Attualità

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AVI SCHIFFMANN: IL 17 CHE HA RIFIUTATO 8 MILIONI DI DOLLARI PER IL SUO SITO SU COVID19

In un periodo travagliato come quello attuale, ci sono alcune persone che purtroppo sono malintenzionate che tentano di sfruttare il caos creato a causa del virus per guadagnare truffando le persone oneste.Fortunatamente da questa situazione non sono “emersi” dei nuovi truffatori ma degli onesti che cercano in ogni modo di aiutare il prossimo. Una di queste persone è Avi Schiffmann, un 17enne statunitense che ha creato il portale nCoV2019.live,sito pensato per tenere sotto controllo i dati relativi al COVID-19 in tutto il globo terrestre. Accedendo a questo sito Web si può prendere visione di diversi dati legati alle varie nazioni, dal numero di casi certi a quello dei pazienti in terapia intensiva, passando per il Survival Rate Calculator, uno strumento che tenta di calcolare la probabilità di sopravvivenza in caso di infezione (bisogna inserire l'età, il sesso e la presenza di patologie pregresse). Secondo Business Insider, grazie alla diffusione della notizia e alla popolarità raggiunta dal progetto, Schiffmann avrebbe ricevuto varie proposte commerciali per il suo sito Web. Alcuni inserzionisti, infatti avrebbero chiesto al ragazzo di inserire delle pubblicità sul suo portale,gli è stato proposto un lavoro nella Microsoft, mentre qualcuno avrebbe addirittura tentato ad acquistare il sito Web per una cifra vicina a 8 milioni di dollari. La risposta di Avi Schiffmann a tutte le proposte ricevute è stata negativa, dicendo che a soli 17 anni non ha il bisogno di avere 8 milioni di dollari, che non vuole essere uno speculatore e ha anche spiegato che non vuole che il suo portale venga “disturbato” dalle pubblicità, cosa che ovviamente sarebbe fuori dal suo controllo se decidesse di vendere il sito. Inoltre ha dichiarato che il suo obiettivo è sempre stato quello di fornire il maggiore aiuto possibile in questa difficile situazione, e che spera che in futuro applicazioni come queste vengano creati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e non da un adolescente a caso come lui.Ecco la sua dichiarazione: "Ho altri piani per il mio futuro , e anche se in molti mi dicono che rimpiangerò la decisione di rifiutare così tanti soldi. Spero che in futuro strumenti come questo vengano creati direttamente dall'Organizzazione mondiale della Sanità. La responsabilità di creare questi 'tool' non dovrebbe essere nelle mani di un ragazzino a caso, ma delle persone che si occupano per lavoro di statistica".

Sara Cosco

STRAGE DI CAPACI - LOTTA ANTIMAFIA

Giovanni Falcone era un giudice palermitano che lottò contro la mafia; lavorò, tra i tanti, anche al caso di Pizza Connetion, un traffico internazionale di droga in cui era coinvolta la mafia siciliana.

Falcone collaborò con il giudice Carla Del Ponte e, nel 1989, mentre entrambi i giudici si trovavano a Palermo, qualcuno organizzò un attentato all’addaura, una zona della città, che risultò in fallimento.

Il 23 maggio 1992, mentre il giudice, insieme a sua moglie Francesca e alla sua scorta, tornava a Palermo dall’aeroporto, venne fatto esplodere un tratto d’autostrada A29; morirono il giudice, sua moglie e tre uomini della scorta: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

Dal quell’anno, ogni 23 maggio hanno luogo cortei per commemorare la strage di Capaci; inoltre, si organizzano tante iniziative in tutte le città d’Italia e attività scolastiche legate all'argomento della lotta contro la Mafia.

Quest’anno, però, è tutto diverso: non si possono fare cortei e le iniziative sono limitate a causa dell’emergenza Covid. Così, a Palermo e in tutta Italia, da decine di balconi si possono vedere lenzuola bianche, per ricordarci della lotta antimafia e per onorare tutte quelle persone che non smettono mai di lottare contro il “male”.

Giulia Previti

SILVIA ROMANO LIBERATA DOPO 18 MESI: "ORA MI CHIAMO AISHA"

Una bellissima notizia quella che ci è giunta lo scorso 10 maggio, Silvia Romano volontaria italiana della Onlus Africa Milele è riuscita finalmente a ritornare nel suo paese in Italia, dopo più di un anno di prigionia in seguito al rapimento in Kenya.

Un ritorno che sa di regalo, visto che si è verificato proprio il giorno della festa della mamma.

È scesa dall’aereo sorridente, con il volto coperto dalla mascherina, un abito in stile somalo e il capo coperto da un grande velo di colore verde, simbolo della sua conversione all’islam, avvenuta a suo dire, volontariamente durante la lunga prigionia.

Subito dopo, Silvia ha ritrovato i suoi genitori che l’hanno riaccolta con un grande abbraccio, insieme a loro si trovavano il premier Giuseppe Conte e il ministro degli esteri Luigi Di Maio.

Nel video trasmesso da molti telegiornali la ragazza è apparsa serena dichiarando che stava bene sia fisicamente che psicologicamente e soprattutto di non essere stata nè violentata né picchiata.

Una volta giunta a casa, è stata accolta da un bagno di folla, addirittura molti cartelli di benvenuto erano stati affissi nei palazzi vicini, simbolo dell’affetto della gente.

Una scena che ci ha restituito un po’ di felicità in questo terribile periodo.

Ora vediamo più a fondo come Silvia ha vissuto la sua incredibile prigionia

La cattura e il viaggio

«Qualche giorno prima del rapimento erano venuti a cercarmi due uomini al villaggio di Chakama in Kenya. Quando l’ho saputo non ho dato importanza alla cosa». Purtroppo Silvia dopo pochi giorni viene rapita da quattro militanti della jihad

«Il viaggio nella giungla è stato tremendo. Le moto si sono rotte subito e quindi abbiamo continuato a piedi per un mese. Mi hanno tagliato i capelli perché dovevamo passare in mezzo ai rovi. Ero terrorizzata. Faceva caldo, ma poi la notte c’era freddo e dormivamo all’aperto. Mi hanno dato i vestiti e anche alcune coperte. Abbiamo dovuto attraversare un fiume. Il fango mi arrivava alla vita. Dopo ho saputo che siamo stati in cammino un mese».

La situazione all’arrivo

«Mi hanno chiuso in una stanza, dormivo su un pagliericcio. Mi davano da mangiare e non mi hanno mai trattata male, non sono stata incatenata o picchiata. Non sono stata violentata. Però ho chiesto un quaderno. Volevo tenere il tempo, capire quando era giorno e quando scendeva la notte. Volevo scrivere tutto. Ho chiesto anche di poter leggere, libri».

La sopravvivenza e la conversione

«Volevo pregare e mi hanno messo il Corano scritto in arabo e in italiano. Mi hanno anche dato dei libri. Ero sempre da sola e a un certo punto mi sono avvicinata a una realtà superiore. Pregavo sempre di più, passavo il tempo a studiare quei testi. Ho imparato anche un po’ di arabo».

Le cure

Durante gli spostamenti a piedi e in carretto Silvia sta male ma i carcerieri contattano un medico

«Avevo dolori forti e la febbre, hanno fatto venire il dottore e mi hanno curata. Mi hanno sempre dato da mangiare, se la sera eravamo in viaggio per i trasferimenti e faceva freddo mi davano le coperte».

L’annuncio della sua liberazione

«Mi disse che l’operazione era finita, che mi liberavano. Dopo qualche giorno è venuto a prendermi. Mi ha fatto salire su un carretto trainato da un trattore. Sopra c’era un tavolo. Il viaggio è durato tre giorni e due notti. per dormire mi sono messa sotto il tavolo con le coperte». Arrivano all’appuntamento con chi deve prenderla in consegna, lei sale su una macchina. «C’erano due uomini, erano somali. Abbiamo fatto un tratto che non è durato tanto».(30 km ndr). Viene portata prima in un compound militare, poi trasferita nell’ambasciata italiana a Mogadiscio, ricevuta dall’ambasciatore Alberto Vecchi.

Quando all’arrivo le viene chiesto se desidera cambiarsi lei sorride e risponde sicura: «No, sto bene così. Adesso mi chiamo Aisha, tornerò in Italia con questi vestiti».

Tuttavia la verità potrebbe non essere tutta qui.

Alice Pozzoli



PEPPIINO IMPASTATO - UN SIMBOLO CONTRO LA MAFIA

In un piccolo paesino della provincia di Palermo, il nove maggio del 1978, moriva il giornalista Peppino Impastato. Apparteneva a una famiglia mafiosa, infatti, quando cominciò la sua attività contro la mafia, fu cacciato di casa dal padre. Inizialmente fondò un giornalino, che si chiamava “L’idea socialista”, e si unì al partito Psiup; nel 1976, invece, fondò la “radio aut”, una radio autofinanziata nella quale denunciava tutte le attività mafiose di Cinisi e Terrasini, concentrandosi in particolare sui crimini del capomafia Badalamenti, coinvolto in traffici di droga internazionale. Impastato nelle sue trasmissioni parlava anche della collusione tra la mafia e i politici, facendo, a volte, anche delle satire nella trasmissione “Onda pazza”. Nel 1978 si candidò nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, ma fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio. I magistrati che seguirono il suo caso all’inizio pensavano si trattasse di un attacco terroristico; il caso venne, poi, archiviato come suicidio, perché era stata trovata una lettera scritta dal giornalista nella quale si deduceva che volesse suicidarsi. Più tardi, la madre e il fratello del giornalista chiesero di riaprire il caso e, dopo una lunga serie processi, il caso fu archiviato come delitto mafioso. Peppino Impastato può essere considerato un simbolo contro la mafia e dal suo esempio possiamo imparare che non bisogna rimanere indifferenti davanti alla mafia, ma è necessario denunciare tutti i crimini di quest’ultima, bisogna essere coraggiosi e parlare di questi crimini. NON DOBBIAMO ESSERE OMERTOSI! Tutti, nel nostro piccolo, possiamo lottare contro la mafia, ricordando e onorando gli eroi che sono morti per sconfiggerla. PRENDIAMO ESEMPIO DA LORO perché LA MAFIA È UNA MONTAGNA DI MERDA!

Giulia Previti

BANSKY E L'OMAGGIO AI MEDICI E AGLI INFERMIERI

Una semplice immagine di un bambino intento a far volare per gioco una bambola vestita da infermiera con il mantello, mentre Batman e Spiderman, ormai inutilizzati, finiscono nel cestino.

Si intitola Game changer l’omaggio di Banksy, il misterioso street artist di Bristol, a tutto il personale medico e infermieristico in questi difficili tempi di Coronavirus, durante il quale sono divenuti i nostri eroi. Combattono infatti con coraggio un male sconosciuto e invisibile, rischiando a loro volta la vita.

L’opera si trova in questo momento esposta vicino al pronto soccorso di Southampton, dove resterà fino all’autunno quando verrà venduta all’asta. I proventi andranno al servizio sanitario britannico.

La BBC riferisce inoltre la dedica dell’artista:

“Thanks for all you’re doing. I hope this brightens the place up a bit, even if its only black and white»,

«Grazie per tutto quello che state facendo. Spero che questo porti un po’ di luce, anche se è solo in bianco e nero».

In pochissimo tempo, il post sull’account Instagram dell’artista ha raggiunto più di un milione di likes e più di 20.000 commenti, sia di apprezzamento, sia di ringraziamento verso i medici e gli infermieri.

C’è chi addirittura propone di produrne una copia per ogni medico, come ringraziamento per il lavoro svolto.

Alice Pozzoli

Kim Jong Un riappare in pubblico dopo 3 SETTIMANE DI SILENZIO

Erano molte le teorie che giravano le scorse settimane sul dittatore Kim Jong Un, 39 anni, a guida della Nord Corea dal 2011, relative al suo stato di salute dopo un intervento subito. Alcune fonti dichiaravano che il supremo leader aveva deciso di confinarsi in una località marittima per evitare il contagio da Covid-19, mentre c’era chi lo credeva morto o in stato vegetativo. In realtà erano presenti alcuni segni che confermavano l’ipotesi che Kim fosse vivo: infatti, il suo treno speciale si trovava nella città di mare di Wonsan mentre i suoi yacht erano in movimento in acqua ed era stata vista dai satelliti anche la sua mega piscina galleggiante. Il tutto faceva pensare che Kim fosse nella sua villa ma il dubbio rimaneva dato che in Corea è il regime che decide quando dichiarare la morte di una persona.

Invece proprio oggi, 2 Maggio 2020, sono state diffuse dalla Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, delle immagini che ritraggono il supremo leader intento a partecipare al taglio del nastro rosso inaugurale in una ditta di fertilizzanti fosfatici a Sunchon, Corea, sorridente e senza alcun Segno di malattia, accolto dalle urla di gioia della folla.

Però da quest’ultima apparizione è possibile notare alcuni dettagli che rivelano il suo reale stato di salute. In alcune immagini infatti si vede Kim affiancato da alcuni assistenti, uno dei quali sembrerebbe portare in mano un bastone bianco, sinonimo del fatto che il leader non si sia ancora ripreso dall'operazione chirurgica subita da poco, mentre in alcune immagini è stato ripreso intento a fumare una sigaretta. Lo stato di salute di Kim Jong Un rimane quindi ancora poco chiaro.

Alice Pozzoli

SE SEI VITTIMA DI VIOLENZA DOMESTICA , IN FARMACIA ORDINA LA MASCHERINA 1522

La situazione di isolamento che si è creata a causa del COVID19 può salvare moltissime persone dal virus, evitando i contagi, ma purtroppo non salva dalle violenze domestiche che in questo periodo sono aumentate a causa della presenza di entrambi i coniugi in casa 24 ore su 24.Per tante persone, soprattutto per le donne la quarantena rischia di diventare un inferno fatto di botte, lividi, urla, minacce e insulti senza nemmeno avere la possibilità di fuggire dal proprio partner e chiedere aiuto o telefonare al numero verde per le violenze, che è sempre in funzione.Per fortuna "Staffetta democratica" ha deciso di lanciare una campagna per aiutare le vittime di violenza durante l'emergenza coronavirus prendendo esempio dalla Spagna dove basta entrare in una farmacia e chiedere una“mascarilla 19”, (tradotto in italiano "mascherina 19")per denunciare la violenza subita.Dopo questa affermazione le farmacie faranno scattare l'intervento delle forze dell'ordine. Il nome in codice che in Italia consentirà alle vittime di denunciare le violenze subite senza dover rischiare di fare una telefonata al telefono verde è "mascherina 1522"che accoglie le richieste di aiuto di tutte le donne che subiscono violenza o abusi di qualsiasi tipo.Si può chiedere aiuto anche mediante l’applicazione "1522 Anti Violenza e Stalking" che si può scaricare sul cellulare, per attivare immediatamente il sistema di protezione e consentire a tutti i centri coinvolti a intervenire in quel caso specifico con le dovute misure. Questa formula può far capire ad ogni interlocutore,quindi ad un farmacista, un rivenditore o anche un semplice conoscente, che c'è bisogno di aiuto per salvare la vita di quella donna e spesso anche dei suoi figli.Non dobbiamo, non possiamo permetterci di arretrare su questa lotta, perchè la violenza su ogni singola donna è una sconfitta per tutti noi.Non possiamo tirarci indietro,soprattutto oggi.

Sara Cosco

PRIMO PASSO VERSO UN’UNIONE FISCALE?

Io ritengo doveroso da parte di tutti iniziare ad informarsi su cosa sta accadendo in Europa a livello economico. Per quanto questi temi possano sembrare noiosi e soporiferi, in realtà credo possano alleggerire il carico dei dubbi e delle incertezze che ci portiamo sulle spalle ormai da diversi mesi. Inoltre, credo possano aiutarci a raffinare il nostro pensiero critico, che alla nostra età è ancora molto confuso e liquido.

Nell’ultimo Consiglio Europeo si ha dato un primo sì al Recovery Fund, il quale è un fondo che emetterà delle obbligazioni comuni a tutti gli Stati chiamate Recovery Bond, che permetteranno di ricostruire l’economia europea.

«L’Italia è in prima fila a richiedere il Recovery Fund. Uno strumento del genere era impensabile fino ad adesso e renderà la risposta europea più solida e coordinata, sono state accolte le nostre esigenze di renderlo non solo necessario ma anche urgente» dice Giuseppe Conte. La storicità di questo evento è data da un avvicinamento sempre più nitido verso un’Unione Fiscale, la quale manca all’interno del contesto europeo che può vantarsi soltanto di una già consolidata precedentemente Unione Monetaria.

L’attuale raggiungimento di questa posizione non è stato affatto semplice: si parlava prima di MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), detto anche “fondo salva-stati”, che avrebbe concesso dei fondi ad una bassissima condizionalità. Diciamo, un guadagno enorme ad un prezzo pressoché inesistente.

Nonostante la manifestata soddisfazione del Premier italiano per gli accordi intrapresi, troviamo però ancora chi è scettico all’interno del parlamento italiano: Giorgia Meloni parla di un “Cavallo di Troia”, un generoso dono che potrebbe mutare poi in un pericolo, in pratica un’arma a doppio taglio, dimostrato, a sua detta, dalla situazione disastrosa che la Grecia ha dovuto affrontare otto anni fa. Ella infatti non rimane convinta della non condizionalità del MES, che potrebbe invece richiedere i soldi prestati con dei salatissimi interessi.

Tuttavia le trattative portate tutt’oggi a termine non riguardano il MES, ma parlano solo di Eurobond.

Tacconi Chiara

Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Meccanismo_europeo_di_stabilit%C3%A0

https://startupitalia.eu/127951-20200423-consiglio-europeo-primo-si-al-recovery-fund-cose

https://www.corriere.it/economia/finanza/20_aprile_23/mediazione-conteitalia-prima-filama-strada-ancora-lunga-2ab3bc52-8597-11ea-b71d-7609e1287c32.shtml

https://www.corrieredicomo.it/meloni-il-mes-e-un-cavallo-di-troika/

https://it.blastingnews.com/politica/2020/04/dritto-e-rovescio-meloni-contro-conte-non-doveva-firmare-il-mes-pare-labbia-fatto-003123287.html

ANTICO & MODERNO: UN WEEKEND LUNGO DUE MESI

Oramai i banchi di scuola e le cattedre stanno diventando sempre più un lontano ricordo e non una realtà di vita quotidiana; il Covid-19 ha cambiato radicalmente lo svolgersi delle lezioni e di ogni attività di gruppo: da quando, quel sabato di febbraio, ci salutammo per rivederci al lunedì successivo, tutto è cambiato.

La quarantena sta mettendo alla prova ogni aspetto di noi stessi, dal lavoro autonomo alla nostra fermezza d’animo; ed è per questo che ogni tanto dobbiamo scappare con la mente, viaggiare, distrarci, riuscire a scaricare tensioni e preoccupazioni, ma come? Un metodo efficace è l’antica arte degli origami, l’arte giapponese del piegare un foglio di carta per dargli una forma, un’anima; eseguire e creare un origami non è solo seguire dei passaggi per far spuntar fuori alla fine un animaletto o qualcos’altro, ma è la canalizzazione dei propri sentimenti, del proprio stato d’animo, è come mettere un piccolo pezzo di sé in una propria creazione unica nel suo genere. Gli origami possono raccontare molte storie, essi sono influenzati da noi, se sei triste esso rispecchierà tristezza nel suo insieme, in tutte le sue pieghe; d’altro canto se sei sereno o felice, tutto sarà armonico e le pieghe lo saranno altrettanto.

Un altro metodo efficace per superare la quarantena, senza impazzire a piegare fogli di carta, sono i giochi di ruolo; ossia l’interpretazione di un personaggio all’interno di una storia inventata. Uno dei più famosi e conosciuti è forse Dungeons&Dragons (abbreviato D&D) ma ovviamente ne esistono di svariati tipi, con trame articolate e ben dettagliate. Questo tipo di attività incrementano e potenziano la capacità creativa, di innovazione e aiuta ad ampliare i nostri orizzonti, infatti aiutano a pensare, a fare delle scelte e, a volte, ad imparare qualcosa di nuovo e unico nel suo genere.

Poiché qualcosa di nuovo si può imparare sia da qualcosa di antico come l’origami o da qualcosa di moderno come i giochi di ruolo, essi possono diventare delle fonti di sapere, qualcosa che implementerà il nostro bagaglio culturale; diffidate da chi la vede solo grigia e non vuole ampliare i propri orizzonti, poiché il lupo sarà sempre cattivo se ascoltiamo solo cappuccetto rosso.

GBB



INIEZIONI DI DISINFETTANTE PER UCCIDERE IL COVID: L'IMBARAZZANTE SOLUZIONE DEL PRESIDENTE TRUMP

Una notizia talmente assurda da non sembrare vera quella che ci è giunta pochi giorni fa, ossia il fatto che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in carica dal 2017, abbia realmente suggerito l’idea di iniettarsi soluzioni disinfettanti o prodotti a base di candeggina nel corpo per uccidere il virus all’istante e limitare i contagi. Un suggerimento accolto con sconcerto dagli scienziati e dai medici che lo hanno definito “un atteggiamento estremamente pericoloso e irresponsabile”. La notizia come è possibile immaginare, ha scatenato l’indignazione anche sui social dove sono stati addirittura creati

diversi meme sull’accaduto. Dopo alcune ore però, il presidente ha dichiarato che si trattava in realtà di una proposta sarcastica, ma il fatto ancora più preoccupante è che il Presidente non è nuovo a questo tipo di comportamenti, che hanno l’intento di snobbare le indicazioni fornite dalla comunità medico-scientifica. Di fatto ha anche suggerito agli scienziati l’uso del calore dei raggi UV per sconfiggere il covid, cosa che ha fatto strabuzzare gli occhi a molti.

In merito all’uso di disinfettanti, non si è fatta attendere la risposta della Food and Drugs Administration, che ha affermato che le sostanze contenute nei disinfettanti, quindi clorochina e idroclorochina possono provocare effetti collaterali come gravi problemi cardiaci. Inoltre anche la Lysol (l’azienda produttrice di disinfettanti n.1 negli Usa ndr) ha risposto a tono all’assurda richiesta:"Come leader globali di prodotti per l'igiene e la salute ci corre l'obbligo di chiarire che in nessuna circostanza i nostri prodotti devono essere somministrati all'interno del corpo umano: attraverso iniezioni, ingestione o qualunque altra via"

Non credo davvero che ci sia altro da aggiungere.

Alice Pozzoli

INCENDI A CHERNOBYL: LA PAURA A 34 ANNI DAL DISASTRO

Grazie alla pioggia, è stato domato l'incendio che da diversi giorni occupava la zona di alienazione di Chernobyl, l'area nel raggio di 30 km dall'ex centrale nucleare che dopo il disastro del 1986 ha iniziato gradualmente a rinascere, ma che purtroppo ancora oggi conserva diversi focolai di radioattività. L'incendio divampato il 4 aprile, per cause ancora sconosciute , è stato dichiarato da Greenpeace Russia il peggiore incendio scoppiato dall'incidente nucleare ad oggi. Nella parte occidentale della zona, il fuoco avrebbe interessato circa 20 mila ettari di foresta.In Bielorussia e in Ucraina sta aumentando l'allarme e l'attenzione riguardo le conseguenze dell'incendio scoppiato nella zona della centrale di Chernobyl, esplosa nel 1986 sulla salute dei cittadini, soprattutto per la salute dei bambini.

A richiamare l'attenzione delle autorità sui pericoli che corrono i cittadini della zona è l'Associazione Mondo in Cammino , che dal 2005 aiuta i contaminati a seguire stili alimentari e di vita utili a ridurre il più possibile i danni causati dalla radioattività. Anche se ancora non ne sono certi, si pensa che il rogo è di origine dolosa e si è sviluppato intorno alla centrale elettrica ormai in disuso, a circa 100 km a nord della capitale ucraina Kiev. I fumi neri della combustione causano disturbi respiratori che si aggiungono a quelli provocati dal Coronavirus, inoltre l’incendio "muove" gli elementi radioattivi ancora presenti nel suolo. C'è il rischio che la nube (forse radioattiva) dell'incendio invada l'europa, anche se, gli esperti ,devono ancora fare gli ultimi accertamenti.

Sara Cosco

C'E' CHI LA VIVE PEGGIO QUESTA PANDEMIA

In questo periodo, noto sui social e nelle TV ,molte persone si lamentano della condizione in di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, a causa dello sprovvisto settore ospedaliero, della carenza di sussidi che lo stato sta emettendo nei confronti dei cittadini , della sospensione del contratto di lavoro e di conseguenza della mancanza di reddito. Ebbene, non mi permetto di dare completamente torto a queste persone (anche se sul secondo punto bisognerebbe informarsi accuratamente prima di criticare) ma in questo articolo vorrei fare notare le condizioni economiche di alcune nazioni con le quali dovranno affrontare anche la pandemia, e soprattutto l’imminente recessione economica che li aspetta, così da esporli in condizioni ancora peggiori di altre persone. Mi riferisco alle cosiddette economie “in via di sviluppo” come quelle presenti in India, in Bangladesh, in Nigeria e In moltissime altre zone. Questi paesi combattono l’avvento del Covid19 in condizioni sfavorevoli Rispetto a noi, a partire dal fatto che le popolazioni dei paesi in via di sviluppo vivono tendenzialmente a distanze estremamente ridotte, non hanno un sistema sanitario neanche lontanamente paragonabile al nostro (di cui tanto ci lamentiamo),; ed infine, l’impossibilità di lavorare è inevitabilmente sinonimo di eliminazione di quest’ultimo, data l’inaccessibilità ad alcuni metodi quali lo smart working o il reddito minimo. In questi paesi un arresto della ricezione dello stipendio per una famiglia porta molto spesso alla morte per carestia. In queste nazioni, è improbabile pensare a sussidi per i cittadini da parte degli stati, poiché anch’essi si ritrovano schiacciati da debiti pubblici alle stelle. Questi, sono paesi che hanno basato tutta la loro crescita economica sull’esportazione di beni ,la quale richiesta adesso si è praticamente azzerata per via della contrazione economica in corso. La situazione critica è però stata notata e sottolineata nel summit G20 del 26 Marzo, nella cui riunione sono stati adottati due strumenti per cercare di aiutare queste nazioni: Prima di tutto, senza entrare nel tecnico, sono stati deliberati i DSP, ovvero i diritti speciali di prelievo da parte del Fondo Monetario Internazionale. Questi sono dei prestiti garantiti da un fondo monetario di emergenza formato da contributi annui, raccolti da 192 nazioni del mondo e dotati di condizioni accettabili ed agevoli anche per i paesi in crisi ( tassi di interesse bassi). La seconda opzione, è la sospensione del debito da parte dei paesi creditori, la quale si rivelerebbe sarebbe inevitabile, poiché se le attività economiche di un paese sono ferme, i creditori non possono stupirsi dell’ insolvenza dello stesso paese debitore. Spero di non essermi focalizzato eccessivamente sull’aspetto economico in un periodo in cui moltissime persone stanno perdendo la vita. Tuttavia, ritengo sia un argomento da trattare al fine di prevenire l’aggravamento delle condizioni di questi paesi. concludo ricordando che prima di criticare l’operato di una nazione in una situazione come questa, bisognerebbe contestualizzarla globalmente.

Anonimo

ORBAN PRENDE PIENI POTERI E VIETA CAMBIO DI SESSO

Lunedì 30 marzo 2020 il parlamento ungherese ha conferito i pieni poteri al presidente Viktor Orbán col pretesto della lotta all’emergenza CoViD-19. Nei termini della legge, Orban, senza alcuna limitazione di tempo, può governare sulla base di decreti, chiudere il parlamento, cambiare o sospendere leggi esistenti e ha la facoltà di bloccare le elezioni. Spetta a lui determinare quando finirà lo stato di emergenza. Hanno votato a favore i deputati di Fidesz, il partito del premier, ed alcuni dell'estrema destra. La legge è passata con 138 voti favorevoli, 53 contrari e 9 astenuti. Le opposizione ha cercato di far inserire nel testo una limitazione temporale di 90 giorni, garantendo in cambio il suo appoggio, ma Orban ha rifiutato. Subito dopo l’approvazione della legge, il neo-dittatore ungherese si è immediatamente scagliato contro la comunità trans facendo passare un provvedimento voluto dal suo vice primo ministro, Zsolt Semjen, che impedisce alle persone transgender il cambio di sesso. Da ora in Ungheria, non sarà più possibile essere registrati sui documenti di identità con il genere riassegnato. Le persone transgender quindi, saranno identificate dallo Stato con il sesso di nascita. Le conseguenze di questo provvedimento saranno molto pesanti. Il riconoscimento legale del genere, infatti, è indispensabile per la protezione delle persone trans, le quali, non potendo accedervi, sono ampiamente esposte a discriminazioni e molestie. "Cambiare il proprio sesso biologico è impossibile, i caratteri sessuali primari e le caratteristiche cromosomiche sono immutabili e non possono essere modificate da nessun ufficio di registro dello Stato civile magiaro", dice il testo di legge, con un linguaggio orribilmente simile a quello utilizzato dai tedeschi sotto il regime di Hitler, e che ora inizia davvero a preoccupare tutta Europa. Dunja Mijátovic, commissaria Ue per i diritti umani, ha duramente criticato la legge transfobica dichiarando che "le persone Lgbt e transgender hanno diritto a una vita normale senza discriminazioni basata sul diritto all'autodeterminazione e "le autorità ungheresi devono garantire il loro diritto a procedure rapide e trasparenti per cambiare nome e genere sul registro civile nonché su carte d'identità, passaporti e altri documenti. È un diritto umano fondamentale, il riconoscimento ufficiale di gender è questione di dignità umana".

Linda Colombo



LA STORIA SI RIPETE?

Il covid-19 non risparmia nessuno, ci sono molte persone che muoiono sole senza nessuno al loro fianco, nella sofferenza. Gli ultimi dati ci mostrano che nel mondo i decessi sono 102.774, ma potrebbero essere molti di più perché a molti non è stato fatto il tampone. In questi ultimi giorni abbiamo assistito a scene inconsuete a cui non avremmo mai pensato di assistere. I nostri cari sono andati via senza un rito funebre e si sono modificati i riti di seppellimento. Abbiamo visto, a Bergamo, portare via centinaia di bare da camion militari per essere cremate in altre città, con o senza il consenso dei familiari. Ci è stato mostrato dai telegiornali, che in Sud America i morti di coronavirus vengono lasciati in mezzo alla strada, perché nessuno si occupa della loro sepoltura; altri bruciano i cadaveri per strada, e altri ancora cercano di fare degli appelli ai loro governi per far portare via i loro deceduti che si trovano in casa. Anche se il Presidente dell’Equador, Lenin Moreno, ha dichiarato che i cadaveri bruciati per strada fossero soltanto copertoni d’auto. Altre immagini terribili arrivano dagli Stati Uniti, precisamente da New York. Lì i morti sono 777 al giorno e gli obitori non riescono a contenere tutti i deceduti, per questo è stata ridotta da 60 a 14 giorni la tolleranza verso le salme che nessuno reclama. Il Post ieri ha pubblicato una ripresa realizzata con dei droni di persone addette alla sepoltura, in un’isola a est del Bronx, intente a seppellire molte bare di coloro che non hanno famiglia, soldi o una casa. Il vicesindaco della città ha detto che, se la situazione continuerà così, verranno seppellite lì anche persone che si possono permettere un funerale e che quando si tornerà alla normalità chi vuole potrà andare lì a reclamare i propri cari per garantire loro un normale funerale. Queste immagini che oggi ci sembrano surreali e forti, in realtà sono già accadute e raccontate da grandi autori della letteratura, primo fra tutti Boccaccio che, nel Decamerone, racconta la peste del 1348 a Firenze. In quell’anno si è avuta un’epidemia, proveniente dall’Oriente e diffusasi in Europa da marzo a giugno, che ha provocato circa 20 milioni di morti. Boccaccio magistralmente descrive le reazioni delle persone e formula quattro teorie dei comportamenti dei fiorentini molto simili a quelle odierne. Boccaccio analizzando i riti funebri si accorge delle mutate usanze, infatti il morto non veniva pianto né dalle donne mosse a pietà né da vicini, nessuno esaudiva neanche l’ultimo desiderio del defunto di avere il funerale nella chiesa da lui desiderata. I corpi venivano presi da becchini, accompagnati a distanza dai chierici nella chiesa più vicina e poi gettati in fosse disponibili. La cosa più sbalorditiva era che le persone che venivano a conoscenza della morte di qualcuno, invece di piangerlo, banchettavano e ballavano tra amici. Questo ci dimostra che noi uomini quando ci troviamo in situazioni di emergenza diventiamo egoisti e non abbiamo pietà per i morti, le persone che stanno male e le persone meno fortunate di noi.

Giulia Previti


CORONAVIRUS: FOSSE COMUNI A NEW YORK

A causa del terribile contagio da Coronavirus, le vittime di esso negli stati uniti sono in costante aumento (7844 morti) solo nello stato “focolaio” di cui 777 solo nelle ultime 24 ore. Gli obitori ormai sono al completo e inoltre è terminato lo spazio nei 44 camion frigoriferi che possono trasportare fino a 44 salme per volta. Come se non bastasse, a New York i contagi stanno aumentando sempre di più, si parla circa di più 170.000 di contagiati.

Il pericolo d'infezione sempre più alto: e per liberarsi dei corpi più velocemente, è stata ridotta da 60 a 14 giorni la tolleranza verso le salme che alla morgue non reclama nessuno. Perciò ad Hart Island situata ad est del Bronx, sono state create delle fosse comuni dove queste salme senza nome senza famiglia e senza soldi verranno inumate. Da 1896 infatti qui nell’ormai battezzata “isola dei morti” riposano le salme dei poveri o reietti della città o i morti uccisi senza nome, oltre agli innumerevoli morti di AIDS degli anni ’80, quando ancora non si sapeva come si diffondeva.

Oggi come ieri, qui arrivano i corpi che nessuno reclama, che siano morti di coronavirus non è detto ma è certo che ne arrivano quasi 25 al giorno. Una terribile realtà che ci porta a riflettere sull’importanza del non essere mai soli a combattere questa battaglia e che ci riporta in qualche modo a un doloroso passato.

Alice Pozzoli


INTERVISTA AD UNA MAMMA IMPEGNATA IN PRIMA FILA CONTRO IL VIRUS

Purtroppo noi tutti sappiamo che coloro che fanno parte del personale sanitario stanno soffrendo molto a causa di questa situazione, creata dal virus COVID19, sono sottoposti a lunghissimi turni estenuanti e sono da soli in prima linea ad affrontare un "nemico" ancora non del tutto conosciuto e nonostante tutti i rischi e pericoli che corrono sono sempre pronti a proteggerci e dare la loro vita.

Ecco a voi un intervista con Silvia, un medico, impegnato in uno degli ospedali lombardi, ma non solo, è anche mamma di due bambini piccoli che ora vivono con il padre a casa degli zii paterni. Scelta fatta p da Silvia per proteggere i suoi due bambini.

Silvia da quanto tempo non accarezzi e abbracci i tuoi due bambini?

Da troppo tempo ormai. Da circa 18 giorni. Sono "solo" quasi tre settimane per chiunque, ma a me sembrano un' eternità. Da 18 giorni vedo i miei figli solo una volta al giorno e grazie alle videochiamate e purtroppo non posso abbracciarli, dargli la buonanotte con un bacio sulla fronte, o semplicemente preparargli la colazione la mattina. Ormai mangio in 10 minuti, da sola, dopo lunghi turni di lavoro torno a casa e non c'è nessuno ad accogliermi o qualcuno da sgridare perchè ci sono i giocattoli sul tappeto. Passo le giornate in completa tristezza, a volte piango però poi mi faccio forza e vado avanti.

Hai paura?

Sì, tanta, troppa. Spesso ho paura di risultare positiva ad un tampone, ho paura di arrivare in ospedale mentre c'è una persona che è un passo dalla morte e io temo di non poter fare nulla. Quello che a volte mi fa paura è la mia impotenza davanti a tutto ciò che sta succedendo, mi fa paura il fatto che nonostante tutti i miei sforzi non riuscirò a salvare la vita di un paziente. Purtroppo ormai vivo con una paura costante. Ma nonostante tutto ci sono molti molti momenti di felicità.

C'è la luce in fondo al tunnel? Vedete un bagliore di speranza?

Sì, sicuramente. Sono assolutamente certa che ci sarà una fine a tutto ciò. Finirà il dolore dei pazienti e dei loro parenti. Finirà tutto se tutti noi rispettiamo davvero le regole. Sono certa che tra poco torneremo ad abbracciarci e sono sicura che io come tutti i genitori che fanno parte del personale sanitario tornerò a riabbracciare i miei figli e la mia famiglia.

Sara Cosco

CORONAVIRUS: LE BUONE NOTIZIE PROVENIENTI DALL'AMERICA

L’emergenza CoronaVirus continua in Italia e nel resto del mondo, arrivando a raggiungere un milione di contagiati e più di 60.000 morti. Fortunatamente, proprio pochi giorni fa, sono arrivate dagli USA delle notizie che potrebbero far riaccendere la speranza tra la popolazione. Il team di ricercatori della University of Pittsburgh school of medicine, guidato dall’italiano Andrea Gambotto, ha affermato che il vaccino da loro creato per combattere il COVID19 ha superato il test sui topi. Questo vaccino non sarebbe altro che un cerotto con 400 microaghi, chiamato PittCoVacc (Pittsburgh CoronaVirus Vaccine). Ecco quello che Gambotto ha rivelato parlando con l’Ansa: “I 400 microaghi non entrano profondamente nella pelle e in 2 o 3 minuti si sciolgono, rilasciando l’antigene che scatena la risposta immunitaria, la subunità s1, dalla proteina virale “Spike”. In un mese questo tipo di cura potrebbe entrare nella fase dei test clinici sugli individui e in cinque mesi si potrebbe iniziare a produrlo. Nonostante questa buona notizia che potrebbe farci vedere la luce infondo al tunnel, non dobbiamo abbassare la guardia, ma al contrario, ora più che mai dobbiamo rispettare le indicazioni date dal governo.

Giulia Nespoli

SCAMBI DI FOTO SUI GRUPPI TELEGRAM: NUOVO FENOMENO (ORRENDO) IN INTERNET

Ormai tutti noi siamo consapevoli che purtroppo la rete ha diversi lati negativi, oltre a quelli positivi, perchè come tutti sappiamo ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro. Ad esempio, molto spesso ci capita di leggere fake news che vengono rese pubbliche sulle varie chat e sui social, notizie che a volte influenzano la nostra vita quotidiana nonostante siano completamente false. Spesso però in rete ci troviamo di fronte anche ad avvenimenti molto più gravi, in questi giorni il culmine è stato raggiunto dalla scoperta di ciò che sta girando da diverse settimane su Telegram. Fino a diverse ore fa, prima delle denunce tramite social alla polizia postale e ai carabinieri, esisteva un canale dove venivano condivise immagini di ragazze minorenni e non solo. Ovviamente le ragazze non erano consapevoli che le loro immagini venivano condivise in quei gruppi e tantomeno avevano dato il loro permesso, subendo in questo modo, oltre alla violenza psicologica, la violazione della privacy. Inoltre, tra i vari messaggi, era presente l’incitamento alla pornografia, alla pedopornografia, allo stalking, alle molestie e persino al femminicidio. Perchè sì, non c'erano solo foto di giovani donne, ma anche di bambine che come le ragazze più grandi di loro erano inconsapevoli di ciò che i loro padri stavano condividendo. La cosa che rende ancora più vergognoso tutto quello che sta accadendo è il numero di iscritti a gruppi di questo tipo: quasi 50mila persone, che partecipavano con uno scambio di immagini e fotografie di ragazze maggiorenni e minorenni, affiancate da commenti sessisti e a sfondo sessuale di ogni genere. Dopo le prime denunce social alcuni canali sembrano scomparsi, ma purtroppo Telegram pullula di altri gruppi di riserva creati ad hoc dove queste persone sfogano le loro frustrazioni su foto di alcune povere malcapitate. Ora i carabinieri e la polizia postale stanno cercando di prendere in mano le situazione, ma purtroppo sappiamo che non basta censurare i canali per porre fine a questi orribili avvenimenti.

Sara Cosco

IL PESO DELLA NON-FATICA

La quarantena è diventata una prassi: ci stiamo accorgendo in modo sempre più perpetuo di quanto siamo affetti da vulnerabilità velata da eccessi di forza e di supremazia. Come un libero fluire della coscienza, i giorni stanno trascorrendo nella medesima maniera: in modo insolito, libero, senza legami che tengono uniti i fili dei nostri discorsi e delle nostre azioni. Tutto è diventato così illogico in questa logica realtà apparentemente sublime e perfettamente costruita. Tutto ciò che ora mantiene integro il senso della nostra quotidianità sono solo numeri e statistiche. Abbiamo bisogno costantemente di nuove estimazioni, nuove date da destinarsi, siamo sempre più bisognosi di nuovi fondamenti che nella loro veste non sono altro che incertezze pronte ad essere demistificate e ricostruite, giorno dopo giorno, in seguito ad una nuova dolorosa o gioiosa notizia. Allora è così che trovano applicazione tutte quelle filosofie metafisiche e letterarie che riflettono, soprattutto attualmente, la nostra esistenza. Se da un punto di vista prettamente teorico stiamo riuscendo a riappropriarci di un tempo prima speso e dimenticato, ora tale realtà si è fatta sempre più distesa, sempre più visibile di quanto si potesse immaginare. E come già accennava Pascal, se per l’uomo è fondamentale distogliere la propria attenzione dalla realtà allo scopo di evitare atroci sofferenze e tristi rivelazioni, la situazione attuale non fa altro che riportarci ad una riflessione che medita solo su noi stessi, sul nostro io. Al fine di salvaguardare la vita altrui e di preservare la propria, tutto ciò di cui ci dobbiamo occupare è solo ciò che sta all’interno delle proprie mura di casa: fratelli, studio, famiglia, pulizia, ordine e via discorrendo. Ma in questo auspicio abbiamo consolidato così tanto quella speranza di riuscire ad aumentare la propria essenza del –IO DEVO- a tal punto da aver ottenuto l’effetto contrario: i nostri obblighi e i nostri doveri sono diventati, non per tutti ma per molti, oggetto di frustrazione e di inadempimento alle imposizioni stesse. Ciò deriva dal fatto che la nostra vita si è inseritasi e praticamente plasmata in attività coltivate e vissute fuori dalla propria casa, e al di fuori della propria famiglia. Le misure legalmente imposte ci hanno resi partecipi di una convivenza con gli altri e con noi stessi che abbiamo lasciato alle spalle sin da sempre. Questa tolleranza ci ha reso deboli, inetti. Inetti perché ora siamo più che mai psicologicamente fragili, e come dimostravano i personaggi di Italo Svevo, incapaci di vivere. L’isolamento sta portando l’individuo a percepire il peso dei propri doveri e conseguentemente, la voglia di sentire ciò che è piacevole e vitale. In virtù di questo rinunciamo a ciò che è forzato e cerchiamo di tradurre le energie in manifestazioni della nostra volontà, e non in ciò che esige la dimensione soggettiva del super-io. Così, come il protagonista dell’opera ‘’la coscienza di Zeno’’, siamo nevrotici, inquieti, ma pronti alle evoluzioni: se siamo incompiuti, allora tentiamo di completarci e di realizzarci nuovamente. Tale condizione assume una connotazione positiva se si considera che, nella teoria di Svevo, chi è già perfettamente formato ( il sano) è da quel momento immutabile e dunque limitato nel progredire successivamente. La maniera con la quale abbiamo condotto la nostra precedente vita ci permetteva di trovare, almeno in piccola misura, un equilibrio fra piacere e dovere/realtà e finzione. Infatti, La prevalenza di un estremo sull’altro porta l’uomo a vivere in disarmonia, tranne nel caso in cui egli riesca ad abitare in essa, in modo paradossalmente armonico e genuino, esattamente come Zeno che dopo continui e ripetuti fallimenti riesce ad accettare la propria ‘’malattia’’, la quale lo rende vittima della sua stessa fragilità ma propenso nel riscoprire sé stesso in virtù della sua incompletezza.

Federica Carandente

LISSONE: IL SINDACO MONGUZZI CHIEDE AI CITTADINI DI DONARE MASCHERE DA SNORKELING PER GLI OSPEDALI

La scorsa settimana Concetta Monguzzi, sindaco del comune di Lissone (MB), ha accolto la richiesta della provincia di donare maschere da snorkeling convertibili in maschere C-PAP (Coronavirus Positive Airway Pressure), rivolgendosi sia ai lissonesi, sia agli altri comuni della provincia con un video appello. Le maschere richieste sarebbero le maschere Subea, acquistabili nei negozi Decathlon, in buono stato, di taglia M, L o da adolescenti. L’azienda produttrice, di fatto, ne aveva donate 10,000, ma non erano sufficienti alla richiesta degli ospedali. L’appello ai possessori sarebbe proprio di donarle agli ospedali tramite il numero della protezione civile di Lissone, che si sarebbe occupata della raccolta in città. Queste, in seguito, verranno sterilizzate e modificate con una valvola brevettata in 3D e utilizzate per ossigenare i pazienti ricoverati con problemi respiratori. La richiesta è stata ben accolta non solo dal comune di Lissone, ma anche dai comuni limitrofi di Muggiò, Desio e Vedano. Di fatto, sono state raccolte in poche ore 200 maschere (più di 600 in tutta la provincia) raggiungendo il numero sufficiente e sono molte persone in lista per donarne ancora. In seguito, il sindaco ha ringraziato per la solidarietà quanti hanno risposto all’appello delle maschere subacquee. In particolare ha colpito la storia di una bambina, Marta, che ha deciso insieme ai genitori di donare la sua maschera, che le era stata appena regalata per il compleanno, alla protezione civile; un gesto di valore che dimostra non solo il buon senso civile, ma anche la sensibilità dei cittadini in questo momento delicato.

Alice Pozzoli

CORONAVIRUS: EUROPA SI' O EUROPA NO?

Siamo un punto di svolta per l’Europa, le decisioni sul coronavirus determineranno le sorti dell’Unione Europea. Gli stati europei, dopo l’emergenza, usciranno uniti o non esisterà più l’Unione Europea?

Siamo in attesa delle decisioni dell’UE in merito alle soluzioni per risolvere l’emergenza covid19, se osserviamo la mappa geopolitica dall’inizio dell’emergenza solo italiana, gli stati europei hanno mostrato scarso interesse alla situazione che ritenevano esclusivamente italiana. Nonostante le dichiarazioni del presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in cui si affermava i concetti di solidarietà: "Non siete soli. In Europa siamo tutti italiani, vi sosterremo", nulla di concreto è stato fatto. Contemporaneamente sono uscite sui social delle satire sugli italiani da parte dell’Inghilterra e della Francia. Mentre il Governo inglese ci attaccava perché troppo esagerati con poca voglia di lavorare, i cittadini francesi ci sbeffeggiavano tramite uno spot riguardante una pizza con il coronavirus. Inoltre le dichiarazioni della presidente della BCE Christine Lagarde di non voler comprare titoli italiani per aiutarci e polverizzava in borsa milioni di euro. Finalmente, dopo circa un mese, l’Europa comincia ad interessarsi al problema e a valutare misure per uscire indenni dalla crisi, visto che aumentavano i contagi in tutti gli altri Paesi. Le misure previste rispecchiano gli egoismi dei vari Paesi e a svantaggio dei Paesi del sud Europa. In questa situazione di stallo e a seguito della lettera all’Europa del Presidente della Repubblica Mattarella il primo passo lo muove la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che svincola gli Stati del Patto di Stabilità, il quale non permetteva agli Stati di indebitarsi maggiormente e immettere più soldi in circolazione per superare momenti di crisi. Questo è però un primo passo troppo timido per l’UE a cui devono seguire delle scelte economiche importanti. Queste scelte permetteranno la sopravvivenza o meno della Unione Europea, infatti la Germania e il Lussemburgo dovrebbero farsi carico di una parte del debito degli altri Paesi. Su questo fronte interviene anche Mario Draghi, ex Presidente della BCE facendo delle affermazioni forti: “Signori abbiamo sbagliato tutto, in questi ultimi trent’anni anni abbiamo costruito un sistema che non è e non può essere al servizio dell’interesse generale, dunque smantelliamolo e ricostruiamolo da capo”. L’Europa sarà capace di prendere le redini della situazione e portare l’Europa fuori dalla crisi rafforzandosi o il progetto europeo avrà definitivamente termine?

Giulia Previti

SCUOLA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: LA DIDATTICA A DISTANZA

Oggi sabato 28 marzo 2020 inizia la sesta settimana di sospensione delle attività didattiche. La settimana scorsa, il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina ha fatto un appello a tutti i docenti e studenti, dicendo che in questo momento, l’unico modo per garantire il diritto di studio agli studenti è la didattica a distanza. Purtroppo, nelle prime settimane di questa situazione di emergenza, le notizie riguardanti la scuola erano confuse e poco chiare, e questo ha fatto sì che gli istituti abbiano utilizzato metodi diversi tra loro per comunicare con gli studenti e spedire loro il materiale scolastico per poter proseguire con i programmi. Il nostro liceo, fin dalla primissima settimana, si è attivato per mandarci lezioni e compiti al fine di andare avanti con il programma e tenerci allenati. Inoltre, ogni classe, attraverso una piattaforma, ha la possibilità di partecipare a delle video-lezioni programmate dai professori stessi. Come tutti sappiamo, scuola vuol dire anche avere delle relazioni sociali con gli altri compagni, questo soprattutto alla scuola dell’infanzia, dove, nonostante tutto, le maestre si sono impegnate ad inviare del materiale come canzoncine o disegni ai bambini. In questi momenti di difficoltà credo che la cosa migliore da fare sia restare uniti e mettercela tutta per seguire le direttive che ci sono state date.

Giulia Nespoli

NUOVE INIZIATIVE E NUOVI CONSIGLI PER TOLLERARE LA CONDIZIONE DI QUARANTENA

Nel periodo che stiamo vivendo sono molte le iniziative messe in atto per far fronte al disagio causato dalla quarantena per studenti, giovani, bambini, adulti e anziani. Partendo dai primi, non sono più impossibilitati a fare lezione: quasi tutti i sistemi di istruzione sono riusciti a garantire il continuo svolgimento del programma attraverso video-lezioni non più occasionali, bensì quotidiane; la necessità di nuove e mai prima utilizzate risorse digitali, inoltre, ha consentito un miglioramento delle competenze di tipo tecnico- informatico di studenti e professori. Per quanto riguarda il resto della popolazione, le piattaforme e i siti di streaming non hanno tardato ad ampliare l’offerta di contenuti, adattandosi alla situazione; ciò, ovviamente, non implica che le nuove misure debbano diventare un pretesto per trascorrere le proprie giornate davanti allo schermo, ma è necessario ricordarsi che non è né utile né salutare passare il proprio tempo preoccupandosi del continuo aumentare del bilancio delle vittime e controllando compulsivamente il numero dei contagiati e le modalità di trasmissione del virus. Il periodo che stiamo affrontando tende a stremare le nostre forze sotto diversi punti di vista, pertanto è fondamentale non ridurre la nostra routine a unici e continui momenti di preoccupazione, ansia e paura. Per quanto possibile, non bisogna fermare la propria vita, ma modificarne stile e abitudini in modo da adattarsi ai tempi che stiamo vivendo. In questo periodo si possono riscoprire piaceri dimenticati, quali quello della lettura, hobby che con l’avanzare del tempo è andato sempre più ad attenuarsi. La lettura, oltre che essere una forma di rilassamento psico-fisico, può permettere, soprattutto in questo periodo, di migliorare le nostre conoscenze di tipo linguistico, formale e lessicale. È importante, inoltre, non perdere i contatti con le persone che ci stanno a cuore: in un momento delicato come questo, il conforto e il sostegno degli altri deve rientrare tra le nostre priorità, in particolare per chi si trova in situazioni di lutto o di ansia per la situazione dei propri cari. La compassione e la presenza emotiva altrui danno maggiore nostra forza per fronteggiare questo periodo così difficile. Purtroppo o per fortuna, la quarantena ci costringe a condividere molto più tempo con le nostre famiglie, motivo per il quale è necessario cominciare a coltivare le virtù della pazienza, dell’ascolto, della comprensione e dell’aiuto. È necessario imparare a non trasformare ogni discussione o frivolo conflitto in una lotta di supremazia, perché queste non fanno altro che impregnare di negatività il clima famigliare a tal punto da rendere difficile la convivenza, soprattutto in ambienti dove scontri e i litigi sono già presenti di per sé. Non va, poi, dimenticata l’importanza dello sport: la nostra scuola, ad esempio, offre simpatiche video- lezioni di fitness, che si possono trovare nelle storie del profilo Instagram dei rappresentanti, per rendere più piacevole l’attività fisica agli studenti del Porta. È possibile mantenere la propria linea senza dover necessariamente uscire di casa anche seguendo pratici video di YouTube. La situazione attuale dunque, non deve necessariamente essere causa di sofferenza e preoccupazione, ma deve essere trasformata, dove possibile, in qualcosa di produttivo e positivo.

Anonimo

PLUTOCRAZIA AL COMANDO

Le ricchezze dei sei milioni di italiani più poveri raggiunge il patrimonio posseduto dai tre miliardari più ricchi di Italia: così Oxfam ci delucida sulla situazione in cui versa il nostro Paese. La disuguaglianza in Italia è, ormai da molti anni, un tema caldo, che ha diviso l’opinione pubblica. Nei dibattiti e in campagna elettorale abbiamo sentito da destra a sinistra riforme e misure per eliminare la povertà; l risultato è stato che oltre il 30% dei giovani italiani occupati guadagna oggi meno di 800 euro lordi al mese e il 13% degli under 29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa. La situazione, però, tende ad inclinarsi giorno dopo giorno: la lenta e inesorabile distruzione del ceto medio sta producendo un esponenziale aumento di poveri. I così detti “nuovi poveri” sono ex lavoratori, sia dipendenti, sia autonomi, che la crisi economica ha stroncato. Il fallimento di Lehman Brothers e di molte delle banche Americane ha causato la crisi del 2008 che ha avuto conseguenze forse peggiori al 1929, poiché le banche a quel tempo non “governavano” gli Stati Uniti D’America. Ebbene, sì: l’America, per la seconda volta, ha scatenato una crisi finanziaria mondiale. In Italia, però, la situazione era già in bilico dalla fine degli anni ’80, con la così detta “perdita di valori comuni”, ovvero l’eliminazione di uno dei due centri di influenza più importanti: l’URSS; i partiti di sinistra negli anni ’90 hanno subito una tale divisione da fargli perdere metà degli elettori, facendo così trionfare un nuovo modo di fare politica. “Io amo l’Italia”: con tali parole iniziò una delle pagine più oscure e imbarazzanti della storia Italiana; è proprio in questo periodo che i divari sociali sono aumentati, il bene pubblico è diventato il bene di pochi e la globalizzazione ha in parte contribuito a tutto ciò. Il governo del Cavaliere, che per quasi 20 anni ha governato il paese, ha portato avanti politiche economiche in difesa delle banche e dei grandi industriali, il tutto a discapito dei lavoratori; la politica estera del “cucù” ci ha reso ridicoli agli occhi degli altri stati. Durante la serata del 12 novembre 2011, tuttavia, il Cavaliere decide di riporre la spada che aveva squartato l’Italia e si ritira a vita privata. Nonostante ciò, le politiche, con l’avvento di un governo tecnico, hanno portato in campo economico solo all’ulteriore disgregazione del welfare state, aggravando ulteriormente la situazione: esodati, licenziamenti, fallimenti di fabbriche, eliminazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ed altre politiche in favore della casta, fino ad arrivare ai giorni nostri, in piena crisi sanitaria, dove ci sono in gioco milioni di vite dei lavoratori, che per il governo svolgono un lavoro essenziale, come per esempio la fabbricazione di spago, corde, funi e reti, e devono andare al lavoro nonostante tutto. Con le parole “Sciopero generale? Non capisco perché”, Boccia non comprende che nelle fabbriche mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro è impossibile e i contagi possono propagarsi in un batter di ciglia. Il presidente di Confindustria, però, ha paura di perdere 100 miliardi e, con tale giustificazione, ha messo in secondo piano le vite dei lavoratori. Questa è la prova che in Italia il sistema economico liberista ha creato i nuovi poveri, portando la ricchezza nelle mani di pochi e provocando privatizzazioni, liberalizzazioni, precarizzazione del lavoro e taglio dei redditi, portando così a queste tragiche conclusioni: “Alla fine del primo semestre del 2019, il 20% più ricco degli italiani deteneva quasi il 70% della ricchezza nazionale, il successivo 20% era titolare del 16,9% del patrimonio nazionale, mentre il 60% più povero possedeva appena il 13,3% della ricchezza del paese. Il 10% più ricco della popolazione italiana (in termini patrimoniali) possiede oggi oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione”. “Il patrimonio del 5% più ricco degli italiani è superiore a tutta la ricchezza detenuta dall’80% più povero”. Mentre gli speculatori girano come degli avvoltoi sul paese, sperando che lo spread salga, i ricchi contano il loro denaro e i più poveri sfregano la polenta sull’aringa, come nella scena del celebre film ‘900. Fortunatamente, non siamo ancora a questi livelli, ma se la situazione prosegue così, questi numeri sono destinati ad aumentare. Questa volta, però, non sarà colpa di qualcun altro, bensì nostra, che non abbiamo fatto nulla per fermare tutto ciò.

Dati: Oxfam

Yuri Guzzon

CORONAVIRUS: CHIUSURA PROLUNGATA PER ALTRI 15 GIORNI

In vista dello scadere della quarantena, fissata per il 3 aprile è stata avanzata dal Governo l’ipotesi di prolungare la chiusura totale e i divieti di spostamento per altre 2 settimane, fino al 18 aprile. Questo si verificherà soltanto se ci sarà un considerevole peggioramento nei contagi. La situazione è indubbiamente complessa soprattutto per le aziende che versano in condizioni economiche difficili a causa dei provvedimenti presi per l’emergenza nazionale, probabilmente i decreti futuri vedranno una maggiore regolamentazione per quanto concerne il comparto delle aziende. Nonostante tutto, la situazione viene monitorata giorno per giorno, soprattutto per avere un controllo in tempo reale dei contagi e della loro localizzazione. Secondo gli esperti infatti bisognerà arrivare al momento in cui ci sarà meno di un nuovo contagiato per ogni individuo infetto; solo in quel momento potremmo allentare la stretta. Per il momento abbiamo solo avuto un rallentamento dell’epidemia, perciò non sarebbe corretto interrompere le misure di contenimento. Queste ultime settimane ci hanno messo a dura prova, nonostante ciò dobbiamo mantenere la mente lucida e pensare che anche un minimo allentamento delle misure adottate dal governo potrebbero avere risvolti negativi e far salire in modo esponenziale i contagi, prolungando ulteriormente il periodo di lockdown. A tal proposito le istituzioni hanno chiarito molte volte che si tratta di un progetto complesso e graduale, perciò per il momento dobbiamo avere solo molta pazienza e attenerci alle norme previste dal governo.

Alice Pozzoli

"DURERÀ" FINO ALL'ESTATE: GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SUL CORONA VIRUS

È un momento difficile per l’Italia, i contagi da Covid-19 salgono a dismisura e le misure restrittive e i controlli sono sempre più severi. Da ormai più di 2 settimane, milioni di Italiani sono costretti a restare a casa per limitare i contagi e le infezioni. Aumentano le file fuori dai supermercati ed è raro vedere persone senza mascherina. Anche se purtroppo c’è sempre chi, ignorando del tutto i decreti del governo esce di casa mettendo a rischio la vita di molti italiani. Insieme all’aumento del panico c’è anche un aumento delle fake news che circolano online e in particolare nelle chat, che contribuiscono alla diffusione non solo dipanico ingiustificato ma anche di ignoranza. Inoltre sono quasi terminati i posti letto nei reparti di rianimazione dei vari ospedali d’Italia e in una giornata in Lombardia sono stati registrati 546 decessi. Potrebbe sembrare l’inizio di un film apocalittico, ma è la realtà. La nostra. Inizialmente la fine della quarantena era stata fissata per il 3 aprile, ma con l’incremento spaventoso dei casi, si potrebbe protrarre fino a maggio, e secondo alcuni epidemiologi anche di più. Inoltre secondo Pierluigi Lopalco, ordinario di igiene a Pisa è impossibile fare delle previsioni in quanto i dati funzionano a 24 ore e dopo il limite non sono più affidabili. Anche se secondo lui si tratterebbe di un processo piuttosto lungo, che durerà almeno fino all’estate. Va anche aggiunto che secondo il professore non abbiamo ancora raggiunto il picco, dato che non abbiamo avuto una così massiccia diminuzione dei casi. anche se un piccolo miglioramento c’è stato, grazie all’impegno degli italiani. Per tutelare le strutture ospedaliere sono state lanciate da alcune celebrità (come ad esempio l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni e il rapper Fedez) dei crowdfunding per la raccolta di fondi che verranno destinati all’acquisto di macchinari per la respirazione o addirittura per la costruzione di ospedali da campo.

In conclusione, il suggerimento oramai noto a tutti è quello di rispettare le norme igieniche e ad uscire di casa il meno possibile, solamente per fare la spesa o per motivi inderogabili, ovviamente se muniti di autocertificazione. Soprattutto però dobbiamo ricordarci di non farci prendere dal panico e di andare avanti, perché solo impegnandoci possiamo farcela.

Alice pozzoli

FLASH MOB: UN' INIZIATIVA PER ATTRAVERSARE UNITI (ANCHE SE DISTANTI) LA QUARANTENA

Flash mob: è questa l’iniziativa nata sui social per sostenere medici ed infermiere che ha coinvolto tutta Italia, da Nord a Sud, da città come Milano e Torino fino a Roma, Napoli e Bari. Ma come è nato e in cosa consiste?

L'iniziativa è partita da sabato 14 marzo e sono stati tantissimi i cittadini che si sono affacciati alla finestra o sono usciti sul balcone per applaudire tutti coloro che tentano di contrastare il Coronavirus ogni giorno rischiando anche la propria vita e quella dei propri cari. Il flash mob casalingo segue quelli 'musicali' iniziati nelle settimane scorse, il quale è previsto anche durante questo weekend. Si sentono cantare le canzoni più celebri della musica italiana: da 'Azzurro' di Adriano Celentano, 'Il cielo è sempre più blu' di Rino Gaetano, e" Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno a l'Inno di Mameli. Ma non solo, diversi cittadini si sono divertiti a cantare le canzoni di Sanremo 2020 copiando anche le esibizioni. Sono state cantate "Me ne frego" di Achille Lauro seguita dall'esibizione del pezzo, "Fai rumore" di Diodato, "Ringo Star" dei Pinguini Tattici Nucleari e molte altre canzoni. Con l'hashtag “#unitimalontani” l'appello social è di aprire le finestre, uscire in giardino o sul balcone e suonare e cantare insieme: 'Rallegriamo il paese', si legge si Facebook e Instagram. Insomma nelle case di milioni di italiani, il coronavirus si combatte con la musica, con l'affetto e col bisogno di sentirsi ancora più uniti in un momento in cui dobbiamo stare lontani.

Sara Cosco

SCUOLE CHIUSE PER EMERGENZA CORONAVIRUS

C’è aria di panico nelle zone focolaio dell’ ormai tristemente noto virus COVID-19, detto anche “nuovo coronavirus”. Per questo fatto, il provvedimento adottato dal governo è stato quello di chiudere gli edifici scolastici “di qualunque ordine e grado” in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna per una settimana, precisamente da lunedì 24 febbraio sabato 29 febbraio compreso. A causa dell’incremento dei casi e per avere un maggiore controllo settimanale della situazione epidemiologica, si è deciso di chiudere gli edifici scolastici e le manifestazioni pubbliche per un’altra settimana, dal 2 marzo al 7 marzo compreso. Le uniche regioni che fanno eccezione sono il Trentino alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e la Liguria. Caso diverso per la provincia di Savona dove è stato registrato un caso recentemente, dove per l’appunto, le scuole rimarranno chiuse per un’altra settimana. Secondo l’esperto Vittorio Demicheli, epidemiologo dell’unità di crisi di regione Lombardia, si tratta di una decisione estremamente corretta, in quanto permette di limitare i contagi e di “rallentare” il virus e quindi i contagi portandoli “uno ad uno”, cioè con una persona che infetta un’altra e non più di una. Inoltre, dato che il virus ha un tempo di incubazione di 14 giorni che si concluderebbero la settimana prossima. A quel punto sarebbe possibile avere un quadro più chiaro. In aggiunta, uno dei pericoli maggiori che questo virus ha portato è il fatto che il 10% dei contagiati sono medici e infermieri, fatto che aumenterà di certo i contagi. Come se non bastasse, le misure d’emergenza nelle zone rosse stanno causando gravi ripercussioni economiche per le aziende in Lombardia, da cui arrivano pesanti critiche al governo.

Alice Pozzoli

DEMOLIZIONE VELE DI SCAMPIA

Pochi giorni fa, esattamente il 20 febbraio 2020, è iniziata la demolizione della vela verde di Scampia. Ideate dall’architetto italiano Francesco Di Salvo, le vele di Scampia sono un complesso residenziale situate nell’omonimo quartiere di Napoli. Furono costruite tra il 1962 e il 1975, con lo scopo di creare una comunità unita tra le famiglie. In principio erano costituite da 7 edifici, distribuiti in due lotti confinanti, il lotto M, composto dalle vele A, B, C e D, e il lotto L, su cui erano innalzate le vele F, G e H. Queste ultime vennero poi demolite tra il 1997 e il 2003 a causa delle continue lamentele della popolazione, che affermava il pessimo stato in cui era ridotto l'edificio. Questa situazione di disagio nacque agli inizi degli anni ottanta con il terremoto dell’Irpinia, che spinse le persone rimaste senza una casa, ad alloggiare abusivamente all’interno delle vele. A questo si aggiunse anche l’assenza di controlli da parte delle forze dell’ordine: in pochi anni la delinquenza si diffuse velocemente; spaccio, corse clandestine e rapine erano all’ordine del giorno. Dopo lo smantellamento delle vele presenti nel lotto L, gli edifici rimasti presero il nome di vela verde, vela celeste, vela gialla e vela rossa. Nel corso degli anni questo complesso residenziale fu anche il set cinematografico di Gomorra, il film e la serie televisiva. Nell’agosto 2016, un’ordinanza comunale ha deciso l’abbattimento di tre vele su quattro. L’unica che verrà ristrutturata e che accoglierà la sede della città metropolitana è la vela celeste.

GLI INCENDI IN AUSTRALIA

Negli ultimi periodi si è sentito molto parlare di ciò che è accaduto e sta accadendo in Australia, di fatto milioni di ettari di foreste tra cui sono compresi alcuni parchi nazionali e aree protette come le Blue mountains, sono stati divorati da terribili roghi divampati all’inizio di settembre. Si stima che in totale abbiano bruciato 9 mln di ettari, circa 2 volte la superficie del Belgio e 4 volte la superficie della nostra Lombardia. Inoltre, secondo un stima del WWF, sarebbero morti direttamente o indirettamente a causa dei roghi 1 miliardo di animali tra cui in particolare canguri e koala. Le popolazioni di questi ultimi hanno subito un declino talmente impressionante da risultare irreversibile.

Oltre a questi dati sconcertanti, c’è da aggiungere che il fumo dei numerosi incendi, rilasciando quantità terribili di CO2 (circa 300mln di tonnellate, pari alle emissioni di gas serra di tutta l’Australia in un anno), ha reso l’aria irrespirabile in molte città dell’Australia; come ad esempio la capitale Canberra dove a inizio gennaio si è registrata la peggior qualità dell’aria nel mondo.

Dulcis in fundo, il fumo degli incendi percorrendo migliaia di chilometri, è riuscito ad arrivare fino in Nuova Zelanda dove ha accelerato il processo di scioglimento dei ghiacciai a causa delle grandi quantità di cenere. Se questa non è l’apocalisse poco ci manca.

Perciò, la domanda che tutti si pongono al riguardo è: come si è arrivati ad una situazione così drammatica ma soprattutto, che cosa ha provocato lo scoppio di questi incendi?

Un ricercatore e docente dell’Università di Milano, ha cercato di far luce in maniera scientifica sull’origine dei roghi e sul perché è così difficile estinguerli.

Che cosa sta causando il propagarsi dei roghi? Per prima cosa, è necessario specificare che il 2019 è stato per l’Australia, l’anno più secco dal 1990 ad oggi. Le temperature registrate infatti sono state di 1,5 gradi maggiori (in dicembre sono state registrate temperature pari a 42 gradi con picchi di 49) ed è mancato 1/3 di pioggia che normalmente cade sul suolo australiano, risultato della siccità che si protrae da circa 2 anni. Perciò il cambiamento climatico svolge un’azione fondamentale. Infatti, quando l’aria è calda e secca l’acqua contenuta nella vegetazione evapora seccando le piante, che bruciano più facilmente. Più lungo è il periodo di siccità, più grandi saranno le dimensioni delle parti essiccate e più a lungo dureranno gli incendi. Inoltre, dobbiamo precisare che un gran numero degli incendi sono stati provocati da fulmini e altri, dolosamente o colposamente, dall’uomo stesso.

Ciò che invece li propaga è il vento, che spinge l’aria calda e le fiamme sulle piante secche più vicine, di fatto gli incendi peggiori si verificano in giornate ventose. Addirittura, i più grandi sono in grado di crearsi il vento da soli; l’aria calda salendo velocemente crea un vuoto che viene riempito velocemente con l’aria delle zone vicine. Praticamente un incendio che si auto-gestisce. Perché è così difficile spegnere gli incendi? A questa domanda il professore spiega che per estinguere un incendio è necessario eliminare il combustibile, e di fatto l’acqua o i ritardanti chimici lanciati dai mezzi aerei non spengono la fiamma ma rallentano solamente la combustione. Per eliminare il combustibile occorrono squadre di terra, ma si tratta di un’operazione estremamente complessa in quanto gli incendi si muovono abbastanza velocemente (10 kmh, pari alla corsa di un uomo medio) e raggiungono altezze fino ai 10 m. Cosa possiamo fare noi? Per l’esperto l’unica cosa che possiamo fare è prestare maggiore attenzione alle emissioni e adottare comportamenti più ecologici. Inoltre il WWF ha lamciato un iniziativa per la salvaguardia dei Koala: in pratica accedendo al sito e pagando una somma è possibile adottare un koala e tutelarlo pagando una piccola somma mensile.

Nelle ultime settimane però, l’Australia è stata colpita da forti piogge torrenziali e temporali portate dall’arrivo del ciclone tropicale Damien che nonostante le numerose alluvioni e inondazioni, che hanno causato disagi in grandi città come Sydney, ha portato un lieve sollievo spegnendo oltre 1/3 degli incendi, come riferito dalla BBC.

Alice Pozzoli

CORONAVIRUS: ARMANI E MONCLER GENIUS CHIUDONO LA SFILATA AL PUBBLICO

Il pericolo Coronavirus tocca anche il mondo della moda: lo staff di Giorgio Armani questa notte ha comunicato ufficialmente che il noto brand sfilerà a porte chiuse per la collezione autunno/inverno 2020-21. L’evento era previsto per domenica 23 febbraio 2020 presso Armani/Silos; a causa del pericolo dell’infezione, inoltre, lo stilista ha decretato che la sfilata verrà registrata a teatro vuoto e verrà trasmessa in streaming sul sito Armani.com.

Dopo Giorgio Armani anche Moncler Genius, maison di Remo Ruffini, ha annullato la passerella per tutelare la salute dei propri ospiti ed evitare possibili contagi.

Gli annullamenti sono stati causati dal decreto di legge varato dal Consiglio dei Ministri sulle misure relative al Coronavirus.

Dopo le dichiarazioni di Armani e Moncler, la Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) ha comunicato che domenica 23 febbraio, penultima giornata di Milano Fashion week 2020, ogni maison prenderà decisioni sulle modalità di presentazione delle sfilate. La CNMI ha comunicato che i brand hanno seguito e continueranno a seguire le istruzioni imposte dalle autorità.

I singoli brand hanno preso in autonomia la decisione riguardo la modalità della sfilata: la scelta del signor Armani e del signor Ruffini è stata quella di tenere lo show all’orario previsto senza spettatori, sperando le misure di sicurezza applicate siano state sufficienti, poiché da oltre cinque giorni gli addetti all’evento condividono gli stessi ambienti di lavoro.

Sara Cosco

SANREMO 2020: DIODATO VINCE IL FESTIVAL

Record di share oltre il 60%, apprezzata la direzione di Amadeus e Fiorello, un Festival per le donne.

“È stato il festival della gentilezza, Amadeus è stato bravissimo. Il Festival della semplicità, il successo è dato anche da questo, non c’ era niente di costruito.” Con questa frase oggi il direttore di Rai 1, Stefano Coletta, commenta il Festival di Sanremo nella puntata speciale di “Domenica In” condotta da Mara Venier in diretta dal teatro Ariston. Il Festival è stato vinto da Diodato con la canzone “Fai rumore” che è stata premiata anche dalla Sala Stampa e dal Premio alla Critica Mia Martini. Anche se il televoto premia Francesco Gabbani (38%) e i Pinguini Tattici Nucleari (37%) a Diodato (24%).

A contrario dei rumors sul mascherato maschilismo di Amadeus la prima puntata del Festival è stata interamente dedicata alla violenza sulle donne con la commovente testimonianza di Rula Jebreal. Durante tutto il festival ad affiancare Amadeus e Fiorello sul palco dell’Ariston grandi ed importanti volti della televisione come Diletta Leotta, Francesca Novello, Mara Venier e Antonella Clerici.

Tanti gli artisti in gara e per molti il primo debutto, nonostante anni di carriera, come per Piero Pelù con “Gigante” una canzone che dedica a tutti giovani che hanno visto negato il loro futuro.

Nelle categorie nuove proposte Leo Gassmann ha vinto con il 52,5% delle preferenze sulla concorrente Tecla Insolia vincitrice di Sanremo Young, talent show della Rai condotto da Antonella Clerici. Grande successo anche “Per sentirmi vivo” di Fasma, anche lui nella categoria nuove proposte, che ha spopolato tra la generazione Z.

Grandi polemiche sull’ esibizione particolare di Achille Lauro con “Me ne frego” arrivato 8° al Festival. Nella sua intervista a Domenica In, dichiara: ”Non volevo vincere Sanremo, tutto nasce un anno fa, quando ho cominciato ad immaginare la musica in un modo diverso. “Me ne frego” è un inno alla libertà, non è un’espressione negativa. Vuol dire “facciamolo, viviamolo.”

Il 70° Festival di Sanremo è stato un grandissimo successo con la frizzante direzione di Amadeus e Fiorello. Premiata tanto la semplicità che ha permesso una piena valorizzazione dei talenti nuovi, sicuramente un festival che ha fatto la storia, seguito da tutti da anziani e giovani. Sicuramente un grande successo per la Rai.

Leonardo Orsenigo

DONNE IN POLITICA, ANCORA POCHE

MA IN ITALIA ARRIVA FINALMENTE LA SCUOLA PER LE LEADER DEL FUTURO.

Le donne in politica? All'inizio del 2020 sono ancora troppo poche rispetto agli uomini; si nota anche che più la posizione è importante meno donne sono presenti.

Basta guardarci intorno, leggere giornali, guardare dei talk-show politici oppure, semplicemente, parlare con le persone vicine a noi per capire che le donne ,ancora, non sono un numero euguale agli uomini all'interno della politica ma non solo.

Nelle università troviamo,infatti,molte valide ricercatrici ma poche presidi di facoltà, nei giornali troviamo articoli scritti da bravissime giornaliste ma il numero di direttrici di giornali é scarso ; questo succede , purtroppo, in molte altre professioni.

In Italia, ad esempio, in settant'anni di Repubblica non é mai salita al governo una presidente donna ,ma ci sono stati millecinquecento ministri uomini e solo ottantatre ministre.

Oggi su venti regioni solo in due troviamo un presidente regionale donna e per ogni cento sindaci solo tredici donne; ancora troppo poche.

Dopo aver letto questi dati sorge una domanda spontanea: "Perchè ci sono così poche donne al potere?" Le risposte sono molte e diverse tra loro. Una potrebbe essere che le donne, purtroppo, a volte non vengono considerate valide quanto gli uomini, o forse a causa di una possibile maternitá. Tutto questo si riduce ad unico pregiudizio ancora esistente , sia nel mondo lavorativo ma anche politico ,nei confronti delle donne.

Molte ragazze mollano la loro strada ancor prima di iniziare una carriera politica perchè ci sono pochissimi esempi femminili a cui si possono ispirare e per la paura di continui giudizi negativi. Fortunatamente ci sono delle leader che desiderano che altre donne seguano il loro esempio costruendosi una carriera come esse desiderano. Una di queste è Emma Bonino che ha scelto di fondare una scuola di politica per sole donne, "Prime Donne" , questa ha come obbiettivo di formare ,gratuitamente, le aspiranti leader del domani. Avverranno quattro incontri formativi e mentoring da parte di donne politiche,questi si concentreranno sull'istruzione; come organizzare, cioé, partiti politici e come dirigerli, come formare liste elettorali, come rafforzare le capacità di comunicative e cercheranno di creare nuove proposte per la parità di retribuzione. Verranno scelte 25 ragazze su circa 200 iscrizioni e si sta provando ad organizzare un nuovo "corso" dopo la fine di questi quattro incontri.

Certo questo progetto non è forse nulla rispetto a ciò che si potrebbe fare , ma é peró un piccolo passo in avanti; se tutti provassimo a fare dei piccoli passi ,probabilmente,tra cinquant'anni, le donne saranno libere di diventare leader o realizzarsi come più desiderano senza ostacoli e "barriere di cristallo".

Sara Cosco