo sguardo di tutti. Perciò ha chiesto al suo pubblico di non giudicarla se non è perfetta come tutti la vorrebbero perché è solo una ragazza con pregi e difetti come molte altre, che ha deciso di dedicarsi alla sua più grande passione: la musica. Ha poi concluso dicendo che non si dovrebbe giudicare una persona in base alla taglia o ai vestiti che indossa e che non sono gli abiti a definirci. Anche se giovanissima, Billie Eilish è riuscita a ribellarsi al body shaming con determinazione, dimostrando che tutte le critiche che le vengono rivolte sono solo frutto di moltissima ignoranza.

Sara Cosco

GENITORI NEL NUOVO MILLENNIO

Intervista doppia

Tutti noi sappiamo cosa significa essere i giovani del nuovo millennio, ma che parere hanno a riguardo i nostri genitori? Quali differenze notano con l'adolescenza di cui sono stati protagonisti? Ecco qui un'intervista doppia a due padri molto diversi caratterialmente e per esperienza familiare che può aiutarci a comprendere meglio il punto di vista degli adulti e a far luce su noi stessi.

Intervista a Corrado:

Quanti anni hai?

Ho quarantanove anni.

A quanti anni sei diventato papà per la prima volta?

Sono diventato padre per la prima volta a venticinque anni. Successivamente ho avuto altri due figli, che ora hanno rispettivamente diciotto e ventuno anni.

Quali sono le attuali paure dei genitori di figli adolescenti?

La mia più grande paura consiste nella frequentazione di cattive compagnie. A ciò si aggiungono poi preoccupazioni legate a fenomeni esterni alla famiglia, per esempio la guida nel traffico. Al giorno d'oggi si sentono troppo spesso notizie di tragici incidenti automobilistici dovuti all'uso di cellulari o al consumo di alcol.

Come amava trascorrere il tempo libero, un adolescente di ieri?

Quand'ero adolescente amavo la musica, il cinema, la discoteca e trascorrere il tempo con gli amici in birreria. Con il passare degli anni ho anche sentito un crescente desiderio di viaggiare, di conoscere posti nuovi. E' stato a diciassette anni che ho realizzato il mio primo viaggio senza la presenza dei genitori.

E invece come amano trascorrerlo i tuoi figli?

I miei tre figli sono molto diversi l'uno dall'altro. La più grande impiega molto tempo lavorando e quando può frequenta il suo compagno e gli amici, recandosi a casa loro o viaggiando, a volte anche all'estero. Il secondo ama stare all'aria aperta e andare in bicicletta con me e la nostra compagnia di bikers. Spesso frequenta anche la sua ragazza e degli amici. Dell'ultima figlia non so dir molto; trascorre molto tempo in camera sua, lontana dalla famiglia, al cellulare o al computer.

Conosci la cerchia di amicizie e gli ambienti frequentati dai tuoi figli?

Dei primi due si, dell'ultima figlia un po' meno, quasi niente.

Qual'è il rapporto che il figlio di oggi intrattiene con i genitori?

Faccio esperienza di tre diversi tipi di rapporto con i miei figli. La prima ormai ha la sua vita e passa tanto tempo lontano dalla famiglia. A volte capita che la sera guardi con noi genitori un film, ma per il resto condividiamo davvero poco. Con il secondo figlio ho in comune la passione per la bici, per cui è quello con cui passo più tempo, nonostante abbia anche lui ormai una sua vita, fatta dal lavoro e dalla ragazza che frequenta. La più piccola, come già detto, è molto solitaria. Quando torno dal lavoro a malapena mi saluta dalla sua stanza al piano superiore e prima che scenda a farsi vedere passa molto tempo. Gli unici contatti con lei si hanno a tavola, quando mangiamo.

Qual era invece il rapporto tra genitore e adolescente nella scorsa generazione?

Fino ad una certa età sono rimasto molto legato alla famiglia, nel senso che mi piaceva la compagnia dei miei genitori. Con il tempo mi sono accorto che con loro non avevo nulla in comune se non il legame di parentela. Ciò che facevo e che mi piaceva, a loro non interessava. Erano persone sedentarie e a cui non piaceva ne' la musica ne' il cinema. Non prestavano attenzione al mondo che li circondava.

Cosa pensi dei giovani di oggi?

Oggi ci sono tipologie diverse di giovani. Ci sono quelli prigionieri di un mondo virtuale, che anche seduti al parco, al bar o al ristorante con gli amici hanno il cellulare in mano, poi ci sono quelli che hanno tante passioni, coltivano amicizie reali e fanno tanto sport. Ritengo che gli adolescenti siano divenuti problematici dal punto di vista caratteriale o relazionale a causa dell'educazione ricevuta, sia dai genitori che dalla scuola. Quest'ultima in particolare dovrebbe formare giovani con una coscienza e con la consapevolezza che il mondo è fatto di sacrifici e non solo di diritti.

Meglio gli adolescenti di ieri o i Millennials di oggi?

Per quanto riguarda la voglia di fare penso che siano migliori gli adolescenti di ieri, mentre in relazione alle conoscenze sul mondo che li circonda, meglio quelli di oggi. Nel nuovo millennio i giovani hanno molte più possibilità rispetto a quelli della scorsa generazione, ad esempio nell'ottenere un'informazione. Prima documentarsi era molto complicato , mentre oggi si hanno tutti gli strumenti per verificare ciò che interessa.

Quale consiglio ti senti di dare ai genitori dei Millennials?

Il mio consiglio è quello di spiegare ai loro figli che l'istruzione è importante, ma avere la laurea non è fondamentale. Un mestiere è ciò che conta. Non tutti siamo portati per la laurea e nessuno dev'essere obbligato a diventare avvocato, medico o professore. Tutti però dobbiamo avere delle conoscenze e in questo bisogna spronare i propri figli. L'uomo con il proprio intelletto e le proprie mani deve arrivare laddove non arriva la scuola. Attualmente la società ha bisogno di persone in grado di svolgere un mestiere, che sia quello di muratore, di fabbro, di giardiniere o di idraulico. I giovani sono spinti dai genitori a studiare tanto, ma senza raggiungere risultati concreti e l'Italia (da sempre una nazione di artigiani) è scarsa di risorse per tutti questi laureati, che in mancanza di occupazioni stabili scappano all'estero.

Intervista a Stefano:

Quanti anni hai?

Ho trentasette anni.

A quanti anni sei diventato papà per la prima volta?

Ho avuto il mio primo e unico bambino a ventidue anni.

Quali sono le attuali paure dei genitori di figli adolescenti?

La preoccupazione principale è che mio figlio possa diventare una figura isolata e priva di un reale contatto umano come purtroppo accade a molti giovani d'oggi, costantemente al computer o al cellulare. Ai miei tempi per certi versi era più pericoloso, però a quindici anni già sapevo cavarmela. Ciò è impensabile per chi ha quest'età oggi. La mancanza di esperienze (anche sbagliate) non aiuta a maturare e a fortificati. Non esporsi comporta non affrontare i problemi di cui prima o poi si fa esperienza, e di conseguenza il non esser pronto.

Come amava trascorrere il tempo libero, un adolescente di ieri?

A quattordici anni ho avuto il mio primo motorino: un Califone degli anni Settanta. Ciò ha acceso in me la passione per i motori e mi ha anche aiutato nella socializzazione. Viaggiavo sul mio motorino e raggiungevo diverse compagnie. Ci si ritrovava sotto i portici, si facevano gare tra scooter, in due su una Vespa senza casco e si scappava dalla polizia. Alcune sere si andava a ballare, ma solo dopo aver rubato qualche cassa di birra alla Coop.

E invece come amano trascorrerlo gli adolescenti di oggi?

Ogni tanto si ritrovano il sabato sera e vanno a ballare o a casa di qualcuno. In ogni caso ci si rinchiude in un posto. In settimana nel tempo libero vedo solo cellulari e social network. Penso che la causa di questo isolamento sia anche l'iperprotettività dei genitori, che proibiscono troppo per paura di possibili esperienze negative. Come già detto, questo non fa altro che rendere i propri figli ancora più fragili.

Qual è il rapporto che il figlio di oggi intrattiene con i genitori?

Distacco totale. Gli adolescenti si credono troppo maturi rispetto a ciò che realmente sono e non ascoltano abbastanza i propri genitori.

Qual era invece il rapporto tra genitore e adolescente nella scorsa generazione?

I miei genitori erano abbastanza duri, forse perché io davo loro modo di esserlo. Per me il loro scopo era esclusivamente limitarmi e solo ora capisco invece di dover tanto ai miei. Una volta diventato genitore ho realizzato che è merito loro se sono riuscito a maturare.

Meglio gli adolescenti di ieri o i Millennials di oggi?

Non si può dire che gli uni siano meglio degli altri. I tempi cambiano. Se a quindici anni io avessi avuto le stesse opportunità che ha mio figlio adesso probabilmente sarei esattamente identico a lui. Tuttavia vorrei che quest'ultimo abbia l'opportunità di vivere l'adolescenza come ho fatto io, con i suoi pregi e i suoi difetti.

Quale consiglio ti senti di dare ai genitori dei Millennials?

Il mio primo consiglio è quello di parlare tanto con i propri figli e di non farlo con un atteggiamento di superiorità. Certo, è importante mantenere una certa autorevolezza, però bisogna anche cercare di capirli.

Il secondo è quello di non giudicarli. Quando un ragazzo si sente giudicato (e parlo per esperienza), risponde ribellandosi e facendo l'opposto di ciò che gli si dice. E' come una formula matematica.

Ogni età poi ha i suoi criteri, i quali influiscono anche sul ruolo dell'educatore, che cambia nel tempo.

Paula Cascone

IL NUMERO DEGLI ISCRITTI DELLA LINGUA FRANCESE E' SEMPRE PIU' BASSO

Nel corso degli anni si è assistito ad un cambiamento apparentemente immotivato nella nostra scuola per quanto concerne la scelta della seconda lingua: il numero di studenti provenienti dalle scuole medie sembra privilegiare lo studio dello spagnolo, tant’è che il numero di iscritti è sempre maggiore rispetto a coloro che invece scelgono il francese. In realtà però, la questione sembra riguardare non solo la nostra scuola, ma ha un’ottica che si espande a livello nazionale: infatti, sono molte le fonti statistiche che affermano la precarietà del francese in molti istituti superiori. I dati del servizio elaborato dalla Federación de Escuelas de Español como Lengua Extranjera hanno apportato dei dati che non lasciano alcun dubbio: non solo hanno accertato che gli studenti preferiscono lo spagnolo rispetto al francese all’interno dei licei, ma hanno anche dimostrato che sono molti coloro che si iscrivono a corsi di lingua e potenziamento spagnolo. Questo studio rileva il costante aumento di studenti ELE (spagnolo come lingua straniera) nel nostro paese. Se nel 2013 furono 79.277 e l’anno seguente superarono gli 86.000, il 2015 ha battuto un record storico raggiungendo gli 87.508 studenti, secondo le scuole di spagnolo che hanno risposto e collaborato all’ iniziativa di spagnolo in Spagna (www. https://spagnoloinspagna.it/non-categorizzato/record-di-studenti-ai-corsi-ele/). Ma da cosa deriva questa scelta? Le risposte possono essere molteplici: innanzitutto, l’appartenenza ad un contesto sempre più globalizzato ha conseguito il miglioramento e la conoscenza delle mete spagnole, il quale ha permesso la diffusione della lingua e l’ha resa piacevolmente orecchiabile e finalmente perseguibile come studio, considerando e fermo restando comunque che non si è mai trattata di una lingua tanto diversa dalla nostra. Una causa la si può rilevare anche nella presenza dei pregiudizi e dei cliché che deformano la giusta percezione della lingua francese, ritenuta comunemente la prerogativa delle persone arroganti, presuntuose e perbeniste. Fa rilevanza anche la maniera in cui molti professori insegnano alle scuole medie la seconda lingua straniera: considerando che si parla di studenti appartenenti ad una fascia di età facilmente influenzabile e poco motivati interiormente allo studio ma più spinti a motivi estrinseci nell’eseguire i propri doveri, se si ritrovano ad avere insegnanti poco qualificati nello studio della lingua e soprattutto condizionati da falsi miti e ideologie sul francese, è altrettanto vero che nelle scelta della seconda lingua nella scuola superiore prevarrà l’opzione dello spagnolo, o comunque di una lingua diversa da quella precedentemente appresa. È anche vero che a volte tutto è incentrato nella volontà di cambiare e nella curiosità di conoscere nuovi orizzonti culturali, considerando che non si parla più di un mondo in cui ogni stato è a sé e rimane chiuso in sé stesso, ma di una società in cui la conoscenza plurilinguistica favorisce delle possibilità lavorative di ottimi livelli. Motivo per cui, se in moltissime scuole medie lo studio del francese è praticamente obbligatorio, di fronte ad una crescita personale posta nella scelta libera e incondizionata da fattori esterni delle lingue nell’istituto superiore, lo studente può finalmente sentirsi responsabile di sé stesso, e dunque, del proprio futuro. La scelta dello spagnolo si rivela così una forma di ribellione e di progresso cognitivo-linguistico. Tuttavia è necessario però riconoscere gli aspetti positivi e fondamentali che il francese possiede e che non devono essere dimenticati: si dice che la lingua francese sia anche chiamata la lingua dell’amore, o addirittura della gastronomia. Inoltre, in altri stati la lingua francese ha visto una sua crescita e un buon incremento, grazie ai paesi francofoni e più in particolare i paesi africani che si sono sviluppati considerevolmente. Ciò significa che questi paesi non si limitano ad adottare il francese come lingua madre, ma si impegnano anche ad insegnarlo a scuola in maniera chiara e approfondita. La crescita demografica dell’Africa è quindi il motivo principale di questa espansione improvvisa: tra qualche decina d’anni l’8% della popolazione potrebbe adottare la lingua francese proprio grazie a questi paesi. La lingua francese emerge ancora dal punto di vista culturale nella maggior parte delle ex colonie francesi, anche dopo aver ottenuto l’indipendenza, in particolare: Alcune province del Canada (Ontario, Nuova Scozia, Manitoba, ecc.), Alcuni stati americani (Louisiana, Maine), Isole dei Caraibi (Martinica, Saint-Barthélemy, ecc.), Numerosi stati africani (Algeria, Costa d’Avorio, ecc.). Inoltre, non è solo in Francia che la lingua francese è riconosciuta come ufficiale, ma anche nei seguenti Paesi: Benin, Burkina Faso, Congo, Costa d'Avorio, Gabon, Guinea, Mali, Monaco, Niger, RDC - Repubblica Democratica del Congo, Senegal e Togo. (www. https://www.superprof.it/blog/reputazione-del-francese-all-internazionale/). Questi dati servono tuttavia ad affermare che la lingua francese non è una lingua morta come molti cominciano a considerarla, ed è per questo che è fondamentale rivitalizzare la sua importanza e la sua eleganza nel parlato, non dimenticando che una sua buona acquisizione garantisce una grande soddisfazione interiore.

Federica Carandente

IL BULLISMO

Il bullismo è un fenomeno di cui non si parla ancora a sufficienza e sono davvero poche le persone che si interessano veramente ad esso. Le vittime le troviamo specialmente nelle scuole, in tutte purtroppo. I ragazzi e le ragazze presi di mira subiscono offese, scherzi stupidi, fino ad arrivare molto spesso all’emarginazione. Il ragazzo bullizzato non ha niente di sbagliato, ha magari un modo un po’particolare di fare e di vestire. Quando si è piccoli non si dà molto peso agli atti di bullismo subiti, ma crescendo la situazione può diventare pesante e la risposta a questi atti varia da ragazzo a ragazzo. In generale, dividerei le reazioni in tre fasi: inizialmente si cerca di lasciar correre e non pensarci troppo, successivamente subentra la paura e il ragazzo tende a chiudersi in se stesso, fino a sfociare in aggressività verso i bulli da cui subisce.

Io posso parlare per esperienza personale, perché ho subito bullismo. Fin dalle elementari avevo in classe un gruppo di ragazze che mi prendevano spesso di mira per il mio modo di vestire, e questo succedeva anche perché io nei loro confronti sono sempre stata fin troppo buona. Dopo anni di vessazioni ho però deciso di cambiare il mio atteggiamento e ho cominciato a comportarmi in modo aggressivo, anche se in realtà ne soffrivo molto. Alle scuole superiori ho deciso di cambiare nuovamente e ho modificato il mio modo di vestire per evitare le offese: ho eliminato le gonne e ho cominciato a indossare i jeans. Questo è quello che provoca il bullismo. Cambiamento. Le vittime spesso cercano di cambiare pur di non essere prese in giro, a volte con scarso successo. Ma non sono i bullizzati ed essere deboli. I bulli lo sono. Spesso i bulli sono ragazzi che per mostrarsi forti davanti agli altri compiono questi atti di sopraffazione. In realtà i deboli sono loro. I bullizzati hanno spesso degli amici che li supportano, li aiutano a rimettersi in piedi e gli stanno vicino. I bulli questi amici non li hanno. Sono persone sole e spesso con scarsa autostima. Recentemente le scuole hanno iniziato a trattare questo argomento, cercando di mettere un freno al fenomeno e di sensibilizzare i ragazzi. Nella mia classe è stato fatto un incontro sul tema, ma io ho notato scarsa attenzione da parte di alcuni miei compagni. Questo argomento purtroppo non interessa molto, forse perché le persone prese di mira sono poche. Ecco la verità: a poche persone importa dei ragazzi e delle ragazze che subiscono bullismo. Anche gli indifferenti fanno la loro parte. Provate ad immaginare lo sconforto e la frustrazione di un ragazzo che viene bullizzato e vede intorno a sé solo gente indifferente e provate a riflettere.

Tu cosa ne pensi? Sei una vittima, un bullo, o un indifferente?

Sofia bernasconi

AMBIENTE, CAMBIAMENTI CLIMATICI E SURRISCALDAMENTO GLOBALE: I GIOVANI TORNANO I PIAZZA GRAZIE A GRETA THUNBERG

Siamo all'alba del 2020 e abbiamo un grande pericolo davanti a noi: il surriscaldamento globale, un problema che abbiamo ignorato per anni ma che ora è diventato un guaio da risolvere il più presto possibile se desideriamo che i nostri figli e nipoti abbiano la possibilità di vivere in un mondo che gli fornisca tutto ciò di cui hanno bisogno,e non in uno dove vedranno solo la distruzione causata dai propri predecessori.

Questo è l'obbiettivo di Greta e di tutti i ragazzi che la sostengono facendo scioperi chiamati fridaysforfuture : salvare il mondo da una catastrofe ambientale.

All'inizio era solo una bambina di 9 anni che con piccole tappe e molto coraggio cercava di ridurre al minimo l'impatto ambientale della sua famiglia e delle persone vicine a lei, fino a diventare una sedicenne che il 20 agosto del 2018 decide di iniziare un sit-in davanti al parlamento di Stoccolma per chiedere delle soluzioni per salvare l'ambiente. Da allora centinaia di migliaia di studenti hanno iniziato a seguirla e sostenerla, ed hanno trovato un nuovo motivo per tornare in piazza: fermare il surriscaldamento globale.

A quasi due anni dal primo sciopero Greta forse è riuscita a far capire il potere che hanno i giovani davanti ad una situazione che non si può più ignorare e che deve essere risolta il più presto possibile.

Sara Cosco