Cultura generale

Spazio dedicato per coloro che vogliono immergersi nel mondo della cultura

DISNEY CHANNEL CHIUDE DAL PRIMO DI MAGGIO

Una notizia che in questi giorni ha sconvolto grandi e piccini è stata la chiusura dei canali Disney su Sky. Ebbene sì, dal primo di maggio 2020 i canali Disney channel e Disney junior sono stati ufficialmente chiusi. Nato in Italia, a Milano, il 3 ottobre 1998, Disney Channel (Italia) è stato un canale televisivo dedicato ai ragazzi e alle famiglie, che era disponibile a pagamento su Sky.

Per ricordare alcuni suoi successi si possono citare film come High school musical e Camp Rock , usciti rispettivamente nel 2006 e nel 2008, e serie televisive quali Zack e Cody al grand hotel, Hannah Montana e i maghi di Waverly. La chiusura di questi canali è legata alla nuova piattaforma chiamata Disney+, arrivata in Italia il 24 marzo 2020, dove è possibile guardare, dopo aver fatto un abbonamento, film e serie tv di proprietà della The Walt Disney Company. L’arrivo di questo servizio e la scadenza dei diritti dei prodotti Disney ceduti a Sky ha portato la situazione attuale.

Nonostante questo, come accennato in precedenza, i contenuti Disney sono disponibili su Disney+ e alcuni di essi si possono trovare anche sui canali del digitale terrestre alle pagine di Rai Gulp e di Rai Yoyo.

Giulia Nespoli

L'IMPORTANZA DEL 25 APRILE

Sabato 25 aprile tutta l'Italia ha celebrato l'Anniversario della Liberazione dell'Italia dal regime fascista, la cui istituzione definitiva come festa nazionale risale al 22 aprile 1946. Ogni 25 aprile l'evento principale di questo giorno è la deposizione da parte del Presidente della Repubblica Italiana di una corona d’alloro sul monumento del Milite Ignoto: gesto che ha lo scopo di rendere omaggio a tutti i morti italiani durante le guerre. Il 25 aprile non è quindi una festa di una parte politica, come spesso si crede; non è la festa della sinistra che vince sulla destra. La festa della Liberazione è una data in cui tutti noi festeggiamo la fine di un regime, di una dittatura, di anni in cui regnavano violenza e soprusi contro le minoranze. È il giorno in cui l'Italia è stata liberata dal regime fascista: un regime che ha portato l'Italia in una guerra che non poteva sostenere, una guerra che ha portato solo morte e distruzione; ha portato limitazioni dei diritti e mancanza di morale; ha portato distruzione e devastazione. Si tratta della celebrazione della fine di alcuni degli anni più bui della nostra storia, della vittoria del bene contro il male.

Ma ora chiediamoci se noi davvero conosciamo il significato di questa ricorrenza, chiediamoci se siamo davvero capaci di mantenere il ricordo di persone che hanno lottato e che sono morte per la nostra libertà. Ora io sto scrivendo questo articolo grazie a loro, io posso scrivere un articolo che narra del 25 aprile grazie a persone che si sono sacrificate per la propria patria, oggi voi potete leggere il mio articolo perché delle persone che nemmeno conosciamo hanno dato la loro vita per la nostra libertà. Chiediamoci anche se conosciamo i nostri principali diritti e dopo averlo fatto chiediamoci se è giusto limitare quelli degli altri. Chiediamoci se siamo privilegiati rispetto ad altre persone, chiediamoci se rispettiamo i diritti e i valori per i quali moltissimi uomini e moltissime donne sono morti. Ricordiamoci che ci sono persone che hanno lottato per dei diritti di cui non hanno potuto usufruire, per dei diritti che hanno voluto riservare a noi. Ricordiamoci che quando parliamo di libertà personale, dobbiamo anche lasciarla agli altri, ricordiamoci che è molto facile prendersela con le minoranze, con i più deboli, con gli emarginati, con i meno privilegiati. Ricordiamoci che oggi potete leggere il mio articolo in completa libertà non grazie a voi che avete solo avuto il privilegio di essere nati nel posto giusto e nel secolo giusto, ma grazie a chi è morto per la libertà.

Sara Cosco.

L’UTILIZZO DEL CINEMA DURANTE L’EPOCA FASCISTA

Oggi, 25 aprile del 2020, viene ricordata la liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista. Tuttavia, a discapito della durezza e dell’atrocità del periodo, può essere comunque interessante ricordare le capacità del duce che lo contraddistinguevano dai capi del governo a lui precedenti: fra queste peculiarità rientrava quella di saper servirsi di tutti i mezzi della comunicazione di massa, e in particolare del cinema. Mussolini si serviva dell’arte cinematografica per poter acquisire consenso da parte del popolo: attraverso il grande schermo, il duce cercava di far risaltare la propria immagine politica. Il dittatore infatti, affermava che non bastasse solo una grande capacità oratoria per poter avvicinare il popolo alla propria figura, ma era necessaria altresì l’immagine, capace ieri come oggi di saper ipnotizzare la società di massa.

L’arte cinematografica era lo specchio del regime e permetteva a Mussolini non soltanto di diffondere il suo totalitarismo, ma anche di difenderlo, tant’è che nel 1923 fondò l’Unione cinematografica educativa (LUCE). L’istituto LUCE si occupava di diffondere scenari e cinegiornali di attualità che mostravano la formidabilità e la grandiosità del duce. Lo scopo dei nuovi documentari era quello di mostrare un’immagine illusoria di una nazione sicura, nella quale vigeva l’onestà prima di tutto, dove il lavoro costituiva l’essenza umana e dove le famiglie erano felici. Le produzioni cinematografiche fasciste enfatizzavano la grandezza degli armamenti italiani e esaltavano le vittorie ottenute.

Il protagonista principale degli scenari era immancabilmente Benito Mussolini, che veniva descritto nelle produzioni come un uomo dotato di abilità fisiche e oratorie al di fuori della norma, a tal punto da essere considerano un divo hollywoodiano: si diceva che avesse uno sguardo magnetico, penetrante e affascinatore e che fosse un uomo eccezionale dai grandi occhi neri e profondi. L’apice fu raggiunto con il film Scipione l’africano (1937) voluto da Mussolini stesso dopo la guerra etiopica. Tuttavia, con l’avanzare del tempo il film non raggiunse la popolarità prevista, ma fu invece oggetto di molte critiche e scarso riscontro da parte del pubblico.

Il tentativo di Mussolini di fare propaganda attraverso il cinema proseguì quando nel 1931 raccolse ingenti capitali per poter istituire delle nuove società e organizzazioni dedite all’arte cinefila, come la Direzione generale per la cinematografia nel 1934, e la creazione di un centro sperimentale di cinematografia a Roma nel 1935. Nonostante il suo sforzo, il pubblicò non amava particolarmente i film del duce. Ebbero più successo altre opere cinematografiche prodotte intorno agli anni 20, quali Sole (1939) di Alessandro Blasetti, incentrato sulla vita contadina che si scontrava con la logorante vita di città, e Quattro passi tra le nuvole (1942). Le pellicole più apprezzate furono quelle commedianti dei ‘’telefoni bianchi’’, sempre presenti nella vita della massa. Il bianco era il colore dell’eleganza e della distinzione. Questa forma di cinema si basava sulla presenza di giovani sognatori alla ricerca dell’amore, e privi di qualsiasi preoccupazione o interesse politico.

Di vitale importanza all’epoca furono anche altre opere cinematografiche, come gli uomini che mascalzoni (1032), il signor Max (1937), e Grandi magazzini (1939). Più sensibili alla dialettica fascista furono film come quelli di Augusto Genina tra cui lo squadrone bianco (1936) e Bengasi (1942), e infine quelli di Alessandrini ricordato per Luciano Serra pilota (1939).

Federica Carandente

CORONAVIRUS: SI INDAGA SULLE ORIGINI

Non si ferma il dibattito sulle origini del Coronavirus, che trova la sua origine a Wuhan, i cui casi oramai salgono a 2 milioni in tutto il mondo, di cui quasi la metà in Europa. Sono molte le persone che tentano di comprendere quali siano le origini di questo virus mai osservato prima. Gli Stati Uniti infatti, come rivelato dalla CNN, stanno indagando sulla possibilità che il virus sia stato creato in un laboratorio di Wuhan e quindi “sfuggito”, per errore dell’essere umano.

Al riguardo, il Washington Post, ha dedicato un articolo in cui vengono analizzate a fondo 3 teorie sulle possibili cause: “una chiaramente falsa, una possibile ma non supportata da prove note e una sostanzialmente vera”.

La prima ipotesi è legata alle cosiddette armi biologiche; di fatto come dichiarato dal quotidiano conservatore Washington Times, il virus potrebbe essere nato in un laboratorio collegato alle armi biologiche della Cina, precisamente a Wuhan. I laboratori ci sono ma le prove no.

Invece, secondo la teoria numero due il coronavirus si sarebbe diffuso da un laboratorio a causa di un tragico incidente, teoria più plausibile, almeno secondo il Post. Infatti qui l’opinione degli scienziati si divide, molti pensano sia possibile esattamente come un incidente in laboratorio, altri no, ma si tratta comunque di una teoria con delle prove. Infatti sono presenti dei dati di ricerche sul Coronavirus svolte sui pipistrelli dei ricercatori e in alcuni cablogrammi diplomatici (messaggi telegrafici trasmessi per vie sottomarine ndr) sono espressi chiaramente dei timori sulle condizioni di sicurezza dei laboratori di virologia a Wuhan.

Infine la terza teoria, “sostanzialmente vera” decreta che il governo cinese ha ingannato il mondo sul Coronavirus” riprendendo il fatto che a Febbraio, il governo della Cina aveva diffuso informazioni “offuscate” sul virus. Inoltre come dichiarato dall’OMS, Pechino è stata lenta nel fornire informazioni, non dando l’allarme per almeno sei giorni, particolarmente importanti per la diffusione del virus.

La terza teoria da come si può ben vedere è un chiaro attacco al governo cinese, che ha contribuito a far diffondere il virus ritardando o addirittura tralasciando la diffusione di informazioni fondamentali sul virus. Bisogna specificare però che ciò è stato ammesso dal governo cinese che ha provveduto a scusarsi pubblicamente, nonostante l’enorme figuraccia fatta davanti all’intero pianeta.

Alice Pozzoli

I MEME DI INTERNET E LA GENETICA: COME SONO NATI I MEME?

Chiunque utilizzi internet si sarà imbattuto più di una volta in un meme, una nuova forma di intrattenimento molto varia che nasce proprio grazie alla facilità e velocità di condividere qualcosa su internet. I meme di internet non sono altro che contenuti multimediali, quali immagini, video o frasi, che vengono condivisi fino a diventare tormentoni, celebri anche fuori dalla rete. Il primo meme del web è stato un’immagine di un bambino che balla il cha-cha-cha, realizzata con un software del grafico Michael Girard nel 1996; oggi, invece, i meme più diffusi sono composti da una parte fissa, cioè un’immagine virale, su cui si scrive una battuta divertente, che quindi varia a seconda di chi crea il contenuto. Il termine e il concetto di meme sono stati inventati dal biologo evoluzionista Richard Dawkins nel 1976 e i meme di internet sono solo una categoria di quelli intesi dallo scienziato (che al plurale vengono chiamati “memi”). Nella definizione di Dawkins, i memi sono una minima unità culturale, ovvero, un’informazione custodita nella memoria di una persona che possa essere imparata e quindi trasmessa ad altri, così da propagarsi nella cultura di massa. In termini semplici, un meme può essere un’idea, una moda, uno stereotipo, qualunque cosa si possa diffondere tra gli esseri umani, quindi, anche i meme di internet. Dawkins ne parla nel suo saggio “Il gene egoista” per spiegare come si diffondono le informazioni culturali. Il meme, per lui, è un concetto molto simile al gene per la genetica, ma, a differenza del gene, un meme può essere trasmesso da due individui qualunque, anche non legati da parentela, e la trasmissione è immediata, non ci vuole, cioè, una generazione. Entrambi, però, sono alla base di un’evoluzione: i geni sono l’unità base di quella biologica, i memi di quella culturale. Questi ultimi si trasmettono per imitazione (in greco “mímēma”, da cui “meme”) e la loro diffusione, inoltre, è analoga alla selezione naturale di Darwin: solo i memi che si adattano meglio a una situazione o a un contesto resisteranno nel tempo. Dawkins ha perfino fatto nascere la memetica, la disciplina che studia i memi, rimasta, tuttavia, protoscienza (cioè non ancora una vera e propria scienza), soprattutto a causa delle critiche da parte di altri scienziati, i quali ritengono che il meccanismo di diffusione sia troppo caotico per essere analizzato con criteri scientifici. I meme di internet (o memi, a questo punto), che tutti noi possiamo vedere e creare, nascono, quindi, dal tentativo di definire scientificamente la diffusione della cultura e magari in futuro verranno studiati più seriamente. Intanto, inutile dire che Dawkins stesso è diventato un meme su internet, proprio per essere l’inventore dei meme.

Antonio Miceli

Fonti: https://oggiscienza.it/2019/02/06/memetica-richard-dawkins/

https://tecnologia.libero.it/che-cosa-significa-la-parola-meme-13249

OBESITA’ INFANTILE: FLOP ITALIANO?

L’obesità infantile in Italia è un dato allarmante sin dapprima dei tempi del coronavirus, l’Italia infatti detiene già da diverso tempo il record come “Stato più arretrato nel combattere l’obesità infantile”, forse perché troppo ingenuamente le mamme italiane tendono a non controllare l’alimentazione dei loro figli. Oggi più che mai, vincolati in casa e costretti ad una vita sedentaria, l’obesità è un fattore in crescita che preoccupa tutte le fasce d’età: si sta spandendo la cosiddetta “pandemia d’obesità”. Per quanto riguarda i bambini: 2 su 10 sono in sovrappeso ed 1 su 10 è obeso, solo in Italia i giovanissimi con problemi di peso sono più di 2.000.000. Per di più, il 50% dei bambini obesi sono destinati a mantenere questo stato anche da adulti. E questi dati sono destinati solo ad aumentare in modo esponenziale. L’obesità infantile non provoca solo futuri problemi psicologici e di integrazione, ma anche problemi fisici forse anche più gravi: problemi alla colonna vertebrale, difficoltà respiratorie, ipertensione arteriosa, diabete e tanto altro. Le soluzioni sono tante e semplici: controllare ciò e quando mangiano i propri figli, spesso viene consigliata una dieta mediterranea comprendente 5 porzioni di frutta o verdura; il gioco e lo sport sono fondamentali per uno stile di vita sano e si consiglia anche di limitare il consumo di alimenti con alta dose di chilocalorie. Questo grave problema non deve essere sottovalutato o ignorato in alcun modo, nemmeno dalle persone più in salute.

Chiara Tacconi

LE CANZONI IN 8D SPOPOLANO SUL WEB

La nuova frontiera della musica e dell’ascolto si chiama musica in 8D, o anche 8D audio. L’impressione che si ha ascoltando musica in 8D è quella di essere circondati da più sorgenti sonore, pronte a trasmettere le tracce musicali attraverso la testa di chi indossa un paio di auricolari. Il suono si muove costantemente da un orecchio all’altro, offrendo sensazioni particolari, diverse: un suono che tenta di dare una spiegazione attraverso i sensi, che investe il tuo corpo senza mai fermarsi. Questo modo di ascoltare la musica esiste già da anni, ma è tornato alla ribalta in questo momento, grazie all'isolamento causato dal Covid-19. Probabilmente lo stare in casa ha diffuso molto l’utilizzo degli auricolari, infatti grazie a quest’ultimi oggetti qualsiasi tipo di canzone potrebbe essere trasformata in 8D. Se l’interesse verso questo genere di mixaggio prenderà piede non è escludibile che alcuni produttori si dedichino a tracce strutturate intorno a questa metodologia di ascolto. Molti si chiedono se sia una rivoluzione musicale, ma non lo è: parliamo di un trucco, di un modo per ingannare il nostro sistema sensoriale, infatti l’audio trasmesso è distribuito continuamente da destra a sinistra, generando un effetto circolare che permette di sentirsi circondati da casse audio. Riassumendo si tratta di un formato audio che, ascoltato solo ed esclusivamente con un paio di cuffiette, dà la sensazione di ritrovarsi immersi in un suono che sembra multidimensionale.

Sara Cosco

21 MARZO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA POESIA

Oggi, Il 21 marzo 2020 si celebra la giornata mondiale della poesia. Il giorno è stato proclamato e inaugurato nel 1999 dall’UNESCO. Ma che cosa si intende quando si parla di poesia? Certo è che dal punto di vista strettamente letterario sappiamo tutti cosa rappresenta: i canti di Petrarca dedicati a laura, l’infinito di Leopardi, i limoni di Montale, la pioggia nel pineto di D’annunzio, il X agosto di Pascoli, lo spleen di Baudelaire e i ragazzi che si amano di Prévert... la quantità di componimenti e di opere che riempiono i nostri libri di letteratura sono innumerevoli.

Ma la poesia non è solo scrittura, non è solo la definizione dello schema metrico delle rime e la presenza delle figure retoriche che li caratterizza, o la data in cui queste sono state composte, essa non si limita soloalla creazione di uno spazio-tempo ultraterreno come quello che Dante ci presenta nella Divina Commedia.

La poesia è la più pura e libera proiezione dell’interiorità umana.

Qualunque tipo di uomo o di donna che abbia provato o che scrive per eccellenza componimenti poetici ha condiviso e sta diffondendo non una parte di sé, ma l’integrità della propria anima; essa permette di scorgere e di rompere quella barriera che separa la sensibilità umana dal mondo esterno. Nel momento in cui si scrive o si legge una poesia, non ci si ferma solo al richiamo di un aspetto del nostro vissuto, ma ci si butta in un vero e proprio incontro fra io e mondo, tra soggetto e oggetto, fra pensiero ed essere.

La poesia è un’arte di pochi, non può essere di tutti ma neanche di nessuno: è una forma di idea che diviene realtà e che non è traducibile. Il fatto che le opere contenute nei nostri libri siano decodificate e spiegate non implica che esse siano state tradotte, perché la traduzione auspica al dare realizzazione a qualcosa che in realtà non può essere diversa da come è, perchè la poesia è eterna e immutabile.

Chi è in grado di scriverle ma soprattutto di comprenderle, è chi ha imparato a scovare fino in fondo alla propria essenza e a portare alla luce quello che ha reperito. La lirica è la dimostrazione più limpida di quanto il potere delle parole, ovvero di qualcosa di astratto e in parte impercettibile, sia capace di muoverci e toccarci. Essa riflette i nostri turbamenti e dà a noi voce per quando non ne abbiamo. La poesia concilia l’ideale col pragmatico.

Spesso si usa il termine ‘’poesia’’ con accezioni che non le appartengono. Paragonare una canzone ad un componimento poetico o viceversa, ne è un esempio. Ciò che principalmente differenzia l’una dall’altra è il fatto che mentre la poesia riesce a colpire e fare centro nel nostro punto più debole, la musica non ci riesce.

L’interpretazione delle canzoni è condizionata dalla presenza di un ritmo concretamente esistente, ossia fatto di strumenti che ne producono il suono, questo implica che il testo viene ascoltato secondo le volontà di chi lo ha composto. Ciò non accade per la poetica: la lirica è completamente libera da ogni tipo di condizionamento, e paradossalmente non fa cadere il lettore in errore, perché essa è ascoltata con l’anima, con la parte più profonda e vera del nostro io.

Benedetto Croce affermava che prima dei diciotto anni tutti scrivono poesie, e che dopo questa età le persone si dividono in due categorie: i veri poeti e i cretini. Attraverso queste parole il poeta voleva accentuare come in virtù di un emozione data dal primo amore, dalle ribellioni, dalla scelta di trasgredire, dalla voglia di conoscere e correre i rischi che generalmente si sceglie di correre nell’età adolescenziale, chiunque è in grado di esprimere se stesso attraverso la scrittura, perché la dimensione emotiva supera quella razionale. Se dopo i diciotto anni (anno in cui l’età adolescenziale solitamente comincia a venir meno) la capacità di scrivere e di comporre opere poetiche rimane tale, allora chi ne è in rado può definirsi poeta.

In merito a questo giorno forse non davvero mondialmente conosciuto voglio riportare alla fine dell’articolo un’opera di Alda Merini:

I poeti lavorano di notte

quando il tempo non urge su di loro,

quando tace il rumore della folla

e termina il linciaggio delle ore.

I poeti lavorano nel buio

come falchi notturni od usignoli

dal dolcissimo canto

e temono di offendere Iddio.

Ma i poeti, nel loro silenzio

fanno ben più rumore

di una dorata cupola di stelle.

(I poeti lavorano di notte - Alda Merini )

Federica Carandente

8 MARZO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

L’8 marzo, in tutto il mondo, ricorre quella che viene comunemente chiamata la Festa della Donna, ma che più propriamente si chiama Giornata internazionale dei Diritti della Donna. E' una data simbolica, che purtroppo viene spesso contestata nella sua effettiva utilità, ma che è in realtà essenziale nel ricordare le discriminazioni e le violenze che le donne hanno subito nei millenni e che continuano a subire tutt’ora, in molti Stati del mondo..

Questo giorno è utile anche per valorizzare le numerose, ma ancora insufficienti, conquiste sociali, economiche e politiche che le donne hanno raggiunto nel corso della storia e che solo da pochi decenni vengono loro riconosciute.

In Italia la Festa della Donna si festeggia l’8 marzo dal 1945 nelle zone libere dal regime fascista e solo dal 1946 in tutte le regioni. Solo il 16 dicembre 1977 l’ONU ha proposto ad ogni Paese di dichiarare l’8 marzo come “Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti delle Donne e per la Pace Internazionale” (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace”).

Questa ricorrenza è iniziata a New York nel 1908, quando quindicimila operaie tessili invasero le strade per chiedere giorni lavorativi più brevi, un salario migliore e il diritto di voto. L'anno seguente, il Partito Socialista americano dichiarò che l'ultima domenica di febbraio sarebbe stata la giornata dedicata alle manifestazioni in favore del suffragio femminile. Nel 1910, l'idea di rendere questa celebrazione una ricorrenza internazionale fu rilanciata dalla socialista tedesca Clara Zetkin nel corso della Conferenza Internazionale delle Donne Lavoratrici a Copenhagen e nel 1911 si celebrò per la prima volta la Giornata Internazionale della Donna in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Solo anni dopo, nel 1977, l’8 marzo fu scelto come data ufficiale.

Cos’è la Festa della Donna oggi? In Italia si usa regalare la famosa mimosa che rappresenta al meglio la figura femminile, capace di crescere anche su terreni difficili, nonostante l’apparente fragilità. Da qualche decennio inoltre, la ricorrenza ha dato vita ad un sempre più organizzato movimento femminista, partendo da quell’indimenticabile 8 marzo del 1972 quando Jane Fonda a Campo de’ Fiori rivendicò aborto, divorzio e omosessualità, fino ad arrivare al moderno movimento del “Me Too” che pone l’attenzione sul tema delle molestie sessuali subite dalle donne.

Sara Cosco

Joaquin Phoenix

John Lee Bottom era un arredatore di radici ispanico-irlandesi. Un giorno sulle strade losangeline incontrò Arlyn Dunitz Jochebed, ex segretaria insoddisfatta di origini russo-ungariche, scappata da Manhattan dopo aver lasciato marito e lavoro, mentre faceva l'autostop. I due strinsero una relazione e decisero di trasferirsi nelle comuni hippie di Los Angeles per dar vita qui ad una famiglia. Cambiarono il cognome in Phoenix, in onore alla Fenice che "risorge sempre dalle proprie ceneri" e successivamente i due coniugi decisero di diventare missionari per la setta religiosa "Figli di Dio". Iniziarono a girare il mondo per assistere i più bisognosi e a San Juan, in Portorico (USA), nel 28 ottobre 1974 diedero alla luce il loro terzogenito Joaquin Rafael Bottom. Joaquin era l'unico dei tre a non possedere un nome ispirato alla natura (gli altri si chiamano River Rain, e Liberty): si ribellò fin da piccolo facendosi chiamare Leaf (foglia). John e Arlyn ebbero poi altri due figli.

Quando i genitori di Joaquin vennero a conoscenza dei modi poco ortodossi in cui i “Figli di Dio” circuiva i discepoli, decisero di lasciare la setta e tornare negli States. Il piccolo aveva quattro anni. Il 1979 fu un anno difficile per la famiglia Phoenix, che si ritrovò in gravi ristrettezze economiche. I fratelli iniziarono dunque a esibirsi per strada e, nel corso di una competizione a Hollywood, vennero notati da Iris Burton, talent scout che li indusse a prendere parte ad un casting cinematografico. Fu proprio in questa occasione che vennero ingaggiati per la Paramount dalla regista, cineasta e conoscente di un amico dei coniugi Phoenix, Penny Marshall.

Il debutto di Joaquin si verificò nel 1982 in in un episodio de Sette spose per sette fratelli, serie tv con protagonista River.

Continuando a seguire le orme del fratello maggiore (ambitissimo astro nascente di Hollywood con fama di rubacuori dall'animo ribelle), a partire dal 1986 Phoenix iniziò a recitare per diverse pellicole, come Space Camp – Gravità zero diretto da Harry Winer, Gli acchiapparussi e Parenti, amici e tanti guai.

Nel 1989 i genitori si separarono e Joaquin decise di raggiunere il padre trasferitosi in Messico. Dopo un breve periodo di tempo tornò in America e nel 1993 accadde qualcosa che gli sconvolse drasticamente la vita: la sera di Halloween si recò con la sorella Rainbow e River ad una festa presso il Viper Room, locale di Johnny Depp. Qui Phoenix assistette alla tragica morte del fratello ventitreenne per overdose di eroina e cocaina e si ritrovò nuovamente sotto i riflettori , ma nel modo più orripilante possibile: la chiamata che effettuò al 911 mentre il fratello giaceva esanime venne trasmessa in tutte le radio e tv. Sconvolto dalla perdita e disgustato dai media, si ritirò temporaneamente dalle scene Tornò nel 1995 nel ruolo di un liceale sedotto da Nicole Kidman in Da morire di Gus Van Sant, ottenendo consensi davvero entusiasmanti. Iniziò così la carriera di attore professionista, che lo portò un anno dopo sul set de Innocenza infranta, dove avvenne l'incontro con la bella Liv Tyler, con cui presto strinse una relazione. In breve tempo emersero le sue ineguagliabili doti drammatiche nelle opere Il tempo di decidere e 8mm- Delitto a luci rosse. Ma la svolta si verificò nel 2000, quando Ridley Scott lo scritturò nel ruolo di Commodo nel pluripremiato kolossal Il gladiatore: il giovane Joaquin ottenne infatti la candidatura come Miglior Attore non Protagonista agli Academy Awards. Un'altra interpretazione magnetica fu quella in Quando l'amore brucia l'anima di James Mangold: in questo film si calò superbamente nei panni dell'enigmatica star della musica country Johnny Cash e trionfò con un Golden Globe come Best Actor in un musical e una seconda nomina agli Oscar.

Nel 2010 in I'm still here, attualmente considerato un mockumentary (falso documentario nel quale eventi fittizi e di fantasia sono presentati come reali attraverso l'artificio del linguaggio documentaristico), di Casey Affleck, oltre a dissociarsi dalla figura di dolce e tenero ragazzo emersa nella pellicola Two Lovers, annunciò di abbandonare il cinema per intraprendere la carriera di rapper. In realtà ben presto tornò in The Master di Paul Thomas Anderson, film presentato alla 69esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2012 e con il quale ha vinto la Coppa Volpi per la miglior intrepretazione maschile. Tra le ultime interpretazioni più esemplari ricordiamo quella del 2015 in Irrational Man di Woody Allen, film dalla trama particolare e coinvolgente, che consiglio fortemente agli amanti dell'eccezionale regista, e quella del 2018 in Maria Maddalena di Garth Davis, film drammatico in cui veste i panni di Gesù. Nel 2019, come molti sapranno, dopo un lungo e stacanovista periodo di lavoro per calarsi al meglio nei panni di Joker, recitò nell'omonimo film di Todd Philips. Fu questo ruolo a valergli l'Oscar come miglior attore protagonista, oltre ad un Golden Globe (miglior attore in un film drammatico) e un Critics Choice Award come miglior attore. Oggi questo grandioso artista ha raggiunto la fama tanto meritata e, dopo una carriera faticosa e travagliata, ha ottenuto finalmente i dovuti riconoscimenti. Attualmente Phoenix è orgogliosamente vegetariano e sostenitore della PETA, un'organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali, oltre che attivista sociale e sostenitore di The Peace Alliance e Amnesty International. Fa anche parte del consiglio di amministrazione dell'organizzazione The Lunchbox Fund, ente no profit che mette a disposizione ogni giorno i pasti per gli allievi delle scuole di Soweto.

Fonte: Sofia Biagini per il sito Movie Player

Fonte: Francesca Pellegrini per Mymovies, articolo del 28 febbraio 2020

Paula Cascone

CORONA VIRUS: TUTTO QUELLO CHE C'E' DA SAPERE

Il portale dell'epidemiologia (branca dell'igiene che si occupa delle modalità d'insorgenza, di diffusione e di frequenza delle malattie) per la sanità pubblica, denominato “Epicentro”, a cura dell'Istituto superiore di sanità, definisce i coronavirus come un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave).

I coronavirus sono comuni in molte specie animali quali i cammelli e i pipistrelli, ma, se pur raramente, questi possono evolversi e infettare l'uomo, diffondendosi poi tra la popolazione.

Fino a poco più di un mese fa i coronavirus umani conosciuti e comuni in tutto il mondo erano sette. Il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi hanno notificato un focolaio di casi di polmonite a causa non nota nella città di Wuhan (Provincia dell’Hubei, Cina). Inizialmente si sospettava un possibile meccanismo di trasmissione da animali vivi, ma successivamente è stato identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come causa certificata di queste patologie. Il 16 febbraio, in base ai dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), sono stati notificati complessivamente 69.267 casi di infezione da 2019-nCoV confermati in laboratorio e 1669 decessi. In Europa si registrano 45 casi confermati, due dei quali nel nostro Paese. Gli autori dell'articolo pubblicato sull'Epicentro, impiegati presso il Dipartimento Malattie infettive, hanno voluto sottolineare come queste cifre siano probabilmente sottostimate rispetto alla reale diffusione del virus nell'area colpita e che molto probabilmente i dati circa la diffusione dell'epidemia possono cambiare rapidamente nel corso di pochi giorni.

Il 30 gennaio 2020 il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il focolaio internazionale da nuovo coronavirus 2019-nCoV un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Secondo il risk assessment (valutazione del rischio) pubblicato il 31 gennaio dall’ECDC, sono ancora molte le incertezze sulla virulenza del 2019-nCoV e sulle modalità di trasmissione, anche perché la fonte dell'infezione non è ancora nota. Per quanto riguarda i paesi dell'UE, la probabilità di una trasmissione uomo-uomo è stimata come “molto bassa e bassa” qualora qualsiasi caso importato venga identificato precocemente e vengano attuati controlli e prevenzioni in modo adeguato. Se ciò non dovesse verificarsi, l'ECDC sottolinea come il rischio di trasmissione interumana possa crescere e divenire addirittura elevato.

Stando a una ricerca pubblicata sulla rivista medica The Lancet, la malattia sembra colpire in misura maggiore maschi anziani già affetti da altre patologie, dunque con un sistema immunitario debole, e il tasso di mortalità è relativamente basso, stimato al 2 per cento.

Paula Cascone

Fonti:

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/2019-nCoV

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/cosa-sono

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30211-7/fulltext

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30154-9/fulltext

IL REGNO UNITO DOPO LA BREXIT

In questi ultimi giorni stiamo assistendo a un evento significativo per noi cittadini europei, ovvero la Brexit. Con tale termine si indica l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, così come sancito dal referendum che si è svolto il 23 Giugno 2016 con il quale il 51,89% della popolazione Inglese ha sostenuto l’uscita dall’UE.

Tuttavia i negoziati con l’Unione Europea sono iniziati solo il 19 giugno 2017, quasi un’anno dopo anche a causa di molte proteste all’interno del paese. La chiave di volta che ha sbloccato questa situazione di stallo è stata nell’estate del 2019 in cui abbiamo assistito alle dimissioni di Theresa May e il passaggio del testimone al conservatore Boris Johnson, il quale dopo aver sconfitto il candidato europeista Jeremy Hunt con oltre il 30% di voti di scarto ha chiesto alla regina Elisabetta II di formare un nuovo governo. Tutta la campagna elettorale di Boris Johnson si è basata sul motto “Get Brexit done”, ovvero portare a termine la Brexit, quindi questa tornata elettorale è valsa come una sorta di nuovo referendum. Il 31 gennaio 2020 si è sancita ufficialmente l’uscita della Gran Bretagna dall’UE. In attesa che Unione Europea e Regno Unito raggiungano l’intesa, e prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni, ci sarà comunque un periodo di transazione durante il quale gli attuali accordi commerciali con l’UE saranno ancora validi, la transizione dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre 2020.

La Brexit ha dato al Regno Unito il potere di stipulare nuovi accordi per la vendita di beni e servizi in tutto il mondo. Il commercio di beni e capitali con altri paesi esteri è un’importante trainante dell’economia britannica, da cui l’andamento positivo o negativo. Inoltre in Inghilterra ci sono milioni di posti di lavoro a rischio, tra di essi molti dei nostri connazionali. Messa in questi termini, dunque, è facile capire come mai il nuovo accordo commerciale con l’UE, che il Governo di Boris Johnson sarà chiamato presto a negoziare, rappresenta oggi uno dei tasselli più importanti dell’affare Brexit. Tuttavia il primo ministro rimane fortemente convinto che la Brexit sarà l’inizio di un’epoca di prosperità e ricchezza perché la manodopera sarà solo inglese. Tuttavia la Gran Bretagna, euro o non euro, è comunque uno Stato importante in Europa, e non solo. D’altro canto, far parte dell’UE ha permesso alla Gran Bretagna di non rimanere isolata rispetto decisioni importanti in materia di economia e geopolitica.

Giulia Previti